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www.ildialogo.org La macina da appendersi al collo,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
La macina da appendersi al collo

di Giovanni Sarubbi

Sulla vicenda dell'attacco al direttore di Avvenire e su due articoli del giornalista Pino Nicotri


Confesso che ieri 1 settembre non credevo ai miei occhi quando ho letto su Avvenire l’articolo del giornalista Pino Nicotri  sulla vicenda del direttore di Avvenire, Dino Boffo, attaccato da Vittorio Feltri direttore de “Il Giornale”, per la sua presunta omosessualità. L’articolo, con tanto di link al sito diretto da Nicotri, era ovviamente dalla parte di Boffo e fin qui nulla di strano. Nicotri scrive che nel 2006 avendo avuto notizia di quello che oggi è stato “sparato” (è proprio il caso di dirlo) da “Il Giornale”, telefonò a Boffo chiedendogli la sua versione dei fatti ed ottenendone le spiegazioni che gli fecero ritenere irrilevante la notizia. Bene, fine della storia. Ma non è proprio così!
L’articolo pubblicato da Avvenire, infatti, è stato tagliato rispetto a quello pubblicato sul sito di Nicotri. L’articolo completo, un editoriale, ha come titolo: “Feltrusconi, la perdonanza e la mignottanza”. È stata tagliata la parte terminale dell’articolo nella quale ci sono pesanti attacchi a Bertone e Ratzinger. Scrive testualmente Nicotri: «… Feltri se volesse potrebbe picchiare non duro, ma durissimo contro chi critica il suo lord protettore. Anziché prendersela con Boffo, potrebbe prendersela infatti direttamente con Tarcisio Bertone e Ratzinger: basterebbe chiedere loro perché nel giugno 2001 hanno firmato, e se è mai stato ritirato, l’ordine scritto a tutti i vescovi del mondo di nascondere alle autorità civili dei rispettivi Paesi TUTTI i casi di membri pedofili del clero, preti, monache o frati che fossero. Con notevole danno a molti minorenni anche in Italia, come dimostra, tra vari altri, il caso – fatto sparire dalle cronache e dai tribunali – dell’ex parroco fiorentino Lelio Cantini e quello del Numero Uno dei Legionari di Cristo.»
Ma Nicotri non si è limitato a questo. Sempre il 31 agosto, poche ore dopo il primo, ha scritto un altro editoriale, dal titolo “L’ omosessualità in Vaticano e quelle veline dei cardinali”, nel quale ha sostenuto che l’attacco di Feltri non è a Boffo ma alla gerarchia vaticana ai suoi più alti livelli. Scrive testualmente Nicotri: «si tratta di un attacco a nuora perché suocera intenda. In questo caso le suocere sono due. La prima è il bel don George Gaenswein, astro chiacchierato dei bei salotti romani e da molto tempo assistente personale di papa Ratzinger, con il quale convive nell’appartamento del Palazzo Apostolico. La seconda suocera è il pastore tedesco in persona. Ovviamente anche Feltri sa, tra l’altro, che in alcuni licei di Milano almeno un oratore in abito talare nell’anno scolastico 2008-2009 si è lamentato perché “il Santo Padre non ha il coraggio di vivere alla luce del sole la sua omosessualità”, lasciando piuttosto sorpresi studenti e professori. Sorpresi non per il contenuto delle parole dette, ma per il fatto che un religioso avesse avuto il coraggio di dirle in pubblico».
Credo sia del tutto evidente che quando un giornale riporta l’articolo di un giornalista esterno alla redazione per sostenere una sua posizione gli da anche una patente di credibilità e di stima.
Ora è del tutto evidente che Boffo ha letto per intero l’editoriale di Nicotri che ha poi deciso di pubblicare tagliando la parte conclusiva con gli attacchi a Bertone e Ratzinger. Viene da chiedersi se abbia letto l’altro che è stato pubblicato successivamente a quello da lui parzialmente pubblicato su Avvenire, ma credo si possa dire senza ombra di dubbio che quello di Boffo non è un infortunio (pubblicazione sul giornale della CEI di un articolo di un giornalista che attacca il Papa per la gestione dei casi di pedofilia e per la sua presunta omosessualità) ma una precisa scelta e di una condivisione delle sue tesi.
Nicotri nel secondo editoriale afferma che il senso dell’attacco a Boffo è quello di «mandare un messaggio ben preciso:Cari vescovi italiani, piantatela di rompere le palle a Silvio Berlusconi per i suoi peccatucci sessuali visto che voi avete un papa diciamo quanto meno chiacchierabile…”. Il Vescovo di Mazara del Vallo Mons. Domenico Mogavero, presidente del consiglio Cei per gli Affari giuridici ha, infatti, parlato dell’attacco di Feltri a Boffo come  “una forma di avvertimento che, da siciliano, definirei di tipo mafioso”.
Ma Nicotri va oltre e afferma che la fonte dell’informativa pubblicata da Feltri viene dall’interno stesso del Vaticano, da «una “manona” cardinalizia» affinché «suocera Ratzi-George intenda». «Insomma - dice Nicotri - si direbbe che in Vaticano stiano iniziando i giochi per la successione a Ratzinger».
Perché Boffo ha deciso di dare credito a Nicotri pubblicando il suo articolo sull’Avvenire? Cosa avranno pensato i lettori di Avvenire che sono andati sul sito di Nicotri e hanno letto per intero l’articolo pubblicato parzialmente da Avvenire e si sono imbattuti in quell’editoriale sulla omosessualità di Benedetto XVI e del suo segretario? Come minimo qualcuno avrà pensato ad un gioco delle parti o a ricatti incrociati contro la gerarchia cattolica e al suo stesso interno. Il puzzo che emerge da questa storia è superiore a quello di una fogna!
Diciamo, a scanso di equivoci, che a noi non interessa affatto quali siano le preferenze sessuali di Ratzinger, del suo segretario o di qualsiasi altro prelato della Chiesa Cattolica o di qualsiasi altra persona. Siamo per principio contrari al cosiddetto outing cioè all'atto di rivelare, contro la sua volontà, l'orientamento sessuale di una persona. E’ sicuramente outing quello che ha fatto Feltri contro Boffo o che ha fatto Nicotri contro Benedetto XVI ed il suo segretario. Siamo contrari all’outing perché quasi sempre esso sfocia in ricatti e pressioni per costringere qualcuno a fare cose che mai avrebbe voluto fare. E noi siamo decisamente contro qualsiasi forma di ricatto e di violenza. Per inciso è opportuno sottolineare che rivelare l'orientamento sessuale di qualcuno può dare luogo a querela e a condanna certa. (Confesso che provo grande piacere al pensiero di un Feltri condannato a pagare un bel po’ di milioni di euro per il suo attacco a Boffo!)
Detto questo il quadro che viene fuori da questa storia è particolarmente desolante non solo per la politica italiana ma, per quello che più ci interessa, per ciò che concerne la Chiesa Cattolica e la sua gerarchia in particolare. Una gerarchia che è molto lontana dal potersi definire “vicaria di Cristo”. Una gerarchia ricattabile a tutti i livelli proprio sul terreno dei costumi sessuali che da sempre caratterizzano la sua politica con la enunciazione di una serie infinita di divieti che alla fine, come scrive Matteo nel capitolo 23 del suo Vangelo, valgono solo per i poveri cristi e mai per coloro che si sono definiti sacerdoti, padri e vicari di Dio. Una gerarchia che, pur essendo piena zeppa di omosessuali attacca la omosessualità, giungendo ad opporsi anche in sede ONU a qualsiasi norma che condanni l’omofobia, legittimando quindi di fatto la violenza su gay e lesbiche. Questo lo scandalo più grande che richiama alla mente le parole di Gesù : «Ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, meglio per lui sarebbe che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato in fondo al mare»( Mt 18:6).
Questa vicenda mette in luce, con tutta evidenza, che la strada imboccata dal Vaticano con i pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI di progressiva negazione e svuotamento dello spirito e della lettera del Concilio Vaticano II ha portato a questo tipo di chiesa, che ricorda le storie più turpi e nere del passato del papato. Una strada sbagliata dovrebbe essere abbandonata, ma così non sarà perché chi è ora alla testa della Chiesa Cattolica è convinto di avere su di se il dono della infallibilità, la verità con la “V” maiuscola a cui tutti devono piegarsi. Ma c’è anche, soprattutto fra i preti e i religiosi ai vari livelli, paura a mettere in discussione un potere che è oramai logoro e indifendibile.
Le questioni aperte sono dunque quelle su cui oramai da oltre 40 anni insistono coloro che ritengono sbagliato l’abbandono del Concilio Vaticano II. E’ in discussione il ruolo del papato, è in discussione la concezione sacrale della chiesa, è in discussione la concezione sacerdotale dei ministeri nella chiesa, è in discussione la mancanza di democrazia nella chiesa con la negazione dell’ evangelico “chi vuol essere primo serva”, è in discussione la sessuofobia e l’omofobia e la negazione della gioia. E’ in discussione, infine, una concezione “consolatoria” del cristianesimo, con i cristiani preoccupati solo della propria salvezza, non si capisce da che cosa, e disinteressati a costruire quel “Regno di Dio” annunciato da Gesù come possibile, già esistente in mezzo agli uomini, se solo essi sapranno praticare la condivisione delle risorse, «la liberazione dei prigionieri e degli oppressi,  il ricupero della vista ai ciechi e proclamare l'anno accettevole del Signore»(LC 4,18-19), il giubileo di tutti giorni, con cibo per tutti, con amore per tutti e gioia per tutti.
Occorre che i cristiani superino l’idea di un Gesù “aspirina”, l’ennesimo idolo da idolatrare, buono per tutti gli usi, dispensatore di miracoli e toccasana per tutti i mali, buono ad arricchire frotte di ciarlatani che si spacciano per suoi mediatori.
Occorre che i cristiani riprendano nelle proprie mani il proprio essere cristiani, cioè seguaci dell’uomo di Nazareth che ha combattuto le gerarchie ed il potere religioso del suo tempo e che ci invita a fare altrettanto mettendo, come scrive la Costituzione pastorale «Gaudium et spes» sulla Chiesa nel mondo contemporaneo del Concilio Vaticano II, l’uomo al centro delle proprie attenzioni: «Si tratta di salvare l'uomo, si tratta di edificare l'umana società. È l'uomo dunque, l'uomo considerato nella sua unità e nella sua totalità, corpo e anima, l'uomo cuore e coscienza, pensiero e volontà, che sarà il cardine di tutta la nostra esposizione».
Su questo saremo giudicati, non sull’adesione a questo o quel dogma, a questo o a quel vicario, a questa o quella chiesa. 
 


Mercoledì 02 Settembre,2009 Ore: 16:24
 
 
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