Ringraziamo F. Marinetti per averci inviato questo testo di approfondimento della figura di don Zeno Saltini, indimenticabile fondatore ed animatore della comunità di Nomadelfia. F. Marinetti è autore del libro "Zeno racconta Zeno, Don Zeno, obbedientissimo ribelle" , Edizioni La Meridiana, pp. 280, Molfetta 2006, di cui vivamente consigliamo la lettura.
Don Zeno Saltini: Fossoli di Carpi (MO) 30.8.1900, Grosseto 15.1.1981. “Cresco in una famiglia patriarcale emiliana, nella cornice di una società in ebollizione sociale. A 14 anni rifiuto la scuola. Nel 1920 il contraddittorio con un commilitone anarchico mi fa decidere di cambiare civiltà: “Né padrone, né servo”. Dai 20 ai 30 anni mi preparo alla mia missione: “Non mettere cerotti con lassistenza, ma dedicarmi alla ricostruzione della vita sociale secondo la fede”. Amico di tutti, anche dei piccoli delinquenti, più studio da avvocato, per difenderli in tribunale, più mi rendo conto che hanno bisogno di ritrovare una famiglia “da Dio”. A 31 anni, sacerdote, prendo come figlio Barile, appena uscito dal carcere: il primo di quattromila. Nel 1941 una ragazza scappa di casa per fare loro da mamma. Predico, fisarmonica a tracolla, in piazza e nelle osterie. Propongo alle famiglie di fraternizzarsi tra loro come i primi cristiani. Ricercato, passo il fronte e propongo alle autorità civili e religiose di dare una famiglia agli orfani. Nel 1945 lancio il movimento dei due mucchi: “Chi ha i soldi da una parte, chi non li ha dallaltra e si va al potere con la legge…”. Nel 1948, siccome il popolo rifiuta di fraternizzarsi, occupiamo lex-campo di concentramento di Fossoli. I figli buttano giù muraglie e fili spinati con le mani: la guerra degli angeli. Sulle macerie dellodio nasce Nomadelfia: dove la fraternità è legge. Visitatori da tutta Italia accorrono a vedere la Città di Dio, così sconvolgente che le signore-bene si spogliano dei loro gioielli, giovani coppie riparano in comunità, sei frati Serviti fuggono dal convento per fare esperienza delleresia dellamore. Pretendo svuotare gli orfanotrofi, liberare i carcerati, fare la politica di Dio. Non più ricchi e poveri, assistenti e assistiti, tutti alla pari. Nel 1950 ripropongo al popolo di fraternizzarsi. La DC induce il Vaticano a ritirare i sacerdoti da Nomadelfia (1952). Allontanato il comandante, lequipaggio viene disperso, la comunità repressa, diversi figli tornano alla malavita. La coscienza alle corde, nel 1953 chiedo la laicizzazione “pro gratia”: “Se non posso essere loro padre come sacerdote, lasciatemelo essere come laico”. Nel 1962 vengo reintegrato come parroco della prima parrocchia comunitaria.
Di seguito un approfondimento di F. Marinetti
Don Zeno Saltini, un prete diverso  (Fossoli 1900, Grosseto 1981)
(F. Marinetti prende in esame due aspetti: sacerdote-padre e sacerdote-fratello. Tenta di approfondirne lesperienza, ricostruendo e sintetizzando, con le sue stesse parole)
Martedì, 23 maggio 2006
|