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www.ildialogo.org 4 NOVEMBRE UN GIORNO DI LUTTO,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
4 NOVEMBRE UN GIORNO DI LUTTO

di Giovanni Sarubbi

Il 24 agosto scorso abbiamo pubblicato sul nostro sito www.ildialogo.org un appello di padre Alex Zanotelli contro le enormi spese militari italiane che la legge finanziaria non ha per nulla toccato. Hanno toccato i trasporti, gli asili nido, la sanita', le pensioni, ma gli armamenti no. Bisogna, secondo il governo, continuare a prevedere spese militari ingenti con cifre da capogiro.
Dal 24 agosto ad oggi ci sono state quasi 13.000 persone che hanno aderito all'appello di padre Alex. Molte di queste si stanno organizzando sui territori per passare dalla firma virtuale alla vita reale. E' segno che qualcosa si sta rompendo nella coscienza del popolo italiano e che le immonde spese militari sono viste sempre piu' per quelle che sono: mostruosita', spese che producono morti e distruzioni.
Ma cio' nonostante c'e' chi ancora ci scrive per giustificare la guerra. "La guerra - ci hanno scritto in una delle ultime lettere che abbiamo ricevuto - non e' un male assoluto perche' le guerre spesso servono ad interrompere altre guerre o regimi nefasti". Ovviamente, come un disco rotto che ripete sempre la stessa musica, viene citata "la disfatta di Hitler, che non sarebbe avvenuta senza l'intervento della gigantesca macchina bellica degli angloamericani". E si ha persino la spudoratezza di citare l'attuale guerra contro la Libia, chiaro esempio di guerra coloniale per l'accaparramento del petrolio, come esempio di "uso positivo della guerra". Viene giustificata persino la guerra infinita avviata da Bush nel 2001 ed ancora in corso che e' costata innumerevoli morti e distruzioni incalcolabili.
E chi scrive si presenta di solito come "saggio" e dice di non essere ne' fascista ne' reazionario, dei veri e propri guerrafondai in pantofole che pero' continuano a parlare, come Mussolini, di potere e di partecipare alle guerre per avere "un posto al tavolo delle trattative" dove potersi sedere per spartirsi le prede conquistate. Altro che "guerre per la pace"!
Quando leggo queste lettere non riesco a trattenere un senso di nausea e di disgusto profondo. Pensare che qualcuno in grado di leggere e scrivere possa produrre simili mostruosi testi mi fa star male. Come e' possibile che si possa essere cosi' biechi, cinici, crudeli e assassini? Si', assassini, perche' non e' assassino solo colui che materialmente uccide ma anche chi giustifica l'omicidio. Pensare che si possa giustificare la guerra in presenza di armi di distruzioni di massa in grado di distruggere la Terra, se fosse possibile, sette volte, mi provoca il vomito ed un'angoscia profonda. Questa e' l'umanita'? A questo siamo ridotti? La storia nulla ha insegnato?
E come si puo' giustificare il male assoluto della guerra con le menzogne piu' spudorate, perche' di menzogne si tratta? Ma delle menzogne che servono di solito a far scatenare le guerre nessuno parla, nessuno le conosce, nessuno le divulga, continua a girare e a prevalere l'idea della inevitabilita' della guerra vissuta come una sorta di calamita' naturale, un terremoto, un alluvione contro il quale l'umanita' nulla puo'.
Uno dei miei nonni ha partecipato alla prima guerra mondiale ed e' stato ferito proprio a Caporetto. Per tutta la vita ha portato nel suo corpo una scheggia di proiettile che non poteva essere estratta per il posto dove si era conficcata. E ricordo quando io ragazzo gli chiedevo qualcosa della guerra, di come gli ufficiali piemontesi erano soliti usare le loro armi contro i tantissimi contadini del sud, come lui, che rifiutavano di uscire dalle trincee e andare all'assalto delle linee nemiche a massacrare altri contadini ma con una divisa diversa addosso. E ricordo quando alla mia domanda sul fatto che fosse peccato uccidere rispondeva che "in guerra non e' peccato", e mio padre confermava. Cosi' gli dicevano i cappellani militari.
Poi crescendo ho letto il "Tu non uccidere" di don Primo Mazzolari ed il mio rifiuto della violenza e delle guerre si e' fatto via via piu' maturo e cosciente. E mi sono reso conto, a mie spese, che nonviolenti non si nasce ma si diventa, e che la via della nonviolenza e' lunga e dura.
Il 4 novembre allora non c'e' nulla da festeggiare. Il 4 novembre e' un giorno di lutto perche' per quella pretesa vittoria contro l'Austria nella prima guerra mondiale furono sacrificate le vite di centinaia di migliaia di ragazzi poco piu' che sedicenni, quella che e' passata alla storia come la generazione del '98, di cui mio nonno faceva parte.
L'unica guerra buona e' quella che non viene mai combattuta, perche' non provoca morte e distruzioni.
Faccio mia allora la proposta del "Centro di ricerca per la pace" per un 4 novembre di lutto e non di festa e mi impegno a promuovere azioni nonviolente che dicano un fermo no alla violenza e alla guerra.

Giovanni Sarubbi

Pubblicato su: TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 705 dell'11 ottobre 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/



Marted́ 11 Ottobre,2011 Ore: 15:49
 
 
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