come tante

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

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Messaggiodi daniela » 3 apr 2010, 15:22

solita facciata, solito prete che da un lato ti invita e dall'altro, quando arrivi, non ti considera. voglio troncare ma mi fa un male da morire, la cosa assurda e' che ho un marito a cui voglio un bene dell'anima, con cui sto bene ma mi sono innamorata di questo parroco in modo davvero adolescenziale.
Proprio alcuni giorni fa avevo accettato il suo invito a dormire da lui ( abitaimo migliaia di km lontani) e quando sono arrivata, lui mi ha detto che aveva da fare e sono rimasta in una camera sporca e gelida tutta la notte. al mattino sono letteralmente scappata e ho preso la decisione di lasciar perdere ma sto davvero male. adesso sono, per lavoro, in cima ad un monte da sola e il vostro blog mi ha salvato questi primi giorni, ho passato i 50 anni e non so piu' come si esce da questa situazione,se qualcuno puo' aiutarmi grazie.
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Re: come tante

Messaggiodi antonella carisio » 4 apr 2010, 8:58

Cara Daniela, purtroppo, per la mia esperienza, posso dirti che è difficile. Se ci pensi, se ragioni sai che la vostra storia non ha un futuro, sai che in fondo lui non la vuole, sai che non cambierà mai ma... ma il cuore non vuole accettarlo, le emozioni, le sensazioni che ti fa vivere lui sono uniche, irripetibili, o così credi tu, hai paura che se lascerai perdere non proverai più niente del genere. Ti senti una ragazzina, coinvolta come una ragazzina, innamorata persa... E non sai che fare. Purtroppo ci sono passata anch'io... E solo ora, dopo una storia di un anno e mezzo, una storia vera dove stavamo insieme almeno due/tre volta alla settimana, dove dormivamo insieme..., dicevo dopo una relazione di un anno e mezzo se n'è andato in Brasile e non si è più fatto sentire... E' passato più di un anno dalla sua partenza e solo ora sto iniziando a riprendere in mano la mia vita. Dici di avere più di 50 anni e un marito al quale vuoi molto bene... vale la pena gettare tutto al vento per un uomo che, forse, ti usa solo per combattere la sua solitudine? Un uomo egoista per formazione, un uomo che vive una "non vita" per scelta, un uomo che non rischierà mai niente e non cambierà mai niente per te? Scusa, non voglio essere dura ma so quanto ho sofferto nell'illusione che le cose potessero cambiare, nell'attesa di una sua decisione... E so quanto mi ha aiutata Stefania con il suo realismo, con la sua chiarezza e, in alcuni casi, con la sua durezza. Non conosco i particolare e quindi rispondo solo per quello che leggo tra le righe e ciò che lego non mi piace, soprattutto peer te. Se vuoi parlare, sfogarti, se hai bisogno di aiuto e conforto noi siamo qui. Condividere aiuta a stare meglio. Scusa ancora per la franchezza. Un bacio e sappi che ci siamo...
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Messaggiodi daniela » 4 apr 2010, 13:03

quello che mi serve è prorpio la vostra determinazione, la vostra esperienza. sapete meglio di me come crediamo di star vivendo una storia unica e magica che, in realtà è la fotocopia di molte altre.
Che cosa vi ha fatto decidere di chiudere il cuore alle vostre storie? che cosa vi siete dette per rinunciare a questo "amore"? Io sto capendo che tutta la mia energia, la vitalità, l'allegria che provo da quando mi sono innamorata è frutto non di lui ma del fatto i stesso di essere innamorata. Lo stato nascente, come scrive Alberoni, mi ha pervaso e, forse, ho attribuito a lui ( il sacedote) i meriti di questa rinascita. forse è davvero merito mio se sono così piena di vita e, per assurdo, il mio matrimonio va molto meglio. Penso che il sacerdote mi abbia, in so che modo, fatto scattare questa molla ed ora , che sto cercando seriamente di dimenticarlo per sempre, ho paura di ritornare la Daniela un pò spenta di prima.
comunque grazie di esserci,, non avete idea di che aiuto voi diate a tutte le sceme come me che non sanno dove sbattere la testa.
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Messaggiodi daniela » 4 apr 2010, 14:53

sto ripensando a quello che hai scritto, ma cosa ti ha detto quando è partito per il Brasile? dove hai trovato la forza per non prendere il primo volo e seguirlo? a me sembra impossibile dimenticare 2 settimane di lavoro fatto insieme e altre piccole cose/messaggi scambiati in questi 18 mesi. Pensa che sono una donna considerata da chiunque, una roccia, sono la classica leader naturale a cui tutti scaricano problemi e progetti. Forse una bella batosta ci voleva, iniziavo a sentirmi "omnipotente".Adesso che tu hai chiuso con lui, ti appare ancora affascinante o, finalmente lo trovi normale, anzi magari un pochino s.......? Insomma, si riesce davvero a dimenticarli o rimangono nel cuore per sempre?
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Re: come tante

Messaggiodi antonella carisio » 4 apr 2010, 22:12

Sai anch'io mi sono sempre considerata una roccia, sono sempre stata il punto di riferimento per tutti, familiari, amici, colleghi di lavoro... non ho avuto una vita facile già prima di conoscerlo, sono anche una madre single, e pensavo che proprio la mia sicurezza, la mia determinazione avessero fatto si che Edecir, così si chiama il "mio prete", si sentisse attratto da me. Con il tempo ho capito che, forse, la mia era solo una facciata, che tutta questa sicurezza, questa durezza in realtà nascondevano tanto bisogno di amore, di tenerezza, di dolcezza... Dal punto di vista sentimentale ero e sono molto vulnerabile...
Che dirti, quando mi ha detto di aver accettato di tornare in Brasile mi è crollato il mondo addosso, anche se erano già un paio di mesi che era in crisi perchè i superiori ci avevano scoperto e lo tenevano sotto controllo costante, litigavamo spesso, un giorno mi amava e un giorno non mi voleva più sentire nè vedere, soprattutto vedere perchè a parole riusciva a starmi lontano ma quando ci vedevamo... credo che abbia deciso di andarsene soprattutto per allontanarsi da me, per non cedere più alla tentazione. Comunque in quel momento mi sono sentita morire, non sapevo che fare, che dire. Ho anche pensato di seguirlo e, se non ci fosse stato mio figlio, forse lo avrei anche fatto ed avrei commesso il più grande errore della mia vita. Pensa che quando ci siamo visti, dopo lunghe insistenze da parte mia, prima di partire mi ha detto di amarmi, di non poter vivere senza di me e mi ha chiesto di continuare la nostra storia a distanza, di nascosto, sentendoci e usando nomi falsi, scrivendoci in codice. Io ho anche accettato. Poi però ho iniziato a riflettere, ho capito di meritare di più, io avevo bisogno di avere un uomo al mio fianco, un uomo che mi amasse veramente, che cosa poteva darmi una relazione del genere? Niente, assolutamente niente. E così l'ho lasciato, anche se in fondo speravo che lui mi avrebbe cercata, sarebbe tornato da me, mi avrebbe chiesto di ripensarci... non lo ha fatto ed ho dovuto prendere coscienza del fatto che lui non mi amava o forse non mi amava come volevo io. Non lo so. E' stata dura e lo è ancora, ogni tanto ripenso a tutto quello che abbiamo fatto insieme e mi si stringe il cuore ma non posso continuare a vivere nell'illusione. Non è giusto. Ho quasi 41 anni e merito di più, e anche tu e anche tutte le altre. E non siamo sceme, siamo solo innamorate.
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Re: come tante

Messaggiodi Stefania » 6 apr 2010, 13:19

Carissima Daniela, grazie per averci raccontato di te.
Per quanto la si possa definire "la solita storia", per ognuna di noi che la vive, è "la propria storia", con tutto ciò che ne consegue.
Certo i tratti caratteristici ci sono tutti, ma qui è la tua vita e la tua serenità ad essere in ballo!
Ed è questa la cosa che devi tenere sempre presente, oltre il prete, nonostante il prete. Occorre riconquistare al più presto un minimo di lucidità che è quella che ti consente di fare delle valutazioni sensate. Ammettendo che la storia, che tu definisci adolescenziale, fosse andata in porto (per come può andare in porto la storia con un prete, tra l'altro), cosa ne avresti fatto del resto della tua vita?
Cioè, la mia domanda è: quale futuro immaginavi con lui? Immaginavi e desideravi un futuro?
La mia impressione, e anche la tua a quanto mi sembra, è che abbia rappresentato una spinta al tuo amor proprio, ciò che spesso accade in una relazione di lunga data, uno sprazzo di desiderio, un diversivo che ti fa tornare il cuore in gola e ti fa camminare a dieci centimetri da terra.
Il fatto che fosse un prete è una ulteriore complicazione a qualcosa che già è complicato di per sé.
Ti prego, correggimi se sbaglio.
Andando poi a tentare di esprimere alcune considerazioni sul comportamento del prete, sappi che ciò che hai raccontato rappresenta uno degli stereotipi più frequenti.
Il prete sceglie, se può, una donna sposata, perché sa - PARADOSSALMENTE - che il suo celibato non è in pericolo e che lei eviterà di metterlo nei casini, se non a prezzo di incasinarsi anche lei. E soprattutto lei non gli chiederà di lasciare per sposarla.
Quindi si sente più tranquillo, anche con la coscienza (sembra assurdo, ma è così), perché se la donna sposata accetta la relazione, non sentirà il bisogno di realizzarsi come moglie e madre, perché queste cose le ha già e lui non le sta apparentemente sottraendo nulla.
Poi però ci sono i ripensamenti, le paure e, in primis, il potere, che il prete è abituato ad esercitare su chiunque. Il sottrarsi all'improvviso, fa parte di questi meccanismi. Lui, da un lato è esageratamente bisognoso e desideroso di affermare il suo ego, compiacendosi delle attenzioni particolari di una donna, e dall'altro, siccome gli hanno spiegato che a lui deve bastare l'immensa grazia che ha ricevuto mediante l'ordinazione, pensa che ciò che prova rappresenti comunque una caduta, un fallimento.
Ma ora veniamo a te.
Come si fa a dimenticare?
Se posso permettermi, la prima domanda che mi porrei è: "dimenticare cosa?"
Nel senso, vi siete dichiarati? E se sì, cosa? Amore ... attrazione ... vicinanza .... cosa?
Rispondere a questa domanda in modo il più possibile onesto, ci aiuta a capire se ci siamo illuse di qualcosa o meno, e come possiamo eventualmente superarlo.
Ti aspetto
Ste
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Re: come tante

Messaggiodi daniela » 6 apr 2010, 16:34

dimenticare cosa? domanda perfetta, ora scrivo di getto ma ci pensero' profondamente, qualche volta il problema e' proprio trovare la domanda giusta. Praticamente non c'e' molto da dimenticare. Fondamentamente ci siamo conosciuti assolutamente per caso ed e' scoccata una scintilla. Me ne sono tornata a casa convinta di dimenticare questa idiozia. Poi, dopo qualche mese ha creato l'occasione di lavorare insieme a me per due settimane ( sempre lontano da casa mia) e sono stati giorni bellissimi, praticamente non ci siamo allontanati un attimo, una complicita' davvero meravigliosa. Contrariamente a quanto si era sempre fatto mi aveva preparato una stanza in casa sua, mi ha accolta e trattato come una regina fino all'arrivo di una sua parente, da quel momento era affettuosisismo in pubblico, fino a tenermi abbracciata ad un congresso con mio deciso imbarazzo, ma gelido quando tornavamo in casa.Niente sesso ne dichiarazioni se non cose tipo: torna quando vuoi, sei bravissima etc etc. Quelli che lavorano con noi lo chiamavano il mio secondo marito , senza che io abbia mai parlato con nessuno di questa storia.
Dopo di che, io pensavo non si sarebbe mai fatto piu' sentire, mi arriva un sms, delle mail e l'ultima in cui mi diceva di andare a casa sua quando me la sarei sentita. Io sono andata, inventando un impegno di lavoro, e lui mi ha letteralmente non considerata. ha avuto un momento di tenerezza per una picccola cosa e basta.
Quindi da dimenticare ho: l'umiliazione di essere andata fino la' per essere trattata peggio di un cane,la paura che non mi capitera' mai piu' di avere le farfalle nello stomaco,questo innamoramento mi ha fatto tornare allegra, piena di vita ( compreso con mio marito), insomma ho il terrore di ritornare la Daniela un po spenta di prima. Quest'uomo e' riuscito, non so come, a tirare fuori il meglio di me. In piu', e mi vergogno un po ad ammetterlo, stare abbracciata a lui mi piaceva da impazzire e avrei veramente voluto si spingesse oltre. Io so che avete ragione a farmi mettere i piedi per terra, che questa e' una storiella da nulla, ma mi rimane l'idea che potese essere un altro uomo della mia vita, . se ce ne fosse uno solo al mondo , non sarebbe impossibile trovarlo?
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Re: come tante

Messaggiodi Stefania » 6 apr 2010, 18:38

Beh certo, le "farfalle nello stomaco" sono fantastiche. Chi di noi non le ha provate?
Ti sembra che tutto torni "a colori", che ogni persona che incontri sia incredibilmente simpatica, che il freddo non sia poi così feddo e il caldo si sopporti benissimo.
E anche se non trovi parcheggio e giri per due ore non te la prendi... tanto c'è lui.
La vita, però, non è questa. O meglio, c'è anche questo, ma per la maggior parte del tempo esistono sensazioni belle, brutte, o anche bellissime che tendiamo a trascurare perché mancano le farfalle.
Il problema è che le farfalle non ci portano da nessuna parte, nel senso che, anche ammesso che la storia con il lui andasse avanti e si concretizzasse, ad un certo punto, inspiegabilmente, volerebbero via.
Mi sono chiesta varie volte "perché", ma è così, che piaccia o meno volano via e non c'è modo di trattenerle, se non cercando un altro destinatario del nostro innamoramento.
Dopo questa premessa forse un po' scontata, mi viene alla mente un'altra domanda fondamentale.
Daniela, pensaci bene, è davvero questo il meglio di te?

Credo che il fatto che questa persona sia un prete, sia un particolare secondario in questa storia, se non per il tipico atteggiamento di quando ha realizzato che ti aveva in pugno.
Per come la vedo io, per lui è stato un gioco, che lo ha gratificato. Punto.
Non appena però ha intravisto il rischio di portare avanti una cosa impegnativa, il gioco si è fatto trappola. Ed allora "bye bye".
E tu? Riesci a vedere che si è trattato di un gioco?
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Re: come tante

Messaggiodi daniela » 6 apr 2010, 18:47

ma davvero sei convinta che un parroco possa giocare con i sentimenti di una persona in modo cosi' superficiale?, tutto sto casino puo' solo essere un gioco stupido? io mi immaginavo chissa' che perche' mi sembrava impegnativo, per un sacerdote, ospitarmi in casa sua et etc, anche se fosse stato un laico avrei trovato la cosa strana, anzi avrei capito subito e senza dubbi che "ci provava", dato che tutte le alre collaboratrici erano state ospitate in un hotel, ma un prete!Il mio cuore non vuole capirlo ma la mia testa inizia a voler farsene una ragione. scusate se non rispondo a tempo ma la connesisone, qui in montagna, va e viene.
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Re: come tante

Messaggiodi ornella » 6 apr 2010, 19:10

Riprovo a scrivere perché non mi è entrata la prima risposta.
Daniela, sono Ornella e non ho nessuna storia con un prete; concordo con Stefania completamente. In più, alla luce di quello che ho appena letto, posso dire che tu tendi a sopravvalutare un uomo che è prete. Sono uomini come gli altri, né più e né mano. Spesso più conflittuali perché immaturi e pieni di limitazioni misogine e sessuofobiche, ma non sono per questo meno pericolosi: troppo spesso le contraddizioni dettate dall'immaturità vengono scambiate per chissà quali travagli inieriori... . Novanta su cento non è così. E a lasciarvisi invischiare si rischiano le proverbiali penne... :-)
Visto che il mio post precedente non è entrato mi rispeto: sei sicura che ci siano i contenuti per una storia? o piuttosto che tu sia rimasta impigliata dentro un risveglio di sensazioni ed emozioni che avevi dimenticate, perché adesso hai un periodo di crisi di qualche tipo: noia, routine, insoddisfazione?
E poi, perdonami, e il marito al quale vuoi un mondo di bene e del quale scrivi, dove lo collochi in tutto questo? E' la prima domanda che io stessa mi farei in un caso del genere, visto che anch'io sono sposata a un uomo che amo e che stimo.
Vi saluto
Ornella
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