- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (2)
Visite totali: (518) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Impedire l'ennesima guerra,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Impedire l'ennesima guerra

di Giovanni Sarubbi

La propaganda bellicista prosegue incessante. Diffusi dai principali mezzi di comunicazione filmati orribili che spingono alla guerra in Siria. Menzogne e odio vengono diffusi a piene mani da chi vuole imporre il proprio dominio imperialista sull'intera umanità.


303 visualizzazioni; 714 “mi piace”; 9 “non mi piace”, queste le statistiche di “gradimento” alle ore 22,42 del 10 gennaio 2012 di un video, reperibile sull'immancabile Youtube, che i mezzi di comunicazione hanno definito “filmato amatoriale”. 714 “mi piace” espresse non per un film di Totò, o di Charlie Chaplin, ma per un filmato macabro nel quale viene mostrato un bambino/a di pochi mesi, morto, mentre qualcuno sembra intento a farne l'autopsia o a determinarne le cause della morte. Si vede solo il corpicino di questo bambino/a e alcune mani che lo girano e lo rigirano ed alcune voci in arabo che probabilmente si scambiano commenti su quello che stanno facendo, ma non c'è traduzione. E a 714 utilizzatori di Youtube (scusate ma non riesco a definirle “persone”) questo filmato è piaciuto. Solo 9 persone (queste si) hanno mostrato orrore per quello che avevano visto.

Il filmato, citato da tutti i media nazionali, dall'Ansa, alla RAI, a Repubblica, alla Stampa, solo per citarne alcuni, è uno dei film dell'orrore che girano in rete per giustificare la guerra civile in Siria ed il prossimo attacco della Nato che sembra prossimo dopo le dichiarazioni di Francia e USA. E' una storia già vista in Iraq nel 1990, ai tempi della prima guerra del Golfo, quando i soldati iracheni furono accusati di aver massacrato bambini nelle incubatrici, una notizia falsa ma ampiamente diffusa sui mass media occidentali che così contribuirono a creare il clima favorevole alla guerra contro l'Iraq e ai successivi dieci anni di embargo e alla successiva guerra del 2003.

Che mondo è quello nel quale 714 utilizzatori di un sistema informatico internazionale, una sorta di grande fratello di orwelliana memoria, possono esprimere compiacimento per un filmato macabro? E' indubbiamente un brutto mondo, dove non si capisce più la differenza fra il bene ed il male, dove non si riesce più a distinguere una notizia vera da una notizia falsa, dove le bugie imperversano e i bugiardi sono alla guida di imperi economici e politici mai visti prima nella storia dell'umanità. Qualcuno mi ha detto che cliccare sul pulsante “mi piace” su Youtube equivale ad esprimere “approvazione per la denuncia contenuta nel filmato” e, se questo fosse vero, la cosa sarebbe ancora più grave perché viene messo in discussione il senso stesso delle parole che quotidianamente usiamo, proprio come nel libro di Orwell.

E come si può definire un filmato del genere usando il termine “amatoriale”, che deriva da amatore e denota la passione di chi fa determinate cose per il solo gusto di farlo? Delle due l'una: o chi ha usato il termine “amatoriale” non sa che cosa esso significa, oppure significa che ci sono individui (scusatemi ancora se non li definisco persone) che provano gusto a fare quei filmati e a diffonderli, la cosiddetta “necrofilia”. In entrambi i casi viviamo in un brutto mondo.

E il mondo nel quale viviamo usa coscientemente la necrofilia per scatenare guerre su guerre, all'infinito, quasi ci trovassimo tutti sul set di un film western all'italiana per assistere all'ultimo duello fra i pistoleros di turno, che si affrontano in mezzo a cadaveri e rovine di ogni tipo, per conquistare il bottino in oro o in dollari fruscianti.

Purtroppo non si tratta di uno dei film di Sergio Leone, ma della drammatica realtà nella quale viviamo.

Una realtà nella quale non ci si pone neppure per un attimo la domanda sull'attendibilità o meno di una notizia come quella riguardante il filmato in questione: se lo ha detto la TV è vera, se la si può trovare su Internet, Youtube, Facebook è vera a prescindere. Questo è quello che lasciano intendere inequivocabilmente i commenti lasciati da anonimi visitatori nella pagina del filmato in questione ed è quello che si sente nei commenti delle persone che si trovano per caso insieme davanti ad una TV nel momento in cui essa trasmette notizie orribili. La realtà virtuale dei mezzi di comunicazione di massa (internet e tv) ha invaso la realtà reale trasformando profondamente il rapporto fra le persone dove è dominante il modello culturale diffuso da Internet o dalle TV, che hanno oramai lobotomizzato1 il cervello della grande maggioranza degli italiani, dopo quella degli americani o quella di altri paesi dove impera il modello USA.

Per il filmato di cui stiamo parlando nessuno si è chiesto, fra i commenti che ho avuto modo di leggere su Internet, cosa dicano effettivamente le voci in arabo che si sentono, ne ci si è chiesto chi siano le persone che parlano o chi ha fatto il filmato. Nel testo a corredo del filmato si afferma che il bambino/a sarebbe morto a seguito delle torture subite, ma anche qui c'è una sproporzione enorme fra quello che si vede e le parole che si usano. Da cosa si deduce che il corpicino mostrato nel filmato è stato torturato? Chi lo scrive o non sa cosa siano le torture o non sa quanto fragile sia un bimbo/a di 4 mesi. Se le parole hanno un senso, un bambino/a di 4 mesi torturato avrebbe ben altri segni di quelli mostrati.

Ma c'è anche un altro problema. La cinematografia proveniente dagli USA, quella della catena FOX, ci ha inondato di filmati di cadaveri di tutti i tipi e a tutte le ore. Si tratta ovviamente di manichini che sembrano del tutto reali. Le persone impressionabili o quelle che sono oramai abituate a rapportarsi con la realtà solo attraverso la TV o Internet, difficilmente riescono a distinguere il filmato di un cadavere vero da quello di un cadavere finto realizzato per uno studio televisivo. In più gli strumenti informatici per la gestione delle immagini e dei filmati consentono di realizzare immagini o filmati di fatti mai realmente accaduti. E' cioè del tutto probabile che il filmato in questione sia un falso costruito in un laboratorio cinematografico, che però può essere spacciato per vero, perché una grande parte della popolazione televisiva è abituata a vedere cadaveri a tutte le ore rendendo plausibile qualsiasi cosa venga mostrato dalla televisione. Per esempio è noto, oramai da tempo, che le trasmissioni definite “reality” sono in realtà dei grandi imbrogli, perché i partecipanti a queste trasmissioni hanno un copione da seguire, hanno autori che gli scrivono i testi da recitare e registi che li dirigono. Eppure ci sono milioni di persone che seguono tali trasmissioni e discutono animatamente su tutto ciò che in esse viene rappresentato.

Il filmato di cui abbiamo parlato è uno dei segni inequivocabili, insieme alle ultime dichiarazioni di Francia e USA, che la guerra civile in atto in Siria si trasformerà presto nell'ennesima guerra della NATO, con bombe, missili, mezzi militari e morti che al 90% e più sono vittime civili, persone inermi e indifese. Altri centinaia di milioni o miliardi di euro verranno spesi per la morte anziché per la vita. Ed è possibile, visto le recenti decisioni del Presidente Napolitano riguardo alla guerra in Libia, che anche il nostro paese sia coinvolto attivamente. Occorre impedire l'ennesima guerra e per farlo bisogna superare il disgusto che si prova di fronte alla propaganda di guerra e impegnarsi assiduamente contro le menzogne e contro tutte le guerre che le menzogne generano.

Non forniremo alcun link del filmato in questione e anzi condanniamo esplicitamente tutti quei siti internet e quei mass-media che lo hanno diffuso insieme al testo mistificatorio che lo accompagna. Condanniamo esplicitamente chi non solo ha diffuso menzogne ma ha dato la possibilità a chicchessia di esprimere sentimenti di odio e di incitamento alla guerra e alla violenza.

Giovanni Sarubbi

NOTE

1Si usa questa parola per indicare chi, affetto da malattia mentale, ha subito l'intervento chirurgico della lobotomia, cioè l'interruzione totale delle connessioni nervose del lobo frontale del cervello con il talamo, cioè la parte depositaria delle funzioni che regolano il pensiero, il che equivale a dire che una persona è senza cervello

Per ulteriori notizie, appelli, riflessioni sulla guerra in corso nel mondo clicca qui



Giovedì 12 Gennaio,2012 Ore: 15:23
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
Augusta De Piero Udine 12/1/2012 16.35
Titolo:condivido
Condivido in particolare il disgusto per quel 'mi piace', intollerabile segno -ad esempio - della presenza su facebook, che si voglia condividere l'evento cottura del minestrone o dimostrare il proprio macabro interesse (se tale è) per un film dell'orrore.
Sono convinta -e finalmente mi rendo conto di non essere sola- che anche una pulizia linguistica avrebbe un significato per trattenerci - forse- di qua del baratro.
Alla Galleria Nazionale di Napoli c'é un bellissio quadro di Bruegel il vecchio dove tre ciechi, condotti in catena umana da un altro cieco, vanno appunto verso il baratro.
Chi è il primo cieco non di una ma delle tante catene rese solide dalla volontà di non capire? E perché la volontà di non capire rassicura?
Augusta De Piero - Udine
Autore Città Giorno Ora
Giovanni Sarubbi Monteforte Irpino 12/1/2012 22.13
Titolo:Parla la madre della bambina del video
Ho ricevuto da Marinella Coreggia il seguente messaggio sul video di cui parlo in questo articolo. Lo riporto senza alcun commento.

---------------------
Sulla bambina Afef che secondo un fantomatico "Centro per le documentazioni in Siria" e sempre "senza poter confermare" sarebbe morta per le torture in carcere trovo queste affermazioni della sua mamma. Le ha mandate oggi con altre (come fanno ogni giorno) l'ufficio stampa del'ambasciata siriana. Ogni giorno è un elenco con nomi cognomi e luoghi di persone (civili e militari, impiegati governativi, donne) uccise, spiegano loro, da gruppi terroristi. Se qualcuno è interessato posso mandare dei "saggi" di queste notizie. Naturalmente qualcuno dirà "no perché sono info di parte". Ma l'Osservatorio siriano per i diritti umani (da Londra) e i Comitati di coordinamento locale citati come la Bibbia dai media di tutto il mondo, sono anch'essi di parte (e spesso non fanno i nomi e spesso li fanno falsi), e MAI condannano le esecuzioni, i rapimenti e le violenze del cd "Esercito Libero siriano". Marinella


ECCO LA NOTA SU AFEF E COME VEDETE SI ACCENNA ANCHE AD ALTRI BAMBINI
La signora Shadya Abdul Jabbar Al Assaad, madre della bambina Afaf Mahmoud Sarakbi, ha smentito quanto diffuso da alcuni canali d'informazione complici nello spargimento di sangue in Siria, in particolare Al Jazeera, che hanno sostenuto che la piccola è stata uccisa in una prigione, mentre il padre è ancora detenuto.
La donna ha aggiunto che la figlia, dopo essere stata trasferita alla città di Tartous qualche tempo fa, ha cominciato a soffrire di una malattia per cui è stato necessario portarla dai medici e, in seguito, all'ospedale, dove è rimasta per tre giorni. La sua situazione clinica è però peggiorata causando la morte della bambina.
Il canale del terrorismo "Al Jazeera" è ormai abituato a creare questo genere di storie immaginarie, che hanno spesso come protagonisti dei bambini, violando la loro innocenza per mobilitare ed incitare l'opinione pubblica. Spesso però sono stati smascherati, grazie anche alle versioni fornite dai genitori, che hanno portato alla luce le loro menzogne, come è successo per Alla Jiblawi, Sari Saouud e Hala Al Munajed

Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (2) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Editoriali

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info