di ornella » 8 ott 2011, 12:12
Cara Luicia,
non esistono ricette per ciascuno/a, esistono però delle linee di condotta che si possono valutare e qualche suggerimento.
Il primo che mi sento di darti è quello di approfittare di questo distacco per guardare molto bene dentro te stessa , magari se riesci a parlarne con qualcuno non in ambito clericale è meglio, e decidere cosa tu sia disposta ad investire, in prospettiva, su un rapporto che incontrerà indubbiamente moltissime difficoltà e tra di voi e nei confronti del ristretto mondo che circonda un presbitero o un religioso.
Il secondo suggerimento che mi sento di darti è di non ricercare spiegazioni di sorta, ma di evitare, cambiando anche comunità se ti è possibile, dei contatti che si verificherebbero per forza di cose: mai pretendere da noi stesse di più di quanto si possa sopportare. Contatti del genere, infatti, potrebbero non fare altro che suscitare in te un’altalena di speranze e delusioni che ti farebbe solo del male.
Se e quando, con calma, tu ti sarai data una risposta su quello che vuoi veramente PER TE STESSA, allora agirai di conseguenza.
Per adesso mi accontento di ricordarti che nulla è impossibile se un prete o un religioso lo vuole davvero, ma che nulla è certo perché molti sono assolutamente impreparati ad avere un rapporto affettivo paritario, costante, a lungo termine.
E non illuderti di cambiarlo. Questo non succederà. In realtà è difficile essere un “noi” se l’”io” e il “tu” non hanno le idee chiare sul loro possibile rapporto.
Io ho un caro amico che termina in questi giorni il suo periodo di cosiddetto “discernimento”, e so il prezzo che sta pagando per diventare coppia con un’ottima ragazza che è stata bersagliata più di lui come la “peccatrice” (non dico di peggio ma è intuibile) della situazione. Per fortuna è un uomo solido, ha resistito alle pressioni anche di giornalisti in caccia di gossip, si è trovato un lavoro e lavora anche lei. Oggi convivono. Tutto risolto? Non lo so, perché la strada sarà ancora lunga e le cicatrici che lasciano certe vicende sono lunghe ad assorbirsi. E per di più, fino a quando lui non otterrà la dispensa è sempre possibile che si facciano tentativi per farlo recedere dalla decisione presa: la chiesa vede di cattivo occhio i conviventi e non si ferma davanti a nulla, neanche ad un eventuale matrimonio civile contratto in attesa della dispensa.
Se lui si fosse arreso alle pressioni, in primis da parte della madre bigotta, credo che avremmo una donna delusa in più: ancora oggi, infatti, i colleghi che li accolgono entrambi col sorriso poi gli fanno il predicozzo in separata sede… . Non demordono!
Se non sono "scoppiati" è perché la ragazza coinvolta gli ha lasciato tempo, silenzio e spazio per rimuginare e digerire una situazione che lui non aveva mai ma proprio mai preventivato, era un celibatario convinto, e perché fortunatamente lui è ben attrezzato psicologicamente ed emotivamente.
Ma quanti lo sono? Troppo pochi.
Quindi, come vedi, non ci sono ricette per tutti: a mio parere però paga sempre la maturità da ambo le parti, anche quando si rinuncia, non solo quando si decide di stare insieme fuori dalla clandestinità.
Un affettuoso abbraccio
Ornella