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www.ildialogo.org La Pasqua religiosa - La Pasqua laica,di Mario Mariotti

Editoriale
La Pasqua religiosa - La Pasqua laica

di Mario Mariotti

La Pasqua non è un miracolo, ma un nostro compito, non da credere, ma da vivere, da costruire.


La Pasqua religiosa, che possiamo anche definire miracolosa, magica, è quella che viene gestita da S.R.Chiesa e che noi abbiamo sotto gli occhi, con le relative letture della Parola e liturgie specifiche. I Fedeli visitano il sepolcro, il Cristo crocifisso, e il mattino dopo il sabato, ecco il tripudio delle campane a celebrare la resurrezione del Signore. S.Paolo dice che essa è il fondamento della fede cristiana, e che se essa non si fosse verificata, se fosse stata un'illusione, un desiderio preso come realtà, i cristiani sarebbero il popolo più alienato del Pianeta.
"Io sono la resurrezione e la vita. Chi crede in me vivrà in eterno". Il Signore è la primizia di quello che sarà il destino degli uomini dopo la morte: chi crede in Lui, risorgerà come Lui. Ecco la speranza che riempie la vita, e la fede in Colui che trasformerà la speranza in certezza. Il sepolcro è vuoto, il Signore è risorto, Colui che è stato ubbidiente fino alla fine alla volontà del Padre, e si è lasciato assassinare per adeguarsi al disegno divino della redenzione degli uomini peccatori, è stato resuscitato dal Padre ed è asceso al cielo dopo essere apparso a coloro che dubitavano della sua resurrezione dai morti.
Su questo evento miracoloso, magico, strabiliante, viene costruito l'edificio della fede cristiana, e S.R.Chiesa, autoqualificatasi depositaria ed amministratrice del capitale inestinguibile dei meriti dell'Agnello che toglie i peccati del mondo, attraverso i bonifici dei sacramenti permette ai peccatori di tornare in grazia di Dio, in amicizia con Lui, e permette a sé stessa, in virtù del possesso delle Chiavi del Regno, di acquisire prestigio, potere, e, perché no, anche ricchezza e privilegi, che le provengono dal potere salvifico delle liturgie e degli stessi sacramenti. Questa, in estrema sintesi, la Pasqua in accezione religiosa, evento che ha nutrito la speranza e la fede del popolo dei credenti per secoli, e che, secondo S.Paolo è determinante e fondamento di tutto il resto, e che anche oggi sta alla base della speranza e della fede cristiana.
Passiamo ora a caratterizzare la Pasqua laica, ma qui devo passare dal plurale al singolare, perché quello che sto per scrivere ho paura che sia un pensiero se non proprio solo mio; ma quasi solo mio.
Ecco allora quello che penso. Secondo me, per prima cosa, il miracolo della resurrezione del cadavere del Signore, assassinato sulla croce, non è determinante in rapporto alla fede in Lui, ed alla fede in generale. Tutto quello che Lui ha detto e fatto, ha validità intrinseca, perché è dalla Verità e quindi, anche se il sepolcro non fosse stato vuoto, lo Spirito non ne sarebbe stato prigioniero, appunto perché Spirito-Dio-Verità, e nessuno può o riesce ad assassinare lo Spirito.
Il seguire i giudizi, le scelte, i comportamenti del Signore-Paradigma porta strutturalmente alla trasformazione del mondo secondo Amore e Condivisione, cioè alla costruzione del Regno, e questo indipendentemente dalla resurrezione. Ed ora passo alla seconda cosa, che é la più significativa e determinante: la resurrezione, ammesso anche che si fosse verificata, è stata seguita dall'ascensione al Cielo. Se l'Amore e la Condivisione ascendono al cielo abbandonano la Terra, il casino è grigio, e le conseguenze le vediamo le stiamo pagando in tempo reale. Cosa significa questo? Che la resurrezione non deve essere concepita come un miracolo del quale noi stessi possiamo approfittare, ma come un nostro compito dal quale non possiamo esimere, e che è specificamente nostro.
A far vivere ed operare lo Spirito sulla terra, ad essere Sue mani per portare il necessario e la gioia ad ogni vivente, a rendere presente ed operativo il Risorto per portare a compimento la creazione in quello che la Genesi mette all'inizio, e che invece sta alla fine di un impegno che passa attraverso di noi, cioè il mondo compiuto secondo Amore, non tocca più al Signore, ma a noi stessi, potenziali ed esclusivi agenti della Resurrezione, non più miracolo ma progetto, che Dio affida a noi perché ha bisogno di noi per far arrivare a noi il Suo amore per noi.
Altra cosa: siccome, senza il tralcio la Vite non può portare frutto; siccome, se l'uomo non dice sì allo Spirito e Lo incarna nella propria esperienza esistenziale, noi abbiamo il silenzio di Dio e l'inferno di questo mondo; siccome l'Incarnazione è un meccanismo strutturale che si innesca quando noi apriamo il nostro spirito alla compassione, all'indignazione, alla resistenza ed all'impegno all'amare e condividere, e questo indipendentemente dal fatto del credere o non credere; siccome infine la morte è strutturale alla vita, ma lo Spirito è più forte di lei, e passa da un tralcio all'altro quando il primo muore e il secondo Lo accoglie e Lo rende operativo attraverso sé stesso, in un certo senso la resurrezione è un evento laico che noi abbiamo sempre sotto gli occhi, tutte le volte che vediamo delle espressioni di Spirito incarnato cioè delle opere di amore, solidarietà e condivisione.
Detto questo, da cosa potrebbe aver avuto origine e su cosa si potrebbe fondare, questa mia lettura laica della Pasqua? Il mio percorso è stato lungo e travagliato trovandomi esposto alla compassione ed aperto alla solidarietà, mi sono trovato davanti al messaggio che il Signore ha voluto mandarci quando ci ha rivelato che Dio ci è padre, e che il sabato è per l'Uomo. La paternità, per me esclude l'onnipotenza, e questo si rivela chiarissimo davanti al dolore innocente ed a quello provocato dalla cattiveria degli uomini, oncologia pediatrica ed Auschwitz. Il Padre, come ogni padre, davanti al dolore di quelle Sue creature che vivono situazioni strazianti e disperate, non riuscirebbe a resistere,
Proviamo noi a metterci nei Suoi panni e capiremo. Potrebbe Dio, Padre buono, rifiutarsi di usare la sua onnipotenza per soccorrere la sua creatura, che Lui ama, solo perché Adamo ed Eva hanno peccato ed il male è stato introdotto sulla terra? Come fanno i credenti a digerire questa lettura della realtà, che fa apparire Dio stesso un Essere orgoglioso e meschino, che continua a nutrirsi del sacrificio di sangue innocente, perfino di quello del proprio Figlio? A questo proposito, e al tempo pasquale tutti quelli che fin dai primordi hanno concepito un Dio che si metteva tranquillo se uno Gli sgozzava un agnellino, anch'esso Sua creatura, dolcezza e tenerezza ed innocenza materializzate, devono solo sperare nella Sua non-esistenza, altrimenti si troveranno a dover fare i conti con Lui!
Ecco quindi, e per concludere; la rivelazione da parte di Gesù, della paternità di Dio ne esclude l'onnipotenza, e al tempo stesso la colloca nelle nostre mani “Se amerete, farete dei miracoli più grandi dei miei”: siamo noi che dobbiamo dar corpo allo Spirito, dargli resurrezione, vita ed operatività, che dobbiamo trasformare noi stessi nel Risorto e saperlo vedere in tutti coloro che, in ogni tempo e indipendentemente dalle culture e religioni, si aprono alla compassione ed improntano il proprio rapporto laico con gli altri viventi alla solidarietà, all'amore, alla condivisione.
Qualcuno pensa che sia determinante il "credere" per trovarsi Dio come alleato, disposto al perdono, pronto a salvarlo, se non nel corpo, perché tutti dobbiamo morire, ma almeno nell’anima, per l'eternità. Costui avrà brutte sorprese. Sono l'amare ed il condividere, cioè l'incarnazione dello Spirito da parte nostra, ad introdurre noi stessi nella Sua eternità già qui e già ora. La Pasqua non è un miracolo, ma un nostro compito, non da credere, ma da vivere, da costruire.
Mario Mariotti



Sabato 04 Aprile,2015 Ore: 13:17
 
 
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