di Stefania » 6 apr 2010, 13:19
Carissima Daniela, grazie per averci raccontato di te.
Per quanto la si possa definire "la solita storia", per ognuna di noi che la vive, è "la propria storia", con tutto ciò che ne consegue.
Certo i tratti caratteristici ci sono tutti, ma qui è la tua vita e la tua serenità ad essere in ballo!
Ed è questa la cosa che devi tenere sempre presente, oltre il prete, nonostante il prete. Occorre riconquistare al più presto un minimo di lucidità che è quella che ti consente di fare delle valutazioni sensate. Ammettendo che la storia, che tu definisci adolescenziale, fosse andata in porto (per come può andare in porto la storia con un prete, tra l'altro), cosa ne avresti fatto del resto della tua vita?
Cioè, la mia domanda è: quale futuro immaginavi con lui? Immaginavi e desideravi un futuro?
La mia impressione, e anche la tua a quanto mi sembra, è che abbia rappresentato una spinta al tuo amor proprio, ciò che spesso accade in una relazione di lunga data, uno sprazzo di desiderio, un diversivo che ti fa tornare il cuore in gola e ti fa camminare a dieci centimetri da terra.
Il fatto che fosse un prete è una ulteriore complicazione a qualcosa che già è complicato di per sé.
Ti prego, correggimi se sbaglio.
Andando poi a tentare di esprimere alcune considerazioni sul comportamento del prete, sappi che ciò che hai raccontato rappresenta uno degli stereotipi più frequenti.
Il prete sceglie, se può, una donna sposata, perché sa - PARADOSSALMENTE - che il suo celibato non è in pericolo e che lei eviterà di metterlo nei casini, se non a prezzo di incasinarsi anche lei. E soprattutto lei non gli chiederà di lasciare per sposarla.
Quindi si sente più tranquillo, anche con la coscienza (sembra assurdo, ma è così), perché se la donna sposata accetta la relazione, non sentirà il bisogno di realizzarsi come moglie e madre, perché queste cose le ha già e lui non le sta apparentemente sottraendo nulla.
Poi però ci sono i ripensamenti, le paure e, in primis, il potere, che il prete è abituato ad esercitare su chiunque. Il sottrarsi all'improvviso, fa parte di questi meccanismi. Lui, da un lato è esageratamente bisognoso e desideroso di affermare il suo ego, compiacendosi delle attenzioni particolari di una donna, e dall'altro, siccome gli hanno spiegato che a lui deve bastare l'immensa grazia che ha ricevuto mediante l'ordinazione, pensa che ciò che prova rappresenti comunque una caduta, un fallimento.
Ma ora veniamo a te.
Come si fa a dimenticare?
Se posso permettermi, la prima domanda che mi porrei è: "dimenticare cosa?"
Nel senso, vi siete dichiarati? E se sì, cosa? Amore ... attrazione ... vicinanza .... cosa?
Rispondere a questa domanda in modo il più possibile onesto, ci aiuta a capire se ci siamo illuse di qualcosa o meno, e come possiamo eventualmente superarlo.
Ti aspetto
Ste