Dopodomani, 30 novembre 2015, inizia a Parigi la Conferenza internazionale sul clima che vede la partecipazione di oltre 190 Paesi. Obama ha detto che questa è l’ultima generazione che può porre rimedio ai danni finora provocati al clima ed ha bocciato il progetto per la costruzione dell’oleodotto Keystone che avrebbe dovuto portare 800 000 barili di petrolio al giorno estratti dalle sabbie bituminose dell’Alberta dal Canada al Golfo del Messico. Un altro passo importante verso la de carbonizzazione che dovrebbe avvenire al massimo entro il 2050. Il Summit di Parigi assume la valenza di ultima occasione per sottoscrivere un accordo vincolante per la limitazione del riscaldamento globale al di sotto dei 2 °C comunemente fissato come limite ancora accettabile. E speriamo che lo sia. I Paesi ricchi che hanno abbondantemente inquinato la biosfera dovrebbero impegnarsi con finanziamenti adeguati e immediati ad aiutare i Paesi più poveri a saltare la fase delle fonti fossili e passare direttamente alle fonti rinnovabili visto che le tecnologie già esistono. Risulta improrogabile la sfida epica all’attuale modello economico di crescita. L’uomo non può pensare che le fonti fossili siano inesauribili, né può continuare ad inquinare la biosfera, quella che il Papa chiama casa comune. Il problema oltre che economico è morale. Morale lo è sempre stato, ma ora è arrivato al culmine tanto da rischiare di mettere in gioco la sopravvivenza della specie. A riguardo mi limito a citare solo due autori: Papa Francesco e Carlo Rovelli.

Nell’enciclica LAUDATO SI’, papa Francesco scrive: Se qualcuno osservasse dall’esterno la società planetaria, si stupirebbe di fronte a un simile comportamento che a volte sembra suicida (55).

Nel libro Sette brevi lezioni di fisica, Carlo Rovelli scrive:

I cambiamenti climatici e ambientali che abbiamo innescato sono stati brutali e difficilmente ci risparmieranno. Per la Terra sarà un piccolo blip irrilevante, ma non credo che noi lo passeremo indenni; tanto più dato che l’opinione pubblica e la politica preferiscono ignorare i pericoli che stiamo correndo e mettere la testa sotto la sabbia.

Siamo di fronte ad una sfida epica: proteggere l’umanità e tutte le specie viventi dagli effetti dei cambiamenti climatici.La politica a Parigi deve smettere di rimandare l’assunzione di impegni decisivi e vincolanti che portino all’abbandono delle fonti fossili; smettere di continuare con lo sfruttamento irresponsabile delle risorse naturali; deve, invece, adottare pratiche vincolanti rispettose dell’ambiente. Anche noi, personalmente, dobbiamo fare la nostra parte: porre molta attenzione all’uso di energia derivante da fonti fossili riducendola al minimo e aborrendo gli sprechi. Siamo la causa del riscaldamento globale, ma anche la soluzione. Cambiamo i nostri comportamenti: facciamo questo salto verso la salvezza.

Gesualdo, 28 novembre 2015

Michele Zarrella

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