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www.ildialogo.org DAVVERO LA RELIGIONE HA UCCISO CRISTO?,di Masoli Franco

Lettera
DAVVERO LA RELIGIONE HA UCCISO CRISTO?

di Masoli Franco

Nel mio ultimo articolo: “La religione è un bene o un male?”(vedi link) asserisco che Cristo è stato ucciso dalla religione e credo d’aver detto qualcosa di vero, ma ripensandoci c’è altro in questo delitto. Erode può essere un idolatra, ma non un religioso. È un uomo senza scrupoli, fino ad uccidere il fratello; un assassino, in parole povere. Pilato poteva credere nei suoi numerosi ‘dei’ mitologici, tra i quali gli imperatori di Roma che si sono autoproclamati persone divine.
A loro la religione non interessa: o sì?
Credo di sì, quando questa mette in dubbio la loro tirannia, il loro culto della autorità, le loro ricchezze accumulate schiacciando il popolo.
Erode, Pilato, l’imperatore di Roma non lo possono permettere.
Qui si inserisce la vicenda di Cristo.
Sulle rive del Giordano, Giovanni il battezzatore, lo fa conoscere alle folle e lo indica come il possibile Messia, colui che deve salvare il popolo dalla schiavitù. Alcuni lo seguono ed altri arriveranno. I pescatori scelti possono essere persone benestanti, con il cibo assicurato e una possibilità di commercio. Non certo ricchi proprietari, né persone con una minima importanza politica.
Gesù il predicatore, gira di villaggio in villaggio e dimostra in tutti i modi la sua scelta totale e definitiva: i poveri, gli oppressi. È sotto lo sguardo di tutti il bene che sparge per le vie, gli ammalati che cura, le sue semplici parole d’amore e di pace che scuotono le coscienze.
Le persone capiscono che c’è qualcosa di nuovo nella sua vita, nelle sue parole. Arriva un Dio umanizzato, semplice, ma duro con gli oppressori di stampo religioso e politico. Non promette semplicemente una vita futura ed eterna. Lui cura gli ammalati, le coscienze e scaccia i ladroni.
La gente lo segue e capisce che ci può essere una vita diversa e migliore adesso e non semplicemente domani o dopo.
In cima ad un monte proclama le Beatitudini che sconvolgono ogni modo di pensare di quel tempo. Le persone capiscono la grandezza della propria umanità e capiscono di essere schiavi di un potere politico che carpisce la loro dignità.
Probabilmente scoprono che i legulei di stirpe farisaica, li indottrinano con articoli, commi e commi infiniti che li schiavizzano.
Capiscono certamente, come Barabba, che sono schiavi del potere romano, troppo forte per lottarci contro.
Cristo risveglia le coscienze. La gente capisce che la famosa ‘pax romana’ è il frutto del potere militare.
La personalità accattivante dell’uomo libero che si chiama Gesù, detto il Cristo, e la sua vita morale, sono un pericolo per il potere dittatoriale romano.
I religiosi israeliti hanno paura di quest’uomo, che chiamano il bestemmiatore.
Più paura ancora ha il potere civile e militare dei romani: un proclamatore della libertà e della gioia nel possedere una dignità umana non deve vivere. Erode non ha problemi ad uccidere, l’ha già fatto e tutti lo sanno. Pilato può essere un vigliacco, ma certamente rappresenta il potere costituito, anche se con lance e frecce. Questi due e i loro seguaci devono far tacere quella voce della libertà, del perdono e dell’amore.
Il Sinedrio non può condannare a morte Gesù, non ne ha il potere.
Forse c’è stato un connubio con l’autorità civile e militare , ma la decisione vera e propria è del potere, è della legge romana che vuole morto un uomo che ha dedicato la sua vita per il bene delle persone, donne e uomini.



Mercoledì 10 Gennaio,2018 Ore: 17:09
 
 
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