ORRORE A VERONA: UN ALTRO SCANDALO DI PRETI PEDOFILI

di Agenzia ADISTA

34818. VERONA-ADISTA. 25 i religiosi accusati, circa 100 le vittime stimate: queste le cifre dell’ultimo scandalo pedofilia nel clero venuto alla luce nel nostro Paese. Questa volta protagonista è l’Istituto Antonio Provolo di Verona, centro gestito dai religiosi della Congregazione della Compagnia di Maria per l’educazione dei sordomuti (dipendente direttamente dalla Santa Sede). L’Istituto - che oggi ha cambiato natura rispetto alle origini e si occupa principalmente di formazione professionale - sarebbe stato teatro di un numero incredibile di violenze comminate ai danni dei piccoli ospiti sordomuti fra gli anni ‘50 e la metà degli anni ‘80. A denunciare lo scandalo è stato il settimanale L’Espresso (29/1) che ha ricevuto le testimonianze scritte e filmate (disponibili sul sito http://espresso.repubblica.it/) di 15 ex allievi del Provolo, decisi a rompere un silenzio protrattosi per decenni: “Sono pronti ad indicare una lunga lista di vittime e testimoni - ha scritto l’autore dell’inchiesta Paolo Tessadri - ma non possono più rivolgersi alla magistratura: tutti i reati sono ormai prescritti, cancellati dal tempo. I sordomuti, che dichiarano di portarsi dentro questo dramma, sostengono però di non essere interessati né alle condanne penali né ai risarcimenti economici. Loro, scrivono, vogliono evitare che altri corrano il rischio di subire le stesse violenze: una decina dei religiosi che accusano sono anziani, ma restano ancora in servizio nell’Istituito, nelle sedi di Verona e Chievo”.
Per questo motivo il gruppo di ex allievi dell’Istituto riunito nell’Associazione sordi Antonio Provolo si è rivolto prima ai vertici della Congregazione della Compagnia di Maria per chiedere l’allontanamento dei sacerdoti accusati e poi al vescovo di Verona, mons. Giuseppe Zenti. Ma in entrambi i casi non ha trovato ascolto.
Mette i brividi leggere la lettera inviata lo scorso 20 novembre da 67 ex allievi del Provolo a mons. Giampietro Mazzoni, il vicario giudiziale della diocesi di Verona: “I sordi hanno deciso di far presente a Sua Eminenza il Vescovo quanto era loro accaduto. Nella stanza adibita a confessionale della chiesa di Santa Maria del Pianto dell’Istituto Provolo, alcuni preti approfittavano per farsi masturbare e palpare a loro volta da bambine e ragazze sorde (la porta era in quei momenti chiusa a chiave). I rapporti sodomitici avvenivano nel dormitorio, nelle camere dei preti e nei bagni sia dell’Istituto Provolo di Verona che al Chievo e, durante il periodo delle colonie, a Villa Cervi di San Zeno di Montagna”. “Come non bastasse, i bambini e i ragazzi sordi venivano sottoposti a vessazioni, botte e bastonature. I sordi possono fare i nomi dei preti e dei fratelli laici coinvolti e dare testimonianza”. “Nonostante i nostri incontri in Curia - ha dichiarato all’Espresso il presidente dell’Associazione Provolo, Giorgio Dalla Bernardina - durante i quali abbiamo fatto presente anche e soprattutto gli atti di pedofilia e gli abusi sessuali subiti dai sordomuti durante la permanenza all’Istituto, a oggi non c’è stata data alcuna risposta”.
Il vescovo ha invece risposto con una nota scritta all’autore dell’inchiesta pubblicata sull’Espresso: “Per quanto attiene l’accusa di eventuale pedofilia, rivolta a preti e fratelli laici, che risalirebbe ad alcune decine di anni fa, la diocesi di Verona è del tutto all’oscuro. A me fecero cenno del problema alcuni di una Associazione legata al Provolo, ma come ricatto rispetto a due richieste di carattere economico, nell’eventualità che non fossero esaudite. Tuttavia a me non rivolsero alcuna accusa circostanziata riferita a persone concrete di carattere generico”. Ma l’Associazione Provolo ha seccamente smentito le tesi del vescovo, negando di aver avanzato qualsiasi richiesta di carattere economico: “Gli abbiamo soltanto fatto presente i problemi, noi vogliamo che quei sacerdoti vengano allontanati perché quello che hanno fatto a noi non accada ad altri”. (e. c.)

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ADISTA
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Marted́ 03 Febbraio,2009 Ore: 14:28