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www.ildialogo.org I CAMBIAMENTI CLIMATICI CI SONO SEMPRE STATI,di Michele Zarrella

Otto domande, otto risposte l’otto del mese
I CAMBIAMENTI CLIMATICI CI SONO SEMPRE STATI

Ma oggi l’atmosfera si sta riscaldando con eccessiva velocità


di Michele Zarrella

I cambiamenti climatici ci sono sempre stati perché preoccuparsi?

Gli scienziati, scavando le carote di ghiaccio a chilometri di profondità,  sono riusciti ad ottenere i grafici delle variazioni della temperatura, della concentrazione di CO2 e del livello del mare fino a quasi 800 000 anni fa. Tali grafici mostrano che quando la concentrazione di CO2 è bassa la temperatura è bassa  –  si sono avute le ere glaciali – , quando la concentrazione di CO2 è alta la temperatura è alta –  si sono avute le ere interglaciali. Le preoccupazioni sono di due ordini. Il primo è che l’eccessivo aumento della concentrazione di CO2 porterà ad un aumento eccessivo della temperatura e la sfida di un’era calda non l’abbiamo mai affrontata; la seconda è che tale era sta arrivando al gran galoppo e non in un intervallo di tempo di migliaia e migliaia di anni, come è successo per le ere glaciali, dando così il tempo alla nostra specie di adattarsi. Per questo ci dobbiamo preoccupare.

Quali saranno gli scenari futuri?

È sempre difficile e a volte puerile fare previsioni a lunga scadenza, come se fossero annunci profetici, ma sta di fatto che con i moderni modelli del clima e i potenti computer, che usano aggiornatissimi software, rimodulano giorno per giorno con dati aggiornati la situazione in continua evoluzione e ci annunciano possibili scenari in determinati intervalli che tengono conto di alcune incertezze. Gli scenari che mostra l’IPCC sono principalmente quattro. Essi variano a seconda di come ci comporteremo. Dal più catastrofico secondo il quale trascureremo del tutto il problema e continueremo a immettere CO2 nell’atmosfera ai ritmi attuali portandoci ad una concentrazione intorno alle 1000 parti per milione (ppm), al più sapiente: quello che coglie con prontezza i processi di cambiamento abbandonando del tutto entro il 2050 le fonti fossili e contenere l’aumento della CO2 intorno alle 430 ppm.

Per la Terra non succederà nulla?

Per la Terra il cambiamento climatico sarà semplicemente un piccolo singhiozzo. Essa continuerà imperterrita – per altri 5 miliardi di anni – a ruotare su se stessa e a girare intorno al Sole, fino a quando la nostra stella diventerà una gigante rossa e l’abbraccerà in una nuvola di fuoco e fiamme.

Cosa fare?

Secondo Naomi Klein ci vorrebbe una rivoluzione: una società che abbandoni drasticamente le fonti fossili e le azzeri entro il 2050 rivolgendosi seriamente alle rinnovabili. È interesse di tutti. Continuare ad emettere CO2 agli attuali livelli, o a livelli addirittura superiori, ci esporrebbe a dei rischi che non ha alcun senso correre. James Hansen, nel suo libro del 2009, Tempeste - Il clima che lasciamo in eredità ai nostri nipoti, l'urgenza di agire, consiglia di riportare la concentrazione di CO2 a 350 ppm.

La scuola può fare qualcosa?

La scuola è il futuro di ogni società. La scuola deve fare tutto quanto è nelle sue possibilità e capacità. L’ignoranza è madre di vizi e peccati scellerati, diceva Galileo Galilei. Compito della scuola è combattere l’ignoranza informando e mettendo a conoscenza dei dati scientifici le giovani generazioni. La scuola dovrebbe essere in prima linea in questa “battaglia” contro l’ignoranza, mettendo in campo tutte, ma proprio tutte, le sue grandi, stupende, generose e spesso eroiche potenzialità. La scuola è a contatto con le giovani generazioni, che il futuro lo vivranno, e perciò sono le più interessate e devono essere le più informate. Il futuro appartiene a loro. La colpa dell'inquinamento che lasciamo è delle ultime quattro generazioni, che hanno sporcato più delle 9996 che le hanno precedeute, le quali dovrebbero chiedere almeno perdono e ora, pentite, impegnarsi con i giovani a cambiare radicalmente questo modello di società.

Anche gli altri mezzi di comunicazione dovrebbero contribuire alla cultura della gente.

La cultura non è nello studio, ma è quella che va oltre: è un fatto di vita, non di sapere. È conoscenza del mondo e di come relazionarsi con esso; è un modo di sentire e di ragionare; è capacità autonoma di giudicare e di interpretare; è quello che permea, guidando, i nostri comportamenti quotidiani e ci accompagna come l’abito che indossiamo. La conoscenza è potere, diceva Francesco Bacone. Capire è l'unico modo per far sì che le nostre azioni diventino efficaci. E' solo così che si potrà realizzare la vera rivoluzione pacifica e costruttiva nell’interesse di tutta la specie umana compresi gli approfittatori dei beni comuni che stanno inquinando l’atmosfera e rovinando la vita di tante specie.

È questa la rivoluzione auspicata dalla Klein nel suo libro “Una rivoluzione ci salverà”?

La Klein pone l’attenzione sul futuro della nostra specie e sulle questioni economiche che guidano le scelte degli uomini, incolpando anche quei dirigenti di gruppi ambientalisti, che hanno tradito la causa che avevano abbracciato, passando addirittura dall'altra parte del campo. John Muir, scrittore naturalista, descrivendo alcuni industriali li definì: "devoti a uno spirito commerciale devastante" che "invece di levare gli occhi al Dio delle montagne, li levano all'Onnipotente Dollaro". La Klein propone a tutta l’umanità una vera rivoluzione che azzeri immediatamente l’uso delle fonti fossili e fondi lo sviluppo sulle fonti a zero emissioni di CO2. Le sue proposte sono:

  • una tassa ad aliquota ridotta sulle transazioni finanziarie, potrebbe fruttare quasi 650 miliardi di dollari l'anno;
  • la chiusura dei paradisi fiscali, si avrebbero 190 miliardi di entrate;
  • una tassa sui miliardari dell'1 per cento, porterebbe 46 miliardi di dollari l'anno;
  • tagliare del 25 per cento i budget militari, porterebbe 325 miliardi di dollari stando ai dati del 2012;
  • un'imposta di 50 dollari per ogni tonnellata di CO2 emessa nei paesi sviluppati, porterebbe 450 miliardi di dollari;
  • l'eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili, comporterebbe un risparmio di 775 miliardi di dollari l'anno.

Se non lo sapevate le industrie petrolifere prendono sussidi statali per 775 miliardi di dollari.

Ma allora è possibile pensare ad un mondo migliore?

Le proposte della Klein sono a livello globale e, anche se non esaustive, sono pienamente condivisibili. Ma anche a livello personale, per quel po' che conta, ognuno di noi può fare la sua parte: aborrendo l'uso delle fonti fossili il più possibile e utilizzando le rinnovabili. Secondo la  “Relazione speciale sulle fonti energetiche rinnovabili”  dell’IPCC, datata NAZIONI UNITE, 9 maggio 2011, in cui sono previsti 164 scenari futuri, in uno di essi, si afferma che, con le attuali tecnologie, si potrebbe sopperire tramite le fonti rinnovabili, entro il 2050, all’80 per cento dell’energia richiesta dall’intera umanità; e secondo un rapporto del WWF “The energy report 100% rinnovable energy by 2050”, lo si potrebbe fare al 100 per cento. Oggi, rispetto al 2011, le tecnologie rinnovabili sono diventate molto più efficaci ed economiche, pertanto siamo di fronte a un bivio energetico. Sulla nostra strada un incrocio con due cartelli: uno indica il futuro che trasforma l’energia scavando fossili dal terreno e bruciandoli, l’altro indica il futuro che trasforma l’energia prendendola dalle fonti rinnovabili.

                                Risultati immagini per bivio stradale

 Dobbiamo imboccare una direzione. Quale imboccheresti tu, lettore?

Gesualdo, 8 maggio 2015

 

Michele Zarrella

Per contatti zarmic@gmail.com

sito web: http:

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Giovedì 07 Maggio, 2015 Ore: 23:51
 
 
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