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www.ildialogo.org Fratellanza significa rispettarsi, ascoltarsi, aiutarsi e pregare gli uni per gli altri,di Mohamed Nour Dachan

Editoriale
Fratellanza significa rispettarsi, ascoltarsi, aiutarsi e pregare gli uni per gli altri

di Mohamed Nour Dachan

I
fatti di cronaca delle ultime settimane ci riempiono di dolore e sconcerto. Da un lato la pandemia, che ci ricorda la fragilità umana, ma anche l'ingiustizia che subisce chi, vivendo in guerra e in povertà non ha accesso alle cure mediche. Dall'altro per le violenze che si consumano ai danni di civili inermi in Paesi come la Siria, mia terra d'origine, dove ancora si bombarda e si muore, e in Francia, dove la spirale dell'odio ha colpito persone inermi, persino all'interno di un luogo di culto. Da uomo di fede, da medico e da cittadino, non posso che condannare fermamente questi atti criminali, e ancora una volta voglio ribadire con forza che chi si macchia di simili violenze bestemmia il nome di Dio e non fa, come questi terroristi si ostinano a dire, un atto per compiacere il Signore. Uno dei primi insegnamenti della fede è che la vita è un dono di Dio ed è solo il Signore che decide quando richiamare a sé le sue creature. Lo diciamo da sempre, con convinzione, per condannare il terrorismo e la guerra in qualunque angolo del mondo si consumino. Sono concetti fondanti della nostra cultura e della nostra stessa identità, perché il Signore ci ha insegnato che le donne e gli uomini sono fratelli e sorelle, che ci ha creati come popoli e nazioni affinché ci conoscessimo a vicenda. Conoscersi significa rispettarsi, ascoltarsi, aiutarsi. Questi sono i principi e i valori che dettano i nostri comportamenti nel quotidiano, nel rapporto con le altre confessioni, con il creato. Ogni volta che accade un atto criminale commesso da una persona che proviene da un Paese a maggioranza musulmana, tuttavia, veniamo travolti da un'ondata di dubbi, accuse, illazioni che ci lasciano basiti. Al dolore per le tragedie, si aggiunge il dolore di vederci ogni volta additati. Un criminale che commette un efferato omicidio non è e non sarà mai l'espressione di milioni di musulmani e il fatto che strumentalizzi il nome di Dio o adduca scusanti religiose, ne fa, oltre che un assassino, anche un bestemmiatore bugiardo. Questi sono gli stessi assassini che piazzano bombe, sgozzano, stuprano, rubano e gettano il terrore in Siria e in altri Paesi, sono nemici dell'umanità e dell'islam in primis. Le maggiori autorità musulmane nel mondo - università religiose, comunità di credenti - concilii di sapienti ed esegeti, hanno emesso un'infinità di decreti contro il terrorismo e contro chi giustifica la violenza con pretesti religiosi. Noi siamo e saremo sempre per la vita, il rispetto e l'amicizia tra le genti. Un rispetto che per noi è anche sinonimo di libertà e la libertà è qualcosa di sacro, che non va trasformato in discorsi di odio, diffamazione, bullismo, blasfemia. Le parole e le espressioni del pensiero non devono mai diventare pietre.
Permettetemi di concludere con una nota personale. Ho letto che una delle vittime dell'attentato di Nizza, ferita mortalmente mentre pregava, ha chiesto ai soccorritori di portare un messaggio ai suoi figli, dicendo loro che li avrebbe amati per sempre. Abbiamo pregato per questa madre e per i suoi figli come preghiamo per le madri di tutto il mondo strappate all'abbraccio dei propri cari da una bomba, da un attentato, da un femminicidio. Come padre ho poi ripensato a un momento per me molto doloroso. Sei anni fa ho perso prematuramente la mia primogenita Noura, una ragazza impegnata da sempre nel dialogo interreligioso e in azioni di beneficienza. Quando si è diffusa la notizia, il parroco del paesino dove viviamo e il vescovo della città hanno voluto celebrare per lei una messa. Anche alcune sue amiche buddiste hanno pregato in suo ricordo. Davanti alla bara di mia figlia qualcuno si appoggiava le mani sul petto e recitava una fatiha - il primo capitolo del Corano - e qualcuno si faceva il segno della croce. Questa è la vita reale, questo è il vero dialogo, questo è il reciproco rispetto, l’amicizia tra le genti.
Mohamed Nour Dachan, presidente emerico UCOII



Domenica 01 Novembre,2020 Ore: 18:04
 
 
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