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www.ildialogo.org Ma guarda un po', il parlamento europeo dichiara guerra alla Russia!,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Ma guarda un po', il parlamento europeo dichiara guerra alla Russia!

di Giovanni Sarubbi

Giovanni Sarubbi
I
l capitalismo europeo ritrova la sua unità sul collante di sempre, l’anticomunismo. Fanno così dal 1848, anno dei moti rivoluzionari che sconvolsero l’Europa. In quell’anno fu pubblicato il Manifesto del Partito comunista di Marx ed Engels ed è d’allora che l’anticomunismo è diventato il collante del sistema economico capitalistico. Non c’è capitalista che non sia anticomunista, non c’è ladro, imbroglione, mafioso, corrotto o corruttore che non sia anticomunista. Non c’è alcuno che abbia accumulato ingiusti patrimoni che non sia anticomunista.
Nulla di nuovo dunque nella risoluzione del Parlamento Europeo del 19 settembre 2019 intitolata “Importanza della memoria europea per il futuro dell'Europa” (vedi link). È una cosa vecchia, vecchissima che risale all’immediato dopoguerra e all’inizio dell’era nucleare aperta con i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, decisi dal presidente statunitense Truman per dichiarare immediatamente al mondo intero chi aveva vinto la II Guerra Mondiale e sotto quale tallone ora dovevano sottomettersi i popoli.
Al capitalismo imperialistico non era bastato il nazismo. Bisognava continuare la sua politica in altre forme. E per continuare la guerra si inventò la favola dell’eguaglianza tra nazismo e comunismo che la risoluzione del Parlamento Europeo rilancia ora al massimo livello possibile.
La risoluzione è nata su iniziativa di deputali del gruppo dei Conservatori e riformisti europei (ECR), che è il gruppo euroscettico di destra e centrodestra e antifederalista, cioè quello dei cosiddetti sovranisti, cioè degli eredi politici del nazifascismo, di quelli che gridano “prima gli italiani o gli inglesi o chissà chi” e sobillano nazismo e razzismo e che tentano oggi con questa risoluzione di ridarsi una verginità riscrivendo la storia a modo loro. A tale gruppo sono iscritti i deputati di Fratelli d’Italia. Ed è significativo che a questa risoluzione abbiano dato il loro assenso anche tanti deputati del PD. Con tale voto essi hanno dichiarato di essere anch’essi al servizio del capitalismo imperialistico europeo di cui è espressione questa risoluzione. Non si può non condividere l’affermazione dello storico Piero Graglia (Vedi link) secondo il quale “La risoluzione del Parlamento europeo sulla importanza della memoria è scritta in un modo che, da storico, dà il voltastomaco”.
Se si giunge a negare la storia in modo così plateale significa che il sistema capitalistico è alla fine. Questi sono gli ultimi suoi colpi di coda prima del suo tracollo definitivo.
E per negare la storia riesumano il cosiddetto “stalinismo”, che è una invenzione di Nikita Chruščëv al XX congresso del PCUS del 1956. Egli inventò la dottrina del culto della personalità di Stalin con cui egli stesso aveva collaborato fino al giorno della sua morte avvenuta nel 1953. Se culto della personalità c’era stato egli ne era stato il primo interprete e beneficiario.
Non si tratta ovviamente di negare gli errori che ci sono sicuramente stati nella costruzione del primo paese socialista al mondo. Non era mai stato fatto prima, gli errori erano inevitabili e sono inevitabili ogni volta che si imbocca una strada nuova in qualsiasi campo della vita sociale o della scienza. Ma è sicuramente un errore demonizzare tutto un periodo storico coprendo tutto con la dottrina del “culto della personalità”, di cui si è stati corresponsabili fino alla fine. È una offesa alla verità storica prima che una carognata visto anche le scelte che poi Nikita Chruščëv fece, a cominciare da quella di impegnare l’URSS a seguire gli USA nella folle corsa agli armamenti e, in particolare, nella folle corsa agli armamenti nucleari che io ricordo ancora come l’incubo della mia adolescenza. Ricordo ancora oggi con sgomento le continue notizie degli esperimenti nucleari degli anni ‘60 del secolo scorso che si susseguivano a ritmi frenetici. Alle esplosioni nucleari USA seguivano quelle dell’URSS, e poi quelle della Francia o dell’Inghilterra in una sequenza infernale. Negli anni ‘60 ce ne furono un migliaio. Dal 1945 ad oggi  le esplosioni nucleari sono state 2056.
E ricordo l’angoscia con la quale vissi la crisi dei missili di Cuba, e il terrore di una guerra nucleare definitiva che da allora non mi abbandona mai.
Si condanna il cosiddetto patto “Molotov-Ribbentrop” per nascondere le responsabilità vere e reali di tutti gli industriali, compresi quelli americani, che fecero affari a bizzeffe con il regime nazista, a cominciare dalla famiglia Bush che poi ha espresso ben due presidenti USA. Pio XII condannò nel 1948 il comunismo per far dimenticare la sua collaborazione ed il suo sostegno al nazismo. Ha avuto torto Stalin nel tentare di rallentare l’aggressione nazista all’URSS con il patto “Molotov-Ribbentrop” ma non ha avuto torto la Chiesa Cattolica che ha stabilito concordati con fascismo e nazismo, con l’uomo della provvidenza Mussolini, quando aveva già eliminato tutta l’opposizione ed aveva i pieni poteri, o con Hitler quando anch’egli era diventato l’uomo della provvidenza della Germania anch’esso con i pieni poteri. Ha avuto torto Stalin ma hanno non hanno avuto torto gli Agnelli, che con il regime fascista hanno fatto i loro migliori affari con le guerre che il fascismo ha fatto alla conquista dell’impero, o i Krupp in Germania che hanno fatto altrettanto con i nazisti. E si giunge all’assurdità storica che la II guerra mondiale sarebbe stata causata dal patto “Molotov-Ribbentrop” e non dalla Germania, a cui si accodò il fascismo, che voleva conquistare quello che il nazismo chiamava lebensraum, lo spazio vitale che Hitler richiamò nel suo Mein Kampf. Credo sia opportuno riportare per intero la citazione.
«Senza considerazione per le tradizioni e i pregiudizi, il nostro popolo deve trovare il coraggio di unire il proprio popolo e la sua forza per avanzare lungo la strada che porterà il nostro popolo dall'attuale ristretto spazio vitale verso il possesso di nuove terre e orizzonti, e così lo porterà a liberarsi dal pericolo di scomparire dal mondo o di servire gli altri come una nazione schiava» (Adolf Hitler, Mein Kampf).
La Germania nazista voleva espandersi ad est e lo fece. Con l’applauso del mondo occidentale che sperava così di cancellare l’anomalia del primo paese socialista della storia.
Voglio ricordare che già durante e prima della II Guerra Mondiale c’era chi accusava apertamente ebrei e comunisti, che allora erano considerati la stessa cosa, di essere i responsabili della guerra. Lo scriveva in modo esplicito Giovanni Preziosi, ministro della RSI (Repubblica sociale italiana), l’inventore delle leggi razziali italiane, il traduttore in italiano dei famigerati e falsi “Protocolli dei savi di Sion” che furono usati, e lo sono ancora oggi nonostante sia dimostrata la loro falsità, per costruire la teoria del complotto demo-pluto-giudaico-massonico che fu il leitmotiv della guerra. Nazisti e fascisti lottavano con la guerra contro tale complotto esistente solo nella loro fantasia. Fu il più feroce antisemita italiano, «forse l'unico vero e coerente antisemita italiano del XX secolo», come scrisse di lui Renzo De Felice.
Nulla di nuovo sotto il sole.
Ma nessuna dottrina revisionista potrà mai cancellare il fatto della aggressione nazista all’Unione Sovietica del 22 giugno del 1941, che avvenne nonostante il patto “Molotov-Ribbentrop” considerato oggi come responsabile della guerra, una vera assurdità logica.
Nessuno potrà mai cancellare la resistenza dei popoli dell’Unione Sovietica all’invasione nazista. Oltre venti milioni furono i morti di quella resistenza.
Nessuno potrà mai cancellare la sconfitta del nazismo a Stalingrado e la liberazione, da parte dell’Armata Rossa, di tutti i paesi dell’est Europa, occupati dal nazismo, e dei campi di concentramento.
Nessuno potrà mai cancellare le stragi perpetrate dai nazisti in collaborazione con i loro alleati dei paesi dell’est da essi occupati a cominciare dalla Polonia, dove erano situati i principali lager nazisti.
Nessuno potrà mai cancellare la lotta dei partigiani italiani contro nazisti e fascisti che in Italia e in Europa furono responsabili di immani stragi nei confronti della popolazione civile.
Nessuno potrà mai cancellare il fatto storico della liberazione della Germania ad opera dell’Armata Rossa e la bandiera rossa issata sul Reichstag a Berlino. Se oggi esiste l’Europa lo dobbiamo al sacrificio dei popoli dell’ex Unione Sovietica, alle formazioni partigiane di tutta Europa, e soprattutto all’Armata Rossa, senza la quale il nazismo sarebbe ancora al potere.
La storia, per fortuna, la fanno i popoli e non le risoluzioni dei parlamenti nazionali o sovranazionali che siano. E quella del Parlamento europeo, visto chi la propone e i suoi contenuti, è finalizzata ancora una volta alla guerra contro la Russia, come nel 1941. Significativi a tale proposito sono i punti della risoluzione nella quale si attacca la Russia accusata di sostenere “l'interpretazione secondo cui la Polonia, gli Stati baltici e l'Occidente sarebbero i veri istigatori della Seconda guerra mondiale”. E si giunge ad invitare “la società russa a confrontarsi con il suo tragico passato” dicendosi poi “profondamente preoccupato per gli sforzi dell'attuale leadership russa volti a distorcere i fatti storici e a insabbiare i crimini commessi dal regime totalitario sovietico” e, considerando “tali sforzi una componente pericolosa della guerra di informazione condotta contro l'Europa democratica allo scopo di dividere l'Europa”, invita “la Commissione a contrastare risolutamente tali sforzi”. Per sobillare la guerra sul terreno europeo si giunge a negare che la guerra l’hanno scatenata nazisti e fascisti e a considerare nemici dell’Europa coloro che sostengono questa semplice verità storica.
Questa non è una risoluzione sulla “memoria”, questa è una dichiarazione di guerra alla Russia. Giusto per fare contento il presidente Trump, re dei sovranisti di cui i sovranisti europei sono servi, pur continuando a gridare “prima gli italiani, prima questo e quello”. In realtà gridano “prima gli USA” che ringraziano. Finché c’è guerra c’è speranza di buoni affari, dicono gli industriali delle industrie da guerra, e gli stupidi pronti ad applaudire si trovano sempre. Le industrie della guerra ringraziano. Come ringraziano i 2.153 iper miliardari, possessori di 8.700 miliardi di patrimonio personale, che si sfregano le mani. Finché i popoli, e soprattutto i poveri, saranno impegnati a scannarsi tra di loro anziché rivolgersi contro di essi e la loro ingiusta, disumana e illegale proprietà, frutta di un furto di ricchezza sociale, loro potranno continuare ad ingrassare i loro patrimoni. Ma a tutto c’è un limite e questo limite è stato superato e il sistema capitalistico e i suoi lacchè ne pagheranno il fio.
Giovanni Sarubbi



Domenica 22 Settembre,2019 Ore: 10:34
 
 
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