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www.ildialogo.org "Il povero: un ricco mancato?",di Mario Mariotti

"Il povero: un ricco mancato?"

di Mario Mariotti

Per la religione cattolica il povero è una categoria teologica. Il "Beati i poveri in spirito" di Nostro Signore non viene tradotto in "Beati i poveri per scelta", ma allude ad un distacco dai beni terreni, che equivale alla distanza fra il soggetto beato e la sua banca. Inoltre, nel povero stesso, viene sempre collocato Nostro Signore; e ben ci si guarda dal dire che, invece, dovremmo essere noi Nostro Signore per il povero! Poi viene spolverato l'enunciato del Vangelo che recita che i poveri li avremo sempre con noi, insabbiando dal 4° secolo la conclusione dell'enunciato: "...finché non ci decideremo a condividere". Questo porterebbe alla tragedia dell'estinzione del povero, per cui i ricchi non potrebbero più dimostrare di essere sia ricchi che buoni. Siccome Gesù sarebbe nel povero, ci manca solo una pastorale che diffonda la presenza del Signore assieme alla diffusione della miseria e della povertà, forte tentazione per una Chiesa che ha sempre benedetto i ricchi ed i potenti quasi di ogni tempo. I primi cristiani, invece, erano gli atei ed i comunisti di quella società: non adoravano il Dio-Imperatore, e condividevano fra loro ogni cosa.
Ma poi si sono “evoluti”… Detto questo potrebbe non essere inutile una riflessione sul povero, mitizzato dalla Chiesa e donato da chi viene benedetto dalla Chiesa stessa. Siccome i poveri sono sempre Stati un numero sterminato, ed i ricchi ed i potenti, che li fottono fin, dal tempo in cui si progettavano le piramidi, sono sempre stati pochi, una parte infinitesimale rispetto ai primi, ci deve proprio essere qualcosa che non funziona nel povero stesso, per cui avviene questo fenomeno quasi miracoloso di fottitura perpetua! Proviamo ad indagarne le cause. Non sarà perché lui, pur essendo povero, è un ricco mancato, è un ricco "di desiderio"; vive la cultura che lo rende povero e quindi non prova scandalo per la ricchezza, ma la invidia? Non sarà perché non pensa a chi ha meno di lui? Non sarà perché, verso chi è più debole di lui, si comporta come il ricco nei suoi confronti? (penso alla moglie ed al cagnolino del povero, spesso più ultimi degli ultimi stessi).
Non sarà perché ha mandato la logica "infra le ripe dove scorre l'acqua", e si lascia incantare da coloro che promettono di abbassare le tasse, dimenticando che lui stesso non le paga, e dopo non potrà più godere dei servizi sociali, che si sostengono appunto con le tasse? Non sarà perché, appena diventato ex povero, si dimentica di colui che è ancora povero? Non sarà perché, quando si trova all'interno di una folla perde anche quel poco di razionalità che aveva, e si ritrova ad applaudire tutti i Barabba di ogni tempo? Non sarà, infine, perché se non viene toccato personalmente, si mantiene indifferente, ed è quindi complice di chi pratica l'ingiustizia e la violenza?
Ecco allora che sì va definendo quello che diventa il problema fondamentale: quello dell'educazione del povero, destinato, se non si coscientizza, ad essere complice di chi lo sta fottendo da sempre. Ma in rapporto al suddetto problema, com’é la situazione reale? La famiglia è vittima dell'informazione, che legge il mondo con gli occhi del ricco; la Scuola, che potrebbe essere determinante, viene lasciata dalla politica in una condizione subalterna ad altre priorità e trascura il problema della formazione dei formatori; la Chiesa lo tiene assopito insegnandogli l'umiltà, l'ubbidienza e la rassegnazione; sempre l'informazione, infine, lo educa a vedere nell'altro, povero come lui, un nemico, un competitore, un concorrente. Siccome la situazione potrà cambiare solo quando i poveri sapranno essere uniti e solidali tra loro, oggi siamo a rischio di ritrovarci fruitori della presenza di qualche uomo della Provvidenza che garantirà al povero la sua condizione evangelica per l'eternità!! E' defunta allora ogni speranza?
Forse no. Sembra infatti, vedi il fenomeno-Greta, che i ricchi si stiano rendendo conto che, per continuare a fottere i poveri, hanno bisogno anche loro di ossigenò; hanno bisogno anche loro di cambiare; di moderare il loro incontenibile appetito di potere e di profitto.
Defunta la "giustizia sociale", non sarà proprio la probabile e prossima catastrofe ecologica a convertirci al socialismo, dato che il pensiero unico del neoliberismo capitalista ci sta portando tutti, non solo i poveri che ci sono già, all'inferno?



Mercoledì 08 Aprile,2020 Ore: 17:09
 
 
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