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www.ildialogo.org La confusione continua,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
La confusione continua

di Giovanni Sarubbi

Quella che è appena passata può ben definirsi una settimana terribile per la politica italiana. La trasmissione Report di domenica 28 ottobre ha messo in atto un vero e proprio killeraggio nei confronti dell''IDV di Di Pietro che, qualche giorno dopo, ne prende atto in una intervista al Fatto quotidiano e annuncia il suo contrattacco, aprendo al Movimento 5stelle di Grillo il quale lo contraccambia candidandolo al Quirinale. In Sicilia le elezioni che si sono svolte proprio domenica 28 ottobre, hanno fatto registrare la più bassa percentuale di votanti (47%) di tutta la storia della Repubblica Italiana. La carica di Governatore è stata assegnata a Rosario Crocetta, candidato del PD e appoggiato dall'UDC, con poco più del 30% dei voti validi, il che lo costringerà a fare accordi con gli autonomisti di Lombardo, gli stessi che sono stati i responsabili delle elezioni anticipate, rispettando la regola gattopardesca del cambiare tutto affinché non cambi nulla. La sinistra, che si era unita mettendo insieme IDV- SEL-Federazione della Sinistra e Verdi, è stata spazzata via dal Consiglio Regionale non avendo superato la soglia di sbarramento. Spazzati via anche FLI, mentre il partito virtuale di Grillo si è materializzato superando il 15% dei voti validi. Il PDL è stato pesantemente ridimensionato e ridotto al lumicino nella regione che da sempre è stata la sua cassaforte di votanti.

Il 27 ottobre si è svolta a Roma la manifestazione “no Monty day”, che è stato il tentativo di Rifondazione (PRC) di rendere visibile tutte quelle forze che negli anni si sono via via scisse proprio dal PRC e che dovrebbero andare a costituire la cosiddetta “lista arancione” alle prossime elezioni politiche, e a cui il PRC sta lavorando. Sabato tre novembre, infine, si è consumata la rottura della Federazione della Sinistra che vedeva uniti il Partito della Rifondazione comunista (PRC) ed il Partito dei Comunisti Italiani (PdCI) insieme ad altri due gruppi facenti capo a Cesare Salvi e alla componente Lavoro e Solidarietà della CGIL. Il PdCI insieme al gruppo di Salvi e alla componente della CGIL stanno lavorando per un accordo con  il centrosinistra. Secondo Diliberto, segretario del PdCI, il PD avrebbe oggi "un connotato laburista", impressogli da Bersani, da cui l'impegno del suo partito per impedire il ritorno delle destre al governo.

Sul voto siciliano sono cominciati immediatamente i balletti delle interpretazioni per tentare l'esportazione di ciò che li è successo a livello nazionale. Si punta all'accordo PD-UDC escludendo la sinistra dal centro-sinistra. Sulla legge elettorale le forze politiche presenti in parlamento non hanno ancora trovato l'accordo ed è oggi opinione corrente che si vada a votare con l'attuale legge porcata del leghista Calderoli. Ma il capo dello stato, che finora ha dettato rigidamente l'agenda politica al governo e alle forze politiche, vuole che la legge cambi e noi siamo convinti che alla fine si farà come lui vuole. Non è escluso, come hanno fatto in Sicilia, che qualcuno inserisca nella legge elettorale la riduzione ad un solo giorno per le elezioni. Se si facesse tale scelta, si può essere certi che la percentuale dei votanti sarebbe molto bassa, con percentuali paragonabili a quelle siciliane. La riduzione dei votanti favorirebbe quelle forze politiche che sono in grado di controllare e comprare il voto grazie al potere economico di cui dispongono, predeterminando il risultato o quanto meno condizionandolo pesantemente. La democrazia, che è innanzitutto partecipazione popolare, verrebbe calpestata una volta di più.

Lo scenario che si prospetta non è dunque roseo e questo non è una novità. Tutto è in movimento e nulla può essere dato per scontato. Sicuramente il voto siciliano verrà utilizzato per orientare le scelte che gli elettori faranno a livello nazionale, a cominciare dalle elezioni regionali di Lazio e Lombardia che si svolgeranno prima di quelle nazionali.

A sinistra, incredibilmente, il segretario di Rifondazione, Paolo Ferrero, in una intervista ad Italia Oggi sulle elezioni siciliane, riscopre “il puritanesimo”, dice che il suo progetto è quello di “disdettare il trattato sul fiscal compact e imbracciare una politica di puritanesimo, di giustizia sociale”. Essendo Ferrero di religione Valdese, la sua affermazione va letta con riferimento alla corrente religiosa del “puritanesimo”, che si sviluppò in Inghilterra fra la fine del sedicesimo secolo ed il diciassettesimo secolo a partire dal calvinismo, a cui anche i valdesi fanno riferimento.

Si tratta di una affermazione che, analizzata superficialmente, potrebbe essere intesa come la volontà di Ferrero e di Rifondazione di “parlare d'altro”, parlare cioè di qualcosa che non significa nulla per la stragrande maggioranza degli italiani e dei lavoratori in particolare, che crediamo abbiano ben altri grilli per la testa in questo momento che interpretare le proprie vicissitudini economiche e politiche con le lenti del protestantesimo di matrice calvinista.

In ogni caso si tratta di una affermazione strana in bocca al segretario di un partito che dice di voler rifondare il comunismo, perché il puritanesimo è considerato universalmente come la religione o l'ideologia su cui si è costruita quella grande potenza economica capitalistica che sono gli Stati Uniti D'America. Rifondare il comunismo ripartendo dalla ideologia di base del capitalismo? C'è qualcosa che non torna!

La confusione è dunque ancora grande sotto il cielo e continuerà, ma non all'infinito. Il pifferaio magico, alias Grillo, si è manifestato e sono molti quelli che non solo si apprestano a seguirlo ma anche a saltare sul suo carro per un posto in parlamento. Speriamo solo, ritornando a Ferrero, di non dover fare la fine dei puritani inglesi che, per poter praticare la loro religione (che tra l'altro quando fu al potere in Inghilterra sotto Oliver Cromwell chiuse tutti i teatri e i luoghi di divertimento), furono costretti ad emigrare in quello che allora si chiamava “nuovo mondo”, che era una terra vergine da conquistare, come hanno imparato a loro spese gli indiani d'America. Nuovi mondi non ce ne sono più ed indiani disposti a farsi ammazzare nemmeno.

Giovanni Sarubbi




Domenica 04 Novembre,2012 Ore: 00:27
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
Giorgio Forti Milano 04/11/2012 19.02
Titolo:Per giudizi informati e critici, non faziosi
Considero improprio, ed inaccettabile, accomunare le idee e proposte politiche del segretario del PRC Ferrero ai Puritani dei secoli scorsi, per di più attrribuendo a Ferrero le loro responsabilità sull'etica del capitalismo e quindi sullo sviluppo del capitalismo mondiale. Io non sono del PRC, e considero che tutti i movimenti ispirati al comunismo debbano riconoscere senza ambiguità che la dottrina leninista della dittatura del Proletariato, e la sua messa inj opera, sia la causa più vistosa della sconfitta del Movimento operaio.
Giorgio Forti
Autore Città Giorno Ora
Giovanni Sarubbi Monteforte Irpino 05/11/2012 00.39
Titolo:
Gentile Giorgio,
non sono io che accomuno proprio nulla ma se Ferrero parla di "imbracciare il puritanesimo" senza specificare a quale parte del puritanesimo si riferisce, credo sia abbastanza logico pensare che egli si riferisca al puritanesimo nel suo complesso, almeno se le parole hanno un senso e non sono buttale li a casaccio giusto per aprire la bocca. Ed è indubitabile che i puritani sono stati il pilastro della costruzione del capitalismo negli USA ed è del tutto evidente che non addebito un bel nulla a Ferrero e a chicchessia. Faccio solo rilevare che mi sembra strano per un comunista avere come punto di riferimento i puritani. Avesse citato Gesù ed il Vangelo lo avrei senz'altro apprezzato. Non capisco poi cosa centri con quanto ho scritto la questione della dittatura del proletariato di cui io non ho affatto parlato. Io ho semplicemente detto che rifondare il comunismo ripartendo dalla ideologia che è stata l'architrave del capitalismo mi sembra una contraddizione insanabile.

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