- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (1)
Visite totali: (474) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Buona Pasqua,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Buona Pasqua

di Giovanni Sarubbi

Faccio a tutte/i i nostri lettori/lettrici gli auguri di buona Pasqua. Questa festa antichissima, legata ai cicli naturali del passaggio dall'inverno alla primavera, è stata poi caricata di significati religiosi nel corso dei secoli ma rimane comunque legata al risveglio della natura e alla rinascita sia degli animali che delle piante. Dalla festa dell'equinozio di primavera, a quella di Sham El Nessin egiziana (che significa letteralmente «fiutare il vento»), a quella del Nuovo Giorno, il Naw Ruz che affonda le sue radici nel Zoroastrismo persiano, ai riti misterici di casa nostra, alle feste di Attis e Cibele, alla Pasqua Ebraica (con il racconto del passaggio dall'Egitto alla Terra Promessa), ai misteri di Eleusi, alla Pasqua cristiana, alla festa dei colori indiana, il mondo è pieno di riti che celebrano il risveglio e la rinascita della natura. Oggi facciamo fatica a capire e a vivere queste feste per quello che esse sono, una celebrazione della vita.

L'allontanamento del nostro vivere quotidiano dai cicli naturali, fatti di caldo, freddo, umidità, odori, vento, cieli stellati che cambiano con le stagioni, hanno reso la nostra vita più triste e grigia. Chiusi nelle nostre case troppo calde d'inverno e troppo fredde d'estate, abbiamo perso il ritmo della natura. Se fa caldo vogliamo il freddo, se fa freddo vogliamo il caldo. In entrambi i casi inquiniamo riempiendo l'aria di gas mefitici che la stanno rendendo via via irrespirabile. Non riusciamo a sentirci parte di questo universo nel quale viviamo. Siamo diventati un corpo estraneo, trattiamo male la natura nella quale viviamo, uccidiamo in serie milioni e milioni di animali per cibarcene, come mai prima ha fatto l'umanità, o solo per togliere loro la pelliccia, o qualche osso particolare come i corni degli elefanti o dei rinoceronti.

Alcuni millenni fa, l'uccisione di un animale era un rito sacro. Si poteva mangiare la sua carne solo dopo averlo sacrificato ad un Dio in espiazione dei propri peccati. Era un dolore per chi faceva il sacrificio. Poi si costituì la casta dei sacerdoti che trovarono il modo per arricchirsi, trasformando i templi da loro gestiti nelle uniche macellerie autorizzare ad uccidere animali. Ma i sacrifici si facevano solo in determinate circostanze, in feste particolare quando la gente si ritrovava insieme e viveva il proprio essere comunità e celebrava i propri miti fondativi.

Probabilmente gli unici che riescono a vivere la nostra umanità sono i barboni delle nostre città. Sono sicuramente loro le persone più umane che vivono nei nostri recinti urbani, gli ultimi i diseredati, quelli che tutti guardano con disprezzo e a cui non ci avviciniamo mai.

Eppure la nostra vita su questa Terra è un “passaggio”. Siamo di passaggio, si usa dire di solito. Ci accorgiamo di questo passaggio quando invecchiando ci accorgiamo che ci siamo lasciati alle spalle amici, parenti, genitori. E più invecchiamo, più persone ci capita di perdere per strada. Sono “passate”. Ma lo stesso “passaggio” lo viviamo quando nasce una nuova vita, un figlio o una figlia, un/a nipote. Anche una nuova vita passa dalla inesistenza alla vita, viene alla luce e con il suo primo respiro ed il suo primo pianto grida il suo buongiorno al mondo. E questa nuova vita si evolve, effettua passaggi su passaggi, cambia continuamente. La vita è un passaggio continuo. Ad ogni vita segue una morte e alla morte segue la vita.

Allora auguri a tutti, a chi di voi è cristiano, cattolico protestante ortodosso o senza chiesa che sia; a chi è ebreo o musulmano, buddista o induista, animista o a chi non crede in alcun Dio. Il "passaggio" ci interessa tutti, impregna la nostra vita, il nostro vivere e il nostro morire. Viviamolo con semplicità e gioia e ritorniamo a metterci in contatto con la natura nella quale viviamo. Riscopriamone il respiro profondo, quello spirito che è come il vento che non sai da dove viene e dove va e che nessuno può fermare. E che vinca in noi la gioia di vivere e ci spinga ad impegnarci a superare questi tempi bui.
Giovanni Sarubbi



Domenica 31 Marzo,2013 Ore: 00:14
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
isabelle charlier varese 31/3/2013 12.04
Titolo:Buona Festa anche a Lei, Signor Sarubbi
I suoi editoriali sono sempre molto interessanti e sopratutto toccanti. Fanno riflettere. Grazie!

Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (1) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Editoriali

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info