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www.ildialogo.org Domanda e risposta,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Domanda e risposta

di Giovanni Sarubbi

Con il video-messaggio alla nazione a reti unificate del condannato in via definitiva per frode fiscale Silvio Berlusconi, siamo oramai ad una fase della politica italiana che si può definire come “pornografica”. E si tratta di una pornografia particolarmente depravata e violenta, sadomaso, con scene e personaggi luridi e vomitevoli. La TV è oramai diventata, dopo questo video-messaggio, ancora di più “TELEVOMITO”. La verità viene oramai stuprata in diretta televisiva davanti a milioni di cittadini, senza che questo si trasformi in sdegno collettivo e senza alcuna reazione istituzionale, se non quella dell'Associazione Nazionale Magistrati (leggi qui il testo), che stampa, Governo e Presidente della Repubblica hanno semplicemente ignorato. Quest'ultimo, che è presidente del Consiglio Superiore della Magistratura e quindi primo magistrato d'Italia, e che ha giurato di far rispettare la Costituzione della nostra Repubblica, ha fatto dichiarazioni che sono suonate come di sostegno alla pretesa del condannato Berlusconi ad essere al di sopra della legge. Che senso ha, infatti, riconoscere al condannato Berlusconi di essere “leader incontrastato di una formazione politica di innegabile importanza”?
Oggi assistiamo a qualcosa di già visto in altre epoche storiche. Più violento è lo stupro della verità, più consenso suscita tra la popolazione, soprattutto quella più povera, anche perché chi dovrebbe opporsi istituzionalmente a tale scempio tace o è connivente o quando parla dice parole che favoriscono gli stupratori della nostra democrazia e della nostra Costituzione. E' successo con la presa del potere dei fascisti e dei nazisti negli anni '20 e '30 del secolo scorso, e sta succedendo anche oggi di fronte a quella che è una vera e propria chiamata alle armi per sovvertire il nostro stato democratico.
E' in corso una battaglia che oramai è senza esclusione di colpi. Le mezze misure e i compromessi, che i vari Letta, Napolitano, Epifani e soci stanno tentando, non hanno alcuna possibilità di successo perché si tratta di una battaglia che ha come scopo la distruzione completa della nostra democrazia e di ciò che resta, poco, molto poco, della Repubblica nata dalla Resistenza al nazifascismo. Il terreno di scontro è, come sempre, il “vil denaro”. L'altra Italia, fatta da quel dieci per cento di ricchi che detengono il cinquanta per cento della ricchezza nazionale, e che vuole sostituire l'Italia repubblicana democratica e antifascista, non vuole pagare alcunché, non vuole tasse patrimoniali sulla ricchezza accumulata, non vuole tutti i cittadini uguali di fronte alla legge, vuole aumentare sempre di più la propria ricchezza che spudoratamente viene definita come “i nostri risparmi”. L'hanno chiamata “Forza Italia”, anzi hanno detto di essere loro l'Italia.
Quest'altra Italia c'è l'ha con i comunisti ed il socialismo, dice di basarsi sui valori “cristiani”. Ma si tratta, come la cronaca di questi vent'anni dimostra, di una Italia fatta di corrotti e corruttori, di faccendieri, di evasori fiscali, di mafiosi, di chi non vuole accettare alcuna legge se non quella derivante dalla propria forza economica e dalla propria sconfinata ingordigia.
Il campo di battaglia è innanzitutto l'Italia, poi l'Europa, poi il Mondo intero. E' una storia già vista ai tempi del fascismo: omuncoli che si credevano superuomini, hanno portato l'Italia alla tragedia della guerra, alla distruzione del paese e alla morte di milioni di persone. Per la propria vanità, per i propri sogni di potere, per il proprio arricchimento personale, hanno portato distruzione e morte.
Ed allora come oggi la corruzione, il malaffare, la malversazione, la pornografia elevata a sistema erano la regola. E ci volle la guerra, con il suo corollario di morti e distruzioni, per far staccare da loro le masse popolari affascinate da quel potere che si era infiltrato in ogni angolo del paese e della coscienza delle persone. Ma per uscire da quella crisi drammatica, ci volle anche la resistenza lunga vent'anni degli antifascisti, innanzitutto dei comunisti e socialisti, che furono in grado poi di guidare la Resistenza e costruire la nostra Repubblica.
Anche oggi, come allora, c'è chi applaude ai ricchi pur essendo povero. Anche oggi il lusso sfrenato e chi lo ostenta trovano consenso e sostegno fra la povera gente. Lo sperimento quotidianamente nella regione dove vivo. Cosa altro deve succedere per suscitare quella indignazione generale che impedisca ai malversatori di continuare a governare questo paese?
Questa la domanda, a cui urge dare tutti insieme una risposta.
Giovanni Sarubbi



Domenica 22 Settembre,2013 Ore: 09:52
 
 
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