Editoriale
Anche le stelle si sono stufate di stare a guardare

di Giovanni Sarubbi

L'uscita dalla crisi? E' a destra, e che destra! I fatti che stanno accadendo in queste ultime settimane in Italia dicono con chiarezza che in Italia esistono alcune organizzazioni politiche, strettamente coordinate fra loro, al di la di ciò che appare, che hanno per scopo la presa del potere, sovvertendo l'ordine costituzionale, costi quel che costi. E queste organizzazioni politiche si chiamano Lega Nord, Forza Nuova, PDL e Terzo Polo mentre la sinistra, o ciò che ne resta, con rare eccezioni, sta sostanzialmente a guardare.

Al nord la Lega Nord, che per il suo razzismo e per le ripetute istigazioni a delinquere avrebbe dovuto essere sciolta da tempo, sembra essere diventato l'unico partito di opposizione a cui i mass-media dedicano ampio spazio, inventando fra l'altro il teatrino Bossi-Maroni sia per ridargli quella credibilità persa per i lunghi anni di malgoverno fatti insieme al PDL, all'UDC, all'ex AN ora FLI, sia per lanciare la candidatura di Maroni a prossimo presidente del consiglio.

Al Sud Forza Nuova, partito apertamente neonazista, che anch'esso avrebbe dovuto essere sciolto da tempo, è ora alla testa del movimento dei cosiddetti “forconi”, insieme, ma guarda un po'!, alla mafia. Senza dimenticare i cosiddetti gruppi neoborbonici che stanno tessendo la loro rete e che, quando se ne presenteranno le occasioni, usciranno allo scoperto. Un primo assaggio di che cosa sono e saranno capaci di vomitare e quali pulsioni sono pronti ad utilizzare, lo abbiamo avuto recentemente in occasione della morte di Giorgio Bocca contro cui hanno scatenato, su Internet, una canea indegna spacciata per difesa della napoletanità.

La destra eversiva, in questi decenni di berlusconismo di cui è infettata la politica nel nostro paese, a destra come a “sinistra”, è stata a dir poco sottovalutata quando non apertamente sostenuta. Questi signori fanno addirittura i loro giochi di guerra del tutto indisturbati, con tanto di divise militari e armi “giocattolo” perfette, coperti da associazioni la cui esistenza avrebbe dovuto far rizzare i capelli in testa a tutti i responsabili della sicurezza del nostro paese e ai partiti antifascisti. Ed invece ora li troviamo alla testa di un movimento di massa che sta bloccando l'intera Sicilia, con i soliti armamentari della destra, i Tir (vi ricordate Allende?), i tassisti, i padroncini e quant'altro, a strumentalizzare e dirigere una lotta che nasce dalle contraddizioni acutissime prodotte dal sistema di sfruttamento del sistema capitalistico di cui proprio la destra eversiva è espressione.

E' una storia non nuova, che il nostro paese ha già conosciuto ai tempi del primo fascismo negli anni '20 del secolo scorso quando, dopo la prima guerra mondiale, dalle contraddizioni sociali e dalla miseria generata dal capitalismo imperialistico, si uscì con il fascismo, che impose la sua dittatura, i suoi lutti, le sue guerre, la sua “cultura” devastante per vent'anni, uccidendo, torturando, mandando al confine tutti gli oppositori di un regime corrotto e legato saldamente alla borghesia capitalistica italiana. E molti di quei nomi li ritroviamo ancora oggi.

Anche oggi si ripetono storie già viste. La crisi economica la stanno pagando i ceti deboli, gli operai, gli impiegati, i pensionati, i piccoli artigiani, i giovani che non hanno più un futuro. Ciononostante il presidente Monti ed il suo governo godono di una fiducia popolare che non si registra solo nei sondaggi ma anche nel sostanziale immobilismo dei ceti deboli che finora non hanno dato vita a nessuna iniziativa di massa seria ed incisiva. E laddove questa iniziativa di massa c'è, come in Sicilia, ci sono li pronti e organizzati le forze della reazione più nera a prenderne la testa. E' facile prevedere che sia lo sciopero dei tassisti di questi giorni sia gli altri che si preannunciano, sia ciò che sta succedendo in Sicilia, serviranno alla fine a rafforzare il consenso di questo governo che, in quanto a propaganda, cioè chiacchiere convincenti, e capacità di direzione politica, non è da meno di quello precedente con in più la nomea di essere composto da persone presentabili rispetto al circo di nani e ballerine che lo ha preceduto.

Paradossalmente i massimi responsabili della situazione politica-economica nella quale ci troviamo sono diventati gli unici oppositori a cui i mass media danno spazio e quelli in grado di condizionare la politica nazionale. Quelli che sono politici professionali vengono presentati come campioni dell'anti-politica.

Su queste colonne prima della nascita del governo Monti avevamo espresso tutta la nostra contrarietà alla scelta che il PD e l'IDV stavano per compiere. Siamo stati facili profeti e sinceramente ci dispiace di non essere stati smentiti dai fatti. Del resto, dopo la stroncatura del “movimento degli indignati” ad opera del “blocco nero” neonazista il 15 ottobre del 2011, ben poco di buono si preannunciava all'orizzonte.

Chi sta dirigendo politicamente tutta la baracca della politica nazionale sta dimostrando di avere sia le idee chiare su cosa fare, sia l'organizzazione capillare sul territorio nazionale in grado di assumere il ruolo di direzione dei movimenti di massa che inevitabilmente scaturiscono dall'esplodere delle contraddizioni della politica capitalistica, per affrontare la quale c'è bisogno di una organizzazione capillare sul territorio con idee precise e contenuti politici credibili e che parlino alla coscienza delle masse diseredate. Purtroppo la sinistra ha una credibilità molto bassa per l'effetto congiunto del revisionismo spinto oltre ogni qualsiasi logica degli attuali dirigenti del PD da un lato e del deleterio narcisimo individualista del bertinottismo, che ha devastato ciò che è nato dalla morte dell'ex PCI dall'altro. La destra eversiva ha così buon gioco, cavalcando l'antipolitica, ampiamente diffusa da tutti i mass-media e che ora con i “forconi” al sud e la “Lega Nord” al nord ha anche un centro di direzione politica accreditata come credibile e, soprattutto, molto visibile.

Che fine ha fatto la vittoria ai referendum del 2011, a cominciare da quello sull'acqua pubblica? Che fine ha fatto la vittoria alle elezioni comunali di molte importanti città al nord come al Sud, a Milano come a Napoli o Cagliari? Sia sui referendum sia sulle amministrazioni comunali registriamo attacchi virulenti e concentrici da parte del governo Monti e della destra eversiva che sa ben mascherare le sue posizioni. Questi attacchi sono favoriti dal sostanziale appoggio da parte del PD nel quale, a livello nazionale, impera l'ala più propensa all'accordo con il Terzo Polo, cioè con parte della destra compreso anche pezzi del PDL, sia dalla incapacità politica dell'IDV e di SEL che non riescono a svincolarsi da una logica sostanzialmente subalterna al gruppo dirigente del PD, e questo non fa altro che generare sfiducia e rifiuto della politica che oramai, nella coscienza generale del paese, è diventata sinonimo di malaffare. E – chiedo scusa ai nostri quattro lettori se lo ripeto - quando ciò succede, quando cioè la politica diventa inquinata zozza lurida e miserabile, ad essere messa in discussione è la sopravvivenza stessa di una intera collettività nazionale, perché la Politica (questa volta con la P maiuscola) è il bene comune più prezioso di una società, quello che ci consente di vivere insieme, di stabilire rapporti sociali duraturi, di amministrare la vita sociale su principi di giustizia, impedendo che singole persone o gruppi sociali possano prendere il sopravvento su tutta la società nel suo insieme piegandola ai propri voleri.

C'è bisogno allora di un salto di qualità. Chi dorme si svegli perché anche le stelle si sono stufate di stare a guardare.  

Giovanni Sarubbi



Domenica 22 Gennaio,2012 Ore: 09:52