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www.ildialogo.org Il Covid-19 e il dubbio,di Michele Zarrella *

Otto domande, otto risposte l’otto ogni mese
Il Covid-19 e il dubbio

Blocchiamo la trasmissione del virus. A vincere sarà la testa


di Michele Zarrella *

https://www.ildialogo.org/foto2/MicheleZarrella250.jpg   Tanti autori hanno parlato di epidemie da Boccaccio ad Alessandro Manzoni ad Albert Camus che nel suo capolavoro La peste dice: «Pestilenze e guerre colgono gli uomini sempre impreparati». Mi fa venire in mente qualcosa di questi ultimi mesi. E noi come stiamo reagendo?

Trovarsi di fronte a un virus sconosciuto e come trovarsi di fronte all’ignoto. È umano che l’uomo reagisca con paura, imprudenze, allarmismo, rassegnazione, solidarietà, impegno. Le crisi sono anche momenti di riflessione e di cambiamento, altrimenti sono occasioni mancate. Quando l’emergenza sarà passata dovremo avere la forza di riflettere e dovremo evitare di fare le cose che abbiamo sempre fatto: il cosiddetto “ritorno alla normalità” facendo finta di nulla. Non possiamo continuare a vivere così: l’epidemia ci dimostra che la nostra normalità non è affatto normale e che va cambiata. Però, come diceva Einstein «Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose». Quindi cambiare è possibile. Basterà non continuare a fare alcune stesse cose.

Le epidemie sono tra i più grandi assilli dell’umanità che scatenano paure ataviche. In questi casi cosa conta?

In casi come questi quello che conta di più è la conoscenza della storia di altre epidemie, la preparazione culturale, la ricerca di un vaccino e… un dubbio. In epoche passate si pensava che le catastrofi umane le mandava il Signore per punire l’umanità peccatrice o si cercava ad ogni costo di individuare un responsabile, fanaticamente identificato generalmente nello “straniero”: quello che viene da fuori, a cui addossare la colpa. Ma se di colpa si vuol cercare al fine di mettere rimedi e ridurre altre epidemie alle future generazioni, a me viene un dubbio.

Quale dubbio?

Che la colpa va cercata nei rapporti scriteriati dell’uomo con alcune specie di animali (pangolini nel caso del Covid-19) e, più in generale, in tante sue azioni che danneggiano l’equilibrio ultra-millenario della biosfera. Basta “leggere” la storia di altre epidemie quali Ebola, Sars, A/H1N1 ecc.

In che senso?

Il minimo comune denominatore di tutti questi virus è la trasmissione animale che quando interagiscono più o meno strettamente con la nostra specie fanno il salto di specie (spillover) e infettano anche noi. Ci possiamo porre il dubbio che il problema è aggravato o generato da diverse cause derivanti dalle azioni dell’uomo?

E quali potrebbero essere?

Soffermiamoci su alcune. Gli allevamenti intensivi nei quali c’è un contatto troppo stretto tra animali e uomo; il bracconaggio e la vendita di animali o di parti di essi senza alcuna regola sanitaria e ambientale; la deforestazione per monocolture e per allevamenti intensivi con diminuzione drastica, o sparizione, di tante specie che inducono il degrado della biodiversità e riduzione della fotosintesi (assorbimento di anidride carbonica e emissione di ossigeno) con conseguente aumento del riscaldamento globale; il degrado della qualità dell’aria in alcune zone del pianeta come la Pianura padana – per restare nell’ambito italiano.

Ce ne potrebbero essere altre?

Non trascurerei la riduzione dei bacini idrici: restando alla zona gialla del Covid-19, il bacino del Po e i bacini idrici del Nord Italia sono oggi allo stesso livello dell’estate, con conseguenze prevedibili – e non solo sull’agricoltura; la densità della popolazione che permette maggiore velocità di trasmissione ai virus; il riscaldamento globale con aumento di alcune specie dannose per l’uomo come, per esempio, le zanzare che trasmettono la malaria e che oggi possiamo trovare ad altitudini fino a 2000 metri, impensabili mezzo secolo fa. E badiamo bene: se il Covid-19, a ragione, fa paura, la crisi climatica in atto, indotta dal riscaldamento globale, dovrebbe farcene molta di più.

Se questi dubbi diventano certezze la soluzione alle epidemie, e poi alla crisi climatica sta nei nostri comportamenti?

Esatto. Siamo la causa ma anche la soluzione. E la soluzione non è certo quella di prendere i virus e inviarli sulla Luna nella Palude delle Epidemie, ma di cambiare stile di vita smettendo di pensare di poter sfruttare il nostro pianeta all’infinito, di essere ossessionati dal profitto, di allargare ancor più la forbice tra ricchi e poveri, di pensare che esistano dei confini sul pianeta. Il Covid-19 lo sta dimostrando che non esistono confini materiali, né religiosi, né culturali, né di colore della pelle; che non c'è differenza tra un ricco o un povero, un diseredato o un privilegiato, un oppresso o un oppressore. Vogliamo cogliere questa occasione per porci seriamente il dubbio che questo sistema economico e sociale non è compatibile con un pianeta limitato e che i nostri comportamenti ispirati a un modello di crescita infinita mettono a rischio perfino la nostra specie?

Un dubbio sacrosanto, ma intanto il Covid-19 si propaga sempre più e il panico aumenta. Come fermarlo?

Il virus fa quello che fanno tutti i virus: replicarsi. In fondo è quello che fanno tutte le specie viventi e quindi pure noi. Non dobbiamo aver paura dei virus – con loro, che sono i veri padroni della vita su questo pianeta, abbiamo sempre convissuto e dovremo continuare a farlo –, ma della negligenza e dell’ignoranza. Ignoranza che senza ragione e senza alcun beneficio non può controllare i virus e neanche le false notizie e spesso si ciba di ataviche superstizioni o è manovrata da interessi economici. Perfino in queste occasioni l’homo, autodefinitosi, sapiens sapiens pensa al profitto. Combattiamo l’ignoranza e l’ossessione all’accumulo della ricchezza con la conoscenza, la preparazione, la ricerca, poniamoci qualche dubbio e mettiamoci rimedio. E allora, evitiamo i luoghi affollati, gli abbracci e le strette di mano. In attesa che la ricerca ci dia un vaccino, ma anche dopo che lo avranno trovato, laviamoci spesso le mani (il Tg Leonardo di alcuni giorni fa ha consigliato ogni ora, ma sicuramente ogni volta prima di portare qualcosa in bocca, di toccare il naso o gli occhi) col sapone, accuratamente: dopo aver bagnato le mani insapobarle bene; chiudere l'acqua e strofinare prima i palmi, poi i dorsi, con le dita intrecciate che scivolano negli interstizi, poi i pollici inserendo il pollice destro nel pugno dell’altra mano e ruotando in senso orario e antiorario il palmo di una mano sul dorso dell’altra e viceversa pulendo così anche le pieghe delle nocche, con le unghie di una mano raschiamo nel palmo dell’altra; ogni azione ripetiamola per otto volte impiegando in tutto circa 30 secondi. Questo tempo è necessario affinchè le molecole del sapone possano saldarsi con le molecolece di "sporco" e portansele via con l'acqua quando riapriamo il rubinetto. Non facciamoci solo una sciacquata che serve a ben poco. L'acqua scivola sulle molecole di sporco e non riesce ad "agganciarle" e poi trascinare via. Dedichiamo queste decine di secondi alla nostra salute e quindi a noi stessi. Essendo un virus che attacca le vie respiratorie provocando difficoltà respiratorie, è il momento opportuno per smettere di fumare. Prepariamoci un disinfettante efficace in casa da portare con noi in viaggio. Come? Ecco la ricetta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per un litro di prodotto: prendete una caraffa igienicamente pulita e versate

833 ml di alcol etilico al 96% (pari a tutto il flacone da litro meno un bicchiere da cucina quasi pieno)
42 ml di acqua ossigenata al 3% (pari a tre cucchiai da cucina)

15 ml di glicerina (glicerolo) al 98% (pari a un cucchiaio da cucina)

110 ml di acqua distillata (se non ce l’avete si ottiene bollendola e facendola raffreddare). Non preoccupatevi di essere meticolosi nelle quantità: non state preparando il carburante per un missile che vi deve portare sulla Luna. Mescolate fino a quando la glicerina si è sciolta e poi versate in contenitori sterili.

Per tosse e starnuti copriamoci la bocca con un fazzoletto monouso da buttare nel secchio dopo averlo usato e se non facciamo in tempo a prendere il fazzoletto meglio coprire la bocca con il gomito che con le mani. Con questi piccoli e semplici accorgimenti il virus troverà in ciascuno di noi un blocco, uno STOP, alla sua trasmissione. Chi sente i sintomi: febbre, tosse, affaticamento nel respiro, dolori diffusi deve stare a casa e telefonare al proprio medico. Blocchiamo la trasmissione del virus. A vincere sarà la testa.

Gesualdo, 8 marzo 2020

*Ingegnere e astrofilo

Per contatti

zarmic@gmail.com

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