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www.ildialogo.org Rinunciare al potere per realizzare il regno di Dio!,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Rinunciare al potere per realizzare il regno di Dio!

di Giovanni Sarubbi

La questione della pedofilia clericale è di nuovo alla ribalta della cronaca mondiale. In Belgio lo scorso 24 giugno, i magistrati hanno effettuato perquisizioni nella curia  dell’Arcivescovado di Malines-Bruxelles, cercando documenti relativi ai preti pedofili  persino nella tomba dei Cardinali Jozef-Ernest Van Roey e Léon-Joseph Suenens, defunti Arcivescovi di Malines-Bruxelles. Negli USA la Corte Suprema ha dato via libera ai processi contro il Vaticano che gli avvocati delle vittime dei preti pedofili hanno accusato di essere direttamente responsabile per i comportamenti aberranti dei preti e per le coperture di cui essi hanno goduto all’interno della chiesa. I vari tribunali americani presso cui sono pendenti azioni legali contro il Vaticano potranno quindi processarlo ed eventualmente condannarlo al pagamento dei danni a favore delle vittime dei preti pedofili. Importanti uomini della curia romana potranno essere chiamati a testimoniare o essere accusati di complicità o copertura con i preti pedofili. Si potrà cominciare a fare chiarezza e pulizia.
Certo questo non risolverà alcun dramma, non potrà restituire la vita ai tanti bambini cui è stata tolta, ma almeno chi ha sbagliato sarà chiamato a rispondere e a pagare per gli orrori commessi o che ha coperto, sancendo il principio che non possono esserci impunità per crimini così efferati, chiunque sia a commetterli.
La gerarchia della Chiesa Cattolica, che a parole e ai suoi massimi livelli ha manifestato rammarico per la questione della pedofilia, opponendosi al ricorso presentato contro di lei negli USA aveva chiesto invece proprio uno status privilegiato, di poter godere della immunità derivante dall’essere la Città del Vaticano uno Stato. Non hanno avuto remore ad esibire in tribunale una richiesta che definisce la Chiesa Cattolica come una realtà politico-economica e non certo spirituale  e sono stati sconfitti.  I seguaci dell’umile falegname di Nazareth e del suo Evangelo non possono che essere felici di tale decisione dei giudici americani.
L’opposizione del Vaticano alla decisione dei giudici americani, finalizzato al non pagamento di eventuali risarcimenti milionari, fa strame, e anche questo non è una novità, di un principio sancito nel Catechismo della Chiesa Cattolica che al n. 1578 sancisce che il “sacramento dell’ordine” non è un diritto e che solo “all’autorità della Chiesa spetta la responsabilità e il diritto di chiamare qualcuno a ricevere gli Ordini” sacri. Vescovi, preti, diaconi solo tali solo se lo vuole la chiesa che li prepara alla loro attività attraverso lunghi e duri anni di formazione. Di fronte alla prospettiva del pagamento di fior di milioni la gerarchia Vaticana ha scelto di negare la propria responsabilità e le stesse norme che si impone agli altri di rispettare. Come dice il Vangelo di Matteo al cap. 23 riferendosi ai sacerdoti di quel tempo «essi dicono ma non fanno. Legano infatti pesi opprimenti e difficili a portarsi e li impongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito».
Abbiamo più volte scritto che la pedofilia nella Chiesa Cattolica è figlia diretta del potere sacro di cui la gerarchia cattolica si ammanta e che la copertura dei preti pedofili non dipende da una errata valutazione di singoli vescovi, cardinali o papi, ma è strettamente legata alla definizione del ruolo sacro del prete che rimane tale anche se ha commesso i più turpi delitti. E’ una dottrina definita nel quarto secolo  da Agostino di Ippona, durante la polemica contro i Donatisti, e che è tuttora valida e sancita nel Codice di Diritto Canonico e nel Catechismo della Chiesa Cattolica. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 1584 è scritto testualmente: «1584 Poiché in definitiva è Cristo che agisce e opera la salvezza mediante il ministro ordinato, l'indegnità di costui non impedisce a Cristo di agire. Sant'Agostino lo dice con forza:
Un ministro superbo va messo assieme al diavolo; ma non per questo viene contaminato il dono di Cristo, che attraverso di lui continua a fluire nella sua purezza e per mezzo di lui arriva limpido a fecondare la terra. . . La virtù spirituale del sacramento è infatti come la luce: giunge pura a coloro che devono essere illuminati, e anche se deve passare attraverso degli esseri immondi, non viene contaminata [Sant'Agostino, In Evangelium Johannis tractatus, 5, 15].»
Al n. 1551 viene sancito che «Il sacramento dell'Ordine comunica “una potestà sacra”, che è precisamente quella di Cristo» e al n. 1548  «che il sacerdote, in virtù del sacramento dell'Ordine, agisce “in persona Christi capitis” - in persona di Cristo Capo». I sacerdoti sono “consacrati”, sono cioè separati dal resto della chiesa poiché l’ordinazione “è una separazione e una investitura da parte di Cristo stesso” (CCC 1538) ed inoltre che «Il sacramento dell'Ordine conferisce un carattere spirituale indelebile e non può essere ripetuto né essere conferito per un tempo limitato» «poiché il carattere impresso dall'ordinazione rimane per sempre» (CCC 1582 e 1583).
Sono queste le dottrine che hanno condotto i vescovi a coprire i preti pedofili e a spostarli di parrocchia in parrocchia. Sono queste le norme che favoriscono gli abusi perché assegnano un potere enorme e sacro a singole persone separate dalla comunità che ad essi sono sottomesse.
La gerarchia cattolica è cioè sostanzialmente prigioniera delle proprie dottrine di cui non può liberarsi pena la sua scomparsa come istituzione. Sono quelle dottrine a renderli incapaci di prendere alcuna decisione seria nei confronti dei preti che si macchinano non solo di abusi sessuali, ma anche di altri abusi come la simonia che si fonda sostanzialmente sull’abuso della credulità popolare. Ed in questi mesi non c’è solo lo scandalo dei preti pedofili ad agitare le acque della Chiesa Cattolica. C’è l’ennesimo scandalo finanziario e di torbidi intrecci con il mondo industriale e statale che vede coinvolto l’attuale cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, già capo della potentissima Congregazione di Propaganda Fide. Ma di tali scandali sono piene le cronache dei giornali di provincia, che spesso riportano abusi di tipo economico perpetrati da appartenenti al clero (vedi ad esempio il recente rinvio a Giudizio del Vescovo di Salerno Pierro per una spericolata iniziativa finanziaria-edilizia).
E’ il ruolo sacro dei preti, il loro essere “sacerdoti in eterno”, che lega le mani alla gerarchia e che impedisce loro di emettere la condanna di scomunica “latae sententiae”, cioè per il solo fatto di aver commesso un determinato peccato, a carico dei preti pedofili. Scomunica che esiste per chi ad esempio commette aborto (CCC 2272) o divorzia ma che non esiste per il prete pedofilo che beneficia del suo status di “persona sacra” cioè di depositario di un “potere sacro”. Hanno costituito una casta di intoccabili di cui non vi è traccia nei testi evangelici e che Gesù non ha mai creato. Questa la verità di cui non si vuole discutere.
E non è un caso che lo scandalo pedofilia sia venuto fuori proprio mentre è Papa una persona come Ratzinger che della infallibilità papale e del suo esercizio è stato un cultore ed un esecutore per tutto il periodo durante il quale ha diretto l’ex Sant’Uffitio sotto Giovanni Papolo II: la dove ci sono norme rigide non c’è vita, la dove si sbandiera la propria purezza e santità li c’è la depravazione più assoluta. E’ una costante della storia dell’umanità di cui bisognerà prima o poi fare tesoro.
Se la chiesa cattolica non butta a mare le sue dottrine sacerdotali e non libera il clero (vescovi, preti e diaconi) e le comunità in cui essi operano dai loro poteri sacri nulla potrà essere fatto contro coloro che abusano dei loro poteri in vario modo e non ci sarà futuro per il cristianesimo. E’ questo il dato su cui è necessario concentrare la discussione e che bisogna chiarire alla grande massa dei cattolici che poco o nulla sanno di Diritto Canonico e delle dottrine connesse.
Il prete e i vescovi devono tornare ad essere ciò che erano per le prime comunità cristiane cioè persone della comunità che svolgoano un servizio per la comunità, senza privilegi di alcun tipo e senza poteri di alcun tipo, secondo il motto evangelico del “chi vuol essere primo serva”.
Senza il ritorno a questo spirito dell’Evangelo di Gesù non ci potrà essere alcun futuro per il cristianesimo. Senza buttare a mare il potere oppressivo della religione e del conseguente potere politico-economico-militare ad essa collegata non potrà esserci alcun “Regno di Dio”.

Giovanni Sarubbi



Martedì 29 Giugno,2010 Ore: 23:44
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
Stefania Salomone Roma 30/6/2010 13.20
Titolo:Grazie per questo scritto
Ringrazio Giovanni per questo suo scritto, che rappresenta pienamente il mio pensiero e il mio sentire al riguardo.
Autore Città Giorno Ora
Luca Campanotto Rivignano (UD) 30/6/2010 15.39
Titolo:stiamo attenti a non toccare la santità del sacerdozio
Che cosa !?! Non sareste smaccatamente filoprotestanti !?! Perdonatemi, ma dissento ...

Se davvero il vostro "ecumenismo" fosse equilibrato, non guardereste solamente agli eretici luterani (pardon: oggi il politicamente corretto parla di "fratelli separati"), ma anche all'Ortodossia Orientale ... Il problema, per voi, è che gli Orientali, contrariamente a quanto ha fatto Lutero, hanno mantenuto dogmatica e morale, liturgia sacra e non secolarizzata, devozione mariana, fede nella comunione dei Santi, ordine sacro (interessante la regolamentazione sul matrimonio del clero, peraltro adottata anche nell'ambito delle Chiese Cattoliche Orientali), vera Eucaristia, non "cenetta tra amici" ma vera presenza di Dio ecc.ecc., ovverosia tante belle cosette di cui però non trovo traccia, nel vostro cosiddetto "ecumenismo" ...

L'unica Verità dogmatica coerente ed affidabile è quella Cattolica; gli Orientali hanno mantenuto il 95% della Verità (e avrebbero comunque molte cose da insegnarci, ad esempio quanto a spiritualità); sui protestanti stendiamo un velo pietoso ...

Comunque il vostro editoriale è in larga parte condivisibile e tocca certamente la sostanza del problema, che è un problema solamente di potere, per come lo vede la casta clericale ... Mi permetto una sola osservazione: stiamo attenti a non toccare la santità del sacerdozio, che è finalizzato alla vera Eucaristia, che è Dio; per come la vedo io, questi concetti sono finalizzati proprio a ricordare al clero che dovrebbe essere semplice strumento di servizio a qualcuno molto più grande di lui, e non strumentalizzatore del proprio ministero per fini di immagine e di potere; quanto infine alla scomunica latae sententiae (in cui può benissimo incorrere un chierico: ricordiamo Lefebvre), il problema non è laici-clero o aborto o non aborto (scomunica, quest'ultima, che ritengo peraltro sacrosanta), ma inerisce la discrezionalità del legislatore penale canonico che deve previamente prevederla (e io sarei personalmente favorevole alla sua introduzione in materia di pedofilia clericale: fate piuttosto una campagna per questo) ...

Saluti.

Luca Campanotto

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