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www.ildialogo.org Auguri,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Auguri

di Giovanni Sarubbi

Un bilancio del 2011 e le prospettive del 2012


 Si chiude oggi il decimo anno della Terza Guerra mondiale, iniziata l'11 settembre del 2001 e ribattezzata, dall'allora presidente degli USA Bush, prima come “guerra infinita”, poi come “guerra al terrorismo”. Anche quest'anno, come gli altri 9 che lo hanno preceduto, è stato un anno di scontri armati violenti e sanguinosi in giro per il mondo, uno su tutti quello in Libia, con centinaia di migliaia di vittime, quasi tutte civili, distruzioni immani e conseguente inquinamento sempre più irrimediabile dell'ambiente, ed atrocità come lo scempio del corpo di Gheddafi. E l'anno si conclude con imponenti manovre militari nello stretto di Hormuz, la via del petrolio, manovre che vedono contrapposte la marina Iraniana e la quinta flotta USA. Tutti si aspettavano l'attacco all'Iran dal Nord, da parte di Israele, mentre le ultime manovre militari fanno pensare ad un attacco da sud, direttamente da parte degli USA le cui forze sono ora in grado di attaccare l'Iran da nord da sud da est e da ovest. E l'anno che si chiude è stato caratterizzato anche dall'esplodere della cosiddetta “primavera araba”, dall'omicidio di Osama BinLaden, annunciato in mondovisione dal presidente USA e premio Nobel per la pace Obama che, nonostante questo suo titolo, non ha esitato a scatenare la guerra contro la Libia e ora si appresta a dirigere quella contro l'Iran.

Ma il 2011 è anche l'anno dell'incubo nucleare di Fukushima, tuttora non risolto, delle innumerevoli alluvioni causate dallo sfruttamento selvaggio del territorio fatto dall'uomo, con innumerevoli morti e devastazioni al nord del nostro paese come al sud. Ma il 2011 è anche l'anno della vittoria ai referendum, in particolare quello sull'acqua pubblica, o della vittoria in importanti elezioni comunali, come a Napoli e Milano, con la  sconfitta delle amministrazioni della destra razzista e xenofoba, o dell'avvio del movimento degli indignati su scala mondiale, con l'esplosione di movimenti di massa negli stessi Stati Uniti, segno inequivocabile dell'esplodere di contraddizioni insanabili a livello mondiale.

Ma un mondo di pace è ancora lontano ed il 2012, se non ci sarà una rapida inversione di tendenza, sarà anche peggio del 2011 a seguito dell'avvio di una nuova guerra in Siria, anche questa fomentata e finanziata da varie potenze occidentali, anche qui con la scusa dei cosiddetti “motivi umanitari”. Fino ad alcuni decenni fa uccidere era considerato un atto disumano. La stessa carta dell'ONU si apre con una condanna esplicita della guerra. Oggi, quelli che pretendono di essere i nuovi padroni del mondo, benedetti dal loro “dio dollaro”, dicono che uccidere e distruggere l'ambiente in cui viviamo è un atto umanitario.

E questa bugia ci da la cifra di quanto sia diventata inquinata zozza lurida e miserabile la politica, sia quella nazionale che internazionale. E quando la politica diventa inquinata zozza lurida e miserabile, ad essere messa in discussione è la sopravvivenza stessa di tutta l'umanità, perché la Politica (questa volta con la P maiuscola) è il bene comune più prezioso degli esseri umani, quello che ci consente di vivere insieme, di stabilire rapporti sociali duraturi, di amministrare la vita sociale su principi di giustizia, impedendo che singole persone possano prendere il sopravvento su tutta la società nel suo insieme piegandola ai propri voleri. «L'uomo – scriveva Aristotele -  è per natura un animale politico» (Aristotele,Politica).

La politica nazionale e internazionale è oggi largamente in mano a persone che dovrebbero essere arrestati come delinquenti, come truffatori, come responsabili di disastri ambientali immani, come assassini di miliardi di persone, come responsabili dei fallimenti di interi stati (vedi Grecia) con tutto il carico di dolore che ciò comporta per popolazioni inermi. Gli stati falliscono perché il sistema economico capitalista, che domina il mondo, consente a pochi multimiliardari in dollari o in euro di scommettere sul fallimento di interi stati, come sta avvenendo in questi mesi con i paesi dell'euro zona. Decine e decine di fabbriche chiudono e migliaia di persone perdono il loro lavoro e la possibilità di vivere perché poche decine di persone hanno inondato il mondo di titoli truffaldini (i cosiddetti derivati), per il solo scopo di accumulare ricchezze finanziarie immense. Pochi usurai possono mettere in ginocchio interi paesi e uccidere centinaia di milioni di persone semplicemente vendendo o comprando titoli truffaldini. Sono gli stessi usurai che negli anni scorsi hanno scommesso sul rialzo del prezzo delle materie prime, come il grano o gli altri generi di prima necessità, affamando centinaia di milioni di persone in Africa e Asia che si sono visti raddoppiare il prezzo dei generi di prima necessità senza alcun motivo.

Ed i mezzi di comunicazione di massa sono largamente corresponsabili di una politica inquinata zozza lurida e miserabile. I mezzi di comunicazione di massa sono lo strumento di supporto di una politica inquinata zozza lurida e miserabile, perché ne diffondono le bugie, ne amplificano le menzogne ripetendole più e più volte fino a farle diventare, nella testa della gente, cose vere e indiscutibili.

Basti ricordare, per l'anno che si sta per chiudere, la vicenda degli attentati di OSLO. In quell'occasione tutti i giornali italiani, nessuno escluso, e le TV, gridarono al fondamentalismo islamico, al terrore che l'islam stava scatenando contro l'occidente cristiano, salvo poi il giorno dopo, quando è venuta fuori la verità sulle radici "cristiane" e neonaziste dell'attentatore, far finta di niente.

I soldi, per i mezzi di comunicazione di massa, sono diventati l'unico elemento importante della propria esistenza, al di la di quello che si dice e della qualità dell'informazione che si fa o dei valori di riferimento che vengono professati. Sembra anzi che non esistano più valori di riferimento.

E il 2011 verrà ricordato, per quanto riguarda i mezzi di comunicazione di massa, oltre che per le bugie sugli attentati di OSLO o quelle sulla guerra in Libia, o su quelle in programma in Siria o contro l'Iran, per un fatto credo mai accaduto prima nella storia della nostra Repubblica e di cui pochi giornali si sono occupati. Mi riferisco alla firma congiunta di dieci direttori di giornali di una lettera al presidente del Consiglio Monti sul tema dei fondi per l'editoria, che sono stati azzerati. Chi, e noi siamo fra quelli, si è scandalizzato per il fatto che il governo Monti sia sostenuto da una maggioranza parlamentare che vede insieme PDL e PD passando per il terzo polo, rimarrebbe sicuramente disgustato dal leggere il contenuto e le firme della lettera a Monti, che vede insieme i direttori de “Il Manifesto”(quotidiano comunista), “Liberazione” organo di Rifondazione,  “La Padania”, organo della Lega Nord, e “Il secolo d'Italia”, organo di Futuro e Libertà, con l'aggiunta di Avvenire, L'Unità, Il Riformista. Hanno firmato questa lettera anche giornali pressoché clandestini, nel senso che nessuno li ha mai visti in una edicola, ma che pure hanno preso finora soldi pubblici. Giornali che accedevano ai fondi pubblici sol perché erano emanazioni di un partito rappresentato in parlamento. Ma cosa possono mai avere in comune quotidiani comunisti (come “il manifesto” o “liberazione”) con quotidiani di destra (come “la padania” o il “Secolo d'Italia”)? Come può un quotidiano come “il manifesto”, che certamente non è razzista, firmare una lettera insieme ad un giornale certamente razzista come “la padania”? I soldi sono l'unico elemento di unione.

Il punto chiave della lettera in questione è, infatti, quello dove si dice che: «La cessazione dell'applicazione della legge n. 250, prevista all'articolo 29 del recente decreto, avrà riflessi gravissimi sul pluralismo dell'informazione e sulla stessa democrazia, considerato che causerà la fine delle pubblicazioni per l'intero settore della stampa di partito, cooperativa e di idee, notoriamente penalizzato da forti disparità nell'accesso al mercato pubblicitario». Una frase nella quale i direttori di il Manifesto, l'Unità, Europa, Avvenire, la Padania, Liberazione, Secolo d'Italia, Il Riformista, e la Fisc, dichiarano innanzitutto di rifiutare la nostra Costituzione, che non prevede l'esistenza di partiti proprietari delle casse statali (art. 491), e, in secondo luogo, di concepire il finanziamento della propria testata giornalistica seguendo il criterio del “pecunia non olet”, cioè basta che siano soldi, chiunque ce li da tutto va bene e, dato che non riusciamo ad accedere al mercato pubblicitario, i soldi ce li deve dare lo Stato. Questa lettera è stata firmata lo scorso 10 dicembre 2011 ed è la cifra dello stato di degrado morale e di confusione mentale nella quale è finita la politica italiana. Giornali che accettano queste idee non potranno mai essere in grado di ridare una coscienza critica al nostro paese. Direttori che firmano insieme ai sostenitori del razzismo o del neofascismo, nulla hanno da dare a qualsiasi movimento di liberazione dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.

Noi de “Il dialogo” abbiamo sempre pensato che i soldi puzzano, non siamo mai stati d'accordo con l'idea che "pecunia non olet". Tutti i soldi puzzano e hanno la puzza di chi i soldi possiede e usa. E per i giornali che vogliono incarnare un'ideale di liberazione dell'oppressione dell'uomo sull'uomo e dell'uomo sulla donna, siano essi di ispirazione comunista o di ispirazione cristiana, almeno per quelli su cui io mi sono formato nella mia giovinezza, era ed è importante avere solo i soldi che puzzano del sudore degli operai, dei lavoratori, dei contadini, dei poveri e non di coloro che sfruttano e rubano e ingannano. Quando l'Unità, agli inizi degli anni 80, cominciò a pubblicare le pubblicità della FIAT, in quel preciso momento cessò di essere un giornale libero, seppure di partito, e cominciò la distruzione del PCI, con tutto ciò che ne è seguito, perché se qualcuno ti paga per pubblicare una sua pubblicità, molto difficilmente un giornale potrà pubblicare notizie negative su di lui. La stessa cosa è sempre valsa anche per i giornali dell'area che oggi è quella delle "comunità cristiane di base", che, da sempre, hanno avuto stretti contatti con l'idea comunista, vedi teologia della liberazione. Anche li le migliori e più profonde esperienze di liberazione sono quelle costruire con i soldi che vengono dai poveri.
Noi crediamo che la salvezza di un quotidiano che si propone di liberare l'umanità dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e dell'uomo sulla donna non possa dipendere dalla pubblicità commerciale (che noi de “il dialogo” riteniamo tutta assolutamente ingannevole e truffaldina e da rifiutare in blocco) ma solo dal sostegno dei propri lettori. E crediamo sia necessario avere molti di questi organi di informazione per ricostruire una coscienza Politica all'altezza della situazione nella quale viviamo perché, questo è certo, non sarà l'antipolitica (che è cavalcata proprio da chi ha reso la politica inquinata zozza lurida e miserabile) a farci uscire positivamente dalla crisi nella quale ci troviamo.

Ed è proprio questo, alla fine di un anno per noi molto importante, l'impegno che nel nostro piccolo vogliamo prendere con i nostri quattro lettori: continueremo a basare la nostra attività solo ed esclusivamente sulle nostre forze e solo ed esclusivamente sul lavoro volontario di quanti vorranno con noi collaborare. Continueremo a rifiutare la pubblicità commerciale e a pensare che i soldi puzzano. Continueremo a sostenere le iniziative come quelle di Padre Alex Zanotelli, che danno speranza alla nostra umanità.

Questo, crediamo, sia quello che ci serve per ridare un senso alla Politica, per riappropriarci del bene comune più prezioso che abbiamo, superando la passività ed il rifiuto del termine stesso “politica” che è oramai diventato sinonimo di malaffare, ridando un senso alle idee di cui per anni ci hanno cantato il de profundis con il solo scopo di imporre il pensiero unico neoliberista, quel pensiero che ci ha portato nella “terza guerra mondiale” alias “guerra infinita” alias “guerra al terrorismo” e che non terminerà senza un risveglio della coscienza delle persone. E per ricostruire questa coscienza sono necessari mezzi di comunicazione di massa liberi e rispettosi della nostra Costituzione nata dalla Resistenza.

Auguri.

Giovanni Sarubbi

1Art. 49 della Costituzione – Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.



Sabato 31 Dicembre,2011 Ore: 16:19
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Liliana Zampella Gattatico - Reggio Emilia 01/1/2012 08.28
Titolo:A proposito del messaggio del Direttore
Ho letto con attenzione il Suo articolo sui fatti del 2011.
A proposito dei finanziamenti delle testate, sono d'accordo con Lei: i soldi puzzano ed il fatto che le testate senza distinzione di parte abbiano richiesto di essere sostenute con soldi pubblici fa pensare: se sostenute da privati,infatti, sono vincolate alle idee degli stessi, ma anche i finanziamenti statali vincolano le testate alle idee del presidente del consiglio dei ministri del momento. Per questo motivo io ho pubblicato i miei libri (cinque sul mercato, tre in attesa di stampa) con editori indipendenti che senz'altro non hanno la forza editoriale di farli conoscere e divulgare ma almeno non hanno le mani insanguinate.
E per quanto riguarda il nuovo anno: fra un anno vedremo se sarà la fine di questo mondo troppo vecchio per cambiare o se sarà un nuovo inizio come io auguro a tutti noi.
Buon anno e buon lavoro.

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