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www.ildialogo.org OTTOCENTO ANNI DOPO (1219-2019) DA FRANCESCO D’ASSISI A PAPA FRANCESCO,di Raffaello Saffioti

Editoriale
OTTOCENTO ANNI DOPO (1219-2019) DA FRANCESCO D’ASSISI A PAPA FRANCESCO

IL VIAGGIO APOSTOLICO E IL “DOCUMENTO SULLA FRATELLANZA UMANA PER LA PACE MONDIALE E LA CONVIVENZA COMUNE”


di Raffaello Saffioti

“… quella riforma religiosa che l'Italia aspetta dal Millecento, da Gioacchino da Fiore”.1
Valore storico di un Viaggio apostolico
Papa Francesco, all’Udienza generale del 6 febbraio, dopo il Viaggio Apostolico negli Emirati Arabi Uniti, ha detto:
“Un Viaggio breve ma molto importante che […] ha scritto una nuova pagina nella storia del dialogo tra Cristianesimo e Islam e nell’impegno di promuovere la pace nel mondo sulla base della fratellanza umana.
Per la prima volta un Papa si è recato nella penisola arabica. E la Provvidenza ha voluto che sia stato un Papa di nome Francesco, 800 anni dopo la visita di san Francesco di Assisi al sultano al-Malik al-Kamil. Ho pensato spesso a san Francesco durante questo Viaggio: mi aiutava a tenere nel cuore il Vangelo, l’amore di Gesù Cristo, mentre vivevo i vari momenti della visita; nel mio cuore c’era il Vangelo di Cristo, la preghiera al Padre per tutti i suoi figli, specialmente per i più poveri, per le vittime delle ingiustizie, delle guerre, della miseria; la preghiera perché il dialogo tra il Cristianesimo e l’Islam sia fattore decisivo per la pace nel mondo di oggi”.2
Il “Documento sulla Fratellanza Umana”
Proseguendo, il Papa ha detto:
“Oltre ai discorsi, ad Abu Dhabi è stato fatto un passo in più: il Grande Imam di Al-Azhar ed io abbiamo firmato il “Documento sulla Fratellanza Umana”, nel quale insieme affermiamo la comune vocazione di tutti gli uomini e le donne ad essere fratelli in quanto figli e figlie di Dio, condanniamo ogni forma di violenza, specialmente quella rivestita di motivazioni religiose, e ci impegniamo a diffondere nel mondo i valori autentici e la pace”.
Viva il dialogo cristiano-islamico!” è il titolo dell’editoriale (del 4 febbraio 2019) del Direttore de “il dialogo” Giovanni Sarubbi (v. link).
E’ facile per i lettori de “il dialogo” comprendere con quale contentezza (e, vorremmo aggiungere, orgoglio) il Direttore abbia accolto il Documento, anche prima che si conoscesse il testo integrale.
Ha scritto:
“Ma oggi è un buon giorno da ricordare in futuro. L’incontro ad Abu Dhabi tra Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, che di fronte ai rappresentanti di 700 religioni mondiali hanno firmato un documento comune sul dialogo tra cristiani e musulmani è un grande segno di speranza.
Non conosciamo i contenuti completi di tale documento. Avremo modo e tempo di approfondirne i contenuti e di valutarne i limiti e i dati positivi. Ne abbiamo letto la sintesi fornita da Avvenire e ciò che abbiamo letto e sentito dei discorsi sia di Papa Francesco che di Ahmad Al-Tayyeb, ci è piaciuto molto”.
E, dopo aver richiamato alcuni punti particolari, il Direttore ha aggiunto:
“Sono le cose che noi, come piccolissima testata giornalistica impegnata sul tema del dialogo cristiano-islamico, diciamo da 18 anni a questa parte, da quando cioè è iniziata quella che poi papa Francesco ha chiamato “terza guerra mondiale a pezzi”.
Non è stato facile dopo l’11 settembre del 2001 sostenere le ragioni del dialogo cristiano-islamico. Tutto remava contro. Eppure subito dopo quell’evento, dal basso, un gruppo di giornalisti, teologi, responsabili di comunità religiose cristiane e islamiche, fra cui due vescovi della chiesa cattolica, lanciarono un appello per la realizzazione di una giornata del dialogo cristiano-islamico che da allora abbiamo ospitato sul nostro sito.
Oggi nella firma del documento congiunto fra Papa Francesco e il grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb un primo grande risultato è stato raggiunto anche grazie a quel seme che 18 anni fa abbiamo lanciato e che abbiamo costantemente innaffiato e coltivato in tutti questi anni. Cristiani e musulmani non hanno più alcun alibi né alcuna copertura possibile nell’odiarsi reciprocamente e nel fomentare guerre nel nome delle rispettive fedi religiose. Non ne esistono motivi né di ordine religioso né di alcun altro tipo”.
Non possiamo non essere colpiti, poi, dalla prontezza con la quale il testo integrale del Documento, ripreso dal sito della Libreria Editrice Vaticana, sia stato pubblicato sul sito de “il dialogo” 3
E’ il caso di richiamare quanto, in merito, si legge nella “carta di identità”, per comprendere anche la linea del giornale, nella quale io continuo a riconoscermi:
“Sul nostro sito dedichiamo ampio spazio, al dialogo interreligioso, alle grandi questioni che dividono il mondo cristiano, al dialogo con l’ebraismo, l’Islam e le altre religioni.
Credere in Dio non può più essere, per noi, motivo di conflitto e di guerra, ma di amore e pace. Ampio spazio anche alla politica, alla cultura, alla vita delle associazioni di volontariato”.
Documento storico, tra religione e politica
Il Documento, non solo segna la storia dei rapporti tra Cristianesimo e Islam, ma vale anche per i rapporti con le varie confessioni religiose, vuole essere un passo per l’attuazione del Concilio Vaticano II e mette in gioco le varie interpretazioni dei testi religiosi.
Novità del Documento
Nella Newsletter n. 135 di “Chiesa di tutti Chiesa dei poveri”, del 6 febbraio 2019, col titolo “L’alleanza è con tutti”, leggiamo:
“La novità sta precisamente nella riproposizione dell’annunzio che il Verbo si è fatto carne per tutti, non importa se ebrei o stranieri, cretesi od arabi, medi o elamiti, cattolici o protestanti, sunniti o sciiti, cinesi patriottici o clandestini, milanesi o barbari, credenti o non credenti, ossia nel proclamare che la salvezza, ammesso che una salvezza religiosa ci sia, è universale e non fa eccezione di persone, non lascia naufrago alcuno.
Questo però per la Chiesa cattolica non era possibile affermarlo da quando essa si era incatramata nel regime di cristianità, che non solo travisava la sua identità nell’ibridismo politico-religioso del potere temporale, ma delimitava rigorosamente il cristianesimo nei confini fisici della Chiesa cattolica,  in base all’assioma teologico che fuori della Chiesa non c’è salvezza. In tal modo era amputata la carne del Verbo e frantumata la carne dei popoli.
Se oggi invece si può proporre “l’arca della fratellanza” in cui si ricomponga “l’unica famiglia umana voluta da Dio”, è perché il Concilio Vaticano II, l’Europa e papa Francesco sono usciti dal regime di cristianità”.
Il Documento può essere letto e interpretato da vari punti di vista, e si può fare una scelta tra i molteplici temi che in esso vengono posti. Può essere anche definito un documento contro l’integralismo di ogni tipo, sia religioso che civile.
Nella parte conclusiva del Documento si legge:
Al-Azhar e la Chiesa Cattolica domandano che questo Documento divenga oggetto di ricerca e di riflessione in tutte le scuole, nelle università e negli istituti di educazione e di formazione, al fine di contribuire a creare nuove generazioni che portino il bene e la pace e difendano ovunque il diritto degli oppressi e degli ultimi”.4
  • Raccogliamo la domanda e ci chiediamo: quale accoglienza essa avrà?
  • Quante scuole, quante università, quanti istituti di educazione e di formazione faranno il “Documento” “oggetto di ricerca e di riflessione”?
  • Aggiungiamo: come sarà trattato dai mezzi d’informazione?
Incominciamo a leggere il Documento e a studiarlo.
Incominciamo a rispondere, applicando il Documento alla situazione italiana e scegliendo il punto di vista della “libertà religiosa”.
Sei passi scelti
I
In nome di Dio che ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro, per popolare la terra e diffondere in essa i valori del bene, della carità e della pace.
II
In nome della «fratellanza umana» che abbraccia tutti gli uomini, li unisce e li rende uguali.
III
La libertà è un diritto di ogni persona: ciascuno gode della libertà di credo, di pensiero, di espressione e di azione. Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani. Questa Sapienza divina è l’origine da cui deriva il diritto alla libertà di credo e alla libertà di essere diversi. Per questo si condanna il fatto di costringere la gente ad aderire a una certa religione o a una certa cultura, come pure di imporre uno stile di civiltà che gli altri non accettano.
IV
La protezione dei luoghi di culto – templi, chiese e moschee – è un dovere garantito dalle religioni, dai valori umani, dalle leggi e dalle convenzioni internazionali. Ogni tentativo di attaccare i luoghi di culto o di minacciarli attraverso attentati o esplosioni o demolizioni è una deviazione dagli insegnamenti delle religioni, nonché una chiara violazione del diritto internazionale.
V
Il concetto di cittadinanza si basa sull’eguaglianza dei diritti e dei doveri sotto la cui ombra tutti godono della giustizia. Per questo è necessario impegnarsi per stabilire nelle nostre società il concetto della piena cittadinanza e rinunciare all’uso discriminatorio del termine minoranze, che porta con sé i semi del sentirsi isolati e dell’inferiorità; esso prepara il terreno alle ostilità e alla discordia e sottrae le conquiste e i diritti religiosi e civili di alcuni cittadini discriminandoli.
VI
Il rapporto tra Oriente e Occidente è un’indiscutibile reciproca necessità, che non può essere sostituita e nemmeno trascurata, affinché entrambi possano arricchirsi a vicenda della civiltà dell’altro, attraverso lo scambio e il dialogo delle culture.
***
  • Quali effetti il Documento potrà produrre sui rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica?
  • Servirà a mettere in discussione l’articolo 7 della Costituzione italiana e servirà al superamento del regime concordatario?
  • Quali ostacoli incontrerà per la sua attuazione?
E’ da notare che il “Documento” ha visto la luce a 90 anni dai Patti Lateranensi (costituiti dal Trattato e dal Concordato), firmati dal Cardinal Gasparri e dal Capo del Governo italiano, Cav. Benito Mussolini, l’11 febbraio del 1929, e a 35 anni dalla revisione del Concordato, del 1984.
Per l’11 febbraio 2019 è stata prevista l’emissione di un francobollo celebrativo del 90° anniversario della firma dei Patti Lateranensi (emissione congiunta con la Città del Vaticano).
Chi ricorda fino a quando l’11 febbraio era celebrato con un giorno festivo?
Fu la legge n. 54 del 5 marzo 1977, dal titolo Disposizioni in materia di giorni festivi, che abrogò tanti giorni di vacanza per i lavoratori e tantissimi per gli studenti.
 Intanto non deve sfuggire il Convegno di studi che ha avuto luogo il 5 febbraio scorso nell’Aula Magna della Facoltà Valdese di Teologia, a Roma, sul tema “Oltre il Concordato”, con la relazione conclusiva sul tema “Come andare al di là del Concordato”.
Il Convegno è stato organizzato dall’Associazione Luca Coscioni, dalla Fondazione Critica Liberale e dalla Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti.
Si può prevedere che non mancheranno altre iniziative per la ricorrenza del 90° anniversario della firma dei Patti Lateranensi, e a 35 anni dalla revisione del Concordato.
Sarà necessario rileggere e ripensare la storia dei 90 anni trascorsi, con i cambiamenti avvenuti, sia nello Stato che nella Chiesa.
Non è questa l’occasione per esaminare i cambiamenti più importanti. Ci limitiamo a ricordare per l’Italia il cambiamento di regime politico, da quello fascista a quello democratico, con l’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica italiana, l’1 gennaio del 1948, e per la Chiesa Cattolica la celebrazione del Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965). Ricordiamo pure che dopo Papa Pio XI, c’è stata la successione di altri 7 Papi: Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, e il regnante Francesco.
Bisogna avere il coraggio di mettere in discussione i Patti Lateranensi e l’articolo 7 della Costituzione italiana, per sostenere il superamento del regime concordatario.
Il Concordato appare sempre più anacronistico e non è da considerare un tabù. Possiamo dire che i tempi sono maturi per avanzare la proposta di una intesa tra lo Stato e la Chiesa per il superamento del Concordato, convergendo ragioni costituzionali, da una parte e ragioni evangeliche dall’altra.
I privilegi goduti dalla Chiesa cattolica, in forza del Concordato, sono sempre più evidenti, sempre più anacronistici e contestati, proprio perché in contrasto col Vangelo e con la Costituzione.
Sono da ricordare: le esenzioni tributarie a favore degli enti ecclesiastici e dei beni della Chiesa, la devoluzione alla stessa dell’8 per mille, gli stipendi agli insegnanti di religione scelti dai vescovi e le corresponsioni alla scuola privata, in massima parte proprietà di enti cattolici, in netto contrasto con l’articolo 33 della Costituzione.
La posizione anticoncordataria non è nuova, né nella Chiesa, né nello Stato. Ora è tempo di rinnovarla, anche sull’onda dell’attività riformatrice di Papa Francesco.
I movimenti storici che hanno attraversato e attraversano sia la Chiesa cattolica che la società italiana, rendono superato il regime pattizio affermatosi con i Patti Lateranensi, pur dopo le modifiche successive del Concordato
Basta qualche richiamo.
In un dibattito parlamentare, in Senato, Raniero La Valle disse:
Il Concilio non elude il problema del rapporto tra Stato e Chiesa, lo risolve proponendo non la via concordataria, ma la via della ‘concordia’ che altro non è che il regime di una piena ed effettiva libertà religiosa”. 5
Oscar Luigi Scalfaro:
Sono sempre stato contrario al Concordato. Un Concordato infatti ha ragione d’essere tra Chiesa e Stato quando lo Stato non rispetta nella sostanza i valori della democrazia. […] Ma in un paese democratico le ragioni dello status concordatario vengono meno”. 6
La libertà religiosa
La libertà religiosa, legata alla libertà di culto, è un fondamentale diritto umano, riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata dall’Assemblea generale dell’ONU il 10 dicembre 1948, e garantito anche dalla Costituzione italiana.
Dalla Costituzione della Repubblica italiana:
Art. 19. Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume”.
Art. 20. Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d’una associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative, né di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività”.
Art. 21. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
La libertà religiosa nel Concilio Ecumenico Vaticano II
Dalla Dichiarazione del Concilio “Dignitatis humanae” sulla libertà religiosa:
Oggetto e fondamento della libertà religiosa”
2. Questo Concilio Vaticano dichiara che la persona umana ha il diritto alla libertà religiosa. Il contenuto di una tale libertà è che gli esseri umani devono essere immuni dalla coercizione da parte dei singoli individui, di gruppi sociali e di qualsivoglia potere umano, così che in materia religiosa nessuno sia forzato ad agire contro la sua coscienza né sia impedito, entro debiti limiti, di agire in conformità ad essa: privatamente o pubblicamente, in forma individuale o associata. Inoltre dichiara che il diritto alla libertà religiosa si fonda realmente sulla stessa dignità della persona umana quale l'hanno fatta conoscere la parola di Dio rivelata e la stessa ragione (2). Questo diritto della persona umana alla libertà religiosa deve essere riconosciuto e sancito come diritto civile nell'ordinamento giuridico della società.
A motivo della loro dignità, tutti gli esseri umani, in quanto sono persone, dotate cioè di ragione e di libera volontà e perciò investiti di personale responsabilità, sono dalla loro stessa natura e per obbligo morale tenuti a cercare la verità, in primo luogo quella concernente la religione. E sono pure tenuti ad aderire alla verità una volta conosciuta e ad ordinare tutta la loro vita secondo le sue esigenze. Ad un tale obbligo, però, gli esseri umani non sono in grado di soddisfare, in modo rispondente alla loro natura, se non godono della libertà psicologica e nello stesso tempo dell'immunità dalla coercizione esterna. Il diritto alla libertà religiosa non si fonda quindi su una disposizione soggettiva della persona, ma sulla sua stessa natura. Per cui il diritto ad una tale immunità perdura anche in coloro che non soddisfano l'obbligo di cercare la verità e di aderire ad essa, e il suo esercizio, qualora sia rispettato l'ordine pubblico informato a giustizia, non può essere impedito”.
Conclusione”
15. È manifesto che oggi gli esseri umani aspirano di poter professare liberamente la religione sia in forma privata che pubblica; anzi la libertà religiosa nella maggior parte delle costituzioni è già dichiarata diritto civile ed è solennemente proclamata in documenti internazionali (39).
Non mancano però regimi i quali, anche se nelle loro costituzioni riconoscono la libertà del culto religioso, si sforzano di stornare i cittadini dalla professione della religione e di rendere assai difficile e pericolosa la vita alle comunità religiose.
Il sacro Sinodo, mentre saluta con lieto animo quei segni propizi di questo tempo e denuncia con amarezza questi fatti deplorevoli, esorta i cattolici e invita tutti gli esseri umani a considerare con la più grande attenzione quanto la libertà religiosa sia necessaria, soprattutto nella presente situazione della famiglia umana.
È infatti manifesto che tutte le genti si vanno sempre più unificando, che si fanno sempre più stretti i rapporti fra gli esseri umani di cultura e religione diverse, mentre si fa ognora più viva in ognuno la coscienza della propria responsabilità personale. Per cui, affinché nella famiglia umana si instaurino e si consolidino relazioni di concordia e di pace, si richiede che ovunque la libertà religiosa sia munita di una efficace tutela giuridica e che siano osservati i doveri e i diritti supremi degli esseri umani attinenti la libera espressione della vita religiosa nella società”.
***
Domande conclusive
  • Come si collega il “Documento sulla Fratellanza Umana” con il disegno riformatore di Papa Francesco?
  • Il Documento favorirà la rinuncia della Chiesa Cattolica ai privilegi concordatari, come auspicato dalla Costituzione pastorale “Gaudium et spes” (76) del Concilio Ecumenico Vaticano II?
  • Quali ostacoli incontrerà per la sua attuazione?
Dalla Costituzione pastorale “Gaudium et spes” (n. 76) 
Gli Apostoli e i loro successori con i propri collaboratori, essendo inviati ad annunziare agli uomini il Cristo salvatore del mondo, nell’esercizio del loro apostolato si appoggiano sulla potenza di Dio, che molto spesso manifesta la forza del Vangelo nella debolezza dei testimoni. Tutti quelli che si dedicano al ministero della parola di Dio, bisogna che utilizzino le vie e i mezzi propri del Vangelo, che in molti punti differiscono dai mezzi propri della città terrestre.
La Chiesa si serve delle cose temporali nella misura che la propria missione richiede. Tuttavia essa non pone la sua speranza nei privilegi offertile dall’autorità civile. Anzi essa rinunzierà all’esercizio di certi diritti legittimamente acquisiti, ove constatasse che il loro uso potesse far dubitare della sincerità della sua testimonianza”.
***
Il “Documento sulla Fratellanza Umana” è occasione per richiamare il diritto alla libertà religiosa e far valere con determinazione il principio di eguaglianza di tutti i cittadini, posto dall’articolo 3 della Costituzione, “senza distinzione di sesso, di razza, dl lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
La rinuncia ai privilegi concordatari sarebbe un notevole passo in avanti del disegno riformatore di Papa Francesco, in attuazione del Concilio Vaticano II e in fedeltà al Vangelo.

 
Roma, 10 febbraio 2019
Raffaello Saffioti
Centro Gandhi – PALMI (RC)
raffaello.saffioti@gmail.com
NOTE
1 ALDO CAPITINI, Opposizione e liberazione. Scritti autobiografici, a cura di Piergiorgio Giacché, Edizioni Linea d’Ombra, Milano, 1991.
5 Dal documento di “Noi Siamo Chiesa” del 18 febbraio 1999, col titolo “A 70 anni dai Patti Lateranensi – A 15 anni dal Concordato del 1984” http://www.noisiamochiesa.org/Archivio_NSC/movimento/PattLat.htm
6 Ibidem.



Domenica 10 Febbraio,2019 Ore: 16:54
 
 
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