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www.ildialogo.org LE MORTI NEL MEDITERRANEO E IL RISCHIO DELLA DISUMANIZZAZIONE,di Genti di Pace-j

Riflessione
LE MORTI NEL MEDITERRANEO E IL RISCHIO DELLA DISUMANIZZAZIONE

di Genti di Pace-j

Milano, 24 agosto 2009
 
Il dibattito politico di questi giorni è stato segnato dalla notizia della morte nel Canale di Sicilia di 73 cittadini eritrei in fuga dalla guerra. Del gruppo di profughi partiti dalle coste della Libia soltanto cinque sono riusciti ad arrivare vivi in Italia. Poche ore dopo il loro arrivo in Italia, il Ministro dell'Interno ha espresso dubbi sulla veridicità dei loro racconti e la Procura di Agrigento ha annunciato la loro iscrizione nel registro degli indagati per il reato di immigrazione clandestina.
Come Genti di Pace junior (http://mondomisto.blogspot.com) – movimento di giovani italiani, stranieri e figli di immigrati nati e cresciuti in Italia – siamo impegnati nella costruzione della convivenza a Milano. Da tempo sentiamo intorno a noi, nei luoghi di lavoro e di studio, il rischio dell'indifferenza. C'è un clima di assuefazione che porta a registrare la morte dei clandestini nel Mediterraneo come un “normale” fatto di cronaca o addirittura una tragedia cercata. La morte di queste persone non scandalizza più. Assistiamo a un imbarbarimento culturale. Ormai, non solo fa paura chi è straniero, ma lo si insulta e maltratta, spogliandolo della sua dignità umana. Di fronte al susseguirsi degli sbarchi dei profughi, anziché farsi coinvolgere dalle loro storie e chiedersi cosa fare per fermare la guerra nei loro Paesi, molti Italiani reagiscono chiudendosi in un atteggiamento sempre più “difensivo”: tutto ciò che arriva dall’esterno è una minaccia.
In questo senso, ci preoccupa il gioco “Rimbalza il clandestino” diffuso dalla Lega Nord su Facebook e poi sospeso. Lo scopo del gioco è fermare l'invasione dei “nemici” respingendo le barche dei clandestini, che spariscono dallo schermo accompagnate da un suono di vittoria. L'ideatore del gioco dichiara: «Abbiamo deciso di puntare molto sull'interattività e sulla Rete, cercando di coinvolgere scherzosamente i giovani e sensibilizzarli su quello che, in realtà, è un fenomeno reale che affligge le nostre coste» e: «Ci rivolgiamo a un target giovane, ed è quindi inevitabile dover utilizzare un linguaggio semplificato e uno strumento, il gioco, in grado di attirare l'attenzione». Ai nostri occhi, la “semplificazione” di fronte alle storie drammatiche di chi fugge dalla guerra è inaccettabile.
Trattare questi temi in modo “scherzoso” non solo è offensivo, ma anche disumanizzante. Quando i profughi diventano divertenti personaggi virtuali da allontanare per gioco, le loro vicende non sono più percepite come vicende umane. Si crea così una distanza profonda nell'opinione pubblica che crea un vuoto intorno ai più deboli.
Nell'ultimo anno, noi di Genti di Pace junior ci siamo interrogati su come vivere la sfida della convivenza nella nostra città e nel nostro Paese, anche a partire dalle storie di immigrazione di molti di noi. La globalizzazione richiede una nuova visione del futuro. L’Italia sta cambiando: occorre affrontare il tema dei “nuovi italiani” e trovare soluzioni realistiche alle problematiche dell’immigrazione.
A 150 anni dall'Unità d'Italia, ripensiamo i concetti di patria e di identità nazionale partendo dalla realtà di oggi che, ci piaccia o no, è già multiculturale. L’idea di purezza etnica è illusoria e pericolosa per il futuro dell'Italia. L'identità non si costruisce sulla paura di qualcuno e non si cementa sull'odio verso gli stranieri. In un mondo sempre più globalizzato, chiudersi nell'etnia non solo è irresponsabile ma anche antistorico. La storia d'Italia ci parla di una identità plurale e aperta al mondo. Il vero “patriottismo” è riscoprire questa identità e renderla attuale.
 
Genti di Pace-j
 

 Leggi il manifesto di "Genti Di Pace - j"



Sabato 29 Agosto,2009 Ore: 18:07
 
 
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