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www.ildialogo.org Autorità morale,di Giovanni Sarubbi

Editoriali
Autorità morale

di Giovanni Sarubbi

La prima pagina de La Gazzetta dello sport del 13 ottobre 2010

Dice il vocabolario di italiano che il termine “bestia” è un “nome generico che indica tutti gli animali, tranne l'uomo” e che in senso figurato indica “uomo sciocco e ignorante, rozzo, maleducato, di modi e costumi bestiali”. L'uso figurato deriva da una concezione dell'universo “umano centrica”, imperniata sulla presunta superiorità della specie umana rispetto agli altri esseri viventi, superiorità che, visto le devastazioni di cui l'umanità è stata capace, è per noi indimostrabile.

Guardando la prima pagina de “La Gazzetta dello sport” di oggi 13 ottobre 2010 non riusciamo ad intravvedere alcuna “bestia” nel senso indicato dal dizionario, bensì un tipico rappresentate della specie “umana” mentre da sfogo alle sue pulsioni più violente e devastanti che con le bestie hanno poco a che vedere.

Su queste pagine ci siamo già occupati del continuo uso di termini riferiti ad animali per indicare caratteristiche negative tipiche della specie umana che sceglie deliberatamente di compiere gesti o proferire parole che poi, con grande superficialità, siamo abituati a definire “bestiali”.

Crediamo che un tale modo di procedere e di auto assolversi da ogni responsabilità dei comportamenti umani debba cessare. Bisogna dare agli eventi che capitano nella società umana i nomi propri di tali eventi e assumerne tutte le responsabilità. Ce lo impone il nostro autodefinirci “homo sapiens sapiens” di cui presuntuosamente ci fregiamo.

Ciò che è successo a Genova ieri sera durante la partita Italia-Serbia, e a cui fa riferimento la prima pagina del “La Gazzetta dello sport”, non ha nulla che possa riferirsi a comportamenti di una qualsiasi altra bestia esistente sulla faccia della Terra diversa da quella umana. Nei comportamenti delle bestie prevale l'istinto, in quello che abbiamo visto ieri in TV nulla di istintivo c'era. abbiamo assistito anzi alla messa in scena di un copione lungamente studiato e per realizzare il quale gli attori principali hanno dovuto fare lunghe e meticolose esercitazioni.

Ciò che è successo ieri si chiama esaltazione della ideologia neonazista, si chiama razzismo, si chiama esaltazione della violenza bruta, delirio di onnipotenza, disprezzo della altrui vita, nazionalismo, e chi più ne ha più ne metta. Non c'è un comportamento animale cosciente che possa essere paragonabile a ciò che ieri abbiamo visto.

E questa esaltazione della violenza bruta è andata in onda in diretta televisiva e senza che le forze di polizia abbiano fatto alcunché per impedirlo. Il gruppo di violenti ha potuto effettuare le proprie devastazioni prima all'esterno dello stadio e poi all'interno, quasi come se la loro azione fosse in qualche modo tollerata o giustificata.

Ci ritornano alla mente le devastazioni di Genova del luglio 2001 durante il G8 messe in atto dai “black block” (il blocco nero) senza che le forze di polizia nulla facessero contro di essi, mentre dall'altro lato furono arrestati e picchiati a sangue pacifici manifestanti nonviolenti. E oggi come allora il governo del paese è in mano a forze politiche che hanno fatto del tema della cosiddetta “sicurezza” il loro terreno di propaganda preferito. Evidentemente questo governa la forza la usa solo contro i deboli, contro i migranti e i poveri o i lavoratori in sciopero per la difesa dei loro diritti, mentre lascia liberi i violenti di fare quello che vogliono, qualsiasi sia la loro nazionalità di provenienza, mettendo in pratica una sorta di “internazionalismo dei violenti” che ieri abbiamo potuto vedere in diretta televisiva. Magari quelli che da responsabili della "sicurezza" non hanno fatto nulla per impedire le violenze, piglieranno spunto da quelle violenze da loro non impedite per chiedere nuove leggi liberticide come è già successo negli anni scorsi. E così il dubbio che certe cose vengono fatte di proposito per ottenere giri di vite nella libertà dei cittadini nonviolenti da dubbio diventa certezza.

Smettiamola allora di parlare di “bestie” per indicare cose negative e ripugnanti. L'umanità nel suo complesso non ha l'autorità morale per farlo.

Giovanni Sarubbi



Mercoledì 13 Ottobre,2010 Ore: 12:36
 
 
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