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www.ildialogo.org Dai loro frutti li riconoscerete (Mt 7,16): Lutero,di Giovanni Sarubbi

Dai loro frutti li riconoscerete (Mt 7,16): Lutero

di Giovanni Sarubbi

Premessa
Comincio oggi, 31 ottobre 2017, una serie di riflessioni su personaggi famosi del mondo cristiano, con l’intenzione di proporre piste di analisi che ci aiutino tutti a superare i miti, che spesso circondano tali persone, e tentare di capire cosa della loro esperienza sia rimasta ancora ai nostri giorni. Saranno poco più che stimoli personali, senza alcuna pretesa, senza, soprattutto, velleità di emettere giudizi o condanne. Il mio sarà un tentativo di stimolare le persone a studiare la storia del cristianesimo attraverso l’azione che questi personaggi hanno avuto nella vita delle chiese cristiane. Cosa è rimasto di Lutero, Calvino, Wesley, dei puritani inglesi, per rimanere al protestantesimo, o cosa è rimasto di Francesco di Assisi, di Agostino di Ippona, per il cattolicesimo, tanto per citare qualche nome. Nelle mie riflessioni, lo dico subito, ci sarà una lacuna: non parlerò di persone del mondo ortodosso su cui ho una conoscenza estremamente limitata.
La speranza che ho è quella di contribuire a riflettere su tutto ciò che va buttato via e su tutto ciò che va invece tenuto presente e mantenuto nella vita di coloro che si rifanno al falegname di Nazareth come guida per la propria vita, come fratello a cui accostarsi e camminare insieme, senza trasformarlo in una icona da porre sugli altari, da adorare come un Dio lontano.
Se anche una sola persona potrà trarre stimolo da queste mie note ne sarò felice e mi sentirò appagato per il lavoro svolto.
Lutero
Parto da Lutero perché oggi, 31 ottobre 2017, è il 500esimo anniversario dell’inizio della Riforma che porta proprio il suo nome.
Secondo il mito fondativo della Riforma il 31 ottobre del 1517 Martin Lutero, monaco agostiniano, affisse ben 95 tesi contro le indulgenze sul portone della cattedrale della città di Wittemberg in Germania. Parlo di mito perché l’affissione delle 95 tesi sulla porta della cattedrale non è materialmente avvenuta ma è stato un modo di raffigurare, con una immagine, la diffusione di un documento che era ed è una condanna senza appello delle indulgenze.
Quell’atto fu un atto rivoluzionario, qualcosa che mise in luce la simonia insita nella vendita delle indulgenze che il Papa aveva lanciato in quegli anni per costruire la basilica di San Pietro.
Lutero fu spinto a scrivere quelle tesi dopo un suo pellegrinaggio a Roma. Durante quel viaggio egli aveva toccato con mano la corruzione del papato e la decadenza morale che ne caratterizzava la vita.
Ma la corruzione caratterizzava la vita di tutta la chiesa anche in Germania dove la ricchezza della chiesa e dei suoi funzionari era scandalosa. La chiesa in Germania era proprietaria di oltre un terzo di tutto il patrimonio fondiario. E oltre al pagamento di tasse che finivano alla curia e alla Cancelleria Romana, che manteneva curiali e cortiginai, c’era anche il clero locale che riscuoteva in maniera esosa «diritti di stola», canoni di affitto, censi e altri contributi[1].
Le 95 tesi diedero un supporto teologico alla diffusa opposizione alla pratica delle indulgenze, che si aggiungevano a quelle che già angariavano i tedeschi e che erano di fatto un modo di estorcere soldi al popolo e alla nobiltà tedesca.
E la forza di Lutero furono infatti principalmente i principi tedeschi che non ne potevano più delle angherie del Papa.
Personalmente ho approfondito la conoscenza di Lutero durante i tre anni di frequenza della Facoltà Valdese di Teologia dove ho poi conseguito la laurea triennale in Teologia. Fino a quel punto (una ventina di anni fa) la mia conoscenza di Lutero era superficiale. Sapevo chi era, sapevo della Riforma ma non ne avevo mai approfondito la conoscenza.
Ricordo di aver letto con piacere tutti gli scritti del primo Lutero, le sue 95 tesi innanzitutto, ma poi gli scritti sulla “libertà del cristiano”, la lettera “Alla nobiltà cristiana”, il “piccolo catechismo”, e altri scritti che stimolarono in me simpatia e condivisione. Troppo poco ovviamente per consentirmi di poter dare un giudizio complessivo di tutte le sue opere che sono state poi racchiuse in collezioni imponenti (120 volumi) che non sono state neppure tutte tradotte e pubblicate in Italiano.
Da quelle prime letture trassi la convinzione che se la chiesa di Roma non fosse stata diretta da persone legate ai soldi e al potere temporale, tutto si sarebbe risolto con la cancellazione delle indulgenze e la punizione di quanti ne avevano fatto commercio.
I soldi, il potere sono da sempre l’elemento di divisione e corruzione delle chiese cristiane e questo è una cosa da non dimenticare mai.
Altro elemento che considerai positivo fu il suo lavoro di traduzione in tedesco di quella che da allora divenne “La Bibbia” che nacque praticamente proprio con Lutero. Fino a quel momento nessuno aveva a disposizione tutti i testi dell’antico e del nuovo testamento in un unico volume. Solo i monaci ne avevano copie fatte a mano. L’invenzione della stampa a caratteri mobili, realizzata proprio alla fine del 1400, aveva reso possibile la stampa in un unico volume dei testi delle scritture ebraico-cristiane. La traduzione in una lingua compresa da tutto un popolo fu un atto di rottura enorme del potere di interpretazione che era proprietà esclusiva del clero. Lutero creo con il «Sola scriptura» una alternativa al potere dei papi e dei teologi che fino allora erano gli unici a poter interpretare i testi ebraico-cristiani. Questo aveva in se sia un dato positivo, sia un dato negativo. Da un lato la libertà, dall’altro la necessità di comprendere come si doveva fare l’esegesi del testo biblico. Ma era comunque una sfida interessante e foriera di cose positive.
I miei, come ho detto, sono poco più che semplici stimoli. Mi limito quindi a proporvi di leggere alcuni testi di storia della Chiesa fra cui, quelli che più amo, sono quelli di Hans Küng, dal titolo Cristianesimo, e quello di Michele Pisante prima citato.
Una cosa è comunque certa ed è che la svolta luterana è stata prodotta dalle condizioni di miseria e dalla ricchezza smisurata della chiesa. Le questioni materiali, le oppressioni a cui erano sottoposti i contadini e per altro verso la nobiltà, furono interpretati mediante la teologia. La teologia diede uno sbocco ed una interpretazione a ciò che ognuno viveva.
Ed è stato proprio questa constatazione che mi ha portato a contatto e a dissentire con l’atteggiamento di Lutero nei confronti della guerra dei contadini, che fu guidata da quella che poi gli storici hanno chiamato “riforma radicale” in contrapposizione con la “riforma magisteriale” luterana. La prima fu sostenuta dalla corrente degli anabattisti, legata al popolo, la seconda fu sostenuta dai nobili e dai principi tedeschi. E Lutero, in questa guerra, si schierò con i nobili tedeschi, distaccandosi nettamente dal movimento dei contadini che nella fase iniziale lo avevano preso come punto di riferimento.
Poi proprio nel 2000 fu pubblicato in Italia un testo di Lutero che pochissimi conoscevano. È il libro
Degli ebrei e delle loro menzogne, a cura di Adelisa Malena, prefazione di Adriano Prosperi, pubblicato a Einaudi ( ISBN 978-88-06-19512-0) . Ho letto quel testo poco dopo la sua pubblicazione e ne sono rimasto profondamente colpito in senso negativo. Quel testo mi ha poi spinto ad approfondire tutto l’antisemitismo cristiano e che mi porta sempre a dire che “l’antisemitismo è una malattia tipicamente cristiana”, e quando lo dico in qualche assemblea pubblica vedo persone sobbalzare e guardarmi in modo strano. L’antisemitismo “cristiano” è un nervo ancora scoperto sia per cattolici che per i protestanti. E anche qui consiglio la lettura del libro di Hans Küng prima citato, ma altri ve ne sono fra cui “I volenterosi carnefici di Hitler”, o gli scritti di Dietrich Bonhoeffer, dove si può leggere la notizia del giuramento di fedeltà ad Hitler di quasi tutti i pastori luterani tedeschi nel giorno del suo compleanno.
Quando Lutero scrisse il suo libello antisemita, stessa azione era svolta nella chiesa cattolica. Cattolici e protestanti erano uniti sulla caccia all’ebreo, divisi sui soldi ma uniti nel perseguitare ebrei ed anabattisti. Ed è da allora che io parlo di “ecumenismo del male” che unifica tutte le confessioni cristiane.
Mi fermo qui. Sono solo spunti, poco più che riflessioni ad alta voce. Non condanno ne promuovo ma invito tutti ad approcciarsi alla storia del cristianesimo con spirito critico per, come dice il vangelo, valorizzare e ritenere ciò che è positivo e rifiutare ciò che è male.
Giovanni Sarubbi
[1] Il cristianesimo nella storia, Michele Pisante, Il segno dei Gabrielli Editore 1998, pag. 304



Martedì 31 Ottobre,2017 Ore: 13:09
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Mauro Matteucci Pistoia 03/11/2017 19.42
Titolo:Il potere e il denaro nemici del Vangelo

Come dici, il potere e il denaro sono la rovina delle chiese cristiane. Le tentazioni di Gesù da parte del diavolo nel Vangelo stanno a significare proprio questo. Perciò la Chiesa, anzi le Chiese dovrebbero guardarsene, ma in realtà ne sono state contaminate attraverso i secoli. Perché? Forse è la grande risposta che dovrebbero cercare coloro che si dicono cristiani.

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