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www.ildialogo.org Chiamiamo le cose con il loro nome,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Chiamiamo le cose con il loro nome

di Giovanni Sarubbi

Chi ha deciso la caduta di Letta e perché? In quale consiglio di amministrazione è stata presa questa decisione? Quali interessi economici concreti hanno fatto saltare questo governo che ha ricevuto l'ennesima fiducia non più tardi di due mesi fa? Sono queste le domande a cui bisognerebbe dare risposta ma che vengono ignorate dai grandi mezzi di comunicazione.
Il potere politico in Italia, ma ciò succede in tutto il cosiddetto mondo occidentale dominato dal sistema sociale capitalistico, non appartiene più ai parlamenti eletti dal cosiddetto “popolo sovrano”. Il potere politico è largamente extraparlamentare ed è rigidamente dominato da poche grandi banche e multinazionali. E' una cosa che è sotto gli occhi di tutti ma che nessuno vede perchè essa è sommersa dalle polemiche artatamente costruite, dalle notizie inventate di sana pianta, dalle sceneggiate e dalle violenze delle cosiddette opposizioni. Tutto pur di depistare e confondere per continuare ad ingannare meglio.
Non c'è ancora alcun primo ministro designato dal capo dello stato e già si fanno nomi di ministri. Ci sarebbe bisogno di conoscere esattamente le biografie politiche di ognuno di questi candidati ministri per cercare di capire quali sono gli interessi in gioco.
Ma non c'è alcuna informazione al riguardo. Tali informazioni non vengono date neppure da chi, stando all'opposizione in parlamento, potrebbe darle perché ha comunque accesso a notizie e informazioni sulle attività del governo che i comuni cittadini non hanno. Solo qualche giornale ha messo in luce qualche interesse sulla Cassa Depositi e Prestiti da parte di qualche candidato ministro. Ma per il resto si riportano aneddoti, battute di qualche deputato del PD ma si evita il cuore del problema. E non c'è più neppure un partito delle classi sociali povere, quelle che dovrebbero essere le più interessate a dire basta a questo sistema sociale ingiusto, che sia impegnato a cambiare questo stato di cose e che conosca coloro che detengono il potere economico e quindi anche quello politico.
Si fanno solo chiacchiere, caciara, offese che depistano l'attenzione e servono a coprire le grandi manovre in corso, che assegnano alla destra berlusconiana il ruolo di oppositore delle manovre di palazzo, e gli fanno gridare al “colpo di stato”. Quando cadrà il governo Renzi tutto il potere verrà dirottato al suo socio Berlusconi, che diventerà di nuovo il salvatore della patria. Roba da scompisciarsi dalle risate se non si trattasse di una cosa tremendamente seria, perché la povertà in questo paese oramai riguarda molti milioni di persone.
Non più tardi di qualche settimana fa il duo Renzi-Berlusconi hanno attaccato congiuntamente i piccoli partiti responsabili, a loro dire, delle peggiori nefandezze perchè essi ragionerebbero solo sulla base dei loro piccoli interessi di parte.
Ora i giornali ci raccontano che il più grande partito di governo fa cadere il governo presieduto da un suo esponente per i capricci del suo segretario, che non più tardi di qualche settimana fa diceva di non essere interessato a fare tale operazione.
Sembra una roba schizofrenica e invece è l'atteggiamento tipico di un sistema politico sociale economico che va sotto il nome di “sistema capitalistico”. La molla di tutto sono gli interessi del singolo, e più potere economico ha questo singolo più potere politico egli ha per sciogliere governi, scegliere primi ministri o singoli ministri, per fare determinate operazioni economiche finalizzate ai suoi interessi.
«I partiti, diceva Gramsci, sono una nomenclatura delle classi sociali». Essi fanno parte della sovrastruttura della società ma sono anche strettamente legati alla struttura che li esprime. Non troverete mai un grande capitalista che possa essere iscritto ad un partito comunista. Lo troverete sicuramente iscritto e sostenitore di un partito difensore della libertà di impresa.
Ciò che sta accadendo in queste ore con la caduta del governo Letta, dovrebbe portare gli italiani a riflettere su che cosa siano oggi i partiti e quanto essi siano distanti dallo spirito e dalla lettera della nostra Costituzione. E invece si continua a parlare di “errori” del PD o del suo gruppo dirigente,  o di incapacità e c'è ancora chi si stupisce. Certo ci sono anche questi, ma quasi sempre gli errori vengono fatti ad arte per coprire la sostanza delle scelte politiche compiute, che non sono mai scelte casuali. Si fa passare per scemo qualcuno per coprire chi gli sta dietro e gli dirige la mano. E questi prestano la propria faccia perché non hanno dignità e perché sono dei prezzolati. Ogni scelta che alla grande maggioranza delle persone sembra un errore, è figlia invece di un interesse particolare e i mass-media, quando va bene, riescono a scoprirlo solo dopo un po' di anni, quando viene fuori qualche scandalo, con il classico furto di soldi pubblici. Ma è oramai troppo tardi, i ladri sono già scappati con il malloppo e ai cittadini resta il danno e anche la beffa, perché ben difficilmente i responsabili verranno puniti. E i cittadini continueranno a pensare che si sia trattato di un “errore” e che il sistema tutto sommato non è malvagio.
I partiti oggi, anche quello che viene presentato come un partito di sinistra il PD (ma che cosa è oramai diventata questa cosiddetta sinistra???), sono quelli che Togliatti nel 1963 chiamava “gruppi di pressione”, che già in quegli anni costituivano «la tendenza propria di quello che si è oramai soliti chiamare neocapitalismo». Gruppi di pressione la cui natura era importata direttamente dal modello Nord Americano. E Togliatti proseguiva dicendo che «il punto di arrivo di questa tendenza è una società priva di democrazia politica, di cui del resto, non mancano gli esempi nell'attuale mondo capitalistico». E il riferimento agli USA era esplicito. Anche allora, come oggi, c'era chi attaccava «la presenza e l'intervento continuo del partito politico nella vita democratica come elemento di disturbo e quasi di degenerazione» della società e Togliatti considerava tali atteggiamenti come «nettamente reazionari»1. «L'esistenza dei partiti politici – affermava Togliatti - è indispensabile per l'esistenza stessa e per lo sviluppo di un regime di democrazia». Partiti che, secondo lo spirito e la lettera della Costituzione, sono una cosa ben diversa dai gruppi di pressione quali quelli che oggi operano nella nostra società. Gruppi di pressione che fanno e disfanno governi a loro piacimento, con il capo dello stato che fa il notaio delle loro volontà, come sta avvenendo in queste ore.
Chiamiamo allora le cose con il loro nome. E' il primo passo da fare per riappropriarci di quella capacità critica che è fondamentale per riuscire a rimettere in sesto questo nostro paese.
Giovanni Sarubbi
NOTE
1Le citazioni di Togliatti sono tratte da un libricino intitolato “Il Partito” edito nel 1973 dalla Sezione centrale di stampa e propaganda, contenenti scritti e discorsi di Togliatti sul partito del periodo che va dal 1944 al 1963



Domenica 16 Febbraio,2014 Ore: 07:21
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
Giovanni Dotti VARESE 18/2/2014 13.44
Titolo:Commento all'editoriale del dr. Sarubbi
Egregio Direttore,
condivido quanto Lei denuncia ma non il suo pessimismo "cosmico" e il giudizio negativo su Renzi. Gli darei almeno un minimo di fiducia prima di bollarlo con giudizi assolutamente negativi(a proposito ieri ho inviato una lettera che però non vedo pubblicata): prima starei a vedere almeno le sue prossime mosse. Mi lasci almeno un po' di speranza !

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