Der Tagesspiegel online – 15 maggio 2010
Spagna

Vittoria differita per Francisco Franco

(traduzione dal tedesco di José F. Padova)

Le dittature lasciano il segno, negli animi sopra, nelle fosse comuni sotto la terra. Dopo la loro fine i conti restano in sospeso per anni e anni, o non si chiudono mai. In Spagna alla terribile Guerra civile 1936-39 ha fatto seguito la repressione, più crudele perché fatta a freddo, di “quelli della sinistra”, durata fino alla morte del despota nel 1974. I calcoli delle vittime, per forza imprecisi, superano le 100.000. Zapatero ha fatto un primo tentativo di revisione, compresa la riesumazione dei resti mortali (di moltissime fosse comuni si è perduta l’ubicazione!). Un colpo molto forte contro i simpatizzanti fascisti lo ha dato Balthazar Garzón, giudice istruttore noto per aver incriminato Pinochet e la Giunta argentina per crimini contro l’umanità. La reazione non si è fatta attendere: la Corte Suprema spagnola ha sospeso, per ora, il giudice perché avrebbe travalicato le sue competenze. La notizia in Italia non ha avuto il rilievo che merita e il perché lo possiamo ben capire. Fra i molti apparsi all’estero accludo un articolo del Tagesspiegel e un link a un altro scritto di Die Zeit del marzo 2009.(José F. Padov)
Il giudice-star spagnolo Garzón è sospeso – perché ha indagato su delitti commessi in violazione dei diritti umani. Con le sue indagini contro dittatori in tutto il mondo e anche contro l’ex despota spagnolo di destra Francisco Franco, Garzón era diventato la coscienza, proiettata sul mondo, della nazione.
http://www.tagesspiegel.de/politik/spaeter-sieg-fuer-franco/1838714.html
Il giudice delle indagini più efficiente del Paese, che ha fatto tremare terroristi, boss della mafia e criminali di stato, deve lasciare il suo posto. Così ha deciso il Consiglio Superiore della Magistratura spagnolo, che ha sospeso Garzón, 54 anni, il quale lavora da 22 anni al Tribunale Nazionale come giudice delle indagini.

Le proteste dei parenti di vittime della dittatura franchista hanno potuto fare poco e altrettanto le manifestazioni di solidarietà dei gruppi per i diritti delle persone, dei Premi Nobel e degli studiosi di diritto internazionale di molti Paesi. Nella capitale Madrid vanno sulle barricate contro il divieto, per il più famoso cacciatore di criminali di Spagna, di esercitare la sua professione: “Indagare sui delitti della dittatura di Franco non è un delitto!”, gridano. Con le sue indagini contro i dittatori in tutto il mondo e anche contro l’ex despota spagnolo Francisco Franco, Garzón era diventato la coscienza, proiettata sul mondo, della nazione.

La sua temporanea destituzione costituisce per il giurista la più grande sconfitta della sua carriera. E questo è soltanto il primo colpo contro lo scomodo giudice delle indagini, che con la sua azione imperterrita contro politici corrotti di tutti i partiti in Spagna si è fatto molti influenti nemici. Il secondo attacco è già avviato e consiste in un processo, che presto avrà inizio, per “usurpazione di funzioni pubbliche” – un procedimento giudiziario che è stato provocato da una denuncia da parte di gruppi dell’ultradestra, presenti nella sfera d’influenza dei simpatizzanti di Franco, ancora sempre numerosi.

Garzón avrebbe commesso la sua “usurpazione di funzioni pubbliche”, essi sostengono, perché avrebbe  osato investigare – del resto unico giudice in tutta la Spagna –sui gravi crimini contro i diritti dell’umanità commessi dalla dittatura di Franco. Di questi crimini contro il diritto internazionale delle genti, finora inespiati, fa parte l’assassinio sistematico di più di 100.000 oppositori di sinistra durante i primi anni del regime franchista. Le loro spoglie mortali furono sotterrate in fosse comuni e fino ad oggi non sono ancora riemerse. Sorprendentemente la denuncia dei seguaci di Franco contro l’indagatore antifranchista, che all’inizio pareva assurda, ha trovato sostenitori molto influenti: nella Corte Suprema, che adesso mette Garzón sul banco degli imputati; nel maggior partito conservatore d’opposizione di Spagna, che ospita molti veterani di Franco e che ha ancora conti aperti con Garzón a causa di accuse di corruzione contro pezzi grossi del partito. E infine anche nel governo socialista – al quale non è piaciuto che Garzón abbia scosso il tabù sociale e voglia tirar fuori la salma di Franco da sotto il tappeto della storia. Una discutibile legge di amnistia del 1977 ha garantito l’impunità agli sgherri di Franco – nonostante questo contraddica il diritto internazionale, come nel frattempo ha stabilito il Tribunale europeo per i diritti dell’uomo.

Con la sua sospensione dovrebbe incontrare difficoltà anche il piano di Garzón di trasferirsi al Tribunale Penale Internazionale dell’Aja e proseguire così ancor più degnamente la sua carriera di pubblico accusatore. Il capo della Procura del Tribunale, Luis Moreno Ocampo, aveva offerto a Garzón, esperto in diritti dell’uomo, di lavorare per lui come consulente. Il Tribunale penale, di recente costituzione, ha il compito di indagare sui crimini contro i diritti dell’uomo commessi in tutto il mondo.

Garzón, che già negli anni ’90 aveva svolto indagini sull’ex dittatore cileno Augusto Pinochet e la precedente giunta militare argentina e che così divenne noto come il “cacciatore dei tiranni”, ha fama mondiale come promotore della “giustizia universale”, ovvero della punizione su scala mondiale dei crimini contro l’umanità. Nel caso dovesse essere effettivamente condannato dalla Corte Suprema della sua patria, la sua carriera come giurista potrebbe avere fine – e questo significherebbe una tardiva vittoria di Franco, i cui eredi con la liquidazione di Garzón si sbarazzerebbero del loro più pericoloso nemico in tempo di democrazia.

Ndt.: vedi anche
Un testo storico fondamentale è: Hugh Thomas, Storia della guerra civile spagnola, Einaudi, 1963.
 


Giovedì 27 Maggio,2010 Ore: 14:19