CRITICHE ALL'APPROCCIO DEL BLOG

La nostra amica Ornella mi ha mandato questo articolo, che trovo interessante, e al quale farò un mio commento a breve. INVITO CHIUNQUE ABBIA QUALCOSA DA DIRE AD ESPRIMERSI SUL CONTENUTO DELL'ARTICOLO.
Come non parlare del celibato
di Guido Mocellin | 05 giugno 2011
In una settimana di magra per l'informazione religiosa si è fatto notare un articolo del Secolo XIX sul blog delle «donne che amano i preti»
Tipica settimana di «magra», quella trascorsa dal 28 maggio al 3 giugno scorsi, per le notizie religiose sui quotidiani italiani: solo 105 titoli, media di 20 al giorno (la rassegna stampa CEI, la mia fonte, ha fatto doverosamente festa, il 2 giugno). Dall'inizio dell'anno, erano stati ancora di meno unicamente una volta, a metà marzo.
Come nella settimana precedente, è l'attualità politico-elettorale a reggere il cartellone: nella miriade di notizie e commenti sui risultati del voto a Milano, Napoli e nelle altre amministrazioni locali interessate, c'è spazio anche per 23 articoli che coinvolgono soggetti ecclesiali (vescovi, associazioni, singoli politici di ispirazione cristiana), grazie anche al discorso pronunciato dal segretario della CEI, mons. Crociata, nel corso del convegno del 30 maggio alla Camera dei deputati «Cattolici e cattolici a confronto» (titolo bello e significativo, storpiato da molte fonti nel banalissimo «Cattolici a confronto»).
Ma 23 titoli a fronte di un tornante non storico, ma certamente destinato a incidere rispetto alla vicenda politica del paese sono davvero pochi: è come la prova del nove di un dato di fatto analizzato dal sociologo Franco Garelli su Il Messaggero del 3 giugno: «la pressoché totale assenza di esponenti di matrice cattolica capaci di interpretare il nuovo che avanza, dal momento che i leader di questa nuova stagione amministrativa - fatte salve poche e marginali eccezioni - appartengono perlopiù ad aree culturali e politiche altre da quella cattolica»; un fatto che Garelli vede come «la conferma di una tendenza ormai di lungo periodo, che vede i cattolici in politica relegati più ad un ruolo comprimario o di supporto dell'altrui capacità di iniziativa, che in grado di proporsi come punto di coagulo di istanze emergenti».
Al secondo posto regge il tema delle violenze sessuali perpetrate da preti ai danni di minori: c'è la notizia delle linee guida che la CEI sta mettendo a punto secondo le disposizioni vaticane, ci sono le motivazioni della sentenza di primo grado che era stata emessa il 3 marzo a condanna del parroco di Selva Candida (Roma, diocesi di Porto - Santa Rufina) Ruggero Conti, e ci sono naturalmente gli sviluppi della vicenda del prete genovese don Riccardo Seppia.
Sarà per l'«attrazione» esercitata da questa vicenda (preti pedofili > sessualità preti > celibato sì/no) che sul quotidiano di Genova Il Secolo XIX è apparso il 28 un articolo, «Il blog delle donne che amano i preti», che segnalo, in conclusione, come modello di un modo sbagliato di fare informazione religiosa. E mi perdonerà il giovane (se non ho sbagliato le mie ricerche) autore Marco Grasso: non ce l'ho con lui, ma...
Ma, tanto per cominciare, il «blog» non è un blog bensì un forum all'interno del sito della rivista Il dialogo, un bel periodico irpino di ispirazione cristiana «di base», di interessi vasti e di sensibilità articolate. Ma gli sfoghi delle «donne che amano i preti» che l'articolo riporta non sono diversi dagli sfoghi delle altre donne che amano i compagni (di solito mariti) di altre donne ancora: non si coglie la specificità che la questione riveste per i chierici (che invece, evidentemente, è all'origine dell'iniziativa di Il dialogo di aprire il forum), si riportano solo le emozioni e le frustrazioni, che sono certamente reali, ma da sole fanno tanto talk show del pomeriggio, della serie Sedotta e abbandonata: «Dimmi, come l'hai conosciuto...» «E poi è sparito...». E tanto per colorare ulteriormente il tutto, si dice che i messaggi «si succedono a velocità impressionante», che «qualcuno, ora, propone di incontrarsi per chiedere, insieme, un cambiamento alle gerarchie ecclesiastiche» e che, in effetti, il blog «un po' spaventa tutte le curie». Mi immagino...
La questione del celibato obbligatorio per i preti della Chiesa latina è seria e reale, e naturalmente sono convintissimo dell'opportunità che se ne discuta in pubblico (sta accadendo, ad esempio, in Germania, all'interno di un più vasto «processo di dialogo comunitario e mirato» avviato dagli stessi vescovi). Ma non così, per favore, non così...
http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=453
Come non parlare del celibato
di Guido Mocellin | 05 giugno 2011
In una settimana di magra per l'informazione religiosa si è fatto notare un articolo del Secolo XIX sul blog delle «donne che amano i preti»
Tipica settimana di «magra», quella trascorsa dal 28 maggio al 3 giugno scorsi, per le notizie religiose sui quotidiani italiani: solo 105 titoli, media di 20 al giorno (la rassegna stampa CEI, la mia fonte, ha fatto doverosamente festa, il 2 giugno). Dall'inizio dell'anno, erano stati ancora di meno unicamente una volta, a metà marzo.
Come nella settimana precedente, è l'attualità politico-elettorale a reggere il cartellone: nella miriade di notizie e commenti sui risultati del voto a Milano, Napoli e nelle altre amministrazioni locali interessate, c'è spazio anche per 23 articoli che coinvolgono soggetti ecclesiali (vescovi, associazioni, singoli politici di ispirazione cristiana), grazie anche al discorso pronunciato dal segretario della CEI, mons. Crociata, nel corso del convegno del 30 maggio alla Camera dei deputati «Cattolici e cattolici a confronto» (titolo bello e significativo, storpiato da molte fonti nel banalissimo «Cattolici a confronto»).
Ma 23 titoli a fronte di un tornante non storico, ma certamente destinato a incidere rispetto alla vicenda politica del paese sono davvero pochi: è come la prova del nove di un dato di fatto analizzato dal sociologo Franco Garelli su Il Messaggero del 3 giugno: «la pressoché totale assenza di esponenti di matrice cattolica capaci di interpretare il nuovo che avanza, dal momento che i leader di questa nuova stagione amministrativa - fatte salve poche e marginali eccezioni - appartengono perlopiù ad aree culturali e politiche altre da quella cattolica»; un fatto che Garelli vede come «la conferma di una tendenza ormai di lungo periodo, che vede i cattolici in politica relegati più ad un ruolo comprimario o di supporto dell'altrui capacità di iniziativa, che in grado di proporsi come punto di coagulo di istanze emergenti».
Al secondo posto regge il tema delle violenze sessuali perpetrate da preti ai danni di minori: c'è la notizia delle linee guida che la CEI sta mettendo a punto secondo le disposizioni vaticane, ci sono le motivazioni della sentenza di primo grado che era stata emessa il 3 marzo a condanna del parroco di Selva Candida (Roma, diocesi di Porto - Santa Rufina) Ruggero Conti, e ci sono naturalmente gli sviluppi della vicenda del prete genovese don Riccardo Seppia.
Sarà per l'«attrazione» esercitata da questa vicenda (preti pedofili > sessualità preti > celibato sì/no) che sul quotidiano di Genova Il Secolo XIX è apparso il 28 un articolo, «Il blog delle donne che amano i preti», che segnalo, in conclusione, come modello di un modo sbagliato di fare informazione religiosa. E mi perdonerà il giovane (se non ho sbagliato le mie ricerche) autore Marco Grasso: non ce l'ho con lui, ma...
Ma, tanto per cominciare, il «blog» non è un blog bensì un forum all'interno del sito della rivista Il dialogo, un bel periodico irpino di ispirazione cristiana «di base», di interessi vasti e di sensibilità articolate. Ma gli sfoghi delle «donne che amano i preti» che l'articolo riporta non sono diversi dagli sfoghi delle altre donne che amano i compagni (di solito mariti) di altre donne ancora: non si coglie la specificità che la questione riveste per i chierici (che invece, evidentemente, è all'origine dell'iniziativa di Il dialogo di aprire il forum), si riportano solo le emozioni e le frustrazioni, che sono certamente reali, ma da sole fanno tanto talk show del pomeriggio, della serie Sedotta e abbandonata: «Dimmi, come l'hai conosciuto...» «E poi è sparito...». E tanto per colorare ulteriormente il tutto, si dice che i messaggi «si succedono a velocità impressionante», che «qualcuno, ora, propone di incontrarsi per chiedere, insieme, un cambiamento alle gerarchie ecclesiastiche» e che, in effetti, il blog «un po' spaventa tutte le curie». Mi immagino...
La questione del celibato obbligatorio per i preti della Chiesa latina è seria e reale, e naturalmente sono convintissimo dell'opportunità che se ne discuta in pubblico (sta accadendo, ad esempio, in Germania, all'interno di un più vasto «processo di dialogo comunitario e mirato» avviato dagli stessi vescovi). Ma non così, per favore, non così...
http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=453