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www.ildialogo.org "Poche idee, ma confuse...",di Mario Mariotti

Editoriale
"Poche idee, ma confuse..."

di Mario Mariotti

Dato che il casino si fa sempre più complesso, e, con le religioni in mezzo, diventa sempre più casino, ecco il mio prezioso contributo per capirci ancora di meno.
Premesso che il terrorismo è sempre e comunque una porcata, perché colpisce solo gli innocenti, genera odio ed altra violenza, non risolve, ma aggrava i problemi, e soprattutto perché fa recitare la parte dei buoni a coloro che non lo sono, perché sono responsabili delle situazioni di ingiustizia e violenza che, a loro volta generano il terrorismo, siccome con questo fenomeno maledetto sembra che dovremo fare i conti per l'eternità, sarebbe molto importante riuscire a capire il perché il fenomeno stesso sussiste e persiste, per non rimanerne vittime appunto per l'eternità!
Io che sono vecchio, ho avuto occasione di riflettere su di lui quando esso era vestito di rosso. Allora l'ISIS erano le Brigate rosse, il Califfato era l'URSS, il partito che le generava era il PCI, il pericolo planetario, la peste da combattere ed estinguere, era il Comunismo.
Io che avevo cominciato a conoscere gli Americani dalle loro opere pie in Vietnam ed in Cile, già allora attribuivo la regia della strategia della tensione alla CIA, perché gli USA dopo il 68, erano preoccupati dell'avanzata delle Sinistre, avevano paura del PCI perché era ancora PCI, non avevano nessuna intenzione di lasciare uscire l'Italia dalla loro zona d'influenza, definita a Ialta nel 1944. Già allora, però, nessuno condivideva questa mia lettura, questa analisi che metteva a livello strutturale
le Brigate rosse a servizio della CIA, e quindi degli USA.
Quello che e successo in seguito ha dimostrato che la lettura era giusta, anche se essa, persino oggi, non viene accolta, e ci si chiede ancora chi siano i mandanti delle stragi, da Piazza Fontana alla stazione di Bologna. Come oggi è necessario chiarire che l'ISIS non è l'Islam, così allora si chiarì che le Brigate rosse non erano espressione del PCI, ma un suo mortale nemico. Tuttavia la politica del "Tutti uniti contro il terrorismo" ebbe la conseguenza di unificare potere e opposizione alla logica del capitalismo, di dematerializzare il PCI, di estinguere ogni resistenza alla cultura ed alla politica d'Oltre Oceano.
Dai risultati partoriti dal terrorismo rosso sembrerebbe facile arrivare a capire che esso era nero, che era pilotato dagli USA, che aveva lavorato per omologare l'Italia, la colonia Italia, alla sede centrale dell'Impero.
Ma quale può essere lo scopo del terrorismo di oggi? Quello di ieri era riuscito a far naufragare l'utopia della fratellanza, infatti l'ex URSS era entrata beatamente nel capitalismo, il nostro PCI finiva col trasformarsi in Democrazia Cristiana, i Sindacati si andavano assopendo.
Ma è possibile che coloro che pilotano il terrorismo dell'ISIS arrivino alla blasfemia di pensare e progettare un futuro scontro di civiltà ed una guerra di religione, fra il Cristianesimo e l'Islam?
É vero che la lotta per l'egemonia nel mondo arabo fra Arabia Saudita ed Iran ha strumentalizzato le differenze fra gli Sciiti (Iran) ed i Sunniti (Arabia saudita) ed ha assunto le caratteristiche delle guerre di religione dell'Europa del 600, e vero che l'ISIS è espressione sunnita, era stata armata dagli USA in funzione antiiraniana, o finanziato dall'Arabia saudita; è vero che il mondo islamico ha più di un motivo per avercela con l'Occidente crociato, e che il terrorismo può essere visto come una reazione a tutte le porcate che gli USA ,e l'Occidente in genere hanno posto in essere ai suoi danni, vedi Afganistan, Iraq, Siria, popolo Palestinese, ecc; ecc, ma il pensare ad uno scontro di civiltà e di religione e assurdo come il pensare che un miliardo e mezzo di cristiani  possa convertire od ammazzare un miliardo e mezzo di islamicí o viceversa.
Forse,per capirci un po’ di più sarà meglio esplorare nella direzione del "a chi giova il terrorismo", sempre che esso non possa venir associato al tipo di cultura, che è quello americano, che si è andato globalizzando a livello planetario. Quella società infatti è violentissima; 13.000 persone uccise da armi da fuoco solo l'anno scorso negli USA; numeri da vera guerra,senza che il Califfato ci abbia messo lo zampino, o quasi: un popolo zeppo di psicolabili che riescono a comunicare solo con la violenza, e che, per ottenere visibilità mediatica, ammazzano e si fanno ammazzare per finire in TV, avendo perso il riferimento tra il reale ed il virtuale.
Per il momento io vedo in chi fabbrica e in chi vende armi ai primi beneficiari del terrorismo. Si sa che, se venisse interrotto questo commercio, la pericolosità del Califfato si scioglierebbe come neve al sole, ma il rifornimento continua, perche ci sono quelli che ci guadagnano e quelli che stanno zitti e digeriscono la porcata per i vantaggi indiretti che ne derivano (posti di lavoro per i Paesi ricchi).
Poi ci sono le Destre dei vari Paesi che ci lucrano sopra in termini di consenso elettorale, poi ci sono quelli che fanno affari sull'industria della paura; poi ci sono i mass-media che hanno materiale in abbondanza per riempire le 24 ore di rincoglionimento del prossimo.
Ma poi, alla fine, il mio discorso arriva sempre alla solita conclusione capitalismo, mercato e competizione generano una cultura inevitabilmente violenta; ed essi lo sono, violenti, perché generano ingiustizia; e la loro condanna del terrorismo e solo virtuale ne hanno bisogno perché ci lucrano sopra e perché si presentano come rimedio, come "i buoni", proprio coloro che ne sono la causa.
Nella loro visione Dio è mammona, ognuno è lupo al lupo, e loro si presentano come Cappuccetto rosso, alla fine riesce a vincere...



Venerdì 10 Febbraio,2017 Ore: 23:41
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
Mauro Matteucci Pistoia 11/2/2017 23.03
Titolo: La responsabilità

Basta con la trinità capitalismo, mercato, competizione. Bisogna richiamarsi alla responsabilità personale e leggere criticamente i fatti - come insegnava don Lorenzo Milani -   senza omologarsi al pensiero unico. Sono completamente d'accordo con Mariotti della sua analisi lucida e controcorrente.
Autore Città Giorno Ora
Bruno Antonio Bellerate Rocca di Papa (RM) 13/2/2017 09.49
Titolo:Ribadisco
Ovviamente d'accordo con Mariotti non solo per l'età (io = 89!),e con Matteucci. Al primo tuttavia farei osservare che gli "statunitens" sono, sì, "americani", ma non "gli" americani, che sono ben di più e anche diversi: si tratta di una dipendenza culturale da loro, che non dispongono del termine statunitensi. Scusate e cordiali saluti.

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