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www.ildialogo.org "I frutti della caduta del Muro".,di Mario Mariotti

Editoriale
"I frutti della caduta del Muro".

di Mario Mariotti

Il Regno é vicino, il Regno é gia fra noi ..... Fosse vero... Potrebbe esserlo, vicino, potrebbe esserlo gia fra noi, se non avessimo la testa di cavolo che ci troviamo saldata fra le orecchie! Prendiamo il problema degli investimenti FIAT in Italia. Marchionne impone un referendum assurdo che chiede agli operai o di rinunciare a dei diritti costituzionali acquisiti attraverso un secolo di lotte, come quello di sciopero, o di rinunciare a sussistere in quanto tali, cioè operai, per passare alla tragica condizione di disoccupati.

Gli squallidi galoppini della trinità maligna, capitalismo, mercato e competizione, bipedi striscianti che farebbero vomitare anche Belzebove, fanno di Marchionne il loro idolo; 1o investono del compito storico di soffocare tutti quei diritti dello Statuto dei lavoratori che ha le proprie radici nel marxismo e quindi nel socialismo; ne fanno lo strumento di erosione delle conquiste dello stato sociale, gli attribuiscono il merito del nuovo modello delle relazioni industriali che verranno avanti in futuro, (il nuovo che avanza), mentre la loro sostanza implica un regresso degli operai alle condizioni di sfruttamento dei primi del 900, (i1 fascismo che ritorna).

Non più benessere e diritti, ma miseria e doveri, per poter competere su quel mercato che vede gli ex compagni cinesi) e gli ex socialisti indiani, sfruttati al massimo, in modo indegno e blasfemo, essere più competitivi di noi. Ora, perché succede tutto questo? Perché sugli operai della FIAT viene lasciato gravare il peso di un referendum che neppure era proponibile? Perché, ad ogni operaio verrà fatto firmare un foglio che lo equipara ad un libero professionista che, nel rapporto individuale col padrone, rimane esposto alla possibilità di licenziamento senza la tutela della mediazione del sindacato? Tutto questo succede perché, dopo il fallimento dell'utopia della fratellanza, del socialismo reale, nella testa della gente, e purtroppo anche in quella degli operai, sono stati interiorizzati i dogmi della trinità maligna, del capitalismo, del mercato, della competizione, che includono struttura1mente il negativo di cui gli operai stessi stanno pagando le conseguenze. Tutto questo succede, in sintesi perché oggi non esistono più né la Sinistra, né il Sindacalismo confederale, né la dimensione internazionalista che le due precedenti realtà avrebbero dovuto includere.

Come sarebbe necessario muoversi, invece, per bloccare questo schifoso e micidiale tentativo di riportare indietro la nostra storia al periodo in cui i signori padroni decidevano, e gli operai credevano, ubbidivano e venivano spediti a combattere? Per prima cosa bisognerebbe avere la sensibilità di vedere, nei vari Marchionne che costituiscono le cel1ule che formano il tessuto dell'umanità, dei veri e propri cancri, che recano dolore, che succhiano quantità tali di linfa da schiacciare e soffocare la vita di tanti piccini che vengono lasciati morire per mancanza di uno spicciolo; cancri che, in termini laici, bestemmiano la solidarietà, e, in termini re1igiosi, il Dio-Condivisione, le quali due bestemmie si equivalgono e sono una sola. Poi bisognerebbe che la politica tornasse politica, tornasse progettualità per costruire un mondo equo e solidale e che riuscisse a subordinare l’economia, e soprattutto quella finanziaria (i vari Marchionne e la maligna congrega dei banchieri e degli speculatori in borsa), a se stessa, al proprio progetto di riuscire a rendere accessibili a tutti i diritti umani fondamentali, primo fra essi quello al lavoro, che oggi, in larga parte viene negato alle nuove generazioni perché l'avidità smisurata dei ricchi porta all'economia reale del Pianeta.

Poi bisognerebbe dar vita ad una missione archeologica che riuscisse a riesumare quell'oggetto misterioso, di cui si é persa memoria, e che é costituito dallo sciopero generale; bisognerebbe riesumarlo, proclamarlo e porlo in atto, perché il problema del restauro del fascismo, in fabbrica e nella società non é certo un problema per i soli operai della FIAT, ma di tutti noi, in primis di quei precari cui viene negato un futuro positivo e dignitoso. Piantata la ferla dello sciopero generale, dopo, forse, potrebbero esserci altre vie praticabili. Negli altri Paesi, deve continuano a vendere le automobili senza andare ad intaccare dei diritti costituzionali, i governi sono intervenuti per sostenere le loro industrie in difficoltà.

Come sarebbe bello se uno mettesse Marchionne a vendere dei pop-corn all'entrata di qualche stadio o cinema-teatro; nazionalizzasse l'industria in difficoltà; prelevasse dalle tasche di quei 200 mila soggetti che l'anno passato hanno comprato dei suv da 40,60,80 mila euro, una quantità di fondi sufficiente a finanziare e rilanciare l'auto del futuro, orientando la ricerca verso nuovi strumenti di mobilità meno inquinanti e dal costo accessibile, penso ai motori elettrici o all'idrogeno, che costituiscono il futuro per l'automobile, se vuole continuare a sussistere senza finire di incancherare il resto del pianeta, incancheramento al quale, oggi, gli stessi suv, pesantissimi e dai consumi elevati, contribuiscono in modo significativo. Come sarebbe bello tutto questo, che, per materializzarsi, avrebbe semplicemente bisogno che la gente lo facesse proprio e si mettesse ad agire di conseguenza, sputanando il nostro governo che é la squallida espressione del popolo dei suv!

Fra l'altro, non é che Marchionne ci patirebbe molto: a forza di carpire prestiti in USA e di promettere quello che non mantiene da noi ha gia ragrannellato un gruzzoletto che gli permetterà di arrivare alla fine del mese. Ma, purtroppo, nella testa della gente, di tutto questo non c'é traccia! Non c’é più nessuno che dica, che rammenti, che é nel socialismo che il posto di lavoro é sacro; che é nel socialismo che si può pianificare il lavoro per i giovani; che e proprio del socialismo l’impegno internazionalista, per il riscatto di tutti gli sfruttati del pianeta; che non e fantascienza che gli occupati decidano di scegliere una povertà dignitosa affinché i propri figli abbiano il lavoro anche loro!

Basterebbe che la gente capisse che quello che oggi patisce è originato anche da quello che lei stessa pensa, ed accetta come normale, come necessario, come inevitabile ed immodificabile, cioè la trinità maligna, e la situazione potrebbe cambiare radicalmente. Se qualcuno poi volesse approfondire, dato che qualcun'altro dice sempre che noi abbiamo delle radici cristiane, allora potrebbe emergere una realtà tanto semplice quanto sconvolgente se il socialismo imposto é stato una misera cosa, (non misera per quei poveri che ieri avevano il necessario ed oggi muoiono assiderati fuori dalle porte delle chiese di Mosca), il socialismo scelto equivarrebbe, semplicemente, a cristianesimo incarnato!

Ma si vede che le nostre radici succhiano non da Cristo, ma da mammona, e tutto quello che ho detto rimane fantascienza... e il Regno, che sarebbe alla nostra portata, resta lontano, a distanze siderali .... Per adesso mi accontenterei dello sciopero generale, in attesa che la gente capisca che il privato funziona bene soprattutto per il privato, e che il futuro va ricostruito facendo dell'etica la condizione del funzionamento del pubblico; che lo sfruttamento, la miseria, l'ingiustizia sono le radici della delinquenza e del terrorismo; che tutti i problemi si risolvono sempre insieme, senza mercato e competizione, ma cooperando per il bene comune.

Mario Mariotti



Domenica 13 Febbraio,2011 Ore: 16:26
 
 
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