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www.ildialogo.org A ruspe e manganelli Roma, per fortuna, ancora reagisce,di Stefania Salomone

Editoriale
A ruspe e manganelli Roma, per fortuna, ancora reagisce

di Stefania Salomone

Agli inizi di maggio in zona Ponte Mammolo, un insediamento di immigrati con molte donne e bambini viene raso al suolo senza preavviso e senza tutele. Migliaia di persone non sanno più dove andare, perdono quel poco che hanno senza la possibilità di recuperare oggetti, documenti, cibo.
Si dice che verranno mandati al Centro Baobab di Via Cupa. Nel frattempo molti si accampano dove possono, in condizioni che chiamare disagiate è un eufemismo. Eccoli nelle foto, donne e bambini che si lavano alla fontanella del piazzale dove prima c’era il loro unico riparo. Altri di loro dormono all’addiaccio nelle aiuole limitrofe alla Stazione Tiburtina.
Intanto gli sbarchi in Sicilia e Calabria proseguono e gli arrivi si contano a migliaia.
Il Centro Baobab viene quindi attrezzato a centro di accoglienza, ma senza aiuti “istituzionali” anche perché i migranti hanno paura della polizia e non vogliono assolutamente essere identificati.
Ma cos’è il Centro Baobab che, devo ammettere, avevo sentito nominare ma non conoscevo prima di questa vicenda? E’ una realtà particolare: autogestito da 10 anni dalla comunità di eritrei della capitale, il coordinatore si chiama Daniel Zagghay. Era un ristorante e bar molto conosciuto, luogo di ritrovo multiculturale con specialità di cucina africana ed etnica in genere, con spazio per piccole conferenze, proiezioni e dibattiti.
Dispone di un dormitorio che conta fino a 200 posti e una grande cucina. Oggi quella cucina è frequentata da giovani donne eritree o somale che, a turno, svolgono il servizio per i pasti affiancate da tantissimi volontari, romani, italiani e africani. Ci sono mediatori che svolgono un servizio fantastico e ci aiutano a comunicare tra noi.
Grazie a loro nel corridoio antistante la cucina un cartellone riporta le parole più utilizzate in dialetto tigrino, con la traduzione in italiano. E viceversa.
La cosa che più colpisce è l’incessante andirivieni di auto e di persone che portano beni di prima necessità; dai vestiti ai prodotti per l’igiene, cibi freschi e conservati. Dai primi di giugno questa realtà, che in alcune giornate ha servito oltre 800 pasti, conta unicamente sugli aiuti estemporanei della gente. Tutto questo nonostante il parere avverso di alcuni comitati di quartiere che hanno manifestato per la chiusura del centro. Non ce l’hanno fatta. In questo caso la solidarietà ha vinto.
Per poter sopperire alla scarsità di posti letto la Croce Rossa ha attrezzato una tendopoli sul lato della Stazione Tiburtina, ma sembra che non sia molto frequentata poiché presidiata dalle forze dell’ordine.
Grazie alla considerevole quantità di aiuti che arrivano quotidianamente due grandi saloni interni al centro sono stati destinati a magazzino e ci sono volontari che si occupano di catalogare e sistemare le provviste.
La vita scorre “normalmente” come in un grande villaggio e i romani di buona volontà si danno da fare come possono, ad esempio intrattenendo i numerosi bambini o preparando quelli che sono stati definiti “kit da viaggio” contenenti cibo, saponi, fazzoletti, bevande, da consegnare a tutti quei migranti che si mettono in viaggio per raggiungere altri paesi. Una sorta di “in bocca al lupo”…
 
Questo luogo rispecchia le ondate dei flussi e degli sbarchi, tanto che in alcuni giornate abbiamo contato appena un centinaio di persone. In questi giorni sappiamo che sono arrivati sulle coste oltre 800 migranti e che prima o poi li vedremo transitare di qua.
Nella scorsa settimana, per la verità si è verificato un fatto increscioso … Una delle volontarie ha accompagnato alcuni ragazzi somali a prendere il treno delle 23.00 in partenza da Roma per Bolzano e sul binario è intervenuta la polizia per impedire loro di partire. Prontamente la ragazza ha minacciato di chiamare avvocati dell’Alto Commissariato per i Rifugiati e, magicamente, i poliziotti hanno soprasseduto. Crediamo ci siano pressioni internazionali da parte dei paesi del nord Europa per scongiurare nuovi arrivi, ma ovviamente non ne abbiamo le prove. Intanto stiamo organizzando dei turni di affiancamento alle partenze.
 Domani è mercoledì, il mio turno in cucina. Prima di andare passerò a prendere un po’ di frutta e verdura fresca che in questi giorni sembra scarseggino e sarà un’altra serata certamente faticosa e caldissima, ma piena di quell’entusiasmo che ripara; tenta di rimediare alle ingiustizie e ai soprusi che i disperati devono subire perché noi possiamo starcene nelle nostre case ventilate a lamentarci per l’afa.
Stefania Salomone
 

 

 

 

 

 

 

 
 



Martedì 21 Luglio,2015 Ore: 21:02
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
giulia guzzo San Giovanni in Fiore (CS) 24/7/2015 19.59
Titolo:La violenza impera.
Non ci possono essere commenti per la crudeltà di queste immagini.
Non ci sono parole per spiegarla.
Non ci sono motivi per condividerla.
Vorrei che ci fossero uomini che la eliminassero.
Grazie mille,Stefania Salomone per questo articolo- denuncia.
 

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