"CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL MONDO

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi Stefania » 27 set 2013, 14:04

http://ilcentro.gelocal.it/regione/2013 ... -1.7818982


Un prete aquilano scrive a Papa Bergoglio
"Il celibato non è dogma, concedici il matrimonio"

Caro direttore,
chieda al Papa a nome mio e di tanti altri preti, quando la Chiesa si sveglierà nell'approvare il celibato facoltativo dei sacerdoti! il Cardinale Martini aveva ragione a dire che la Chiesa è indietro di 200 anni. Apprezzo il celibato, ma la Bibbia, soprattutto le lettere pastorali di Paolo, ci fa capire che il celibato non va imposto. San Paolo attacca chi vieta il matrimonio definendolo falso profeta.... San Paolo scrive che i preti, vescovi e diaconi dovevano essere uomini di una sola moglie. Quindi sposati una sola volta. Rimasti vedovi, penso potevano risposarsi. Così mi insegnò pure un mio prof della facoltà teologica. La chiesa cattolica di rito bizantino e maronita permette ai seminaristi di sposarsi, ma devono decidere prima del diaconato. Abbiamo infatti preti bizantini e maroniti sposati! Caro Papa Francesco, ti voglio bene e mi commuovi perché parli col cuore libero...allora ti chiedo: perché la chiesa cattolica romana di rito latino non rivede la norma sul celibato obbligatorio? La trovo una norma stupida, anti biblica! Il celibato deve essere facoltativo.

Alcuni miei amici preti bravissimi sono stati costretti a lasciare il sacerdozio perché si sono innamorati seriamente di una donna. Ora hanno famiglia, figli e sanno cosa è il sacrificio e la gioia di guidare la famiglia piccola chiesa domestica. Sono preti che potrebbero benissimo essere reinseriti nella Chiesa vista la crisi grave di vocazioni. Preti omosessuali, che rispetto e stimo, possono invece continuare a fare i preti. Convivono pure col compagno e nessuno dice nulla. Se invece ti vedono con una donna, subito la gente bigotta e fissata inizia a pensare male quando invece non c'è nulla di male se c'è amore vero!! Siamo indietro di 200 anni...

Caro cardinal Martini dal Cielo, aiuta Papa Francesco insieme allo Spirito Santo a portare la Chiesa verso nuovi orizzonti. Basta liberarsi dai pensieri farisaici e ipocriti. Il bello è che Papa Giovanni Paolo II parlò bene del matrimonio dei preti quando approvò il codice di diritto canonico per le chiese orientali. Bellissimo il libro di Donald Cozzens "Verso un volto nuovo del sacerdozio" (Queriniana). Cozzens, prete psicologo americano, scrisse questo libro dopo gli scandali dei preti pedofili. Il vescovo don Tonino Bello, morto in concetto di santità, nel libricino intervista “Chiesa di parte”, scrisse che il celibato è un dazio e ciò non va bene. Profetizzò che in futuro uomini sposati sarebbero diventati preti! Don Tonino Bello vescovo ha la stessa tempra del Papa. Peccato che pure don Tonino è salito al Cielo, ma Dio sa come fare. Don Andrea Gallo, nel suo libro “Come un cane in Chiesa” ci aiuta a riflettere su temi che danno fastidio a certi uomini di Chiesa ultra moralisti e retrogradi.

Non voglio fare polemica, ma questa mia lettera vuole essere una critica rispettosa e costruttiva verso la Santa Sede. L'Abbe Pierre, nel suo libro “Mio Dio perché”, ci aiuta come don Gallo ad aprire gli occhi pure sulla castità repressa e bloccante. Ben venga la castità, ma ben vengano pure i rapporti sessuali fatti con amore vero e vita! Ci vuole equilibrio e ci vuole una morale più aperta se no la scienza teologica viene meno! Ben vengano i valori e i principi! Ma sono stufo di difendere una teologia morale obsoleta e fossilizzata.Credo nell'amore infinito di Dio. Dio ci ama e questo è il tempo della Misericordia Infinita di Dio. Poi sarà la Fine!

Cara Chiesa, ritorna alle origini e apri gli occhi!! Caro Papa Francesco, grazie per aver scelto mons. Parolin come nuovo segretario di Stato: ha già detto che il celibato non è un dogma! E bravo pure il cardinale Hummes, ex prefetto della Congregazione per il clero che fu messo a tacere perché pure lui disse che il celibato dei preti non È un dogma.

Caro Papa Francesco grazie per aver parlato delle lobby gay del Vaticano. Sei un Papa eccezionale e senza peli sulla lingua. Non sono arrabbiato con i gay, li rispetto e li accolgo come fratelli. Sono arrabbiato con gli ipocriti e li affido alla potenza rinnovatrice di amore dello Spirito Santo.

Caro Papa se mi vuoi contattare chiama il direttore del giornale, ma non punirmi. Anzi ti chiedo scusa se mi sono sfogato così apertamente. Prega per me caro Papa e se mi chiami non dirò di questa nostra mail perché ho paura di certi monsignori, vescovi e cardinali che sono indietro di 200 anni. Ma di te caro Papa non ho paura e ti voglio tanto bene. Prega per me perché sono un po' in crisi, ma ho tanta voglia di amare, di evangelizzare, di celebrare con amore e gioia L'Eucarestia fonte e culmine della vita cristiana. Sono in crisi perché non esiste più una Fede matura. Poca gente frequenta i sacramenti con sincerità. Gli altri lo fanno solo per tradizione ma i loro cuori sono lontani da Dio. Ogni giorno nella mia parrocchia e altrove devo lottare contro i farisei ipocriti o contro un certo fanatismo deviante. I cristiani veri sono pochi. Pazienza, meglio pochi ma buoni.

Un sacerdote aquilano
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Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi Stefania » 19 mag 2014, 15:44

ABOLIRE IL CELIBATO PER IL BENE DELLA CHIESA
Vito Mancuso – Repubblica di Lunedì 19 maggio 2014

Chissà come risponderà il Papa alla lettera indirizzatagli da 26 donne che (così si sono presentate) “stanno vivendo, hanno vissuto o vorrebbero vivere una relazione d’amore con un sacerdote di cui sono innamorate”. Ignorarla non è da lui, telefonare a ogni singola firmataria è troppo macchinoso, penso non abbia altra strada che stendere a sua volta uno scritto. Avremo cos’ la prima epistula de coelibato presbyterorum indirizzata da un Papa a figure che fino a poco fa nella Chiesa venivano chiamate, senza molti eufemismi, concubine.
Dai frammenti della lettera riportati sulla stampa risulta che le autrici hanno voluto presentare la “devastante sofferenza a cui è soggetta una donna che vive con un prete la forte esperienza dell’innamoramento”. Il loro obiettivo, scrivono al Papa, è stato “porre con umiltà ai tuoi piedi la nostra sofferenza affinché qualcosa possa cambiare non solo per noi, ma per il bene di tutta la Chiesa”. Ecco la posta in gioco, il bene della Chiesa. L’attuale legge ecclesiastica che lega obbligatoriamente il sacerdozio al celibato favorisce il bene della Chiesa? Guardando ai due millenni del cattolicesimo, ritroviamo che nel primo il celibato dei preti non era obbligatorio (“fino al 1100 c’era chi lo sceglieva e chi no”, cos’ scriveva il cardinale Bergoglio).
Mentre lo divenne nel secondo in base a due motivi: 1) la progressiva valutazione negativa della sessualità, il cui esercizio era ritenuto indegno per i ministri del sacro; 2) la possibilità per le gerarchie di controllare meglio uomini privi di famiglia e di conseguenti complicate questioni ereditarie. Così il prete cattolico del secondo millennio divenne sempre più simile al monaco.
Si tratta però di due idenità del tutto diverse. Un conto è il monaco il cui voto di castità è costitutivo del codice genetico perché vuole vivere solo a solo con Dio (come dice già il termine monaco, dal greco mònos, solo, solitario); un conto è il ministro della Chiesa che determina la sua vita nel servizio alla comunità, di cui è chiamato a essere “il più anziano”, cioè colui che la guida in quanto dotato di maggiore saggezza ed esperienza di vita. Ora la questione è: la celibatizzazione forzata favorisce tale saggezza e tale esperienza? Quando i preti celibi parlano della famiglia, del sesso, dei figli e di tutti gli altri problemi della vita affettiva, di quale esperienza dispongono? Rispondo in base alla mia esperienza: alcuni sacerdoti dispongono di moltissima seprienza, perché il celibato consente loro la conoscenza di molte famiglie, altri di pochissima o nulla, perché il celibato li fa chiudere alle relazioni in una vita solitaria e fredda. Ne viene che il celibato ha valore positivo per alcuni, negativo per altri, e quindi deve essere lasciato, come nel primo millennio, alla libera scelta della coscienza.
Vi è poi da sottolineare che la qualità della vita spirituale non per tutti dipende dall’astinenza sessuale e meno che mai dall’essere privo di famiglia, basti pensare che quasi tutti gli apostoli erano sposati e che il Nuovo Testamento prevede esplicitamente il matrimonio dei presbiteri (cf. Tito 1,6). Se poi guardiamo alla nostra epoca, vediamo che veri e propri giganti della fede come Pavel Florenskij, Sergej Bulgakov, Karl Barth, Paul Tillich erano sposati. Se i nazisti non l’avessero impiccato, anche Dietrich Bonhoeffer si sarebbe sposato, ed Etty Hillesum, una delle più radiose figure della mistica femminile contemporanea, ebbe una vita sessuale molto intensa. Anche Raimon Panikkar, sacerdote cattolico, tra i più grandi teologi del ‘900 si sposò civilmente senza che mai la Chiesa gli abbia tolto la funzione sacerdotale.
“Non è bene che l’uomo sia solo”, dichiara Genesi 2,18. Gesù però parla di “eunuchi che si sono resi tali per il regno dei cieli” Matteo 19,12). La bimillenaria esperienza della Chiesa cattolica si è svolta tra queste due affermazioni bibliche, privilegiando per i preti ora l’una ora l’altra. Penso però che nessuno possa sostenere che il primo millennio cristiano privo di celibato obbligatorio sia stato inferiore rispetto al secondo. Oggi, a terzo millennio iniziato, penso sia giunto il momento di integrare le esperienze dei due millenni precedenti e di far sì che quei preti che vivono storie d’amore clandestine (che sono molto più di 26) possano avere la possibilità di uscire alla luce del sole continuando a servire le comunità ecclesiali a cui hanno legato la vita. La loro “anzianità” non ne potrà che trarre beneficio. Vi sono poi le molte migliaia di preti che hanno lasciato il ministero per amore di una donna (ma che rimangono preti per tutta la vita, perché il sacramento è indelebile) e che potrebbero tornare a dedicare la vita alla missione presbiterale, segnati da tanta, sofferta, anzianità.
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Re: "CRISI CHIESA" E "CELIBATO/PRETI SPOSATI": NOTIZIE DAL M

Messaggiodi ornella » 19 mag 2014, 17:23

19/05/2014
“La lettera delle compagne dei preti è segno delle speranze nel Papa”
Intervista alla sociologa della Luiss De Blasio
GIACOMO GALEAZZI
ROMA
"La lettera delle compagne dei preti è il segno delle speranze che circondano papa Francesco". La sociologa Emiliana De Blasio, che insegna Media gender e Politica all'Università Luiss di Roma ed è cugina del sindaco di New York Bill De Blasio, analizza per Vatican Insider la missiva scritta al Pontefice da 26 donne che affermano di vivere relazioni sentimentali con dei sacerdoti.

Un gruppo di donne legate sentimentalmente a sacerdoti ha scritto a papa Francesco. E’ un universo femminile che esce dal silienzio?

"In realtà è un universo che in parte era già uscito allo scoperto con il movimento dei preti sposati. Si trattava però di una presenza ancora forse un piccolo passo indietro rispetto agli uomini. Qui c'è una presa di coscienza e soprattutto una presa di parola, un nuovo protagonismo. Sicuramente è un universo femminile che esce dal silenzio, rivendica il diritto a parlare del proprio amore; non più quindi un ‘problema’ dei preti ma un problema di entrambi. Prima infatti parlavano - quando lo facevano - i preti che lasciavano il sacerdozio o appunto quelli che affermavano il valore del loro ministero anche se sposati. Ora la rivendicazione di dignità viene dalle donne. Da questo punto di vista il valore simbolico è altissimo".

Perché in una società fortemente laicizzata dove tutto è permesso, la vita sessuale dei religiosi sembra essere l'ultimo tabù sopravvissuto?

"Di tabù ce ne sono ancora molti a dire il vero. Si pensi all'omosessualità, alla presenza di un'omofobia che non è patrimonio solo di qualche invasato, a un maschilismo non ancora sopito che talvolta si coniuga con la misoginia. La vita sessuale dei religiosi è avvolta in una specie di processo di sacralizzazione che ha accompagnato la funzione stessa del ministero sacerdotale. Si tratta di ultimo retaggio di quel processo di ‘angelicazione’ del sacro che trasforma la santità in modello senza corporeità. La storica Chiara Frugoni aveva fatto una notevole ricostruzione di questo processo di ‘riscrittura’ della storia di san Francesco. La vita sessuale è tabù perché riguarda il corpo, che in una vulgata molto diffusa (ma di fatto assolutamente anti-cristiana) non è cosa di cui si interessano i santi".

nei casi di abbandono del sacerdozio, ad avere il sopravvento è la solitudine?

"Non ho conoscenza scientifica del fenomeno e quindi non posso che esprimere opinioni. Credo che si tratti di un sentimento molto presente ma so che esistono anche gruppi e comunità di auto-aiuto e solidarietà. Certo, sicuramente, la solitudine intesa come rottura del rapporto con una comunità è una grave ferita. Lo è anche per i preti che si sposano. Tuttavia in quest’ultimo caso è possibile costruire nuove relazioni comunitarie".

Nell'oriente cristiano i sacerdoti si sposano. Il clero uxorato è una svolta alla quale può essere pronta anche la componente latina della "cristianità"?

"Assolutamente sì. Forse potranno permanere ostacoli fra alcuni soggetti delle generazioni più anziane e fra i membri di qualche gruppo integralista. Mi sembra però che il mondo cattolico del sud Europa sia pronto per il cambiamento. Ciò che a volte si rimprovera ai preti (e più in generale alla Chiesa) è altro, non certo il desiderio a una vita di coppia. La componente latina, poi, è già abituata da tempo a figure uxorate (i diaconi, per esempio, senza dimenticare che la penetrazione delle Chiese riformate ha favorito anche in Italia un processo di ripensamento). Questo non significa che non ci sarebbero opposizioni al clero uxorato; mi sembra, però, che il ‘prete sposato’ non sia più un problema sociale. Forse, dal punto di vista sociale, potrebbe essere più difficile l'accettazione del sacerdozio femminile di quanto possa esserlo quello del sacerdozio maschile uxorato".

Rivolgersi al Papa è anche un modo per fuggire dalla clandestinità e dall'ipocrisia?

"Sì. Ma è anche il segno delle speranze che circondano papa Francesco. E’ un uomo del dialogo, che cerca di ascoltare e non imporre, propone un modello di Chiesa aperta al mondo e pronta ad abbracciare il mondo. L'amore prima del giudizio, anzi l'amore che invera il giudizio. Credo che - dal punto di vista sociale - papa Francesco sia percepito, anche dai non credenti, come un testimone di dialogo, ascolto e carità. Rivolgersi al Papa significa uscire dalla clandestinità e dall'ipocrisia ma anche attivare un dialogo con chi ha fatto del dialogo una delle sue armi pastorali".

L'amore di queste donne è un "amore negato"?

"No, almeno non più. Lo affermano, il loro amore. Così come i preti sposati avevano già fatto. Direi che è un amore nascosto, che viene delegittimato dalla società proprio perché segreto e per quello che dicevamo a proposito del tabù. Se poi, dal punto di vista psicologico possa essere un amore negato, non saprei perché non sono una psicologa. Queste donne, però, affermando il loro amore, sono positive e proattive e sembrano libere dal senso di colpa che aveva nel passato caratterizzato questo tipo di relazioni: in quei casi forse si trattava di amore negato. Oggi è un amore socialmente delegittimato che reclama di essere riconosciuto".

da: http://vaticaninsider.lastampa.it/docum ... sio-34188/
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