- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (530) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Chi dimentica la storia è condannato a riviverla,di Michele Zarrella

Otto domande, otto risposte l’otto del mese.
Chi dimentica la storia è condannato a riviverla

Kyshtym, Windscale, Three Mile Island, Tokaimura, Chernobyl, Fukushima e Onagawa.


di Michele Zarrella

 
Aprile 1986 – aprile 2011. 25 anni fa il disastro di Chernobyl. Quale lezione?
L’incidente di Cernobyl rilasciò una quantità di radiazioni enorme:100 volte maggiore di quella rilasciata dalle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki. E le conseguenze furono tragiche. Oltre ai 65 morti “ufficiali”, ma contestati dalle associazioni antinucleariste che ne contano migliaia. 350.000 persone evacuate, molte di esse morirono o subirono danni insanabili. Gli effetti si estesero fino in Inghilterra. In Italia, a oltre 1000 km di distanza furono buttate al macero molte coltivazioni agricole, la produzione del latte, ed altri prodotti. I disastri nucleari producono danni gravissimi e per un tempo enorme. Quindi la lezione è quella di imparare dal passato.
L’uomo che dimentica la propria storia è condannato a riviverla. Ho sentito questa frase dall’ex Presidente della Repubblica Ciampi, ma si applica bene al discorso del nucleare. Per parlare solo dei disastri che hanno avuto maggiore risonanza e per dire che questi sono fatti, che è storia e non emozioni, ne ricordiamo alcuni.
Kyshtym (Unione Sovietica) con 270.000 persone coinvolte; Windscale, dal 1981 Sellafield, (Gran Bretagna) con 300 morti per cause ricondotte all'incidente (malattie, leucemie, tumori); Three Mile Island (Harrisburgh, Usa) con 3.500 persone evacuate; Tokaimura (Giappone) con tre morti al momento dell’incidente mentre altre 400 furono esposte alle radiazioni, Chernobyl e oggi Fukushima. E notizie dell’ultima ora Onagawa.
Perché fanno tanto paura gli incidenti nucleari?
Le particelle radioattive colpiscono di nascosto come messaggeri di morte invisibili e durano per un tempo estremamente lungo. A 25 anni dal disastro di Chernobyl la città che ospitava i lavoratori addetti alla centrale e quelli dell’indotto fu evacuata con grave ritardo e con gravi danni alla popolazione per colpa di una cattiva informazione. Oggi è ancora una città fantasma. La zona intorno a Chernobyl è militarizzata e sorvegliata. Non si vedono uccelli che volano, né si sentono cinguettare. Uno strano silenzio avvolge i luoghi intorno alla centrale.
Ma cos’è allora la radioattività?
È l’emissione di energia sotto forma di radiazioni da parte di alcuni nuclei atomici instabili che tendono naturalmente a stabilizzarsi. Tale fenomeno detto anche decadimento radioattivo consiste nell’emissione spontanea di particelle alfa, beta o gamma. Siamo costantemente sottoposti a radiazioni. Per esempio il radon è un gas radioattivo ed è emesso dalle rocce vulcaniche quindi e ce lo abbiamo tutti nelle nostre case. E poi il sole emette raggi ultravioletti (UVA e UVB). Al di sotto di certi valori l’effetto provocato sul corpo umano è sopportabile, mentre al di sopra diventa pericoloso.
Faccia un esempio semplice.
Se passo la mano sul fuoco ad una certa distanza e per pochi secondi la riscaldo ed ho un effetto anche piacevole quando fa freddo, ma se la tengo ferma per un certo tempo beh… rischio la scottatura o peggio. È chiaro quindi che se ci troviamo in una zona radioattiva il rischio diventa sempre maggiore quanto maggiore è la radioattività e maggiore è il tempo che ci resto.
Ma come si misura la radioattività?
Con i contatori Geiger che contano il numero di decadimenti al secondo. L’unità di misura è il Becquerel (Bq). 1 Bq equivale a un decadimento al secondo. Ma ciò che interessa è la quantità di radiazione assorbita. Nella maggior parte dei casi le onde quando incontrano un corpo per circa una metà vengono riflesse e per la rimanente parte vengono assorbite provocando un riscaldamento. Cosa che succede al nostro orecchio quando usiamo il cellulare. Allora per misurare l’energia assorbita si usa il Gray. 1 Gray equivale all’energia di un Joule assorbita da 1 kg di materia. Se siamo sottoposti a radiazioni beta o gamma 1 Gray equivale a 1 Sv (sievert) che è l’unità di misura di dose equivalente di radiazione, cioè che provoca effetti sul corpo umano.
E quanto è la dose sopportabile?
In un anno un uomo non dovrebbe essere sottoposto a radiazioni che superino il millesimo di sievert. Lo stabilisce la Pubblicazione 103: Raccomandazioni della Commissione Internazionale per la Protezione Radiologica (I.C.R.P.) adottate nel marzo 2007. In esse vengono stabiliti i limiti di dose efficace, misurato in sievert (Sv).
Allora al di sotto di questo limite non ci sono danni per la salute.
Attenzione. Questo non vuol dire che non ci sono danni alla salute. Il limite è un compromesso che stabilisce un rischio ritenuto accettabile per un'attività necessaria. Per esempio un certo numero di malattie, di effetti genetici o somatici (tumori, leucemie, ecc.) o un numero di morti ogni 100.000 persone per le popolazioni residenti. Questo limite di dose efficace per l’esposizione lavorativa è molto elevato. Esso è pari a 100 mSv in 5 anni, senza superare però i 50 mSv in un anno. Per l’esposizione del pubblico, come dicevamo, il limite è di 1 mSv in un anno.
Ma quando un’attività è necessaria?
Bella domanda. Rispondo prima di tutto che il nucleare non è un’attività necessaria perché l'energia elettrica che ci dà il nucleare la possiamo ottenere con altre forme di tecnologie molte meno pericolose. Mi riferisco alle tecnologie che sfruttano le fonti rinnovabili. Un’attività è da ritenere necessaria (come può essere una vaccinazione) quando essa produce dei miglioramenti alla vita umana senza danneggiare altre forme di vita e quindi nel rispetto della biosfera, che è la casa in cui abitiamo.
Gesualdo 8 aprile 2011
Michele Zarrella
Per contatti
 


Venerdì 08 Aprile,2011 Ore: 11:15
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Ambiente

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info