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www.ildialogo.org Liberarsi dall'oppressione mafiosa,di Sergio Grande

Editoriale
Liberarsi dall'oppressione mafiosa

di Sergio Grande

I manifesti anonimi a sostegno di Nicola Cosentino

Gli attentati mafiosi, si sa, non vengono mai rivendicati ma chi li subisce sa benissimo chi li ha fatti e sa a chi rivolgersi per pagare il pizzo che gli garantisce la tranquillità. Gli attentati dinamitardi servono ad intimidire che li subisce direttamente, ma anche ad intimidire tutti quelli che in qualche modo vorrebbero alzare la testa e ribellarsi al potere della delinquenza organizzata (sia essa camorra, mafia o ndrangheta).
Ma per intimidire qualcuno o una collettività non ci sono solo gli attentati. Ci sono i falsi dossier o le lettere anonime inviate alle procure o ai giornali o anche i manifesti anonimi fatti affiggere nottetempo. Famosi furono i manifesti anonimi contro il banchiere Roberto Calvi , fatti affiggere da Michele Sindona all'alba del 13 novembre 1977 a Milano con lo scopo di ricattarlo ed indurlo a sostenerlo finanziariamente.
E’ un po’ quello che è successo in questi giorni  con il caso di Nicola Cosentino ,  Sottosegretario di Stato del Ministero dell'Economia e delle Finanze del governo Berlusconi , di Casal Di Principe, costretto alle dimissioni per le sue implicazioni con lo scandalo della cosiddetta P3 e per aver preparato un dossier infamante ai danni di un suo stesso sodale di partito, l’attuale governatore della Campania Caldoro.
Dopo le dimissioni di Cosentino sono comparsi per Napoli dei manifesti a suo sostegno di cui qui a fianco riproduciamo una immagine. Manifesti, come si vede, rigidamente anonimi come per l’appunto sono anonimi gli attentati dinamitardi. Ma coloro per i quali quei manifesti anonimi sono stati scritti sanno benissimo chi li ha scritti e fatti affiggere. Come Roberto Calvi nel lontano 1977 sapeva benissimo chi era l’autore dei manifesti che tappezzarono il centro di Milano, così oggi i destinatari dei manifesti a sostegno di Cosentino sanno benissimo chi sono gli autori e che cosa essi vogliono.
I manifesti a sostegno di Cosentino, che sono stati affissi nei pressi della sede del PDL napoletano, hanno evidentemente un duplice destinatario: da un lato il capo del governo, che non è riuscito a salvare Cosentino dalle dimissioni, dall’altro l’opinione pubblica e i partiti di opposizione che avevano chiesto a gran voce le dimissioni del sottosegretario, di cui qualche mese fa era stato chiesto l’arresto per collegamenti con la camorra (Vedi di seguito manifesto del PD campano). Arresti fra l’altro confermati da una sentenza della Corte di Cassazione che ha giudicato corretti gli atti dei giudici napoletani.
Il messaggio mafioso scritto in quelle parole è chiaro: Cosentino non è solo e chi lo tocca corre grossi pericoli. E che si tratti di un manifesto di tipo mafioso è del tutto evidente e deriva dalla mancanza di una firma politica che, evidentemente, non poteva esserci visto quello che sta succedendo nel PDL campano dopo la scoperta del falso dossier ai danni del governatore della regione.
I sostenitori di Cosentino hanno scelto oggi in Campania la strada del manifesto intimidatorio.  Occorre chiedersi perché. Sono evidentemente in difficoltà ma vogliono far capire di non essere disponibili a cedere su nessuno dei propri interessi. Ed è proprio su questi interessi che le forze politiche oneste della regione Campania dovrebbero concentrare il proprio intervento, portando alla luce gli intrecci economici e politici che stanno dietro ad una vicenda che ha messo in luce un degrado ed un marciume che non ha eguali nella storia del nostro paese.
Possono i cittadini onesti della Campania e dell’Italia continuare a tollerare un simile stato di cose? La nostra risposta è scontata ed è NO!



Venerd́ 16 Luglio,2010 Ore: 16:15
 
 
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