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www.ildialogo.org LA “VERITA'” SULLA MORTE DEL DOMATORE WEBER. ALCUNE CONSIDERAZIONI,di Giuseppe Fanelli

LA “VERITA'” SULLA MORTE DEL DOMATORE WEBER. ALCUNE CONSIDERAZIONI

di Giuseppe Fanelli

Mi sono imbattuto in un'intervista sul web a Marina Monti, titolare dell’omonimo circo dove, alcuni giorni fa, è successo l'incidente che ha causato la drammatica morte del domatore Ettore Weber durante una seduta di allenamento con le sue tigri. Secondo Monti la dinamica, raccontata dagli organi di stampa, è del tutto distorta.
Per rispetto alla drammaticità degli eventi e per non essere ipocrrita, non scendo nel merito e non mi pronuncio sulla vera matrice che ha prodotto i tragici eventi.
Mi limito, quindi, ad analizzare alcune incongruenze raccontate dalla signora Monti nella sua versione dei fatti.
Non ho dubbi su quanto spiegato dalla titolare del circo in quanto testimone oculare dell'incidente ed è anche bene precisare che alcuni giornalisti “colorano” vivacemente le notizie, proprio per “fare notizia” e rendono un cattivo servizio di informazione, creando soltanto confusione. E' parimenti corretto evidenziare che la Monti intende difendere qualcosa di indifendibile: il circo con gli animali.
Ecco le sue affermazioni e le mie considerazioni in merito.
Io personalmente ho parlato con il signor Weber alle 20:05, proprio 10 secondi prima che entrasse in gabbia, ci siamo scambiati giusto due parole, era una giornata nuvolosa, sembrava che dovesse cominciare un po' a piovere, quindi il signor Weber non era molto convinto di cominciare l’allenamento”.
Qui esplicitamente non viene detto nulla di particolare, ma il fatto di voler evidenziare che il tempo meteorologico si stava guastando e che il domatore non era molto convinto di cominciare l’allenamento, lascia intendere che gli animali potevano innervosirsi e non essere pienamente attenti all'addestramento. Però, c'è un però: gli animali, che percepiscono con notevole anticipo le variazioni degli eventi naturali, se sono liberi nel loro ambiente, possono attivare tutte le contromisure di cui la Natura stessa li ha dotati nel processo evolutivo per superare quella dura battaglia che è la selezione naturale. In cattività, invece, possono soltanto subire passivamente tutto quanto gli succede attorno. Ciò provoca, tensione, ansia e paura che prima o poi vanno “scaricate”.
Neanche uno dei suoi animali era nuovo, ed erano tutti animali che già facevano il loro numero, non stava provando niente di nuovo”.
In questa affermazione c'è il tentativo di evidenziare che si stava eseguendo qualcosa di “rodato” senza nulla di nuovo che potesse creare stress alle tigri. Ma l'affermazine stessa cela, inconsapevolmente, una confessione: le fasi di addestramento creano uno stato di malessere negli animali che devono eseguire numeri ed azioni per loro innaturali, rendendoli pricolosi.
Lui era appena entrato in gabbia, quando è entrata la seconda tigre lui si è girato per andare a recuperare la prima per posizionarla sul suo sgabello dal quale era scesa. La seconda tigre, durante lo spettacolo, solitamente al passaggio del domatore allungava la zampa, una cosa che faceva abitualmente e che Weber sapeva, perché lui teneva molto al fatto di far sapere che non erano tigri sedate quindi durante lo spettacolo le faceva molto muovere, non le teneva sempre ferme. La seconda tigre dunque, trovandosi sul suo sgabello, quindi in posizione da spettacolo, e vedendo passare il signor Weber, ha allungato ancora la zampa come previsto dalla sua parte nello show, purtroppo Weber si è trovato di spalle ed era troppo vicino alla tigre, quindi con quel gesto naturale, che faceva sempre, l’ha colpito alla giugulare. …..è stata una zampata. Se il signor Weber fosse stato 20 centimetri più alto lo avrebbe colpito alla spalla e non sarebbe successo niente, sarebbe stato un graffio, cose che succedono spesso durante i numeri.  …...Sono tutte cose scritte dai medici legali. Lui aveva solo dei graffi, nessun morso”.
Su queste afferemazioni non ho motivo didubitare, ma ritengo giusto precisare che tutti i felini, ad eccezione del ghepardo, hanno le unghie retrattili e che tale azione non è involontaria; ogni animale decide volontariamente quando sfoderare gli artigli. ATTENZIONE, con questo non voglio dire che la tigre assassina ha deliberatamene voluto uccidere il domatore, ma semplicemente mi preme evidenziare che le condizioni di vita innaturali degli animali dei circhi sono causa di incidenti dovuti a stress e paura.
Purtroppo in Italia gira tutto intorno alla politica e per ora va di moda questo genere di politica: va di moda appartenere alle lobby animaliste, quindi qualsiasi cosa accade in un circo, a loro non interessa la verità, a loro interessa usarla contro di noi”.
Questa è una vera e propria “chicca” non perchè si afferma che oggi va di moda essere animalisti (ciò è vero; il settore è molto inquinato e si fa fatica a comprendere chi realmente tiene alla difesa degli animali), ma perchè si parla di lobby. Quella dei circhi è una lobby potentissima, si pensi che in Italia ci sono oltre 2000 animali prigionieri dei circhi. Questi spettacoli vengono sovvenzionati con circa 3 milioni di Euro l’anno con i soldi pubblici erogati dal Ministero per i Beni Culturali e il Turismo. 
“.... purtroppo quando si parla di queste associazioni animaliste che si interessano dei nostri animali è solo una questione di soldi. Per loro non sono animali, per loro sono soldi. Soldi che camminano”.
Neanche su questa affermazione possiamo dare alla signora circense tutti i torti. Come dicevo il settore “animalista” risulta essere gravemente contaminato e non si capisce bene chi vuole difendere gli animali e chi vuole fare soldi, ma questo non giustifica “fare soldi” proponendo spettacoli in cui inevitabilmente gli animali vengono maltrattati: per molti di loro il clima non è adatto e le temperature troppo basse non giovano sicuramente alla loro salute. Poi c'è il trasporto nei tir al buio ed in continuo movimento, anche questa condizione è motivo di stress. Il risultato finale è lo spettacolo con la preparazione (dietro le “quinte”) e l'esibizione sotto il “magico” tendone colorato con luci fastidiose e musica assordante. Tutto ciò è soltanto la parte meno traumatica per gli animali. E' stato ampiamente documentato che l'addomesticamento, l'ammaestramento ed il continuo “allenamento” sono ottenuti con metodi coercitivi come bastonate, frustate, privazione di cibo ed isolamento fino a quando gli animali non capiscono chi è il più forte ed eseguono quanto loro viene imposto. Il tutto per proporre un FANTASTICO SPETTACOLO per un elegante pubblico tanto stupido quanto insensibile.
Il povero Wewer è morto e le tigri continueranno la loro incerta e misera vita da burattini viventi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Una tigre nel suo ambiente naturale (foto presa dalla “rete”)

 
 
 
 
 
 
 
 
Una tigre in un circo (foto presa dalla “rete”)



Sabato 13 Luglio,2019 Ore: 07:01
 
 
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