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www.ildialogo.org Alluvione nel Nord-Ovest, Michele Zarrella *

Otto domande, otto risposte l’otto ogni mese
Alluvione nel Nord-Ovest

È caos climatico


 Michele Zarrella *

https://www.ildialogo.org/foto2/MicheleZarrella250.jpg Il caos climatico si sta intensificando rapidamente, cosa possiamo aspettarci?

Tempeste, alluvioni, dissesti idrogeologici, fiumi che esondano, strade distrutte, case che crollano. Fenomeni di questo tipo aumentano sempre più. Si contano i morti, i feriti, i danni. Dopo le catastrofi, da decenni giornali, Tv, radio sono costretti sempre più spesso a scrivere o raccontare di queste notizie, ma poi, piano piano, vengono messe nel cassetto dell’oblio. E invece no. Dobbiamo prenderne coscienza dei cambiamenti climatici, non dimenticare le catastrofi e mettere in atto azioni di contrasto con maggiore incisività e velocità.

 

Sentimenti di disperazione e di impotenza angosciano i cittadini colpiti.

Sentimenti umani e completamente condivisibili. Dispiace per i morti e i feriti. Il presidente della regione Piemonte quantifica i danni in un miliardo e mezzo di euro. Però, dopo la disperazione, fermiamoci un po’ a riflettere, passiamoci la mano sulla coscienza e pensiamo che se questo accade è anche colpa dell’uomo. Gli scienziati dell’IPCC nel V Rapporto dicono che “è estremamente probabile che l’aumento del riscaldamento globale nella seconda metà del secolo scorso è dovuto alle attività antropiche.” Poiché “estremamente” nel linguaggio scientifico significa al 95-100% dobbiamo dedurre che la colpa è dell’uomo al 95-100%.

 

Cioè è anche colpa mia?

Sì. Nel 2005 Tim Flannery pubblicò un libro dal titolo eloquente I SIGNORI DEL CLIMA (https://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/ambiente/riflessioni_1465367370.htm).

In esso Flannery afferma che il termostato della Terra è un meccanismo complesso e sensibile, alla base del quale sta l’anidride carbonica (CO2). La CO2 è, fra i gas serra, quella che svolge un ruolo cruciale nel mantenimento necessario a ogni forma di vita. Ma è anche un prodotto di scarto delle fonti fossili. E questo è il problema. Flannery dimostra che siamo noi, ognuno di noi, a determinare i cambiamenti climatici con l’uso improprio e sproporzionato dei combustibili fossili che quando bruciano immettono ingenti quantità di CO2 nell’atmosfera.

METOO (Anch’io) è il movimento che è nato in America per i casi di abusi sessuali nel mondo del cinema. Forse è il caso che nasca il movimento METOO per il cambiamento climatico.

 

E perché?

Per sensibilizzare l’opinione pubblica, per far capire che ognuno di noi immette gas serra nell’atmosfera quando usa l’energia prodotta da fonti fossili. E quindi ognuno di noi se si fa un breve esame di coscienza deve ripetere METOO, cioè deve dire: “Anch’io contribuisco al riscaldamento globale”.

 

Quindi stiamo concorrendo a un vero disastro?

Riflettiamo. I danni, oltre alle persone, si estendono a tutte le specie viventi, alle coltivazioni agricole, alla produzione industriale, alle infrastrutture ecc. contribuiamo noi a queste grandi catastrofi con danni gravissimi che dureranno per un tempo lungo.

 

Questi fenomeni estremi del clima sono eccezionali?

No. Essi accadono sempre più spesso e sempre più forti e chiari da oltre trent’anni. E se qualcosa si ripete da oltre trent’anni e la sua frequenza aumenta non possiamo dire più che è qualcosa di eccezionale. James Hansen, già direttore del Goddard Insitute for Space Studies della NASA, nel suo libro TEMPESTE, del 2010, descrive i segnali a cui dobbiamo dare retta per non oltrepassare il punto di non ritorno. Studiando la variazione della concentrazione di CO2 e la corrispondente variazione della temperatura dell’atmosfera fino a 800.000 anni fa ha consigliato di ridurre dra-sti-ca-men-te la concentrazione della CO2 in atmosfera eliminando l’uso delle fonti fossili e in primis il carbone.

Allora la lezione delle catastrofi è quella di imparare da quanto è successo in centinaia di migliaia di anni?

Non si possono valutare i cambiamenti climatici nell’arco di una vita, ma nell’arco di centinaia di millenni come fanno gli scienziati. Lo si deve fare studiando quello che è già avvenuto. Il passato ci dà la certezza scientifica dei dati e non semplicistiche teorie basate sul ricordo di una persona. Una famosa frase dice: L’uomo che dimentica la propria storia è condannato a riviverla. Il grosso problema è che per il caos climatico si rischia di raggiungere un punto di non ritorno e quindi di non rivivere nient'altro. La storia ce lo insegna basta paragonare l’attuale situazione a quello che successe alla civiltà di Rapa Nui (l’isola di Pasqua) che si autodistrusse quando raggiunse il punto di non ritorno costituito dall’abbattimento dell'ultimo degli alberi i cui tronchi venivano usati come rulli per trasportare i grandi Moai dalla montagna sulla spiaggia (vedi http://www.ildialogo.org/ambiente/riflessioni_1354921438.htm).

 

Ma quando ci potremo considerare sicuri?

Non si può dare una risposta. Possiamo dare dei suggerimenti. Per prima cosa l’uomo non dovrebbe più utilizzare le fonti fossili e improntare tutti i suoi comportamenti al minimo dispendio di energia. Sprecare l’energia è dannoso e irragionevole. Poi dovremmo invertire la tendenza dell'inquinamento e riportare la concentrazione della CO2 intorno alle 350 parti per milione, come consiglia Hansen, per continuare ad avere il clima, entro certi limiti, pressoché costante che ha permesso lo sviluppo della civiltà umana da circa 10.000 anni ad oggi. Infine ci potremo ritenere sicuri quando praticheremo attività antropiche che producono dei miglioramenti alla vita umana senza danneggiare altre forme di vita e quindi nel rispetto della biosfera – la nostra unica casa – il cui immenso lavoro ci ha permesso e ci permette di esistere. I cambiamenti nelle azioni personali sono apprezzabili e fanno la differenza, ma troppo lenti per una situazione che sta accelerando. Lo stato attuale richiede scelte coraggiose e urgenti dall’alto: l’abbandono delle fonti fossili e l’uso delle fonti rinnovabili. Faccio un solo esempio. L’Italia eroga ogni anno 18,8 miliardi di euro di sussidi al fossile. E questo è in contrasto con tutte le belle parole che i politici ci propinano. Aderisci alla campagna per il taglio immediato di questi sussidi    [https://www.legambiente.it/legambiente-presenta-stop-sussidi-alle-fonti-fossili/   ].  

Gesualdo, 8 ottobre 2020

*Ingegnere e astrofilo

Per contatti

zarmic@gmail.com

 

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