Una storia come tante ma non per me...

“Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen 18)

Questo blog nasce dall’esigenza di portare alla luce la sofferenza, i problemi, le contraddizioni e gli ostacoli o i divieti che derivano dalla legge del celibato obbligatorio dei preti, così come previsto nell’ordinamento della chiesa cattolica romana.
Vuole essere principalmente un punto per lo scambio di esperienze e per il sostegno reciproco di quanti sono coinvolti in questa problematica:

• Le donne, che sono costrette a nascondersi, talvolta a vergognarsi di ciò che provano, subendo i cambi continui di umore di una immaturità affettiva dei chierici

• I preti, che vivono uno stato di confusione tra ciò che sembra essere il loro obbligo di fedeltà verso la chiesa a cui appartengono, e la bellezza di una nuova scoperta.

• I figli nati da queste relazioni, che hanno tutto il diritto di essere figli come tutti gli altri e quindi amati e cresciuti da entrambi i genitori. Soprattutto, come la gerarchia sosteneva a riguardo del referendum sulla legge 40, hanno il diritto di conoscere chi è il loro padre

E’ evidente che il celibato obbligatorio sia solo uno dei sintomi di una rigidità dottrinale che non contempla il bene dell’uomo e, per questo, la chiesa stessa (il popolo di Dio) deve trovare la forza e la libertà di andare oltre la legge, proprio sulle orme dell’uomo Gesù che ha avuto il coraggio di sfidare i mali del Tempio.

Una storia come tante ma non per me...

Messaggiodi larah16 » 13 lug 2012, 18:04

Sono una ragazza di 35 anni di Bologna. Qualche anno fa ho incontrato un prete in un momento per me molto difficile. Gliene ho parlato. E' stato molto gentile con me, anche se sin da subito avrei dovuto capire che tipo era (uno che ti ascolta finché non ha altro di meglio da sbrigare, una persona che ti sa ascoltare dedicandoti il tempo necessario, sempre pronto a guardare l'orologio quando il tempo della sua attenzione è scaduto...); ad ogni modo in un momento di grande tristezza e di grande amarezza mi sono legata molto a lui che, se è vero che mostrava di avere una memoria un po' corta e spesso un'attenzione carente, era molto accoglienete e gioviale con me. In sostanza potevo ritenere che fosse la persona giusta cui aggrapparmi per venir fuori da molti miei problemi, dalla mancanza di affetto che mi teneva chiusa in una morsa, dalla solitudine, dall'incapacità di vivere una vita "normale" fatta di discoteca, balli, divertimenti e tutto il resto.
A poco a poco mi sono resa conto di essermi innamorata ma temevo di dirglielo perché nel frattempo i nostri rapporti erano un po' cambiati ed io sospettavo che il suo lieve allontanamento fosse dovuto al fatto che aveva capito che mi ero innamorata di lui... Passato del tempo decisi però di confessargli i miei sentimenti. Fino ad allora tra di noi c'erano stati soltanto abbracci, qualche carezza molto casta. Lui è un brav'uomo che cerca di fare bene il suo dovere, questo c'è da dirlo.
Quando gli dissi tutto mi aspettavo di perderlo, invece le cose non sono andate così. Mi aspettavo che si sarebbe arrabbiato, ma in realtà lui era solo molto lusingato da quanto gli avevo detto e all'inizio, quando gli chiesi insistentemente di darmi la possibilità di frequentarlo per vedere se fossimo o meno fatti l'uno per l'altra, lui si mostrò molto turbato e dispiaciuto. Mi disse che gli sarebbe piaciuto moltissimo, ma che non era possibile al momento... Che forse, che sperava in un domani più clemente, chissà... La storia del domani è durata per molto tempo. Io sono stata attaccata a lui come un'ombra nella speranza che finalmente questo domani tanto atteso in cui lui mi avrebbe dato la possibilità di amarlo sarebbe infine giunto... Ma quando l'ho messo alle strette, facendogli notare l'incoerenza di certi suoi comportamenti (abbracci un po' troppo teneri, sguardi troppo commossi per essere indifferenti, carezze un po' troppo amichevoli...) lui ha negato tutto, dicendomi che vedevo cose che non c'erano, che ero in pratica una sorta di visionaria e che lui non sarebbe mai stato con me... Che le promesse che mi aveva fatto sul domani di fatto non erano delle promesse, che non aveva voluto ferire i miei sentimenti essendo più chiaro e dicendomi no sin dall'inizio. Insomma chiuse la porta della speranza in malo modo, scusandosi, ma dicendomi in sostanza che era stato tutto un grande fraintendimento e che da allora in poi non ci sarebbero stati più abbracci tra noi perché ero una persona che si illudeva facilmente e che non ero diversa per lui da nessun'altra: eravamo tutte uguali davanti a lui e davanti al Signore. Davanti a tanta "violenza" verbale, mi sono rintanata in me stessa, mi sono allontanata da lui, benché non smettessi di amarlo perché in cuor mio ho sempre creduto che la commozione dei suoi occhi e la titubanza iniziale delle sue parole fossero VERE. Dopo qualche tempo abbiamo ripreso a sentirci. Ricordo che fu lui per la prima volta in quella circostanza a chiedermi con tono scherzoso se fossi ancora innamorata di lui... E dopo che il rapporto ritornò tale e quale a prima, mi chiese delle carezze, delle attenzioni speciali (non a sfondo sessuale) che probabilmente lui molto apprezzava e di cui sentiva credo una certa mancanza. Dietro queste intimità e questi baci casti, ma assai al limite tra l'amicizia e l'amore, ho cominciato a vedere lo spiraglio di qualcos'altro... Speravo che prima o poi, con molta pazienza, si sarebbe liberato dalle sue paure e sarebbe stato mio. Non volevo forzarlo, cercavo di essere molto buona e paziente con lui, cercavo di non insistere troppo, cercavo di rispettare i suoi tempi. Con il tempo però questi momenti di intimità si sono macchiati della sua cattiveria. Una cattiveria che non so perché esercitasse su di me in quel modo. Sapeva che lo amavo, che avrei fatto qualcunque cosa per lui ed invece di ringraziarmi per questo, invece di essermi grata, non perdeva occasione per umiliarmi, per farmi sentire una cacca, per sottolineare quanto lui mi fosse superiore perché io era perduta per lui, ma lui non lo era per me. Sono inziate delle scaramucce che mi hanno fatto molto male. Io parlavo spesso di cose alle quali o non ricevevo risposta o le risposte erano vaghe. I tempi e le modalità di tutto ciò che riguardava questa presunta "intimità" (che lui riteneva scomoda tra due amici, ma che alla fine non era nulla di che...) erano sempre e solo scelte da lui, compresi i "basta", con i tempi che lui riteneva sufficienti a finire ciò che si era iniziato (e ribadisco che non c'è mai stato nulla di sessuale). Questa mancanza completa di sessualità con il tempo mi ha ferita terribilmente, mi ha fatto sentire totalmente inadeguata, brutta, indesiderabile (benché abbia molti corteggiatori, ed abbia avuto due ragazzi molto innamorati ed attratti da me prima di lui). Ne abbiamo parlato più volte, ma lui, mentre all'inizio ha cercato di rassicurarmi sul fatto che non avevo alcun problema, che era lui in difficoltà perché non aveva intenzione di consumare un rapporto sessuale con me, con il tempo ha cominciato a sbattermi in faccia con cattiveria questa mancanza di attrazione (o presunta tale, perché al dire il vero non ho ancora capito se l'attrazione ci fosse oppure no). Alcune cose mi facevano propendere per il sì... Non credo infatti che un uomo sano di mente si faccia accarezzare da una donna che non lo attrae affatto, dall'altra però il fatto che io non abbia mai visto da parte sua alcun tentativo di sedurmi o alcuna reazione sessuale mi faceva pensare il contrario. Fatto sta che questa situazione è andata sempre più degenerando, fino a quando un giorno, davanti il suo ennesimo rifiuto di andare avanti su qualcosa che LUI aveva voluto iniziare, ma che attribuiva ormai a me, dicendomi che in realtà mi aveva solo fatto un favore dandomi un contentino, mi sono stancata ed ho chiuso il rapporto. Da quel momento la realtà e la mia psiche si sono separate e fanno vita distaccata... il mio cuore lo pensa spesso, lo sogna... sono letteralmente tormentata da lui e dal suo rifiuto, dall'altra mi sforzo di fare una vita quanto più possibile normale, per quanto io senta un tarlo che mi rode da dentro ogni giorno e non faccio altro che far visite mediche a destra e a manca...
Lui sapeva che non stavo bene, ma credo non si sia mai sentito responsabile di nulla dal momento che non ha mai ritenuto di aver fatto nulla se non venirmi in contro come meglio poteva per alleviare il mio dolore, sottraendosi nello stesso tempo come più gli era congeniale a quelli che riteneva non essere i suoi doveri dal momento che non eravamo amanti.
Alle volte non so cosa credere.... se abbia in realtà ragione lui... con la sua storia della bontà e della generosità concessa alla povera fanciulla innamorata che lo riempiva di attenzioni, regali e di carezze e di attenzioni di ogni genere, oppure se sia stato solo un codardo che non ha saputo gestire i suoi sentimenti nei miei confronti ed ha scelto la via più facile per salvare, come si sul dire, "capre e cavoli", ovvero la sua faccia e tutta la faccenda.
Per quanto sia sciocco pensarlo, alla mia veneranda età di 35enne, non riesco davvero a mandar giù il suo rifiuto. Non riesco a vivere serenamente pensando che lui mi abbia scartata via come una pera marcia... Che non mi abbia voluta... Nonostante tutto ciò che io ho fatto per lui.
La sua ambiguità è stata sempre disarmante. Il suo dire e non dire mi hanno sempre lasciata così... senza la possibilità né di replicare né di accusare... Ed il male che sento, a distanza ormai di anni, non mi abbandona. Qualcuno riesce a capire il comportamento di quest'uomo? Mi manca terribilmente, per quanto ancora lo detesti per ciò che mi ha fatto. Non sopporto l'idea di stargli lontana ancora, eppure lo odio. Non so... Voi che dite? Aiutatemi a fare chiarezza. Io vorrei parlarne con lui ma è inutile perché ormai ha deciso che non ci deve essere storia. Mi disse un giorno che chissà forse un giorno qualcosa sarebbe accaduta tra noi... che poteva capitare... ma io non ho mai capito né come né quando né perché con le lacrime agli occhi mi dicesse questo per poi negarlo due ore dopo.
larah16
 
Messaggi: 15
Iscritto il: 16 set 2010, 21:03

Re: Una storia come tante ma non per me...

Messaggiodi larah16 » 14 lug 2012, 19:59

Spero che qualcuno di quelli che legge prima o poi mi risponda... ne avrei bisogno... grazie! :roll:
larah16
 
Messaggi: 15
Iscritto il: 16 set 2010, 21:03

Re: Una storia come tante ma non per me...

Messaggiodi larah16 » 15 lug 2012, 21:12

Grazie Paola...
Hai ragione.... ciò che mi sono sempre chiesta è se questi atteggiamenti sono quelli di una persona che prova qualcosa o è indifferente.... Se ti va in privato ti dico meglio... A te è accaduta una cosa simile?
larah16
 
Messaggi: 15
Iscritto il: 16 set 2010, 21:03

Re: Una storia come tante ma non per me...

Messaggiodi Stefania » 31 lug 2012, 20:27

Cara Larah, ti rispondo soltanto oggi poiché sono stata in vacanza per un breve periodo e solo oggi ho il tempo necessario per scrivere.
Mi spiace molto per questa tua storia, l'ennesima che ascolto con le stesse preoccupanti caratteristiche.
Il prete si comporta da adolescente, gradisce la corte di una donna, anzi ne ha bisogno in un certo senso, ma nulla più di questo. Poi in realtà non la lascia mai allontanare troppo per non perderne le lusinghiere attenzioni.
E questo orrendo balletto finisce per durare decine di anni, illudendo la donna che qualcosa possa cambiare e lui possa "cedere" dichiarandosi innamorato e lasciare il ministero, o comunque accettare di portare avanti una relazione.
Ma sappiamo bene che non è così che finisce. Anzi, solitamente se la donna si fa troppo presente, lui cambia completamente direzione, dicendo che lei ha frainteso le sue gentilezze.
Ecco, questo è il tipo di cui ti sei innamorata, senza il quale non puoi vivere e che dici che ti manca terribilmente. Uno che ha giocato con i tuoi sentimenti per provare l'ebbrezza dei tuoi sguardi romantici, senza mai scoprire il gioco, approfittando della tua debolezza, praticando un tira e molla che ti ha incastrato.
Credo che non serva a molto chiedersi perché si è comportato così; piuttosto potresti chiederti che ci fai con un tipo del genere. Che cosa davvero ti piace di lui, o se forse non sia l'idea che hai di lui che ti piace così tanto.
Non si può chiedere ad un tizio che è cresciuto senza educazione emotiva, sentimentale, affettiva, sessuale, con la certezza di essere un "ministro sacro" che la gente adora e rispetta anche se dice e fa cazzate, di diventare umano, di mostrare sensibilità, rispetto, empatia e di trattare le persone con la necessaria delicatezza, con onestà.
Quindi, mia cara, è meglio cambiare strada. E' meglio stare alla larga.
Hai 35 anni e tutta la vita davanti.
So che queste mie parole forse neanche ti sfiorano perché il tuo pensiero è "a senso unico", ma prova per un solo istante a lasciarle passare, poi magari le puoi buttare via, se credi.

Io sono qui, pronta a parlare con te, anche in privato se vuoi. E anche al telefono (348-2316120)
Ciao
Stefania
Avatar utente
Stefania
 
Messaggi: 306
Iscritto il: 2 ott 2008, 22:28

Re: Una storia come tante ma non per me...

Messaggiodi ornella » 2 ago 2012, 8:38

Approfitto di questo spazio per una buona notizia, augurandomi che questa possa essere, per il futoro, "una storia come tante" ...
Don Romano ha poco meno di cinquant'anni, lo conosco da una dozzina d'anni molto bene, giusto due anni fa in questo periodo venne da me con la sua fidanzata, Elena, vent'anni meno di lui, per dirmi che intendeva prendersi il tempo necessario per "riflettere" sul da farsi... . Più che altro perché la diocesi lo impone in questi frangenti, mica lo propone... .
Dopo la solita trafila: vescovo, psicologo, confessore personale, altro prete consigliato dalla diocesi e una serie di colloqui, tutti furono unanimi, eccetto il vescovo col quale non è che le cose siano state così "leggere", nel dire che lui quella storia intendeva viversela fino in fondo.
Nel frattempo il cannibanismo giornalistico fece qualche tentativo di gossip sull' "uomo del sacro", la famiglia di Elena voleva metterla fuori di casa, la madre di lui si prese un bell'esaurimento nervoso e incolpava "lei" di "non essere stata al suo posto".
Storie già sentite... . Al momento vissute con una densità di sofferenza notevole, tanto che meditavo di ospitare Elena da me, con una sistemazione di fortuna perché la casa è piccola, mentre Romano, lasciata la parrocchia, andava per un breve periodo a vivere con sua madre nella casa di famiglia.
Poi la decisione, caldeggiata anche dalla sottoscritta, di andare a vivere insieme.
Un amico fornì loro un mini alloggio che provvidero ad arredarsi, nel frattempo arrivò anche il lavoro per lui, grazie ai buoni uffici di una "vecchina" del paese cui portava l'eucarestia a casa quand'era parroco (vedi le strane vie della provvidenza, alle volte...).
Ora lavorano entrambi, con tutti le incognite che il lavoro rappresenta al giorno d'oggi, hanno lasciato l'alloggio che occuoavano per un appartamento più grande, ma vicino alla sede della ditta per la quale Romano lavora oramai da poco meno di due anni.
Con le famiglie le cose si sono aggiustate: con i genitori di Elena molto rapidamente, con la mamma di Romano lo scorso natale.
Si sposeranno il 25 agosto con rito civile.
In attesa della dispensa, intanto hanno deciso di girare pagina e mettere tutte le premesse per vivere serenamente, magari chissà, con un figlio in futuro.

Mi auguro davvero che ci siano uomini con la testa sulle spalle disposti ad assumersi la responsabilità di una scelta adulta ache se sofferta e ragazze forti e determinate come Elena.
Nonostante la crisi e i problemi inerenti e conseguenti, decidono di affrontare insieme le difficoltà che tutti/e affrontiamo in questi momenti, e non accampano scusanti per ritardare la loro unione. Non sono degli eroi, sono persone serie, disposte ai sacrifici pur di vivere l'uno accanto all'altra.
Evviva!
Ornella
ornella
 
Messaggi: 103
Iscritto il: 4 ott 2008, 18:39

Re: Una storia come tante ma non per me...

Messaggiodi Stefania » 2 ago 2012, 9:28

Cara Ornella,
grazie per questo tuo scritto che ci fa tirare un sospiro di sollievo, testimoniando l'esistenza di preti - io direi in generale di uomini - seri.
Mi pare che don Romano lo sia stato da subito, pur con tutte le difficoltà del caso.
Il problema è quando la donna si trova di fronte all'eterno bambino protetto dalle ali dei superiori, che "vorrebbe ma non può", che continua con "oggi sì domani chissà".
Un simile atteggiamento arriva ad essere una prigione dorata, nella quale una donna rischia di restare per molti anni, illusa dalle supposte intenzioni e cieca di fronte alla realtà.
Per poi magari sentirsi dire alla fine: "Ma tu lo sapevi che ero un prete e che tutto questo non è previsto".

Stefania
Avatar utente
Stefania
 
Messaggi: 306
Iscritto il: 2 ott 2008, 22:28

Re: Una storia come tante ma non per me...

Messaggiodi Marta » 2 ago 2012, 10:41

Anch'io approfitto di questo spazio: ho conosciuto don Romano molti anni fa, è sempre stato un uomo intelligente, serio, profondo, maturo e la sua scelta lo dimostra.
Chi l'ha detto che il Signore chiama una volta sola nella vita?
Perchè accontentarci delle briciole?
Sono davvero felice e profondamente commossa per lui e per Elena... auguro a loro tutto il bene!

Marta
Marta
 
Messaggi: 3
Iscritto il: 11 gen 2011, 15:45

Re: Una storia come tante ma non per me...

Messaggiodi Cuoremo » 6 ago 2012, 23:28

Purtroppo non tutti hanno il coraggio di prendere una decisione così importante . . . Mettendo in piazza i loro cuori . Però ne conosco uno che l ha fatto per amore solo per amore . È stata una storia travagliata piena di sofferenza emarginazione mancanza di lavoro sguardi della gente ! Ma con il tempo tutto si sistema ! Mi auguro sia il loro un per sempre ! ! !
Cuoremo
 
Messaggi: 17
Iscritto il: 6 ago 2012, 12:48

Re: Una storia come tante ma non per me...

Messaggiodi larah16 » 11 ago 2012, 16:12

Stefania, grazie per la risposta. Non conoscevo la storia di questo Don Romano e di Elena, del resto sono spesso fuori da questi blog o da queste faccende per motivi ormai palesi: sono arrivata a detestare la Chiesa e tutto quello che ci sta dentro ed intorno.
Cmq sia... grazie del consiglio che da mesi in effetti sto seguendo perché sono otto mesi che ormai non ho più con questo prete il rapporto morboso che avevo prima. Quando mi manca un punto di riferimento perché altri cui mi lego mi lasciano, abbandonandomi ad una solitudine che per me è stata sempre troppo grande, faccio qualche passetto di nuovo verso di lui, ma la cosa fino ad oggi non ha portato ad un reale riavvicinamento, anche se lui, seppure non l'ha detto chiaramente, pare che lo vorrebbe. Io passo i pochi minuti con lui insultandolo come posso e tutte le volte che posso, in modo ovviamente assai garbato (per quanto può esserlo un insulto) pubblicamente. Gli dico cose che so che possono ferirlo, come che in Chiesa grazie a Dio non ci metto più piede, che si è fatto più brutto di prima, che non perdo il mio tempo con le loro stupide attività ecc ecc.
Mi aspetto qualche reazione ogni tanto... Una reazione sgarbata, non so, un "vaff......", ma niente, lui è sorridente come una Pasqua e tutte, dico tutte le volte che mi vede (7 volte penso in 8 mesi circa) mi accoglie sempre con la solita frase gioviale: Larah è tornata!!!!!!! Con un bel sorriso. Vorrei tanto rispondergli: Caro il mio don, Larah NON è tornata, Larah non tornerà, Larah è solo PASSATA, ma non torna. Ma guarda Stefania è inutile anche parlargli perché lui non capisce e se capisce, fa la faccina triste come di chi ha preso botte dalla mamma e con il viso rattristato da cane bastonato si allontana. Alla fine insomma, la cattiva sono io! Vabbé. E' stato sempre così. Io ho rubato, io ho frainteso, io non ho capito ecc ecc... Insomma, sono un'idiota decelebrata che sin dall'inizio, pazza visionaria, ha visto ovunque cose che non c'erano :lol: Ma alla fine rido perché davvero mi accorgo che parliamo di una persona che la coerenza e soprattutto le palle non sa nemmeno dove stanno di casa! Alle volte mi fa anche un po' pena. Anch'io da sempre vivo in un mondo tutto mio, in un mondo a metà, ma lui non immagina neppure che esista un mondo parallelo, un mondo fatto di cose che lui non conosce, come il rispetto, come l'amore, come il coraggio dei propri pensieri e delle proprie azioni... Anche io vivo situazioni strane, ma quelle che vivo le vivo a pieno, senza risparmiarmi. Lui è un codardo e mi fa pena. Poverino, alle volte ci penso. Potrebbe molto di più, se solo volesse, ma non vuole e questa è la sola verità...
Mi chiedo alle volte cosa voglia adesso... Che io ritorni per fare cosa? Forse alla fine questa situazione gli è anche comoda... Forse vuole solo sentirsi in pace la coscienza, recuperare la pecorella smarrita, riportarla all'ovile e farsi la sua vita serena, senza sensi di colpa. Non so. Le altre volte mi sono sempre lasciata rabbonire dalle sue parole dolci, dai suoi sorrisi, ma nel giro di qualche giorno si ritornava di nuovo ai soliti comportamenti del cavolo...
Non so che dire. Stefania secondo te che vuole? Cmq sia per ora cercherò di non farmi fregare. Baci.
larah16
 
Messaggi: 15
Iscritto il: 16 set 2010, 21:03

Re: Una storia come tante ma non per me...

Messaggiodi frisella » 16 ago 2012, 10:15

ciao Larah e ciao tutte,
la tua storia è simile a quella mia e di tante altre. Alla fine non è importante chi abbia dato di più e chi di meno nelle nostre relazioni fallimentari con i preti; quello che conta è tirare fuori storie di questo tipo perchè se ne parli e la si smetta di mettere la testa sotto la sabbia come fanno gli struzzi. Anche a me è capitato qualcosa di simile a quello che tu descrivi e anche io ho avuto la sensazione di essere impazzita per un periodo. Sappiamo molto bene che sono storie che portano con sè un carico di sofferenza enorme ma è giusto condividerle perchè credo che la sofferenza sia presente da entrambe le parti e comunque non è giusto reprimere a priori un sentimento positivo come l'amore tra un uomo e una donna per cieca obbedienza ad una regola umana peraltro vecchia e contraria alla realizzazione dell'uomo. so che le obiezioni a quello che scrivo possono provenire da più parti e mi piacerebbe estendere la discussione a chi la pensa diversamente per trarre una qualche motivazione, se esiste, alla nostra sofferenza. Sarebbe bello che qualche prete venisse fuori allo scoperto per esprimere la propria posizione. magari potremmo tutti imparare qualcosa di più. ciao a tutti.
frisella
 
Messaggi: 3
Iscritto il: 14 ago 2012, 14:16

Prossimo

Torna a CELIBATO OBBLIGATORIO: LA DURA LEGGE CHE VIETA L'AMORE - Una legge disumana e antievangelica

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 10 ospiti

cron