di francescaromanodoc » 6 ott 2011, 11:46
ciao Stefania, ciao Antonella,
grazie per la collaborazione ed il sostegno alla nostra causa. Speriamo che i vostri primi passi siano di incoraggiamento anche ad altri lettori/lettrici del blog..
ci teniamo a ribadire che il nostro lavoro non ha alcun intento scandalistico e ci interessano i risvolti umani della forma d'amore che il celibato comporta.
Ovviamente siamo disposti a salvaguardare l'anonimato dei nostri interlocutori, qualora ci fosse richiesto, ed è nostra intenzione fare un film documentario (differente da un reportage a tesi) non "su" un fenomeno ma "con" delle persone. A tal proposito vi rendiamo partecipi di un breve soggetto del nostro documentario.
Grazie a tutte/i
Francesca e Romano
SOGGETTO:
Una frase ricorrente nella propaganda ecclesiastica informa che “il rinunciare all’amore di una donna e ad una famiglia propria, è per vivere e donare un bene più grande”. Imponente e laconica, la frase pone il celibato come mezzo per una migliore qualità nelle relazioni, non solo con l’altro sesso ma con tutti. Per la Chiesa Cattolica è, infatti, severamente vietato ai preti e alle suore avere una propria vita sentimentale e sessuale. Ma, stando ai fatti, la vita privata di molti uomini di Chiesa è tutt’altro che casta e pura.
Partendo dall’altalenante storia del celibato, l’intento del nostro documentario e’ quello di esplorare la complessa geografia spirituale e materiale della Chiesa Cattolico Romana di oggi, attraverso il racconto della vita, dell’amore e dell’inquietudine di alcuni preti e dei loro amati, siano essi donne o uomini. Un viaggio nelle forme d’amore, negate dalla Chiesa, che accomuna nella clandestinità un’altissima percentuale di sacerdoti. Drammi autentici e scorci di felicità, amori segreti protratti per un'intera vita e figli che non potranno mai dire apertamente chi è il loro vero padre. Su tutto il silenzio imposto.
Non volendo prendere posizioni ideologiche e scandalistiche, il documentario cercherà di porre degli interrogativi sulla posizione conflittuale di molti uomini di chiesa nei confronti del celibato, dell’amore umano e, più in generale, del loro modello di vita privata. Si può essere “uomini di chiesa” ed “uomini” al tempo stesso? E, se sì, come viene vissuta la negazione pubblica del sentimento amoroso?