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www.ildialogo.org Il 2 GIUGNO FESTA DELLA REPUBBLICA,di Raffaello Saffioti

Editoriale
Il 2 GIUGNO FESTA DELLA REPUBBLICA

NON FALSARE LA STORIA ABOLIRE LA PARATA MILITARE


di Raffaello Saffioti

Un’attesa delusa.

Chi si aspettava quest’anno che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella abolisse la parata militare del 2 giugno per la Festa della Repubblica è rimasto profondamente deluso.
Con una lettera del 3 febbraio 2015 il Presidente del CIPSI (Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale), Guido Barbera, a nome di trenta associazioni, aveva chiesto al nuovo Presidente, all’inizio del suo mandato, “un segno di Speranza e di cambiamento”.
Nella lettera era scritto:
“Se veramente vogliamo festeggiare la ‘Repubblica’ e non le Forze Armate, il 2 giugno diamo spazio alla nostra Repubblica e ai suoi cittadini. All’Italia che resiste. Che cerca faticosamente di tener duro e di non mollare la speranza, anche in questa crisi tanto difficile.
Non si può pensare di ridurre la festa della Repubblica ad una parata militare inutile e costosa. Iniziamo con il 2 giugno a guardare in modo diverso alla nostra Italia, che non è quella rappresentata nelle sfilate armate ai Fori imperiali, ma è quella degli Italiani. L’Italia ‘ripudia la guerra’. Difendiamo questo articolo della nostra Costituzione”.
Una richiesta analoga era stata rivolta nel 2013, senza successo, al Presidente Giorgio Napolitano da molti soggetti del mondo pacifista e nonviolento.
Non falsare la storia.
Interroghiamoci sul 2 giugno.
Cos’è, che senso e che valore ha la Festa della Repubblica del 2 giugno?
Che cultura esprime la parata militare?
Cosa ricordano l’Altare della Patria e i Fori imperiali di Roma?
Basta un semplice richiamo storico. Il 2 giugno del 1946 è passato nei libri di storia per segnare la data in cui si tenne il referendum istituzionale per la scelta tra monarchia e repubblica. In quel giorno l’Italia divenne Repubblica.
Contemporaneamente si svolsero le prime elezioni a suffragio universale (anche femminile) per l’Assemblea costituente, per la redazione della nuova costituzione repubblicana.
Richiamiamo il primo articolo della Costituzione italiana:
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. (Primo comma).
E l’articolo 114:
La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. (Primo comma)[1]
E l’articolo 11:
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali […]. (Primo comma)
Quale coerenza ha la parata militare con la storia del 2 giugno 1946 e la Costituzione italiana?
Quale valore educativo?
La parata militare del 2 giugno, per festeggiare la nascita della Repubblica, è il rovesciamento della verità storica. E’ in contraddizione con la Costituzione, è scandalosa ed è ormai insopportabile. E’ anacronistica, oltre che retorica.
Il 2 giugno la Festa della Repubblica dovrebbe essere celebrata non con la sfilata delle Forze Armate, ma con manifestazioni delle forze civili della Repubblica, fondata sul lavoro e sul ripudio della guerra.
Quali sono le forze vive della Repubblica? Sono le forze dell’Italia civile e ce lo dice la stessa Costituzione con i suoi primi 12 articoli sui “Principi fondamentali”. In quegli articoli ci sono i suoi valori fondanti: la giustizia, la libertà, la salute, l’educazione, ecc..
Lo scenario delle manifestazioni non dovrebbe essere la via dei Fori imperiali, evocativi del regime fascista, ma, per esempio, i luoghi del lavoro, della scienza, dell’arte, tutti i luoghi che esaltano il genio e lo spirito del popolo italiano.
Le parate militari, al contrario, sono manifestazioni della cultura della guerra, si addicono ai regimi totalitari ed esaltano un malinteso senso di Patria.
La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”.
Così recita l’articolo 52 della Costituzione (nel suo primo comma).
Ma cosa s’intende per “difesa della Patria” e “come si difende la Patria”?
Ci serve ricordare l’alto magistero morale e civile di don Lorenzo Milani.
Nella “Lettera ai Cappellani militari toscani che hanno sottoscritto il comunicato dell’11 febbraio 1965”, per difendere gli obiettori di coscienza, don Milani scrisse:
Non discuterò qui l’idea di Patria in sé. Non mi piacciono queste divisioni. Se voi però avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri.
Certo ammetterete che la parola Patria è stata usata male molte volte. Spesso essa non è che una scusa per credersi dispensati dal pensare, dallo studiare la storia, dallo scegliere, quando occorra, tra la Patria e valori ben più alti di lei”.
Questa Lettera e la “Lettera ai Giudici” (del 18 ottobre 1965) dovrebbero essere studiate in ogni scuola per educare i giovani a divenire cittadini sovrani. Le due Lettere dovrebbero essere inserite nei programmi di ogni “buona scuola”, nel senso inteso da don Milani, a volte citato a sproposito da alcuni politici (Matteo Renzi, Matteo Salvini, per esempio).
Un’altra Difesa è possibile!
C’è una buona notizia, che è motivo d’incoraggiamento, ignorata, mi pare, dai mezzi dell’informazione dominanti.
Il 22 maggio scorso è stata depositata alla Camera dei Deputati la “Legge di iniziativa popolare per la Difesa civile, non armata e nonviolenta”, primo passo della Campagna “Un’altra Difesa è possibile”.
La raccolta delle 50.000 firme necessarie era avvenuta in tutta Italia ad opera di centinaia di associazioni, gruppi, movimenti delle principali Reti del mondo pacifista, nonviolento, disarmista e del servizio civile.
La Legge “vuole dare piena attuazione agli articoli 11 e 52 della Costituzione (ripudio della guerra e difesa della patria affidata ai cittadini) e avviare nel paese una politica di difesa della popolazione, del territorio, delle istituzioni: il servizio civile, la protezione civile, i corpi civili di pace e un Istituto di ricerche sulla pace ed il disarmo, sono gli elementi centrali della proposta legislativa)”. (Dal Comunicato ai media).
Altra buona notizia. Ieri pomeriggio, in occasione delle celebrazioni per la Festa della Repubblica, la Camera dei Deputati ha aperto le porte a una nutrita rappresentanza di giovani volontari in servizio civile nazionale.
Inoltre, una interessante intervista al Presidente del Movimento Nonviolento, Mao Valpiana, è stata trasmessa da Radio Radicale, per la presentazione delle iniziative per la difesa civile, non armata e nonviolenta.
Il militarismo, che io aborrisco (Albert Einstein).
Mi piace concludere con le parole di Albert Einstein.
L’argomento mi conduce a parlare della peggiore manifestazione della vita collettiva, il militarismo, che io aborrisco.
Che un uomo trovi piacere nel marciare per quattro al suono di una banda, è quanto basta per meritargli il mio disprezzo. Costui solo per errore ha ricevuto un cervello, un midollo spinale e tutto ciò di cui avrebbe bisogno. Occorre far sparire nel più breve tempo possibile questa macchia infamante per la civiltà. L’eroismo comandato, la stupida violenza, lo spirito disgustoso che va sotto il nome di patriottismo, come odio tutto questo! E quanto ignobile mi appare la guerra! Preferirei farmi tagliare a pezzi piuttosto che partecipare a una azione così miserabile.
Ciò nonostante, la mia considerazione nei riguardi del genere umano è così alta da farmi credere che questo fantasma malefico sarebbe da lungo tempo scomparso se il buon senso dei popoli non fosse sistematicamente corrotto, per mezzo della scuola e della stampa, dal mondo politico e da quello degli affari”.
(Da Albert Einstein, Idee e opinioni)
Palmi, 3 giugno 2015
Raffaello Saffioti
Centro Gandhi
raffaello.saffioti@gmail.com
NOTE
 
[1]Questa formulazione dell'art. 114 non è quella originale che invece era: “La Repubblica si riparte in Regioni, Province e Comuni”. L'attuale formulazione fu approvata nel 2001 con la riforma del Titolo V della Costituzione varata dai governi di centro-sinistra.



Mercoledì 03 Giugno,2015 Ore: 19:37
 
 
Commenti

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Autore Città Giorno Ora
renato lombardo Palmi - RC 05/6/2015 18.44
Titolo:
Autore Città Giorno Ora
renato lombardo Palmi - RC 06/6/2015 11.17
Titolo:Se non ora quando?
Condivido l’articolo di Raffaello, vorrei aggiungere qualcosa anch’io. Dov’è il mondo della Cristianità, soprattutto cattolica?. Si è  vero siamo uno stato laico la chiesa cattolica non deve intervenire nelle questioni interne ad un altro stato, ma è anche vero che le ingerenze negli anni sono state tante(divorzio, aborto, famiglia, omosessualità, procreazione assistita, eutanasia etc. etc….) e non sempre contrastate da parte dello stato, spesso le ha subite passivamente. Tutte ingerenze fatte invocando il vangelo, allora mi chiedo perché non si è mai intervenuti  su i temi della violenza/nonviolenza, guerra, sistema militare, cappellani militari, inutili parate militari tutti in contraddizione con lo spirito del vangelo, e questo papa che tanta ammirazione sta suscitando anche in ambienti laici non ha niente da dire?. Vorrei concludere anch’io con alcune  citazioni: “la guerra è la cosa più stupida che gli uomini possano fare” –  Un vecchio Indiano d’America, tratto dal libro: “Fuori da un evidente destino” di Giorgio Faletti. “In guerra si crede di morire per la patria, ma in realtà si muore per l’industria” Anatole France Premio Nobel per la letteratura. Ciao René

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