- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (1)
Visite totali: (497) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org LA CITTA’ NELLA RETE DEL NUOVO MUNICIPIO,di Raffaello Saffioti

Editoriale
LA CITTA’ NELLA RETE DEL NUOVO MUNICIPIO

DALLA DEMOCRAZIA AL POTERE DI TUTTI (OMNICRAZIA). OLTRE I PARTITI. A VIBO VALENTIA UN LABORATORIO DI AUTOGOVERNO


di Raffaello Saffioti

*************

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo,
sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità,
e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
(Articolo 2 della Costituzione della Repubblica Italiana)
***
La democrazia, il potere della maggioranza, non sono un bene.
Sono mezzi in vista del bene, stimati a torto o a ragione.
Se la repubblica di Weimar, al posto di Hitler, avesse deciso,
per vie più rigorosamente parlamentari e legali,
di mettere gli ebrei nei campi di concentramento e di torturarli
con metodi raffinati fino alla morte, le torture non avrebbero avuto
un atomo di legittimità in più di quanto ne abbia adesso.
E un tale fatto non è in alcun modo concepibile.
Solo ciò che è giusto è legittimo.
Il crimine e la menzogna non lo sono in nessun caso.
SIMONE WEIL (1943, 1950)
***
Ognuno deve imparare che ha in mano una parte di potere, e sta a lui usarla bene,
nel vantaggio di tutti; deve imparare che non c’è bisogno di ammazzare nessuno,
ma che, cooperando o non cooperando, egli ha in mano l’arma del consenso e del dissenso.
E questo potere lo ha ognuno, anche i lontani, le donne, i giovanissimi, i deboli,
purché siano coraggiosi e si muovano cercando e facendo,
senza farsi impressionare da chi li spaventa con il potere invece di persuaderli
con la libertà e la giustizia, e l’onestà esemplare dei dirigenti.
A noi interessa una società in cui il potere politico non venga affidato a poche persone,
che lo esercitano lasciando all’oscuro la massa della popolazione.
Ci interessa una società in cui non esistano sudditi, ma cittadini i quali verificano
l’operato dei loro rappresentanti politici, discutono insieme ad essi
le deliberazioni da prendere, criticano e fanno proposte, sostituiscono i dirigenti
quando questi si dimostrano incapaci e disonesti.
In altre parole, ci interessa una democrazia diretta, contrassegnata da una cosciente
partecipazione popolare alla vita politica e da un vigile controllo dal basso
negli organi di autogoverno e di decentramento del potere.
Perché il potere sia di tutti occorre che sia concesso agli elettori il diritto di revocare
la loro fiducia a tutti gli eletti nelle pubbliche amministrazioni,
prima della scadenza del loro mandato.
(Dal mensile “Il potere è di tutti”, fondato e diretto da Aldo Capitini, Anno I – N. 1 – gennaio 1964)
***
Il mio ideale è quello di un popolo che non ha bisogno di partiti politici
(con la chiusura e il non riconoscimento dei propri limiti e della propria insufficienza),
ma che trae le sue idee ed esplica la sua attività in libere associazioni culturali,
tecniche, morali, religiose, seguendo e partecipando alla libera stampa,
solo all’avvicinarsi delle elezioni potrebbero formarsi comitati
per la designazione di uomini e per la lotta”.
(ALDO CAPITINI, Nuova socialità e riforma religiosa, 1950)
***
DIRITTO ALLA CITTA’
1. La città è uno spazio collettivo che appartiene a tutti gli abitanti,
i quali hanno il diritto di trovarvi le condizioni necessarie per appagare
le proprie aspirazioni dal punto di vista politico, sociale ed ambientale,
assumendo nel contempo i loro doveri di solidarietà.
2. Le autonomie locali agevolano con ogni mezzo a loro disposizione il rispetto
della dignità di tutti e la qualità della vita dei loro abitanti”.
(Dalla “Carta europea dei diritti dell’uomo nella città”)
***
UNA NOVITA’ NELLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE A VIBO VALENTIA DEL 31 MAGGIO 2015
OCCASIONE PER RIPENSARE IL SENSO E LA PRATICA DELLA DEMOCRAZIA
Agli occhi di un osservatore esterno balza una novità nelle prossime elezioni amministrative a Vibo Valentia. La novità è data dalla partecipazione della lista civica “CambiAmo Vibo”, espressa dal Comitato del Forum delle Associazioni Vibonesi, che ha designato come candidato a Sindaco l’ingegnere ANTONIO D’AGOSTINO.
Se questa lista avrà successo, la sua esperienza avrà un valore di esempio e segno di una tendenza alla rigenerazione della vita politica nel tempo della degenerazione e del disfacimento dei partiti.
La documentazione dell’attività svolta dalle nove associazioni del Forum per circa cinque anni nella città di Vibo Valentia fornisce le credenziali che qualificano la stessa partecipazione della lista “CambiAmo Vibo”.
Gli ultimi documenti pubblicati danno il senso di questa partecipazione che vuole essere la vera alternativa agli altri due candidati a Sindaco che hanno come riferimento o sostegno i partiti, di centro destra e centro sinistra.
Il Progetto di “CambiAmo Vibo” va collocato in un contesto più ampio, va al di là del Comune e del Vibonese, merita di essere valorizzato ed esaltato.
E’ un segno di speranza nel tempo della crisi.
Il primo confronto televisivo tra i tre candidati ha già dato la prova del modo diverso di porsi del candidato D’Agostino rispetto agli altri due candidati, Costa e Lo Schiavo, in questa campagna elettorale.
D’Agostino ha scritto in un articolo pubblicato dalla “Gazzetta del Sud” il 5 marzo scorso:
“In vista della prossima campagna elettorale ha un’importanza fondamentale che i contendenti assumano, rispetto al corpo elettorale, l’impegno di rispettare le ‘regole del gioco ’ quelle scritte (si pensi soltanto al ‘voto di scambio ’, peraltro sanzionato penalmente, all’uso degli spazi per la propaganda ed a quelli dell’informazione, ecc.), ma anche quelle che, sebbene non formalizzate, sarebbe bene sottoscrivere perché costituirebbero un forte valore aggiunto per la selezione di una rappresentanza adeguata ai bisogni della città. Il riferimento è alla formazione delle liste che non possono avere alla loro base il parametro della quantità ma, piuttosto, quello della qualità dei candidati.
… Un’ultima notazione intendiamo riservarla alle motivazioni che hanno spinto il Forum delle Associazioni Vibonesi a costituire un Comitato civico finalizzato alla formazione di una lista. Oggi, per qualcuno, questo passo può apparire una follia considerando il contesto vibonese e la stretta correlazione tra mala-politica e malaffare.
Ebbene, il nostro Comitato ritiene che, proprio per non cedere alla disperazione, l’unico argine a tutto ciò lo possano costruire i cittadini, attraverso la trama e l’ordito di una rete che deve diventare sempre più fitta e più ampia. E’ la ‘ragionevole follia del bene comune’ di cui ha parlato giorni fa Stefano Rodotà in un suo articolo su Repubblica, riprendendo un bel saggio di Franco Cassano in cui tra l’altro si legge: «Tra le ragioni che spingono ad associarsi ci può essere anche un po’ di sana follia, la scommessa di essere capaci di rompere quella forza di gravità che fa ruotare tutto intorno al potere e al proprio "particolare" … E’ possibile che questa piccola follia che porta tanti a dedicare tempo ad un’impresa incerta, duri poco … ma almeno ci si potrà vantare di aver detto ai propri figli: ci abbiamo provato».
E’ questo il progetto di ‘CambiAmo Vibo’ il cui motore è ‘il desiderio di accendere la vita e darsi una speranza, il bisogno di socialità e di rendersi utile, la reazione a ingiustizie clamorose, l’insoddisfazione per la chiacchiera rituale dei partiti’. E’ con questi sentimenti che affronteremo col massimo impegno la prossima campagna elettorale. Lo stesso impegno col quale abbiamo lavorato prima di essa e col quale lavoreremo dopo”.
FRANCESCO GALLO, membro del Comitato civico “CambiAmo Vibo”, in un articolo pubblicato sul quotidiano on line “21 righe” il 16 marzo 2015, col titolo “Ognuno è, politicamente parlando, chi lo circonda”, ha scritto:
“Viviamo ormai da tempo l’assenza della democrazia o, in ogni caso, la crisi della democrazia rappresentativa, una democrazia ‘senza popolo ’ come dice Rodotà o, come sostiene Ravelli, ‘dispotica’; una democrazia che ‘si è dissolta nelle entropie della globalizzazione e della mercificazione globale’ (Sociologo Carlo Donolo – 2014); una democrazia trasformata che ci spinge a chiederci, come ha scritto efficacemente la scrittrice e giornalista indiana Arundhati Roy «Cosa succede quando ciascuna delle sue istituzioni si è fatta metastasi fino a trasformarsi in un’entità maligna e pericolosa? Cosa succede ora che capitalismo e democrazia si sono fusi in un unico organismo predatorio dell’immaginazione limitata e ristretta, incentrata quasi esclusivamente sull’idea della massimizzazione del profitto? Viene da chiedersi se sia rimasto qualche legame tra elezioni e democrazia».
La politica, in questo processo di profonda crisi, a cui è corrisposta una società enormemente strutturata, si è burocratizzata, personalizzata, consumata, svuotata, privata di significato, diventando così politica di mercato.
I partiti, con la deideologizzazione e secolarizzazione, hanno via via perso la loro identità (destra e sinistra sono diventati puri nomi) e si sono ridotti a “macchine per fare voti” e a “partiti pigliatutto”.
Di fronte a questa realtà il XXI secolo si è aperto con movimenti che rifiutano tale democrazia formale (ricordiamo, solo per fare qualche esempio, movimenti contro la privatizzazione dei beni comuni, gli armamenti, la brevettazione dei semi e del genoma umano, etc.) e si orientano, di volta in volta, ad aprire spazi di autentica democrazia.
Noi, come Forum delle Associazioni Vibonesi, rientriamo, con la nostra specifica identità culturale, tra questi movimenti sociali e civili che vogliono radicarsi nel territorio, colmare il vuoto creato dal liberismo selvaggio che sta distruggendo il tessuto economico e sociale, specie del Sud Italia, rivendicare una democrazia dal basso, disseminare il potere e creare orizzontalità attivando tutti i possibili meccanismi della partecipazione per la crescita umana, sociale, politica e culturale della città”.
UNA FASE COSTITUENTE PER LA REVISIONE DELLO STATUTO DEL COMUNE DI VIBO VALENTIA
C’è da chiedersi se lo Statuto del Comune in vigore, dopo l’ultima modifica che risale al 2010, risulti adeguato alle nuove esigenze della comunità locale.
L’attività svolta in questi anni dalle nove associazioni del Forum di Vibo Valentia richiama la Carta del Nuovo Municipio e si inserisce nella rete delle tante città italiane nelle quali si sperimentano nuove forme di partecipazione politica.
Lo Statuto del Comune appare superato e richiede la elaborazione di nuove norme giuridiche, ispirate dai nuovi movimenti per configurare il nuovo ruolo dell’Ente locale.

 
Per attivare nuove forme di esercizio della democrazia.

 
Dalla “Carta del Nuovo Municipio”:

 
“Solo il rafforzamento delle società locali e dei loro sistemi democratici di decisione consente da un lato di resistere agli effetti omologanti e di dominio della globalizzazione economica e politica, dall’altro di aprirsi a promuovere reti non gerarchiche e solidali.

 
Il ‘nuovo municipio’ si costruisce attraverso questo percorso, finalizzato a trasformare gli enti locali da luoghi di amministrazione burocratica in laboratori di autogoverno.
Nuove forme di autogoverno, in cui sia attiva e determinante la figura del produttore-abitante che prende cura di un luogo attraverso la propria attività produttiva, sono rese possibili dalla crescita del lavoro autonomo, della microimpresa, del volontariato, del lavoro sociale, delle imprese a finalità etica, solidale, ambientale, ecc..

 
… Il nuovo municipio si dà come obiettivo un nuovo rapporto tra eletti ed elettori, oggi espropriati da logiche sovraordinate di natura economicistica che escludono dai momenti decisionali proprio i cittadini-abitanti-elettori.

 
Nuove forme di democrazia diretta

 
Il nuovo municipio si realizza attraverso l’attivazione di nuovi istituti di decisione che affiancano gli istituti di democrazia delegata, allargati al maggior numero di attori rappresentativi di un contesto sociale ed economico, per la promozione ‘statutaria’ di disegni di futuro localmente condivisi.

 
… Questi nuovi processi decisionali sono finalizzati a produrre scenari di futuro e ‘statuti dei luoghi’ a carattere ‘costituzionale’, che nella composizione degli attori che le sottoscrivono si ispirino alla complessità degli statuti comunali medievali, reinterpretandola con l’obiettivo di dare voce alle diverse componenti della società contemporanea nella definizione degli statuti.

 
Gli istituti decisionali della nuova cittadinanza comprendono:
  • una rappresentanza delle principali associazioni economiche e di categoria (artigiani, agricoltori, commercio, industria, turismo, ecc.);
  • una rappresentanza delle associazioni con finalità culturali, sociali, di difesa dell’ambiente;
  • una rappresentanza di comitati e di forum, tematici, territoriali e urbani;
  • una rappresentanza delle circoscrizioni o assemblee di quartiere, di zona, ecc..

 
Il nuovo municipio ridefinisce la composizione di questi nuovi istituti ponendo attenzione all’equilibrio fra attori
politici, economici e della società civile.
Il superamento della logica di una rappresentanza definita una tantum al momento del voto, ritrovabile nei concetti di
partecipazione e di democrazia diretta, permette di produrre politiche pubbliche più efficaci nei confronti dei soggetti
‘diversi’ (spesso coincidenti con soggetti ‘deboli’, sottorappresentati nei luoghi della decisione), coinvolgendoli
direttamente nella costruzione degli ‘statuti dei luoghi’ e delle politiche che li attuano”.

 
Il riferimento alla “Carta del Nuovo Municipio” apre una prospettiva alla campagna elettorale e
alla prossima Amministrazione Comunale per la revisione dello Statuto del Comune e dei
Regolamenti.
Dal fatto al diritto. L’esperienza pluriennale del Forum delle Associazioni di Vibo Valentia e il
Progetto “CambiAmo Vibo” sono già fonte di diritto per la elaborazione delle norme del
nuovo Statuto Comunale.

 
Nel nuovo Statuto Comunale non dovrebbero mancare, per esempio:
- norme sul “Bilancio Partecipativo”;
- norme sull’istituto della revoca degli eletti, nel caso di inadempimento degli impegni assunti col
programma nella campagna elettorale;
-norme sul riconoscimento del fondamentale diritto umano alla pace e sulla promozione della
cultura della pace, della nonviolenza e dei diritti umani, come già è avvenuto da molti anni negli
Statuti di un gran numero di Comuni, Province e Regioni.

 
E’ il caso di notare che, nella ricorrenza del Centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale, le
Nazioni Unite hanno avviato le procedure per una “Dichiarazione sul Diritto alla Pace quale diritto
umano fondamentale delle persone e dei popoli”.
A sostegno delle Nazioni Unite è in atto una iniziativa “dal basso”, denominata “diplomazia delle
città” (“City diplomacy”), con una Campagna per fare sentire la pressione degli Enti Locali sul
Governo e sul Parlamento, con l’approvazione di un “Ordine del Giorno”, attraverso una
Deliberazione che chiede, appunto, il riconoscimento internazionale del diritto umano alla pace.
La prossima Amministrazione Comunale di Vibo Valentia vorrà approvare questo “Ordine del
Giorno”?
E’ auspicabile il dibattito e il confronto tra i Candidati a Sindaco su tutti questi temi già nella
campagna elettorale.

 
Palmi, 10 aprile 2015
Raffaello Saffioti
Centro Gandhi
raffaello.saffioti@gmail.com

 

 



Domenica 12 Aprile,2015 Ore: 10:06
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
giulia guzzo San Giovanni in Fiore (CS) 14/4/2015 23.34
Titolo:Potere al popolo
Grazie al professore Saffioti che ci ha dato l'opportunità di leggere questo notevole documento e poi grazie anche al Comitato del Forum delle Associazioni Vibonesi per l'impegno profuso nella costruzione della democrazia dal basso .L'Italia da un bel pò di tempo non è un Paese retto ed ordinato secondo i principi della democrazia.Viviamo in una forma di democrazia apparente "Senza popolo " come sostiene giustamente Rodotà. Il despota si nasconde sotto abiti eleganti e a volte anche sotto felpe molto colorate. I partiti non rappresentano neanche se stessi considerate le forti incoerenze che vivono al loro interno.I rapporti sociali,i diritti civili e politici sono calpestati,offesi e affondati.Gli eletti dal popolo sono corrotti,rubano,delinquono e nonostante tutto restano attaccati alle poltrone.Non sono all'altezza del compito loro affidato dai cittadini con il voto. Cambiamo Vibo per cambiare l'Italia.

Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (1) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Editoriali

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info