Editoriale
Battere la destra fascista che vorrebbe riportare indietro l’orologio della storia
di Giovanni Sarubbi
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er chi votare il prossimo 26 maggio? È la domanda che mi è stata rivolta in questi giorni da più persone, amici, parenti, lettori del nostro giornale. È la domanda che si stanno ponendo milioni di italiani. E abbiamo una sola settimana per decidere.Noi, come facciamo oramai da quasi 20 anni, non daremo indicazioni di voto per questo o quel partito perché siamo autonomi da qualsiasi partito. E anche quando qualcuno della redazione ha assunto qualche impegno politico diretto non abbiamo mai usato il giornale per fare propaganda elettorale. Ma noi riflettiamo tutti i giorni di politica, quella con la “P” maiuscola, quella che riguarda il bene comune, la nostra umanità i cui destini sono a rischio. Per le cose che tutti i giorni scriviamo nessuno dei nostri lettori credo si stupirà se dichiariamo la nostra più assoluta lontananza e riprovazione per i partiti della destra, per i cosiddetti sovranisti nelle loro diverse varianti[1]. Sono il peggio del peggio, sono quelli che stanno facendo rivivere al nostro paese la stagione politica della prima metà del secolo scorso, quella caratterizzata da ben due guerre mondiali e dall’insorgere di ben due movimenti politici, fascismo e nazismo, che si sono distinti per la loro ferocia, per la loro disumanità, per il loro razzismo e per le loro guerre, provocando oltre cento milioni di morti e immani distruzioni. I nipotini di quei partiti oggi scimmiottano il linguaggio di quegli anni, fanno, come allora, azioni legali e illegali e mirano alla presa del potere. Assistiamo ad esplosioni di razzismo e a veri e propri pogrom[2] contro i rom o i musulmani, in particolare a Roma. E c’è chi li protegge a livello governativo impedendo, per esempio, che si sgoberi il palazzo abusivamente occupato a Roma da una di queste organizzazioni fasciste. Nell’ultima settimana ho avuto tra le mani due libri sui paralleli che esistono fra la situazione attuale e quella degli anni fra la prima e la seconda guerra mondiale del secolo scorso. Uno è “Sindrome 1933” di Siegmund Ginzber, edizioni Feltrinelli, e l’altro è “Me ne frego” curato da David Bidussa. Il primo ripercorre la storia della Germania nazista. Il secondo riproduce alcuni articoli di Benito Mussolini. Riporto il sommario del libro di Ginzberg che sintetizza con estrema precisione i paralleli tra i due periodi storici: «La campagna elettorale permanente, un partito che non è di destra né di sinistra ma “del popolo”, un improbabile contratto di governo, la voce grossa che mette a tacere i giornali, l’odio che penetra nel discorso pubblico, le accuse ai tecnici infidi, il debito, la gestione demagogica e irresponsabile delle finanze. Sono le analogie che minacciano il presente e rischiano di farlo somigliare pericolosamente a un passato che credevamo di esserci lasciati alle spalle. Quando Hitler nel 1933 divenne cancelliere del Reich, i cittadini tedeschi cominciarono a seguire incantati il pifferaio che li portava nel burrone. La cosa più strana, ma niente affatto inspiegabile, è che avrebbero continuato a credere religiosamente in lui anche dopo che erano già precipitati. “I nazisti,” scrive Ginzberg, “non erano bravi solo in fatto di propaganda. Toccavano tasti cui la gente era sensibile, blandivano interessi reali e diffusi (non solo gli interessi del grande capitale, come voleva la vulgata). A elargizioni concrete corrispondeva un consenso reale, crescente e formidabile. La cosa che più impressiona è come siano riusciti a trovare consenso anche sui comportamenti più atroci e disumani del regime.” Le analogie superficiali possono portare fuori strada. Eppure non possiamo farne a meno. La mente umana funziona per analogie. Le analogie si sono sempre rivelate uno strumento potentissimo per capire e distinguere, cioè l’esatto contrario del fare di ogni erba un fascio». Un libro sicuramente da leggere. I temi sollevati da Ginzber per noi non sono nuovi. Ho cominciato a fare questi paralleli in un mio editoriale su queste colonne del 26/10/2001[3], ben 18 anni fa, subito dopo gi attentati dell’11 settembre 2001. Il 19 Marzo,2017 ho pubblicato un articolo dal titolo: “Il Reichstag brucia ancora” [vedi link]. Lo riscriverei pari pari ancora oggi. In due anni la situazione ha continuato a marciare lungo la linea che indicavo in quell’articolo. Dunque bisogna impegnarsi attivamente contro la destra, sia quella cosiddetta sovranista, sia quella cosiddetta moderata. Dalla destra, quella che rappresenta gli interessi della classe dei ricchi e gaudenti e degli evasori fiscali, nulla di buono è mai venuto per chi lavora o per chi è pensionato. L’attuale governo, che ha fra i suoi ministri quello che si definisce il “campione dei sovranisti”, si appresta ad approvare la cosiddetta Flat Tax, che è un regalo ai soliti padroni e ai soliti evasori fiscali, che scaricherà ancora più tasse e sacrifici sempre e solo sui ceti poveri. Allora il campo della scelta elettorale si racchiude nei pochi partiti che si oppongono alla destra, anche se alcuni di essi hanno pesanti responsabilità nella loro avanzata e nella loro presa del potere e mi riferisco ovviamente al PD, e anche qui i paralleli storici con la Germania nazista sono impressionanti. Al governo c’è la peggiore destra che si sia mai vista nella storia della nostra repubblica. Una destra a cui è stato consentito di promulgare due leggi mostruose quali il cosiddetto “decreto sicurezza” e la legge sulla cosiddetta “legittima difesa”, che mai il capo dello stato avrebbe dovuto promulgare. Leggi che l’ONU ha messo sotto accusa, il decreto sicurezza, perché vengono violati fondamentali diritti umani e convenzioni ONU che l’Italia ha ratificato. E che siamo in aperto fascismo lo dicono gli striscioni di protesta dei cittadini contro il ministro “sovranista” che vengono tolti dalle forze dell’ordine e i cui autori vengono denunciati o arrestati. Lo dice la vicenda della prof. Dell’Aria di Palermo sospesa perchè rea di aver consentito ai suoi alunni di usare la propria testa nel fare paragoni tra le leggi razziali fasciste del 1938 e la situazione attuale del decreto sicurezza. Lo dicono le aggressioni ai rom e ai musulmani, o l’opposizione alla costruzione dei luoghi di culto musulmani, o l’ostentazione di simboli religiosi da parte del solito ministro “sovranista”. Se lui è cattolico allora io sono il re della Persia. Il priore di Bose, Enzo Bianchi, ha scritto proprio stamattina in un suo twitt: «Buona domenica. Sono profondamente turbato: come è possibile che un politico oggi,in un comizio elettorale, baci il rosario, invochi i santi patroni d’Europa e affidi l’Italia al Cuore immacolato di Maria per la vittoria del suo partito? Cattolici, se amate il cristianesimo non tacete, protestate! (Enzo Bianchi su Twitter). Protestate, rifiutate un cattolicesimo da operetta, un cattolicesimo che non esito a definire fascista. E non è nuova la questione dell’uso della religione e del tentativo di stravolgere i valori fondamentali del cristianesimo che risale proprio al fascismo e al nazismo. Anche il nazismo inventò una propria corrente religiosa che divenne maggioranza fra cattolici e protestanti. E ci fu una aspra battaglia teologica contro il “cristianesimo nazista” e il cui esito fu allora drammatico per chi la condusse perché vinsero i nazisti nelle chiese cristiane tedesche. Oggi la differenza con gli anni del nazismo è l’opposizione che Papa Francesco sta decisamente portando avanti a quella che è una vera e propria armata brancaleone di guerrafondai, che fanno i sovranisti ma poi prendono i soldi da paesi esteri (come in Austria) o che applaudono a Trump che dice “america first”. Fanno i “sovranisti” per conto di Trump, e anche questa non è una cosa nuova e ha un parallelo con quanto fecero i fascisti italiani con i nazisti durante la repubblichetta di Salò. Dunque come e chi scegliere? Ovviamente noi, come dicevamo all’inizio, non indicheremo alcun candidato ne alcun partito. Spetta ad ognuno cercare di capire a chi dare il proprio voto scegliendo tra uno dei 5 partiti che si oppongono a questo governo, magari turandosi il naso. C’è però una difficoltà su cui occorre riflettere. Leggendo le liste dei candidati ci si rende conto che, a parte qualche nome di qualche leader nazionale o di qualche ex sindaco, spesso si tratta di perfetti sconosciuti. Questa difficoltà è direttamente legata al sistema elettorale maggioritario, introdotto nel nostro paese agli inizi degli anni ‘90 del secolo scorso, che ha stravolto il rapporto fra politica e cittadini perché ha inserito nella vita sociale il concetto dell’uomo solo al comando. Da quegli anni hanno preso piede i cosiddetti partiti personali o che appartengono a qualcuno, privatizzando la politica. Questo fatto ha infettato anche la stessa sinistra, anche quell’area che si ricollega direttamente all’ex PCI sciolto nel 1991. Anche li sono sorti tanti partiti personali che così si sono condannati alla marginalità. Eppure noi stiamo vivendo la profezia che Marx ed Engels hanno scritto nel 1848 nel Manifesto del Partito Comunista. «La borghesia – scrivono Marx ed Engels – non può esistere senza rivoluzionare di continuo gli strumenti di produzione, quindi i rapporti di produzione, quindi tutto l'insieme dei rapporti sociali. Prima condizione di esistenza di tutte le classi industriali precedenti era invece l'immutata conservazione dell'antico modo di produzione. Il continuo rivoluzionamento della produzione, l'incessante scuotimento di tutte le condizioni sociali, l'incertezza e il movimento eterni contraddistinguono l'epoca borghese da tutte le precedenti. Tutte le stabili e arrugginite condizioni di vita, con il loro seguito di opinioni e credenze rese venerabili dall'età, si dissolvono, e le nuove invecchiano prima ancora di aver potuto fare le ossa. Tutto ciò che vi era di stabilito e di rispondente ai vari ordini sociali si svapora, ogni cosa sacra viene sconsacrata e gli uomini sono finalmente costretti a considerare con occhi liberi da ogni illusione la loro posizione nella vita, i loro rapporti reciproci». È quello che si sta realizzando ancora oggi sotto i nostri occhi. Negli ultimi 50 anni lo sviluppo delle forze produttive e arrivato a livelli inimmaginabili, ma i rapporti di produzione sono ancora fermi a quelli del 1800. La ricchezza prodotta dai grandi conglomerati industriali è una ricchezza evidentemente sociale, dovrebbe essere gestita a livello sociale, per il benessere della società nel suo complesso. E invece tutta la ricchezza viene accaparrata nelle mani di pochissime persone a livello mondiale. Sulla società vengono scaricate tutto ciò che di negativo è connesso alla produzione di beni e serivi, a partire dall’inquinamento ambientale che ha oramai raggiunto livelli impressionanti. È questa la contraddizione che va risolta e che nessuno dei partiti che si presentano alle prossime elezioni europee pone al centro della sua riflessione. Aziende che fatturano 1000 miliardi di dollari (come ad esempio la Microsoft) sono aziende che hanno un impatto sociale rilevantissimo, non possono essere gestite da un uomo solo al comando. E così le multinazionali delle materie prime o dell’energia. C’è un bisogno oggettivo di socializzazione della ricchezza e ci troviamo invece a privatizzare persino i beni essenziali per la vita quale l’acqua. Senza "togliere ai ricchi per dare ai poveri",per dirla con uno slogan facile da capire, nulla potrà risolversi a livello di singoli stati e di tutta l'umanità. Dunque, per concludere, in queste elezioni come in tutte le altre bisogna riflettere sui contenuti dei programmi dei vari partiti che vanno analizzati dal punto degli interessi delle varie classi sociali esistenti nella società e che i vari partiti rappresentano. Non esistono partiti al di sopra degli interessi delle classi sociali, e se qualcuno dice di essere interclassista o che le classi non esistono vi sta prendendo in giro. E il ritorno a galla dei partiti simil fascisti, con la stessa cultura, lo stesso linguaggio, la stessa violenza e lo stesso nichilismo di un secolo fa si spiega perché, come diceva Bertold Brect, il “ventre che lo ha generato è ancora fecondo”, e questo ventre è lo stesso capitalismo imperialistico che ha prodotto la prima e la seconda guerra mondiale, e poi la guerra fredda e le varie guerre coloniali che hanno insanguinato mezzo mondo, e poi le dittature sanguinarie fino alla “terza guerra mondiale a pezzi” che stiamo vivendo. Non ho ovviamente risposto indicando un partito da votare. Sarei contento se queste mie riflessioni potessero servire a qualcuno per capire come orientarsi e alla fine prendere poi una decisione magari insieme ad altri, in modo da poter costruire un fronte fatto di persone, di associazioni, di partiti, di comunità religiose, che insieme si pongano l’obiettivo di battere la destra fascista che vorrebbe riportare indietro l’orologio della storia. Questo è il compito che abbiamo oggi di fronte. Buon voto. Giovanni Sarubbi 1Vedi articolo “Una parola chiara sul “sovranismo”,di Giovanni Sarubbi 2Per il significato della parola pogrom vedi treccani.it 3 Vedi articolo dal titolo «Sapremo mai la verità sui fatti dell'11 settembre?» del 26/10/2001 Lunedì 20 Maggio,2019 Ore: 00:18 |