Il dialogo, una benedizione

Iddio lo protegga dai vaticanisti


di Hamza Roberto Piccardo

Una riflessione sulla intervista al cardinale Scola


Riprendiamo dal sito www.islam-online.it questo articolo di Hamza Robeto Piccardo, che del sito è direttore, in risposta alla intervista rilasciata dal cardinale Scola al vaticanista di Repubblica il 30 luglio. (Clicca qui per leggere il testo dell’intervista di Scola).


Belle e intelligenti cose ha detto il cardinale patriarca di Venezia nell’intervista concessa a Politi di Repubblica e pubblicata oggi sul secondo quotidiano italiano.

Peccato che, come al solito, si tenda a dare rilievo ad un aspetto polemico, che peraltro polemico non è ma esprime una considerazione e non una precondizione al dialogo islamo-cristiano.

Il religioso non dice affatto, come farebbe intendere il titolo, che la rinuncia alla poligamia sia indispensabile per il dialogo ... per proseguirlo comunque, perchè ormai è una realtà assolutamente consolidata anche in questi anni bui in cui si vorrebbe a tutti i costi il "clash of civilizations".

Parla invece il presule dei danni che la "...pretesa della tecno-scienza occidentale, che noi esportiamo, di costruire la felicità e di essere padrona del futuro saltando la dimensione spirituale dell’uomo", che "bisogna superare il concetto ambiguo di islam moderato e che con realismo si deve dialogare con tutti", e che questa moderazione è spesso identificata "con certe figure di intellettuali che magari hanno passato moltissimo tempo in Occidente e che molte volte, dagli stessi musulmani non sono più sentiti come appartenenti al loro mondo, con il rischio che rappresentino solo se stessi" e a Magdi Allam devono essere fischiate una volta di più le orecchie perchè è ormai lo stereotipo di questo genere di personaggi.

Insiste Politi, padre Bossi, la moschea di Ponte Felcino, la persecuzione contro i cristiani che sarebbe in atto in certe regioni. Risponde sempre con serenità e alta coscienza del suo ruolo pastorale il Patriarca di Venezia citando perfino il Prefazio dei Martiri: "il martirio è donato agli inermi e ai deboli è data la forza del martirio, senza cercarlo evidentemente e chiedendo agli Stati la protezione di tutti i cittadini, ma comprendere che esso può essere domandato e diventare seme...", ah quanta verità in queste parole!

"Non si può subordinare il dialogo alla reciprocità nella libertà religiosa" dice il cardinale rispondendo alla vieta provocazione del giornalista che riprone la questione della costruzione delle moschee in Italia (ma con quanta fatica e con quale lentezza) e infine accenna alla questione della poligamia argomentando che lo Stato "può e deve domandare questo sacrificio a chi desidera stare qui".

Importante quindi che si parli di sacrificio e di rinuncia e che quindi se ne ammetta la liceità almeno in termini teorici interni alla dottrina e alla giurisprudenza islamica, quando altre fonti meno informate e rispettose pontificano in tutt’altri termini.

L’intervista si conclude con una considerazione spiacevole relativamente ai luoghi di culto, quando alla domanda di Politi sull’insegnamento del Corano nelle scuole (sarebbe meglio parlare di insegnamento della religione e tradizione islamica, ma si sa il Corano nelle scuole evoca madrase afghane con tutto il corollario di minaccia e oscurantismo che vi è stato costruito), il cardinale glissa e insiste sui luoghi di culto affermando che: "...c’è un’istanza di principio giusta. Però voglio vederere dove sia la comunità reale che lo chiede. Non basta che l’Arabia Saudita chieda di costruire moschee dappertutto". In effetti l’unica moschea che l’Arabia Saudita abbia chiesto, abbia costruito in Italia, è quella di Roma mentre tutte le altre, senza eccezione alcuna, nascono dalle comunità di base che hanno fatto e continuano a fare enormi sacrifici per aprirle, gestirle e migliorarle, per cui volendo parlare di questa realtà effettiva sarebbe bene che il cardinale s’informasse un pò meglio sulla condizione dei luoghi del culto musulmano in Italia.

 E infine un’ultima considerazione amara, nessun accenno a noi musulmani italiani, quasi l’islam in Italia fosse solo una questione d’immigrazione, pazienza, sarà per un’altra volta, chè certamente ci saranno molte altre altre volte in cui discuteremo con i nostri fratelli e sorelle cristiani/e.

In particolare il 5 ottobre, sesta giornata del dialogo islamo-cristiano/cristiano-islamico a quale invitiamo il cardinale, nella speranza che un incontro più ravvicinato e senza la mediazione scandalistica della stampa possa far piazza pulita di molte incomprensioni e inizi a chiarirne altre più profonde e radicate.



Marted́, 31 luglio 2007