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www.ildialogo.org LA CYBERPAGLIACCIATA,di Giovanna Mulas

Editoriale
LA CYBERPAGLIACCIATA

di Giovanna Mulas

Ovvero: Yoani Sanchez e Generazione Y, come sputare su Cuba e vivere da vittime felici.


"La stampa è talmente potente nel creare immagini da far apparire vittima un criminale e criminale la vittima. E' la stampa, una stampa irresponsabile. 
Se non stai attento, i giornali ti faranno odiare gli oppressi e amare coloro che opprimono." (Malcolm X)
 
Obama è un rinnovatore. Se Bush dava il bastone in testa e senza carota, Obama prima sorride e bacia, poi ci dà di bastone. Tutto dimostrato, ultimamente e in barba ad un improbabile Nobel per la pace, coi già 100.000 soldati inviati in Afghanistan (nonostante la condanna dell’opinione pubblica statunitense e le proteste del settore progressista del Partito Democratico in vista delle elezioni per il rinnovo del Congresso che si terranno l'anno prossimo) col preciso obiettivo d’ intensificare le operazioni contro i talebani ed assicurare il controllo di ‘centri cruciali’. Proprio così ha chiamato l’obiettivo di guerra il neo Premio Nobel per la Pace: Centro Cruciale. Un felice e nuovo ‘armiamoci e partite’; un banalissimo -per soldati, famiglie, telespettatori del mondo-, scontato quanto volete ma sempre patriotticamente efficace "I want you for U.S. Army!". 
La cosa è accaduta, bastone e carota intendo, anche con el golpe de Estado in Honduras. 
Obama l’ha condannato pubblicamente più e più volte, mantenendo però i golpisti al potere sotto il suo Grande, White tavolo da pranzo. Per mantenere la forma, l’immagine, ogni tanto e ancora oggi da bravo maestro giocoliere e bacchettone (per darci giù di bacchettina ci pensa MrS Austerity Clinton) Obama sgrida i golpisti. Mr President regala una pacchetta sulla spalla, bonaria bonaria, un poco come fa la mamma quando pesca il figlio più goloso con le dita nella marmellata, ma sotto il tavolo da pranzo pianifica il golpe.  I governi di Venezuela, Ecuador, Bolivia e Nicaragua, Bush li dichiarò ostili agli interessi degli Stati Uniti; nemici da sconfiggere. 
Obama inviò loro messaggi di riconciliazione perseverando nel rafforzare però, tra un dessert, un Nobel ed un Premio alla Cultura, piani politici e militari di destabilizzazione. 
Un centro cruciale dove storicamente, impunemente, un poco impotentemente Mr States & Company ambiscono a mettere su baracca, americanata e burattinaio; è Cuba. 
L’isola infelice della “bloggera” vittima di ingiustizia e povertà estrema Yoani Sanchez, l’eroina alzata agli altari della stampa europea, la dichiarata “dissidente” cubana che, magicamente, non appare nella lista ufficiale dei dissidenti cubani ( en.wikipedia.org/wiki/Category:Cuban_dissidents.). 
Yoani Sanchez, cubana, coi suoi improbabili post contro Cuba in un blog (Generación Y) che non è censurato come l’autrice dichiara al mondo.  Post che in realtà non smettono di rappresentare un volgare optional (trasposto ad internet) della politica editoriale che i servizi di intelligenza del governo degli Stati Uniti hanno disegnato e usato per 50 anni, durante la guerra mediatica contro Cuba. 
Per quale motivo il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha dato l’ordine - eseguito - di far sparire più di 80 siti Internet legati a Cuba perché “fomentavano il commercio” e “violavano le leggi nordamericane”, e “non si è accorto” del travaso di denaro fatto attraverso Internet verso il sito di Yoani? 
Yoani eroina o vittima?. Sputare sul socialismo, negli ambienti della casta e nei regimi cosiddetti "democratici post industriali", paga. Il sostegno “sottobanco” del potere a Yoani Sanchez è parte di una strategia di cyberguerra, come in altri momenti storici altre iniziative prese da Bush padre e da Reagan sul tema molto controverso dei diritti umani. 
L’obiettivo di questa cyberguerra è, come riportato da Usa Today, usare il web come ulteriore applicazione del blocco degli Stati Uniti.  Military Review, rivista del Pentagono, ha consigliato, per esempio, di creare blog “amici” e cyberdissidenti per questa strategia. 
Ma procediamo con ordine. A Cuba li chiamano “gusani”, vermi. Quelli che, al soldo del potere capitalista degli Stati Uniti, sputtanano Cuba nel mondo facendo, appunto, gli interessi degli Stati Uniti. E non importa se i gusani siano cubani o italiani. Mercenari sono e mercenari restano; traditori, principi del paradosso politico. Insomma…come che la sottoscritta, sarda doc come i malloreddus o il pane carasatu, una mattina si alza di bocca buona e monta in Sardegna (magari in Barbagia, vero cuore sardo) un gazebo di Lega Nord, di un bel verde pisello en pendant con natura e nuraghi. Cose che (inspiegabilmente) succedono, per carità. Come che io, sarda, giudicata da una certa mentalità razzista e padroncina belloccia ma pur sempre terún, terrona, mangiatrice di terra; prendessi da un giorno all’altro a fare gli interessi del razzista e padroncino che offende quotidianamente e la mia isola e le sue genti, e l’intelligenza di tutti gli italiani pensanti. Per la mia isola e le sue genti intendo la storia, la cultura, le tradizioni, l’anima, l’essenza. 
Sottobanco faccio questo col padroncino di turno, ma apparentemente dichiaro al mondo, agli altri sardi e agli italiani (mal?)pensanti che ciò che faccio è fatto per amore della mia isola. 
Ma pure se sempre di isole parliamo; io sono sarda, non cubana. 
Utilizzando il suo pc e da hotel a cinque stelle, la filologa ed eterna aspirante cronista Yoani Sanchez fa (da emerita sconosciuta) quello che pochissimi cubani e non tanti stranieri possono fare a Cuba: pagare la connessione ad internet. Lei, nonostante dichiari persecuzione politica e armata, lo fa per ore, in barba dell’alto costo del servizio. 
Un prezzo che corrisponde a ciò che Cuba paga alle imprese straniere che forniscono il servizio; una delle conseguenze del blocco imposto dagli Stati Uniti. 
Ogni suo scritto (e non parliamo della Bibbia o di Pinocchio, amici miei) è tradotto in tempo reale in 18 idiomi (da scrittrice di talento ma povera in canna ho intenzione di domandarle alla prima occasione il modus operandi, io, che arrivo ad oggi a 5 lingue e tradotte dall’editore interessato. Senza blocco). 
Leggo su Alexa che non esistono altri casi al mondo di illustri sconosciuti, com’è la Sanchez, tradotti in 18 lingue. 
E’ certo che solo poche entità dell’ONU o dell’Unione Europea hanno questa magistrale, magica possibilità. Eh si. Ancora Stati uniti, Ancora il potere. The power of money. 
Nell’ottobre del 2007, esattamente a sei mesi dalla creazione del blog di Yoani, al corrispondente dell’agenzia Reuters “sfugge” un parere molto positivo sul blog della Sanchez; Generazione Y. 
Il comunicato viene immediatamente ripreso dai media di tutto il mondo. 
Due mesi dopo, il The Wall Street Journal raccomanda vivamente di leggere il blog della signora. 
Il 3 gennaio 2008, il quotidiano spagnolo El País pubblica un’intervista. 
Nell’aprile 2008, non in pochi rimasero sorpresi nel leggere che alla señora Yoani, una completa sconosciuta, era stato assegnato il prestigioso Ortega y Gasset, dedicato al giornalismo digitale. Accompagnato da 15000 Euro. Il premio è bandito dal gruppo Prisa, proprietario di El País. 
Gruppo e quotidiano sono nemici dichiarati della Rivoluzione cubana. 
In una sorprendente cascata cominciarono ad arrivare per Yoani altri premi e menzioni da parte della stampa mondiale…di potere. In maggio, Time Magazine pone la nostra tra le 100 persone più influenti del mondo. Da solo un anno che il suo blog era in fortunata circolazione, la Yoani già divideva la menzione con personaggi dello spettacolo quali Brat Pitt e Angelina Jolie. Con polítici come George W. Bush, Evo Morales, Hu Jintao e… il Dalai Lama. 
Nel febbraio 2009, Yoani viene selezionata come uno dei 10 intellettuali (?) più influenti dell’America latina. Almeno così dichiarò a suo tempo la Fundación Carnegie, nella rivista Foreign Policy.  Yoani ubicata come quinta e preceduta, pensate un po’, solo da Gabriel García Márquez, Vargas Llosa, Fidel Castro y José Saramago. 
E, seppure a qualcuno paia strano, precedendo in graduatoria Eduardo Galeano, Carlos Fuentes e Fernando Savater. 
Nell’ ottobre 2009 a Yoani viene concessa menzione al premio Maria Moors Cabot, dall’ Universidad de Columbia. Questo premio è considerato il più antico riconoscimento del giornalismo internazionale.  15.000 euro di premio. 
Un particolare importante, legato a questi premi e riconoscimenti: sono ‘formati’ da un gruppo ridotto di persone che giudicano e decretano. In nessuno dei premi nominati esiste votazione da parte di pubblico, o dai lettori. 
Se si chiede un “popolo pensiero” internazionale su Yoani Sanchez molte cose, pare, cambiano. 
Se si visita la pagina web “lalistawip”, tra le più importanti del mondo nel genere; Yoani non esiste, neppure come blogger e nonostante il patrocinio non ufficiale ma ormai verificato pro Sanchez da parte del Gruppo Prisa y El País, tra gli altri. 
Le statistiche vengono verificate col voto dei naviganti, con le loro opinioni. Non c’è trucco e non c’è inganno; Vox populi, Vox Dei. 
Altro particolare interessante: il Yoani blog è registrato su GoDaddy, compagnia usata dal Pentagono per la cyberguerra. Il server è in Germania (Cronos AG Regesburg): la nostra vittima ha a disposizione una memoria a lungo e altissimo traffico, cose sconosciute al resto dei cubani 

Aneddoto curioso sulla Sanchez, uno tra tanti. Amici cubani m’hanno parlato di una Yoani invitata alla sala del Centro Culturale Fresa y Chocolate, presso l’ ICAIC (Istituto Cubano di Arte e Industria cinematografica). Le nostra eroina si presenta sotto falso nome, nonostante il palese invito fatto a suo nome. 
Si presenta NON circondata da agenti di polizia, come viene raccontato su numerosi blogs da altri convenuti; L’eroina, in pieno climax narrativo, urla a organizzatori e pubblico e stampa presente: “Ecco perchè devo venire in questo modo (agita la parrucchetta bionda)… per poter imbrogliare (?) la polizia che circonda la mia casa (?)”. 
Un folto gruppo di blogs cubani e non a sfondo politico per carità…insomma, come il blog della Yoani, appresa la notizia hanno definito la nostra “La Ciberpayasa”. La CyberPagliaccia. 
Yoani, Yoani. Un’ eroina non finge, un’eroina non dice bugie, un’eroina, anche se un poco capricciosetta, non dichiara al mondo che il 6 novembre 2009 è stata arrestata e pestata a sangue dalla polizia cubana, il 7 novembre si presenta all’ospedale per ottenere certificato medico e non le viene riscontrato nessun livido (vedi video documento della smentita dei medici interessati a Yoani Sanchez, su questa pagina). 
Eh si che la nostra eroina ha la pelle molto chiara (troppe ore davanti al pc) dove i lividi dovrebbero vedersi, anche i più lievi. Fernando Ravsberg, corrispondente della BBC che, trovando la blogger (dopo la pretesa "aggressione poliziesca") in perfette condizioni di salute e senza alcun segno apparente di percosse, le ha chiesto prove a sostegno delle sue affermazioni; si è sentito rispondere: "Ho diverse contusioni, in particolare sui glutei, ma non posso mostrarle". 
Per pudore, la prova non si mostra. 
Un’eroina non fa queste cose (insomma… Si nun c'ha gnente da fa'... sì). Non lo fa a meno che non voglia richiamare l’attenzione della stampa internazionale su una grande bugia che a lei rende in soldo. Una specie di Mata Hari de Casa-Cosa-Cuba nostra. 
Scaviamo ancora in questa osannata figura. 
Chi mantiene le spese non proprio comuni di questo “umile” ( Yoani docet 1) blog cubano la cui “sacrificata” (Yoani docet 2) autrice scrive in hotel a cinque stelle? Hotels ubicati nella “povera, misera isola” (Verbo Yoani 3) però che offrono alla clientela terminali informatici di ultima generazione (Y) provvisti di connessione satellitare gratuita? 
Non si tratta di difendere il regime castrista che può essere visto come un’infermità politica con radici similari alle perversioni derivate da altri leaders dogmatici, senza nulla togliere ai valori che rappresentarono quei rivoluzionari che s’imbarcarono nel Gramma per combattere l’oligarchia statunitense- cubana personificata in Fulgencio Batista. Si tratta di scavare, andare oltre la semplice apparenza, grattare dietro la notizia. Uno degli aspetti più condannabili, se vogliamo, di Yoani Sanchez ed il suo Generación•Y, riguarda il chiedere denaro ai lettori. La “sacrificata” (Yoani docet 4) autrice giustifica più volte la sua richiesta scrivendo che questa richiesta di solidarietà (Verbo Yoani 5) obbedisce al fatto che “il mio blog è un sacerdozio” e che “io non ricevo soldi per fare il mio blog. Ricevo donazioni”. 
In pochi sanno del congruo conto corrente che la sacrificata eroina Yoani mantiene in Spagna. 
Ora, il problema sta in una giovane, probabilmente frustrata autrice senza talento o in una stampa che ne fa un’eroina per attaccare Cuba davanti agli occhi del mondo? 
“Contro Cuba (in Italia, N.d.A.) abbiamo puntualmente i dotti elzeviri di Pierluigi Battista sul Corsera e poi gli articoli di Rocco Cotroneo, che diffama Cuba da Rio de Janeiro. Su Repubblica è Omero Ciai a intervistare gli assassini della mafia cubano-americana di Miami invece delle vittime. Per La Stampa è invece tal Gordiano Lupi che si accolla il duro lavoro di propalare pseudonotizie prive di ogni verifica, traducendo il blog della Sanchez. E si potrebbe continuare.” (AgoraVox Italia) 
In Italia, gli articoli di Yoani Sanchez sono pubblicati dalla rivista Internazionale e dal quotidiano La Stampa che pubblica il suo blog sul sito www.lastampa.it/generaciony. 
La Stampa è uno dei più conosciuti e diffusi quotidiani italiani, con sede a Torino. La vendita giornaliera di oltre 300.000 copie lo rende il quarto giornale d'informazione più venduto nel Paese, di proprietà della Fiat. Una gustosa parentesi su Gordiano Lupi, traduttore ufficiale di Yoani Sanchez e suo ‘scopritore’ per l’Italia. 
Ad un gruppo di feroci critiche piovute sul caso Sanchez su ‘Il Brigante Rosso’ (www.ilbriganterosso.info), d’informazione comunista, il Lupi risponde in maniera appetitosa, parecchio rivelatoria: “Faccio riferimento al Vostro volgarissimo articolo su Yoani Sanchez. Ma non vi vergognate? Ma guardate i vostri figli la sera prima di andare a letto? (…) La Cuba dei gerarchi, invece, profuma di formaggio parmigiano e di deodorante, per citare Yoani, che può essere tutto, ma non certo una mediocre scrittrice… Per i mediocri scrittori consiglio l’Italia, vera fucina di gente incapace che cerca solo il Dio denaro. Yoani avrebbe scelto la strada che porta al denaro, secondo voi? E in Italia c’è voluto Gordiano Lupi per farla conoscere? E in Italia si affida a me per tutto quello che ha fatto? A me che per campare lavoro in banca? Misteri della vita.”. 
Nell'aprile 2007, viene pubblicata da Rizzoli (la sacra triade del potere editoriale: Mondadori-Rizzoli-Gems) una raccolta di post del blog di Yoani col titolo Cuba Libre - vivere e scrivere all'Avana, curata e tradotta, appunto e ancora, da Gordiano Lupi. 
Casa editrice Rizzoli o RCS. La maggioranza assoluta del capitale ordinario di Rcs MediaGroup è controllata da un patto di sindacato di blocco e consultazione siglato tra 13 dei maggiori azionisti tra i quali ritroviamo Giovanni Agnelli & C. S.A.p.A., tramite Fiat - 10,497% e Mediobanca S.p.A. - 14,209%. Mediobanca come sappiamo è una tra le principali banche italiane, fondata nel 1946 da Enrico Cuccia , legata alla catena del potere e governata da personaggi storicamente associati ai peggiori scandali finanziari del paese. 
Per gli interessati: Il Fatto Quotidiano ha indetto una raccolta firme per far pervenire a Yoani il sostegno di italiani ai quali sta a cuore la sua causa. Morale della favola: bloggers italiani sconosciuti o semi sconosciuti: perseverate nello sputtanamento di Cuba e dintorni. Qualcuno lo fa già e ci marcia, scrivendo, pubblicando libri e FantArticoli che solo in una realtà d’informazione manipolata possono avere la giusta presa. 
E se non ne conoscete la realtà sputtanate e inventate di più. L’occhio di The Big, Big Brother vigila anche su Voi e chissà che, in futuro prossimo, Obama non riesca coi nostri disoccupati laddove il Governo Berlusconi ha fallito. 
 Giovanna Mulas


Mercoledì 24 Febbraio,2010 Ore: 11:06
 
 
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