Scheda
Il Consultorio Familiare di Brescia
a cura di Carlo Castellini
Il direttore del Consultorio è un prete sposato dei padri Filippini: svolge un lavoro egregio che quasi nessuno fa. Con pochi soldi e con molta professionalità. Da un consultorio confessionale e' passato ad un consultorio piu' laico; ed interagisce con forze giuridiche, laiche superando gli schemi tradizionali del cattolicesimo confessionale. INTRODUZIONE ALL’ARGOMENTO.
“LA VIOLENZA NEI LEGAMI D’AMORE: LE RELAZIONI VITALI E CONFLITTUALI TRA UOMO E DONNA,ADULTO E BAMBINO, CITTADINO E STRANIERO”., IL SEGNO DEI GABRIELLI EDITORI,2008,VIA CENGIA, 67,-37029 – NEGARINE DI SAN PIETRO IN CARIANO (VERONA)TEL. 045. 77.25.543.SITO: www.gabriellieditori.it
Apprendiamo sovente dai “mass media” sanguinosi fatti di violenza, che si verificano tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra persone comunque legate da vincoli parentali. Sconcertati dall’oggettiva gravità di tali vicende e dal sensazionalismo, con cui ne parlano i mezzi di informazione, abbiamo il sentore del paradosso e ci chiediamo, forse un po’ ingenuamente: come è possibile che la violenza e la distruttività si scatenino proprio là dove dovrebbe esserci solo l’amore? Che cosa ha a che fare l’amore con la violenza?Non sono due opposti? Eppure un tale paradosso perde molta della sua provocatori età, se dalla considerazione della violenza eclatante e criminale, ostentata da giornali e televisioni, passiamo all’analisi di quella violenza, quotidiana e continuata, che viene agita dentro le mura domestiche o in piccoli contesti.
Essa di rado approda al servizio sociale, a un consultorio, allo studio di uno psicologo. Solitamente è taciuta, nel dolore e nella vergogna, addirittura, viene rimossa nel bisogno impellente di recuperare una parvenza di normalità. Da questo versante deriviamo l’amara e inquietante consapevolezza che sovente la violenza non si impone dall’esterno al legame d’amore, come al suo opposto, ma che essa si origina proprio al suo interno. E allora siamo chiamati a mettere da parte lo sguardo ingenuo e a porci degli interrogativi piu’ radicali: perche’ proprio l’amore puo’ essere distruttivo ? Perche’ proprio nel legame appare questo lato oscuro, minaccioso, ambivalente, per cui, trascinati dal desiderio di essere tutto per l’altro o che l’altro sia tutto per noi, corriamo il rischio di annientarlo? Se amore e violenza sono due opposti, che fatalmente si richiamano, quando e come s’incontrano?
IL PERCORSO TEMATICO E L’ITER PER LIVELLI.
Se si guarda al manifestarsi della passione amorosa, è intuibile, fin dall’inizio, un primo livello da approfondire. Ed è che il legame d’amore, porta dentro di sé una “necessità”, che in una certa misura ha a che fare con la forza creativa, con la violenza positiva dei processi vitali. Il legame d’amore comporta infatti, coappartenenza, possesso, entrata forte e anche esclusiva dell’uno nella vita dell’altro, a un punto tale che si puo’ dire che i due formano un’unica realtà. Giulietta e Romeo, gli eterni “innamorati”, sono emblematici, perche’ visualizzano l’unità ideale e totalizzante dell’amore. Essere “unico” per l’altro è l’aspirazione ci chiunque ama,e, nel volere questo, ogni amante è passionalmente violento. Nel gesto sessuale, l’intimità si sposa all’esclusività e l’uno vuole l’altro, con la passione, violenta e pacificante, del desiderio. Ma la “necessità”, a cui gli innamo0rati si abbandonano, pur potentemente creativa, è anche un rischio profondo, un discrimine. La totalità confina con il nulla, l’amore con il dramma. E infatti, c’è un livello oltre il quale la violenza d’amore non è piu’ forte presa sull’altro e disponibilità a farsi prendere, ma tende a diventare manipolazione o annientamento dell’altro. Cio’ avviene quando, nella relazione di coppia, l’amore non si coniuga in maniera adeguata con il riconoscimento reciproco dell’uomo e della donna, quando uno si arroga unilateralmente diritti che non riconosce all’altro, considerando l’altro in funzione di sé, o non li riconosce a se stesso, immolandosi alla stregua di una vittima sacrificale. Come è possibile il misconoscimento di sé e dell’altro nel rapporto d’amore?
Il prezioso volumetto è così diviso in tre parti, per facilità di accesso alla lettura e comprensione: 1. Nella prima parte che porta il titolo :“Amore e guerra”, si è cercato di offrire stimoli per meglio comprendere le due “potenze”:”amore” e “ violenza”, “amore” e “conflitto”, che segnano non solo i rapporti interpersonali, ma anche la vita della comunità, potenze fondamentali e radicalmente contrapposte, al punto che si puo’ correre il rischio di ipostatizzarle . Esse sono così sostanziate ai processi vitali, che poi chiamano in causa tante altre coppie di poli opposti e complementari, come natura e cultura,, individuo e società, maschile e femminile. Ma questi diversi binomi, sono qui evocati per sottolineare l’ampiezza e la profondità della dialettica di fondo. E lo si è fatto con due saggi di LEA MELANDRI:”LOGICHE D’AMORE E LOGICHE DI GUERRA”: UNA PARENTELA INSOSPETTABILE”, che analizza la problematica riferendosi soprattutto alla cultura occidentale. L’altro è di KHALED FOUAD ALLAM:”LA PERDITA DEL SANGUE E LA VIOLENZA “FONDATIVA” DELLA COMUNITA’”, che prende le mosse dal mondo mussulmano.
2. Nella seconda parte, designata “maschile” e “femminile”, il focus è centrato sul tema dei ruoli maschile e femminile, della loro reciprocità, della loro contrapposizione, su come le immagini di ruolo plasmano l’identità personale e l’espressione della libertà individuale. Accanto ai nuovi modelli della post-modernità, che esibiscono ruoli permeabili fino alla liquidità (Z. Bauman), permangono i modelli delle società tradizionali, in cui i ruoli sono così differenziati, da essere cristallizzati,, contrapposti, anche nella manifestazione dell’aggressività. E cio’ è visibile sia nel conflitto quotidiano delle coppie, sia nei conflitti culturali,, che attraversano la nostra epoca. Per
Evidenziare il contrasto maschio-femmina, si propongono lo studio psico-analitico:”Violenza femminile, violenza maschile : percorsi (nascosti) di amorosa distruttività quotidiana”, di GABRIELLA MARIOTTI, l’articolo di taglio antropologico, dedicato specificatamente alle mutilazioni genitali femminili:”LA SESSUALITA’ ED I SEGNI DEL CONTROLLO MASCHILE SUL CORPO FEMMINILE: TRACCE FISICHE E TRACCE SIMBOLICHE”, di BARBARA CAPUTO.
3. Infine la terza parte, intitolata:”ADULTI E BAMBINI”, cerca di tematizzare il contesto familiare, mettendo in scena non solo la relazione di coppia, ma anche il rapporto genitori-figli o, quello piu’ ampio, adulti-bambini. Si tratta di rapporti forti e tenaci, che possono conoscere forti conflittualità, ma altresi’ rivelare potenzialità creative insospettate. In particolare il rapporto tra adulto e bambino, sembra comportare valenze educative e trasformative in ambedue le direzioni, del bambino e dell’adulto. L’obiettivo’ della riflessione a questo punto, non è tanto quello di descrivere il fenomeno della violenza, quanto quello di suggerire possibili rimedi. Vengono così presentati due contributi, uno di tipo giuridico:”SCENARI DI VIOLENZA NEI LEGAMI FAMILIARI: IL FENOMENO E I RIMEDI”, DI MIMMA MORETTI e l’altro a impostazione pedagogica:”IL DIFFICILE E CREATIVO SCAMBIO TRA ADULTI E BAMBINI. UNA PARTICOLARE ATTENZIONE AI BAMBINI”, di FRANCESCO CAGGIO.
Conclusione: è chiaro che la violenza puo’ essere vista come una degenerazione dei legami d’amore. Ma essa non e’ solo questo. Dietro questa, nascosta ma non del tutto estinta ci puo’ essere una fonte vitale. Nella sua accezione cioè di forza e di passione, la violenza è collegata a qualcosa di originario, alla dimensione creativa dei rapporti umani, nei quali lo scambio è qualcosa di originario, perché la vita possa prodursi e crescere. Questo è vero della relazione sessuale tra maschio e femmina, di quella generativa tra adulto e bambino, di quella sociale tra cittadino e straniero. La violenza , allora, puo’ essere vista come come invito pressante all’incontro, come richiesta di una risposta, come un’invocazione. Essa puo’ mettere in scena il bisogno dell’apertura. Ed esattamente là dove l’individuo si apre all’altro, giocando e rischiando la propria identità, la vita espande verso nuove possibilità. (NICOLA NEGRETTI-DIRETTORE DEL CONSULTORIO).
(A CURA DI CARLO CASTELLINI)
IL DIRETTORE DEL CONSULTORIO FAMILIARE DI BRESCIA DOTT. NICOLA NEGRETTI.
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Mi ero rivolto a lui (quando ancora il consultorio era nella vecchia sede di via Milano, 16, a Brescia), per avere un aiuto di chiarificazione e di supporto, in un momento di difficoltà, nella ricerca di una mia identità professionale e di ruolo, sia nel lavoro esterno alla mia famiglia, che nella mia attività professionale.
Rimasi soddisfatto del clima di accoglienza e di attenzione alla persona, perché a Nicola Negretti, Direttore e ideologo del Consultorio di via Volturno, 42, non occorsero molte sedute per focalizzare il problema e per mettere a punto una sua strategia personale di intervento nei miei confronti.
La sua personalità di uomo, di ricercatore, colto e raffinato, fecero di lui ben presto il punto di riferimento dell’intera equipe operativa ed il motore di avviamento di tutte le attività di accoglienza di psicologia e psicoterapia del consultorio, che ora gode di una nuova sede in via Volturno, 42, a Brescia. Sede piu’ adeguata agli aumentati bisogni delle famiglie, degli individui che vi fanno ricorso.
Chi ha avuto la possibilità di visitare o di accostarsi, ha potuto rendersi conto personalmente del grado di professionalità e discrezione con cui interagiscono gli operatori, che lavorano in equipe; i quali per i brillanti risultati ottenuti, sono stati riconosciuti dalla Regione Lombardia, che somministra loro una quota adeguata, perche’ possano far fronte alle numerose richieste di intervento specialistico.
Infine, ma non ultima, la pubblicazione da parte del consultorio, di ricerche, atti e convegni di studio di particolare interesse, sia per gli studiosi, cui viene offerta la possibilità di approfondite analisi, sia per gli operatori, che vi possono trovare delle piste concrete di intervento e di operatività.
(CARLO CASTELLINI)
L’ATTIVITA’ DEL CONSULTORIO FAMILIARE ONLUS DI VIA VOLTURNO, 42, A BRESCIA..
Prima aveva sede in via Milano, 16. Poi per questioni logistiche si è trasferito in via Volturno 42 nella stessa città. Il consultorio privato e accreditato dalla Regione Lombardia, svolge, oltre al lavoro di consultazione di tipo medico, psicologico, giuridico e sociale al singolo, alla coppia ed alla famiglia, interventi di formazione e di ricerca, indirizzati ad operatori del territorio, a gruppi di utenti e alla cittadinanza bresciana.
“LA VIOLENZA NEI LEGAMI D’AMORE”: E’ UN CICLO DI INCONTRI CULTURALI.
E’ stato preparato negli anni 2004 e 2005 e realizzato nell’autunno del 2005 ad opera del Consultorio sopra nominato. L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio e un sostegno economico del comune di Brescia, con gli Assessorati alla Cultura e ai Servizi Sociali e delle Commissioni Pari Opportunità del Comune e della Provincia di Brescia.
GRUPPO DI LAVORO DEI PROFESSIONISTI.
La preparazione di questo ciclo culturale, avviata sulla base di uno specifico progetto, ha comportato l’impegno di due anni di un gruppo di lavoro di 6 persone, costituitosi all’intenro del consultorio e formato da operatori del consultorio stesso e da professionisti esterni: ALESSANDRA CALCULLI, TERESA MAZZINA, ILEANA MONTINI, NICOLA NEGRETTI, IPPOLITA SFORZA, MALVINA ZAMBOLO.
La realizzazione dei quattro incontri del ciclo culturale ha avuto luogo presso la sala conferenze della Banca Lombarda, in via Cefalonia, 62, a Brescia,ed ha registrato il contributo significativo di 6 esperti in vari campi, dalla sociologia, alla Psicologia, dall’antropologia alla pedagogia e al diritto ( LEA MELANDRI, KHALED FOUAD ALLAM, GABRIELLA MARIOTTI, BARBARA CAPUTO, MIMMA MORETTI, FRANCESCO CAGGIO).
LE ADESIONI DEL PUBBLICO.
Il pubblico è intervenuto agli incontri con regolare iscrizione, era composto da operatori sanitari (medici e ostetriche), psico-sociali (psicologi, assistenti sanitari), educativi (educatori, insegnanti), da cittadini interessati alle iniziative culturali del consultorio: in tutto circa 150 adesioni.
(A CURA DEL CONSULTORIO FAMILIARE).
CARLO CASTELLINI
Luned́ 19 Gennaio,2009 Ore: 16:25 |