LA CHIESA HA SMARRITO SE STESSA: NON CONFONDIAMO IL VECCHIO E PRE-EVANGELICO "ATRIO DEI GENTILI", E L’ATRIO DEI GENTILI-UOMINI DEL PAPA, CON IL MESSAGGIO EVANGELICO E LA COSTITUZIONE!!!
"L'ATRIO DEI GENTILI" SECONDO L'INDICAZIONE DEL "DOMINUS" RATZINGER NON HA NULLA A CHE FARE NE' CON IL DIALOGO VERO, NE' CON IL MESSAGGIO EVANGELICO, NE' CON LA COSTITUZIONE!!! Un passo di un dialogo scritto a quattro mani dal vescovo di Ter­ni, Vincenzo Paglia, e dallo scrit­tore Franco Scaglia.

(...) mi è parso illuminante un pensiero di Benedetto XVI nel suo discorso al­la Curia romana del dicembre scorso; Ratzinger parla dell’’atrio dei gentili’ del tempio di Gerusa­lemme e lo immagina come il luo­go dell’incontro tra la Chiesa e le altre culture (...)


a cura di Federico La Sala

MESSAGGIO EVANGELICO, COSTITUZIONE, E "ATRIO DEI GENTILI".  

COME SONO UBBIDIENTI E GENITLI,  QUANTO SONO "CARISSIMI", QUESTI CARDINALI DELLA CHIESA CATTOLICO-ROMANA NEI CONFRONTI DEI "PAGANI"!!!

A proposito della proposta di Mons. Ravasi 
“Atrio dei gentili” o “vangelo per i non circoncisi”?
  

TERZO MILLENNIO DOPO CRISTO. IL MESSAGGIO E LO SPIRITO EVANGELICO ("AGAPE" "CHARITAS") NON HA NIENTE A CHE FARE CON IL VANGELO E LO SPIRITO "MAMMONICO" DEL MAGISTERO PAPALE ("DEUS CARITAS EST": BENEDETTO XVI, 2006). LA CHIESA, IL CELIBATO DEI PRETI (UN "CHARISMA", NON UNA LEGGE!!!), E LA PEDOFILIA.

  LA CHIESA HA SMARRITO SE STESSA: NON CONFONDIAMO IL VECCHIO "ATRIO DEI GENTILI", E L’ATRIO DEI GENTILI-UOMINI DEL PAPA, CON IL MESSAGGIO EVANGELICO E LA COSTITUZIONE!!!



DIALOGHI. L’Italia può essere capace di un discorso condiviso verso il bene comune? Faccia a faccia tra Vincenzo Paglia e Franco Scaglia

 

La laicità? Aiuta credenti e non

Anticipiamo un passo del volume ’In cerca dell’anima. Dialogo su un’Italia che ha smarrito se stes­sa’ (Piemme, pagine 290, euro 19,00, da oggi in libreria), scritto a quattro mani dal vescovo di Ter­ni, Vincenzo Paglia, e dallo scrit­tore Franco Scaglia. *

FRANCO SCAGLIA: «Purtroppo il dialogo fra cattolici e laici nel no­stro Paese si è incagliato nelle ma­glie della politica, che peraltro vi­ve un momento di debolezza e­strema. E se prima il dialogo ama­va librarsi sugli orizzonti prospet­tici, oggi ha come messo la marcia indietro e giunge a discutere, ad esempio, se i credenti possano es­sere democratici. Ovviamente dando per scontato che i laici lo sono. A mio avviso dobbiamo an­dare oltre tale prospettiva. E mi è parso illuminante un pensiero di Benedetto XVI nel suo discorso al­la Curia romana del dicembre scorso; Ratzinger parla dell’’atrio dei gentili’ del tempio di Gerusa­lemme e lo immagina come il luo­go dell’incontro tra la Chiesa e le altre culture. Forse è indispensa­bile che la Chiesa e i non credenti facciano ambedue un passo in a­vanti per individuare luoghi di in­contro».

VINCENZO PAGLIA: «Hai ragione, purtroppo siamo come tornati in­dietro. Il tempo in cui tali polemi­che potevano avere un senso non c’è più, e ci sono invece cambia­menti planetari di fronte ai quali è ridicolo continuare a contrappor­re fede e ragione, società civile e comunità religiosa. Non è più possibile, almeno nel nostro Pae­se, annullare la distinzione tra le due sfere; e dovremmo anche evi­tare la semplificazione pericolosissima di contrapporle. C’è biso­gno di ritrovare un’alleanza vir­tuosa tra fede ragione, tra umane­simo occidentale e cristianesimo, per poter far fronte in maniera ef­ficace alle grandi sfide che premo­no a livello planetario. Per di più sono ormai sempre meno le voci che sostengono ancora l’esistenza di una ’ragione pura’, assoluta, neutra, impassibile, sciolta da o­gni opzione valoriale e che possa quindi rivendicare sulla vita pubblica un giudi­zio neutro e quindi vali­do per tutti. Anche la ragione ’pura’ gronda di opzioni valoriali non di­versamente da qualsiasi altra religione e cultura. E ha colpito anche me la proposta - chiamiamola così - di istituire un ’a­trio dei gentili’ ove la Chiesa possa incontrare e dialogare con chi cerca la verità, con coloro che sentono estranea per lo­ro la religione. Benedetto XVI è convinto che al dialogo con le religioni deve ’oggi aggiungersi so­prattutto il dialogo con coloro per i quali la religione è una cosa estranea’. Alcune iniziative in tal senso sono state significative; penso alla Cattedra dei non cre­denti a Milano, o ai Dialoghi in cattedrale a Roma e ai ripetuti confronti promossi dalla Comu­nità di Sant’Egidio negli incontri internazionali di Preghiera per la pace. È in ogni caso indispensabi­le intraprendere questo cammino in maniera più ampia e coraggio­sa ».

SCAGLIA: «Del resto ci troviamo nella condizione che Habermas chiama post-secolare, quella ap­punto che vede le religioni pre­senti nello spazio pubblico. Nel libro Il fallimento dei laici furiosi, Giancarlo Bosetti, da laico, si sca­glia contro quei laici che non rie­scono ad aprire gli occhi sullo straordinario contributo che le re­ligioni possono offrire per edifica­re l’indispensabile società pluralista contemporanea. Non solo non sono nemiche di questo obiettivo, sono invece straordinarie alleate. E giunge a chiedere alle religioni: ’Venite avanti’. Spiegando: ’Lo Stato liberale non può vivere della sola, indispensabile, però vuota, equidistanza... ha bisogno di esse­re alimentato da una società civile ricca di risorse culturali, ideali e politiche, di competenze e di convinzioni, forte di un pluralismo sia spontaneo sia ben organizzato’».

PAGLIA: «Insomma, credenti e non credenti, così come siamo oggi nel mondo, abbiamo bisogno gli uni degli altri. Siamo chiamati a incontrarci in una sana dialettica, come Benedetto XVI continua a ripetere parlando dei rapporti tra fede e ragione. Va superata la pretesa di chi vuole che la fede prevalga sulla ragione e viceversa, pensando che la prima sia poco razionale perché soggetta all’asso­lutezza del dogma, mentre la seconda sia pura perché priva di previe opzioni valoriali e quindi l’unica abilitata a giudicare lo spa­zio pubblico. C’è bisogno di un incontro tra le due dimensioni per riuscire a individuare una piat­taforma comune di convivenza. Da questa alleanza nacquero le tesi sui diritti fondamentali dell’uomo nel contesto internaziona­le, come pure la stessa Costituzione italiana nel dopoguerra. Credenti e non credenti o, se si vuole, tradizione cristiana e pensiero il­luminista-laico sono chiamati, nella fatica dell’incontro e del dia­logo, a individuare ancora una volta il terreno comune sul quale fondare oggi la convivenza nel nostro Paese. Continuare a spin­gerci l’un l’altro, in maniera mani­chea, ai bordi del campo non fa bene a nessuno».

SCAGLIA: «Questo mi porta a dire che la laicità sia un metodo più che un contenuto. Il laico non è colui che rifiuta, o peggio che de­ride il sacro, semmai è colui che discute, che lo interroga, che si mette di fronte al senso del miste­ro che il sacro porta con sé. Ed è laico anche ogni credente che non è superstizioso, che non è fanati­co, che non è arrogante, che è alla ricerca di una verità sempre più chiara e piena».

PAGLIA: «È laico altresì ogni non credente che non assolutizzi e non idolatri il proprio relativo punto di vista e la pro­pria ricerca. Il laico non credente sa riconoscere la profonda analogia che lo lega alla domanda del credente e alla sua conti­nua ricerca del vero e del bene. La laicità, più che un’ideologia, è una sen­sibilità, un modo di porsi e di pensare. Non si identifica a priori con nessun credo preciso, con nessuna filosofia, ma è attitudine critica ad articolare il proprio cre­do filosofico o religioso secondo regole e princìpi logici che non possono essere condizionati da alcuna fede, perché in tal caso si cadrebbe in un torbido pasticcio, sempre oscurantista. Laicità per­ciò significa tolleranza e demistificazione di tutti gli idoli, anche dei propri; è capacità di credere forte­mente in alcuni valori, sapendo che ne esistono altri, pure essi ri­spettabili. In questo senso la lai­cità è utile sia ai credenti che ai laici, perché spinge ambedue alla ricerca del vero bene mettendoli in guardia da una pericolosa ido­latria di se stessi».

* Avvenire, 05.03.2010



Venerdì 05 Marzo,2010 Ore: 18:49