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www.ildialogo.org La storia è maestra,di Michele Zarrella *

Otto domande, otto risposte l'otto ogni mese
La storia è maestra

Ma l’Homo sapiens sceglie il profitto


di Michele Zarrella *

Ogni volta che la scienza con nuove teorie ha intaccato privilegi e posizioni acquisite per imporsi queste nuove teorie hanno fatto fatica. Perché?

Se una teoria scientifica danneggia chi detiene il potere economico quel potere gli si rivolta contro e la scredita. Inizia una lotta fino a quando la scienza non vince.

È successo più volte nella storia umana?

La battaglia più famosa che ricordo è quella sui rischi dal fumo di sigaretta. Per decenni i produttori di tabacco hanno screditato il lavoro e la reputazione dei medici che ne sostenevano i danni alla salute.

E chi ha vinto?

Alla fine è dovuta intervenire la magistratura che ha condannato i produttori di sigarette a pagare gli eredi dei defunti. Il bello è che solo allora la lobbie del tabacco si è decisa, non a ritirare il prodotto, ma a scrivere su ogni pacchetto di sigarette che il fumo danneggia gravemente la salute.

E perché lo hanno fatto?

Non certo per la salute dei cittadini, ma per evitare ulteriori condanne economiche.

Quale altra volta è successo?

Beh, con l’amianto. Già dalla metà del secolo scorso si sapeva il danno alla salute di tale materiale e ciononostante si è continuato per decenni a produrlo e a lavorarlo. È successo con tanti prodotti chimici, con le scorie nucleari, con l’ILVA di Taranto, con l’Isochimica di Atripalda (AV), ecc. Purtroppo i danni ambientali una volta fatti restano per secoli e la difficoltà di dimostrare un rapporto chiaro di causa-effetto tra la sostanza e la patologia fa perdere nel frattempo le tracce delle responsabilità criminali.

È così anche per il riscaldamento globale?

Sì. È proprio così. Il metodo dell’Homo sapiens è sempre lo stesso. È identico al problema del fumo, a quello dell’amianto e di altri prodotti nocivi alla salute. A partire dagli anni Novanta i petrolieri si comportano allo stesso modo contro gli scienziati che affermano con estrema probabilità (95-100%) la causa antropologica del riscaldamento globale. Le lobbie assoldano i mercanti del dubbio, i depistatori e infangatori di professione, deputati a seminar diffidenza e zizzania per bloccare ogni decisione politica che potesse ledere i loro “sporchi” profitti, anche se in gioco c’è la vita stessa della nostra specie. Le lobbie petrolifere pur al corrente delle responsabilità dei combustibili fossili nel cambiamento climatico per decenni lo hanno negato, e molte altre società dell’energia fossile hanno segretamente finanziato istituti culturali o singoli scienziati per spargere scetticismo o negare le responsabilità umane nell’aumento della temperatura globale.

È un comportamento da sapiens?

No. Affatto. Perché col fumo, con l’amianto, con la tossicità dei prodotti finiti, con l’interramento dei rifiuti tossici senza precauzione, con l’emissione dei particolati sottili con lo sversamento in falda di liquidi tossici si danneggiano parte della popolazione, ma col riscaldamento globale si mette a rischio tutta l’umanità. Anche la vita di coloro che ne fanno “sporco” profitto.

Quale logica guida tale comportamento?

È una logica che non riesco a capire: il profitto prima della salute. Ripeto la salute di tutti. Anche di quelli che ci guadagnano. Mi vengono in mente le parole di Papa Francesco che, al paragrafo 55 dell’enciclica LAUDATO SI’, scrive: “Se qualcuno osservasse dall’esterno la società planetaria, si stupirebbe di fronte a un simile comportamento che a volte sembra suicida.” A questo punto c’è da chiedersi: “A quando il riscatto? Quando l’Homo sapiens sapiens vuole attestare la sua sapienza?”. Sarebbe magra e amara soddisfazione poter dimostrare al 100% il “chiaro” rapporto di causa-effetto tra la combustione delle fonti fossili e la sparizione della nostra specie.

Gesualdo, 8 maggio 2018

*Ingegnere e astrofilo

Per contatti

zarmic@gmail.com

sito web: digilander.libero.it

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Domenica 06 Maggio,2018 Ore: 04:44
 
 
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