- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (357) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Il valore del giornalismo. Mario Rostagno, un uomo, una storia, un giornalista rivoluzionario ucciso in Sicilia sulle strade della legalità.,Di Franca Sinagra Brisca

Il valore del giornalismo. Mario Rostagno, un uomo, una storia, un giornalista rivoluzionario ucciso in Sicilia sulle strade della legalità.

Di Franca Sinagra Brisca

Nove i giornalisti uccisi dalla mafia dal 1960 al 1993 (sette in Sicilia) per aver svolto con correttezza il mandato sociale dell’informazione giornalistica, per non aver omertosamente girato lo sguardo, la penna e la camera altrove dall’illegalità palese: C. Cristina, G.Fava, M. Francese, M. De Mauro, P. Impastato, M. Rostagno, G. Spampinato, G. Siani, B. Alfano. I loro nomi a Palermo nel “Giardino della memoria” in Via Ciaculli, sito sequestrato alla mafia e gestito dall’Unione cronisti e dall’Associazione Magistrati.
Il 26 settembre 2018, dopo un trentennio in poca luce, una commemorazione di Mauro Rostagno è andata in scena al Teatro Biondo di Palermo con tutta l’ufficialità di rappresentanza dell’Odg, dal presidente nazionale dei giornalisti C. Verna alla presenza degli altri organismi di categoria.
Fulcro dell’omaggio a Rostagno, la messa in scena dell’opera “Mauro Rostagno, un uomo vestito di bianco”, elaborazione drammaturgica dei ragazzi del liceo “Galilei” di Palermo, a cura della regista Adriana Castellucci, in cui è Mauro, protagonista magistrale, a raccontare se stesso con i suoi ideali che abbracciano il ventennio ’68/’88, in un collage di discorsi unicamente suoi. E’ stato offerto uno spettacolo carico di messaggi vitali, di riferimenti sociali tanto equilibrati quanto forti, di umanità profonda, di recitazione coinvolgente, di soluzioni sceniche appropriate e brillanti. Il format della Castellucci è stato già accolto dagli studenti delle scuole di Trento (Rostagno era laureato in sociologia e docente incaricato all’Università di Palermo), di Torino (era di famiglia piemontese) e di Roma. La sala del Biondo era zeppa di studenti che hanno seguito nel massimo silenzio con cui gli spettatori accolgono una verità storica fino allora ignorata. L’attività pedagogica del Liceo palermitano, dirigente M.R. Rizzo, fonda la ricerca su personaggi di rilevante problematica legata al territorio, quali anche Maiorana e De Mauro, con evidente interesse ed esercizio alla lettura e alla scrittura di giornali.
Siamo in uno Stato dove è dovuto intervenire il Papa per dire che l’inchino dei santi alla casa del mafioso non s’ha da fare, in un Paese dove talvolta la mafia ha il volto dello Stato e lo Stato ha il volto del mafioso, come ha detto il sindaco Orlando lì presente (ricordando che manca, ed è atteso, il tipo del “pentito di Stato”). Contro la verità sull’assassinio Rostagno l’arma sociale del comportamento mafioso sono stati gli immancabili omissis e la diffamazione che espelle come stravaganti e poco affidabili gli scomodi onesti, cacciandoli “fuori dal sistema”, che è poi il sistema mafioso stesso. L’informazione sui delitti irrisolti è nel tracciato tenuto dal giornalista Salvo Palazzolo sul blog www.ipezzimancanti.it
Sono persone normalissime, e con un sicuro senso di giustizia, quei giornalisti che hanno scoperto un contesto illegale anormale e hanno agito di conseguenza, diventando a posteriori delegati eroici del rischio collettivo. C. Fava, figlio di Giuseppe e anch’egli drammaturgo sul tema, ha notato come lo spettacolo faccia entrare nella personalità di Rostagno, pioniere della diretta di cronaca giudiziaria, e lo eleva ad esempio di vita nella dignità di giornalista. La società insorge a difesa della propria informazione, quando un giornalista viene attaccato con tentativi di controllo, censure, o perfino minacciato?
La commemorazione di Mauro Rostagno, vittima di mafia senza giustizia il 26 settembre 1988, si conclude con l’affermazione che il giornalista non può scegliere se dire o non dire, ma racconta sempre, tanto più che i depistaggi sono già praticati ampiamente in quest’epoca di fake news. Si ribadisce inoltre l’appello ad aprire gli Archivi di Stato per recuperare le verità perdute e quelle ancora nascoste.



Domenica 02 Dicembre,2018 Ore: 12:32
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Editoriali

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info