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www.ildialogo.org Le energie rinnovabili sono “democratiche”,di Michele Zarrella

Le energie rinnovabili sono “democratiche”

Fonti gratuite,libere e distribuite su tutto il pianeta


di Michele Zarrella

 
Il sole, il vento sono forme di energia libere e equamente sfruttabili da tutti i cittadini. Chiunque ne può usufruire gratuitamente su tutto il pianeta. Allora perché affannarci a “succhiare” (come vampiri) il petrolio, il carbone e il gas dalle viscere della Terra? Perché continuare ad immettere diossido di carbonio (CO2) nell’atmosfera provocando un cambiamento eccessivo nell’equilibrio dinamico raggiunto da gaia nei suoi 4,5 miliardi di anni di vita?
Una risposta lampante è che l’attuale economia e l’attuale industria si sono sviluppate in questi ultimi secoli sullo sfruttamento delle fonti fossili (carbone, gas e petrolio). Per cucinare, per viaggiare, per illuminare la gente si è trovata ad utilizzare energia derivante dalle suddette fonti e non si è resa conto che questo comporta una modifica della composizione dell’atmosfera con conseguente aumento di CO2 e parallelo aumento della temperatura. Accade così: se il mondo “gira” in un certo modo ci si adegua ad esso. Se la pubblicità ci bombarda di messaggi siamo obbligati a scegliere quello che essa ci propone altrimenti siamo “fuori” dalla società. Si preferisce ignorare gli appelli e le considerazioni degli scienziati, anche perché spesso sono smentiti da altri scienziati. Sembra di rivedere la guerra alle multinazionali del tabacco. Ogni volta che usciva un articolo contro la pericolosità del fumo per la salute, ne usciva un altro che ne attestava il contrario. E la gente rimaneva disorientata e non riusciva a prendere una decisione. Però oggi, dopo alcuni decenni, sappiamo come è andata a finire: la Philip Morris è stata condannata al risarcimento di centinaia di milioni di dollari ai parenti dei fumatori morti per tumore e tutte le multinazionali si sono affrettate a scrivere sui pacchetti di sigarette: IL FUMO UCCIDE, mettendosi, così, a riparo da eventuali denunce e successive condanne a risarcire i danni.
Così oggi: l’attuale economia e l’attuale industria si è sviluppata sullo sfruttamento delle fonti fossili e le grandi multinazionali, che ne detengono il monopolio, vogliono “dominare” l’economia e la politica planetaria, anche se questo porterà, come per il tabacco, a danni per la salute umana. Con la differenza che per il tabacco si trattava di singole persone, mentre con l’aumento della temperatura si tratta di cambiamenti climatici che riguardano centinaia di milioni di persone se non addirittura l’intera umanità.
È opportuno rendersi conto che questo modello di società basato sulla produzione di energia da fonti fossili sta provocando gravi danni e non può continuare all’infinito. Il panico non è un buon consigliere e non porta utilità a nessuno, ma approvvigionarsi dell’energia necessaria da fonti rinnovabili è un comportamento razionale e ormai sta diventando indispensabile per più motivi.
Quindi puntiamo decisamente alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Ogni nazione potrà rendersi in gran parte dipendente da tali fonti che sono gratuite, libere e equamente distribuite su tutto il pianeta. Così facendo ogni nazione può rendersi indipendente dalle grandi multinazionali che, con la loro ingordigia di aumentare sempre più il profitto, non pensano ai danni globali che stanno provocando. Prova ultima il disastro che si sta consumando nel Golfo del Messico: pensano solo ai propri affari e non ai danni che provocano a tutti.
La gente di fronte a notizie contrastanti (o addirittura false) si accontenta di quello che ha e che ha sempre avuto. Non fa uno sforzo per cambiare sia culturalmente, sia negli acquisti, sia nelle proprie azioni. Pensa: “Tanto quello che faccio personalmente è poco e non cambia il mondo”. E invece non è così.
Ogni nazione sfrutti le proprie fonti rinnovabili di cui è ricca, ma soprattutto lo faccia ognuno di noi: sul proprio tetto monti un impianto fotovoltaico, nel proprio giardino (se ci sono le condizioni) monti un piccolo impianto eolico. Incominci ognuno di noi a rendersi indipendente il più possibile dalle fonti fossili. Ognuno cambi idea e inizi a fare quello che può, fin da ora.
In Europa, l’Italia è la seconda nazione, dopo la Germania, nella produzione di energia elettrica con il fotovoltaico. Grazie agli incentivi statali molti cittadini stanno montando sul proprio tetto un impianto fotovoltaico. Poiché l’accesso a tali incentivi è consentito fino al 31 dicembre 2010 e fino ad un massimo di 1200 MW installati. Non sappiamo come reagirà il mercato alla scadenza degli incentivi, pertanto sarebbe opportuno che tutte le forze politiche si adoperino affinché venga prorogata la legge sugli incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
In tutto il mondo gli investimenti nelle energie alternative crescono, mentre quelle nelle industrie del petrolio e del gas diminuiscono. La Cina sta investendo massicciamente in questo settore e punta a diventare leader mondiale delle energie rinnovabili.
La ricerca sta facendo passi da gigante nel produrre celle fotovoltaiche e specchi in grado di sfruttare l’energia solare che arriva abbondante sulla Terra, tanto da poter sopperire a tutte le necessità dell’umanità. Inoltre, per produrre energia elettrica, si stanno mettendo in atto tecnologie che sfruttano l’effetto piezoelettrico di alcuni minerali o il fenomeno dell’induzione elettromagnetica, con applicazioni che prevedono perfino l’utilizzo dei passi umani o qualsiasi altro movimento.
Concludendo quello che deve cambiare è il nostro modo di pensare e di comportarci. Ogni volta che acquistiamo un apparecchio elettrico, un’automobile, un elettrodomestico dobbiamo stare attenti al consumo di questi apparecchi e scegliere quelli che inquinano meno. Anche se il costo al momento dell’acquisto è maggiore, usandoli recupereremo il suddetto costo maggiore e poi continueremo a risparmiare, ma soprattutto ad inquinare meno. In questo modo contribuiremo ad attuare l’impegno preso dall’Italia, che ha aderito al protocollo di Kyoto, di ridurre, entro il 2020, del 20% le proprie emissioni di CO2 rispetto a quelle che emetteva prima del 1990.
Gesualdo, 22/06/2010
Michele Zarrella

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Martedì 22 Giugno,2010 Ore: 11:58
 
 
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