di lostris » 18 mar 2010, 14:09
care e cari tutti, vi racconto la mia storia.
Tutto iniziò prima della pasqua. Iniziò come tanti amori, come tutti gli amori, senza sapere “perché” e a quale strana alchimia era dovuto. Eravamo innamorati, era notte e stavamo sotto il portone della mia casa in affitto. Una scoperta emozionante…
Lui era un seminarista, anzi un diacono, tornato da poco da un’esperienza missionaria. Questo viaggio aveva aggiunto, ai suoi precedenti dubbi, tante domande e riflessioni rispetto all’idea “occidentale” di teologia e di chiesa. Io ero una ragazza qualunque che questi problemi non se li era mai posti seriamente e che cercava semplicemente amore.
All’inizio, avevo creduto e sperato che lui lasciasse la strada del sacerdozio per me: non lo fece. Ricordo perfettamente quando me lo disse. Eravamo ad un matrimonio di amici, su un dondolo in giardino. Lacrime fra volti felici. Ma non cambiò idea nè di fronte alle mie lacrime di incomprensione nè quando la gerarchia ecclesiastica lo “perseguitò” per le sue idee e per il suo modo umano, troppo umano, di vivere la fede. Ebbero paura del suo essere radicale nel seguire la Parola “Dio è amore”. In seguito a “paterne e comprensive” pressioni dall’alto, lui dovette partire, per realizzare altrove quello per cui sentiva di essere nato: il prete..sentiva di esserlo fino nel midollo, e la sua realizzazione umana era il sacerdozio. Eppure dalla sua vita, lui non mi ha mai escluso. Mai. Trovava infondato (in tutti i sensi dal teologico all'umano) dover scegliere tra l’amore di dio e quello per una donna. Mi diceva però che c’era bisogno di attendere tempi migliori e di prepararsi perché sarebbe stato duro, visto la società in cui vivevamo. In teoria, ero d’accordo con lui, ma la pratica era molto più difficile. Non accettavo l’idea di dividere il suo amore con Dio, non accettavo che lui non scegliesse me prima di tutto, non accettavo di dover vivere il nostro amore da clandestina. Mai un gesto affettuoso, mai un bacio, mai niente fatto con tranquillità, sotto la luce del sole, tra la gente…mi mancava la normalità, la normalità di un amore che io sentivo normale, anzi straordinario, ma che nella realtà era "proibito". allora, ho tentato in tutti i modi di lasciarlo, ho tentato di dimenticarlo, ma come potevo? solo la distanza ci è riuscita, ponendo un limite concreto.
Io non ce l’ho fatta a stare accanto a lui, perché avevo bisogno di un amore possibile, e il nostro lo vedevo e sentivo impossibile. Essere costretta a stare in una stanza, tra 4 mura, mi toglieva vita…mai, all’esterno, potevamo stare insieme…e comunque, temevo il giudizio negativo del mondo, della mia famiglia, della chiesa etc…Quante persone avrebbero accettato la mia relazione con lui? Quanti addii avrei dovuto dire, quante litigate fare, quante pagine di giornale leggere e strappare, visto quanot era noto? Sono stata per mesi a chiedermi con i sensi di colpa il perchè di questo amore “sbagliato”, e poi la rabbia verso dio e la chiesa, e poi la passione e l’amore che sentivo crescere invece che calare per quest’uomo. Mesi di travaglio e di luce.
Sono passati quasi dieci anni da quella notte in cui ci siamo scoperti innamorati. Sono successe tante cose nel frattempo. Non stiamo insieme, siamo lontani e ognuno di noi sta cercando di realizzare la propria vocazione di uomo e donna…
Scrivo perchè voglio anch'io raccontare quanto sia difficile elaborare giorno dopo giorno il lutto di un amore che è finito per circostanze storiche ed culturali. io e il prete non ci siamo lasciati per incompatibilità di valori, idee, caratteri, progetti, visioni del mondo o perché non era amore…anzi, era l'Amore. e ci siamo lasciati perchè io non me la sono sentita di stare in quella nostra storia. E il peso di questa scelta me lo sono portata dietro, come un senso di fallimento, di inferiorità e inadeguatezza.
scrivo perchè comunque voglio testimoniare che, nonostante l'esito a prima vista infelice, è stata una storia piena, ricca,come forse tante altre storie di amore umano, che mi ha fatto crescere come donna, come persona, come L. Nessuno mi aveva mai regalato il senso dell'Amore, umano e divino, quanto lui. ritengo di essere stata fortunata, nonostante tutte le lacrime e il dolore portato...e sogno che un giorno queste storie siano storie di libertà e libertà d'essere pienamente uomini felici. a Dio piacendo, le nostre vite vanno avanti sorprendentemente e meravigliosamente intrecciate d'amore nel mondo.
buona giornata a tutti